[oblinder] Come Away With Me

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    musa23
    ohibò
    Siete pronti per un appuntamento FA-VO-LO-SO-H?
    Certo che sì! Altrimenti non sareste stati così disperati da rivolgervi a noi! Se non lo avete fatto, potete comunque star certi di essere dei casi quasi persi o, più plausibile, che non siate al corrente di quanto la vostra situazione sia effettivamente TRAGICA!
    Tranquilli, la nostra agenzia per cuori solitari è quello che fa al caso vostro, armata delle peggiori migliori intenzioni e delle ultime tecnologie per far tornare a battere il vostro ancora per poco cuore!
    [prompt #1] Il giorno di San Valentino, un esercito di Eros Piumati (ibridi magici potenziati) viene liberato nel mondo magico per far scoppiare l’amore in ogni angolo del Regno Unito e far trovare a ognuno la propria anima gemella! I simpatici volatili si illuminano ed emettono un suono particolarmente insistente quanto più questa è vicino. Troverete una pergamena attaccata alla loro zampa, sulla quale verrà indicato il luogo dell’appuntamento non appena anche l’altro uccello avrà compiuto la sua magia MLMLMLML
    Potete:
    - Esservi recati di vostra spontanea volontà da Mara Myoncki e Christian Maljoeyo e aver ricevuto in anticipo la pergamena con il luogo dell’incontro non appena avvenuto il match;
    - Essere stati iscritti da qualcun altro in agenzia;
    - Essere stati colpiti in pieno dall’Eros Piumato.
    E ALOOORA! Datevi una mossa che con questa ricerca dell’amore ci avete rotto i maroni!
    rettilario
     
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    «quindi, ci piacerebbe molto se ti dedicassi ad un articolo su san valentino» ti prego no «sai, alla nostra redazione piacerebbe molto avere il punto di vista di una gen z a riguardo» voleva un po' morire.
    Non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che la sua richiesta di stage al morsmordre fosse stata maleducatamente trasferita al time turner senza chiederle nulla a riguardo, come se la ragazza si fosse semplicemente sbagliata. Insomma, il fatto che avesse solamente sedici anni implicava che non fosse in grado di scrivere riguardo a notizie di cronaca? O meglio, che non potesse volerlo?? Assurdo. Alla fine però, si era trovata costretta ad accettare: del resto, anche se non si trattava proprio di ciò che aveva immaginato, perlomeno era un punto di partenza.
    Ma scrivere un articolo sulla giornata degli innamorati aka il giorno da lei più odiato dell'anno?? Davvero un'impresa. Insomma, San Valentino per Willow Beckham era un po' come la kryptonite per superman: anche solo sentirne parlare le faceva venire il voltastomaco. Quel giorno era infatti la nemesi della giornata più bella dell'universo, HALLOWEEN!! - che, per la cronaca, a willow non piaceva certo per il fatto di potersi travestire da sgualdrina, idea che film come mean girls diffondevano nel mondo, ma perché quel giorno racchiudeva in sé quell'atmosfera cupa e tetra che la ragazza amava. Cuori, cioccolatini e orsi giganti di peluche?? Non erano cose per lei. E nel corso della sua (breve) vita, c'erano stati ragazzi che avevano provato a conquistarla così, fallendo miseramente. Per colpa dei cioccolatini, ma in realtà soprattutto per il fatto di esser ragazzi. Però, nonostante la sua avversione all'argomento, non poteva certo permettersi di perdere il suo posto lì per un odio personale, quindi si limitò ad un'alzata di spalle e un «ochei» deadpan verso la sua responsabile.

    Di solito le idee di Gay erano disastri. Di solito, ma stranamente non quel giorno: se le cose fossero andate come normalmente andavano, di sicuro non si sarebbe ritrovata in un rettilario il giorno di 14 di febbraio, ma in qualche ristorante stucchevole con la voglia matta di scappare dalla finestra del bagno o infilzarsi un piede con una forchetta. Quello, invece, era un luogo decisamente cool per un appuntamento al buio, nonostante per molti sarebbe potuto passare come la perfetta lochesssshion per un omicidio. Capite cosa ci trovava di bello, willow? Era il set ideale per un delitto!! Non chiedeva di meglio dalla vita. Evidentemente aveva giudicato male il progetto di quei due tipi che le aveva fatto conoscer suo fratello..Maia e Camillo? Maria e Carlo? No, sanremo quell'anno l'aveva presentato baglioni. Vabbè, QUEI DUE evidentemente di amore ci capivano sul serio, visto che l'aveva mandata lì. Oppure, più semplicemente, Gay aveva aggiunto qualche dettaglio quando aveva compilato il suo modulo di adesione.
    Chiariamoci: lei era lì solamente per scopi scientifici: doveva studiare sulla propria pelle un appuntamento di san valentino, se voleva sperare di scrivere un articolo decente a riguardo. E lì, mentre attendeva un/una tale "ohibò" - sperava davvero che si trattasse di una lei, altrimenti sarebbe stato ancora più difficile fingere reale interesse - osservando i vari serpenti nelle teche, si preparò mentalmente a tutto: non sapeva come funzionasse l'algoritmo usato dall'agenzia, e la possibilità di errore poteva esserci - tipo, che so, abbinare due fratelli eh tryhard.
    Picchiettò leggermente su una delle teche, lì dove una vipera subito fece schizzare il suo sguardo sulla ragazza. «se le cose iniziano ad andar male, uccidetemi» avrebbe rotto lei stessa il vetro «però voglio un sacco di morsi e tanto sangue, intesi? Pretendo una morte da tragedia di shakespeare» Non parlava il rettifilo, Willow, ma nel suo cuore sapeva che quelle bellissime creature - in realtà le facevano molto schifo, un po' come tutti gli animali, ma vabbè in quella circostanza potevano rivelarsi utili - l'avevano capita.
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    Mani dietro la schiena, andatura lenta ed espressione apparentemente assorta, Halley Oakes si aggirava per i corridoi del rettilario come avrebbe fatto un visitatore qualunque, soffermandosi a fissare gli animali all’interno delle anguste teche di vetro, attribuendo loro nomignoli più personali delle impronunciabili definizioni scientifiche indicate sulle targhette e bisbigliando frasi come «ormai manca poco» una volta certa che nessuno l’avrebbe scambiata per una svitata. Ma lei non era una svitata? Dipende dai punti di vista un visitatore qualunque. Non era lì per un’allegra gita scolastica e non le interessava sapere quale specie avrebbe potuto annidarsi nelle tubature del suo bagno o quale sarebbe stata capace di spalancare le fauci ed inghiottirla per intero – lo aveva imparato, perché non aveva avuto nulla da fare da quando aveva messo piede in quel posto, ma non era quello il punto. Aveva una missione, la grifondoro, una missione che non era stata lei a ideare. Né aveva collaborato al piano. A onor del vero, non aveva contribuito in alcun modo. Aveva pensato Hunter a tutto – alla strategia, al luogo e al giorno in cui avrebbero agito. Era stato inaspettato, trattandosi di una delle persone più lontane dal suo modo di concepire il mondo, dal suo animo rivoluzionario e dal suo approccio suicida ai problemi, e doveva ammettere di non essere riuscita a comprendere subito la grandiosità del suo progetto. Tanto per cominciare si era chiesta il motivo per cui le avesse consegnato una pergamena profumata e decorata con cuori di svariate dimensioni o perché, nel farlo, le avesse impedito di porre alcuna domanda e si fosse allontanato da lei con un sorriso sornione stampato sul volto. Chiunque avrebbe pensato che le indicazioni contenute si riferissero ad un bizzarro appuntamento di San Valentino allo zoo, ma non lei. Sapeva che quel genere di trappole erano sempre state una sua prerogativa, almeno prima che Hunter si dedicasse ad intensi ripassi di anatomia con Viktor. E poi non sopportava quella festa, il corvonero non l’avrebbe costretta a prendere parte ad una simile farsa. Era una stupida ricorrenza in cui l’intera popolazione mondiale perdeva il senno – da chi non riusciva a far altro che pensare alla propria anima gemella a chi si lasciava sopraffare dalla disperazione e dallo sconforto. Non ne aveva mai compreso l’utilità; mai, fino a quel giorno.
    Dopo una lunga riflessione aveva avuto un’illuminazione. Si trattava di un modo per depistare chiunque fosse entrato in possesso di quel messaggio, una trovata geniale per far credere che non fosse altro che uno sdolcinato messaggio tra adolescenti; invece, gli Oakes avrebbero sfruttato il delirio generale, avrebbero approfittato del fatto che fossero tutti impegnati a sbaciucchiarsi per passare inosservati e portare a termine il loro piano: liberare tutti gli animali presenti a Carrow’s District.
    Il sogno di una vita.
    A quel punto, ogni pezzo del puzzle si incastrò perfettamente. I fuorvianti ghirigori sulla pergamena, la scelta del giorno, persino la decisione di partire dal rettilario sembrava avere un senso. Se avessero liberato delle puffole pigmee, i visitatori si sarebbero fatti intenerire da quelle sgargianti creature e avrebbero finito per coccolarle, metterle in salvo o deciderle di portarle via con sé; liberando dei serpenti, invece, sarebbero aumentate le possibilità di scatenare il panico, creare ulteriore confusione e agire indisturbati – se avesse potuto prendere parte nell’organizzazione del piano avrebbe proposto animali ben più grandi, ma si fidava di Hunter e della sua mente brillante.
    Diede un’occhiata all’orologio, accessorio che la sua concezione estremamente flessibile del tempo aveva reso superfluo – ma che in quella circostanza le era apparso fondamentale; non avrebbero dovuto sincronizzarli, come ogni film d’azione che si rispetti? –, e sbuffò rumorosamente, le sopracciglia corrugate e lo sguardo impegnato a scandagliare la folla presente. Essere in orario faceva schifo. Tirò fuori dalla tasca la pergamena, per accertarsi che al suo interno non fosse apparso un messaggio differente, e fu in quel momento che sentì una frase inequivocabile.
    «se le cose iniziano ad andar male, uccidetemi».
    Chi avrebbe potuto pronunciarle, se non qualcuno così devoto alla missione da essere disposto a sacrificare la propria vita pur di donare la libertà a quelle creature? Si voltò nella direzione da cui le era sembrato di percepire quella voce, gli occhi che brillavano di una luce pericolosa nuova e la mente bombardata da domande differenti. Che suo fratello avesse reclutato altri criminali fieri sostenitori della causa? Che musa23 non significasse Mangia Un Sandwich Al Volo – per precauzione lo aveva fatto – o Manderò Un Segnale Al Via, ma fosse il nome in codice della sua compagna? Geniale. Se fossero state arrestate, nessuna avrebbe saputo il nome dell’altra e non avrebbe potuto tradirla neanche sotto tortura. O forse sì, dato che non avevano mascherato le loro reali fattezze, ma nella mente di Halley era già partita la proiezione di un film in cui sarebbero andate incontro alla morte pur di non cedere alle autorità. Delle moderne Thelma e Louise.
    Si appoggiò alla teca accanto a quella del serpente con cui parlava la sconosciuta, le braccia conserte, le gambe incrociate e lo sguardo rivolto verso un indefinito punto davanti a sé. Sapeva come non destare alcun sospetto. «Psst! Ehi! Sei musa23, vero?» certa che nessuno stesse badando a loro, ruotò la testa in direzione della ragazza e proseguì, bisbigliando. «Hai idea di come dovremmo procedere?» forse, ognuna di loro era a conoscenza di parte delle informazioni necessarie per portare avanti il piano – nello specifico, Halley nessuna e la ragazza tutto il resto. E forse, ancora, era stata reclutata da Hunter perché possedeva doti particolari, abilità uniche e utili a superare ostacoli minori quali utilizzare la magia lontano da Hogwarts, eludere la sorveglianza o aprire uno spropositato numero di gabbie prima di essere beccate e finire ad Azkaban. Doveva essere così. «Come mai ti hanno scelto? Conosci le vie di fuga? Puoi manipolare la terra? Le ombre? Il tempo! Fermerai il tempo e agiremo indisturbate, giusto?»
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    IL REGIME - NON POTER INVADERE GLI SPAZI ALTRUI - DOVER RISPETTARE TEMPI E REGOLE - I TRUCCHI E INDOSSARE TUTTO CIÒ CHE REPUTA ECCESSIVAMENTE FEMMINILE
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    Avrebbe dovuto capire che qualcosa fosse più strana del solito nel momento in cui quella ragazza si era avvicinata a lei di soppiatto, per poi fermarsi proprio davanti alla teca adiacente a quella dove stava Dook - se aveva dato un nome alla vipera con cui aveva iniziato a parlare? ovvio che sì, per passare il tempo. La Beckham trattenne l'impulso, dettato dalla sua indole decisamente poco propensa al fare amicizia, di allontanarsi, dire addio a Dook ed andarsi a scegliere un altro amico con cui passare il tempo nell'attesa che la giornata finisse del suo appuntamento misterioso, ma per far sembrare il suo gesto troppo evidente decise di attender un attimo in più. Magari continuando a fissare il suo nuovo amiko e fingendo di non aver notato la ragazza al suo fianco, quest'ultima sarebbe scomparsa magicamente: non era adatta a socializzare, Willow Beckham. O almeno, lo era soltanto in rari momenti della settimana - vabbè, per esser onesti, del mese - e soprattutto le riusciva molto più semplice conoscer nuove persone quando aveva suo fratello con lei. Insomma, le persone solitamente amavano Gay un attimo dopo averlo incontrato: dire di esser sua sorella le metteva molta sicurezza e non la faceva apparire come l'asociale che in realtà era (???) «Psst! Ehi! Sei musa23, vero?» Omg, ma allora era con lei che era stata abbinata!! Insomma, non avrebbe mai creduto a tutta quella storia delle anime gemelle ma...se le avevano accoppiate dovevano pur aver avuto un motivo, no?? Girandosi verso di lei, si rese conto di averla già vista prima: era sicuramente una studentessa ad Hogwarts ma non una corvonero (insomma, okay l'esser poco socievole, ma perlomeno i nomi di quelli nella sua casa li conosceva!) eppure ricordava di averla vista nella loro sala comune qualche volta, allora...MA CERTO! «sei la sorella di Hunter, giusto?» non l'avrebbe propriamente potuto definire un amico, ma in ogni caso l'Oakes le era simpatico «comunque sì, sono io» Quando suo fratello le aveva detto di scegliere un nickname, quella era stata la prima cosa che le era passata per la testa. «Hai idea di come dovremmo procedere?» Tirò un sospiro di sollievo, Willow, nel sapere di non esser l'unica a non avere idea di cosa fare. Insomma, potevano...girare per il parco? Comprare un..pacchetto di patatine? Idk, non era abituata a situazioni simili. E soprattutto, in tutta la sua vita non era mai riuscita a resister più di dieci minuti a vedere un film romantico, quindi non aveva una fonte da cui prender ispirazione. Tra la lista di cose che non sapeva, c'era anche il perché la bionda stesse sussurrando «io direi..» «Come mai ti hanno scelto?» Non sapeva ci fosse stata una selezione? Insomma, aveva fatto tutto Gay quindi poteva anche essere «non so, mio frat..» «Conosci le vie di fuga?» COsa? Anche lei voleva andare via?? Non aveva proprio studiato il posto ma insomma, una via d'uscita si poteva sempre trovare..«Puoi manipolare la terra? Le ombre? Il tempo! Fermerai il tempo e agiremo indisturbate, giusto?» Cosa...cosa stava succedendo. Manipolare la terra? Le ombre??? Il tempo????? Non..capiva. Si sentiva persa, persa più di un Behan Tryhard che si ritrovava suo fratello gemello ad un appuntamento al buio. «non capisco» Loro due erano chiaramente lì per motivi differenti. Eppure la bionda le si era avvicinata sussurrandole il suo nickname quindi doveva esser lì per l'appuntamento, no? O forse..«AHH» Era tutto un piano più grande. Forse suo fratello le aveva appena regalato il posto in prima fila, anzi, una parte attiva in un piano rivoluzionario così da donarle materiale interessante su cui scrivere un articolo, ed aveva mascherato il tutto con quella storia di san valentino per non rovinarle la sorpresa. Ora sì che era tutto chiaro: quanto gli voleva bene. «scusa ma non so niente del piano, mi hanno mandata qui senza darmi indicazioni precise» stava sussurrando anche lei? ovvio. Però non le piaceva apparire come una totalmente all'oscuro di tutto, quindi decise di improvvisare «non credi che dovremmo prima creare un diversivo?» dai, un diversivo serviva sempre. Il giornalismo d'inchiesta, per lei, non era allo stesso livello di quello di cronaca, ma comunque si trovava giusto un gradino più sotto. Quell'operazione sarebbe stata senza dubbio un'ottima fonte di ispirazione per scrivere un articolo con i fiocchi, qualunque cosa riguardasse «tipo..» sentiva la nausea anche solo a pensarci, ma diamine, se voleva esser brava nel suo lavoro doveva esser pronta ad ogni tipo di situazione «..iniziare rompendo la teca che contiene il serpente più grande?» Insomma, era certa che una situazione del genere avrebbe scatenato attacchi di panico in tutte le persone al parco (compresa lei) così da lasciare il sentiero spianato per il /piano/
    Magari poi sarebbe stato anche carino capire di cosa si trattasse.
    Magari, eh.
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    Era stato sufficiente quel breve, eroico e inquietante scambio di battute tra la sua futura compagna di cella e uno dei serpenti del rettilario per dissipare i dubbi che avevano iniziato a farsi strada nella mente di Halley. Non avevano nulla a che fare con la sua intuizione; la grifondoro continuava a credere che fosse quello il fatidico giorno in cui avrebbe scritto una pagina memorabile della storia del mondo magico. Un po’ in anticipo rispetto ai suoi piani, doveva ammetterlo, ma si fidava ciecamente delle valutazioni fatte da Hunter e se suo fratello aveva ritenuto che non fosse necessario aspettare la maggiore età per utilizzare la magia oltre i confini del castello, che non servisse un lungo periodo di addestramento al duello, allo scontro corpo a corpo e a tutte le arti da combattimento sviluppate dall’uomo, che non fosse indispensabile munirsi di antidoti al veleno dei serpenti nel caso in cui qualcosa fosse andato storto, che non si dovesse imparare a memoria la piantina di quel luogo per conoscere le vie di fuga, che non fosse il caso di aspettare di conoscere i loro genitori prima di affrontare il rischio di passare il resto della vita in galera, beh, lei ci credeva. Qualcuno avrebbe potuto definirla bionda, ma era forse da stupidi avere fiducia nel sangue del proprio sangue? O essere idealisti a tal punto da sognare di poter cambiare il mondo? O talmente nobili da mettere la felicità di quelle creature prima della propria? Certo che no. I dubbi, come detto, non riguardavano la missione. Conosceva il fratello e la sua puntualità maniacale, e quell’insolito ritardo l'aveva portata a chiedersi per quale motivo non si fosse ancora fatto vedere. Doveva aver avuto un contrattempo, non poteva essere altrimenti. Una vocina, dentro di sé, le aveva fatto notare che avrebbe dovuto essere pronto a tutto, in un giorno così importante, mentre un’altra le aveva risposto che i contrattempi non venivano definiti così per caso, che nessuno avrebbe potuto prevedere l’esatto corso degli eventi. Aveva ascoltato quel dibattito per diversi minuti, fino a che non aveva incontrato musa23. La sua sola presenza costituiva la prova che la grifondoro non fosse del tutto pazza, la conferma che stava cercando e che la trascinò rapidamente in uno stato di febbrile eccitazione.
    Era arrivato il momento.
    «Sì, è mi– no, shhh! Non dovremmo comprometterlo!» ammonì la ragazza, portando un dito alla bocca ed accertandosi che nessuno avesse sentito quel nome. «Chiamiamolo… non lo so… delfinocurioso fu la prima cosa che le venne in mente, sufficientemente vaga da garantire al fratello una copertura minima, tale da tentare la fuga mentre le ragazze venivano torturate senza alcuna pietà per ottenere quella preziosa informazione – ben poco, insomma, ma quei nomi in codice davano un tocco estremamente professionale alla missione e non vi avrebbe rinunciato così presto.
    Osservò meglio la ragazza, tentando di ricordare se avessero mai interagito prima di quel momento o se fosse stata riconosciuta a causa di una delle innumerevoli irruzioni all'interno della sala comune dei Corvonero – non era abituata a stare lontano da Hunter troppo a lungo e l'indovinello iniziale non si era mai rivelato un problema: non aveva tempo per badare ai loro giochetti mentali, quindi si limitava a trascinare uno studente di quella casata davanti alla porta d'accesso e chiedergli di risolverlo per lei. «scusa ma non so niente del piano, mi hanno mandata qui senza darmi indicazioni precise» spiazzata, interruppe quel viaggio nei meandri della sua memoria e la fissò, interdetta. Se Halley non sapeva nulla del piano e neppure musa23, come avrebbero dovuto procedere? Forse, entrambe erano state drogate con della Felix Felicis e non avrebbero dovuto preoccuparsi più di tanto delle loro azioni: tutto sarebbe stato lecito, ogni scelta avrebbe portato allo stesso risultato. Avrebbe dato un senso persino all'assenza di Hunter. Non se la sentì di escludere quell’opzione e abbracciò la proposta della ragazza – non si poteva dire che non fosse coinvolta quanto lei o che non fosse disposta a tutto. «Sono d’accordo! Dovremmo solo...» si ricordò dell’impossibilità di compiere incantesimi lontano dal castello. «… lasciar perdere la magia e...» eludere gli incanti che erano stati realizzati per proteggere le teche da svitate come loro. «… trovare un modo per aprire la gabbia...» senza contare le guardie che gironzolavano per i corridoi del rettilario. Si rabbuiò, per un attimo, prima che un pensiero le attraversasse la mente. «Ci serve un diversivo del diversivo.» se avessero allontanato gli addetti ai lavori, avrebbero avuto ancor più tempo per agire indisturbate. «Potrei uscire fuori, tornare e gridare che… sta per nascere un cucciolo di qualcosa. E che… è un evento estremamente raro e non possono perderselo!» a chi non piaceva assistere a situazioni uniche, anche solo per il gusto di raccontarlo ad amici e parenti e vantarsi di essere stati tra i pochi ad aver avuto un simile privilegio? Era certa che nessuno se lo sarebbe perso. «E poi abbiamo bisogno di un piano.» non era tipa da grandi progetti, la grifondoro, si era sempre affidata al suo istinto, ma qualcosa le diceva che lanciare oggetti contro le teche di vetro non sarebbe stato sufficiente per portare a termine la missione. Si allontanò dalla gabbia di Dook e si sedette a terra, incrociando le gambe davanti a sé e poggiandoci sopra lo zaino che aveva in spalla. Iniziò a tirare fuori una serie di oggetti quali la sua macchina fotografica, una pergamena usata – su cui aveva iniziato a scrivere una relazione che poi aveva chiesto ad Hunter di finire –, una serie di vecchi giornali – era quello il suo materiale di studio –, degli snack – che offrì alla ragazza, mentre mandava giù una cioccorana – e dei detonatori abbindolanti – altra cosa di cui non poteva fare a meno, insieme al cibo; si trattava di piccoli oggetti simili a clacson dotati di gambe, in grado di fuggire in fretta, moltiplicarsi e creare il caos con rumori molesti e una scia di fumo nero. «Questi potrebbero tornarci utili, no?»
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    Edited by dandelion - 27/2/2019, 02:15
     
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    AH-AH-AH! KARMA IS A BITCH.
    Volevate liberare le creature, eh? Purtroppo, o per fortuna, le teche sono incantate e ora siete voi, mie care, gli animali in gabbia.
    Kisses from the other side.
    rettilario
     
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    It escalated quickly
    Insomma, non era stata l'idea di partecipare a qualcosa di illegale a lasciarla titubante: non era il tipo da obbedire ciecamente alle regole, Willow Beckham, soprattutto quando le trovava stupide e immorali (animali in gabbia per giovare i visitatori? rientravano decisamente nella categorie di cose a cui era contraria). L'errore della Beckham era stato quello di viaggiare troppo con la fantasia e vedere collegamenti e piani più profondi lì dove, di segreto, non c'era assolutamente nulla. Gaylord non l'aveva iscritta ad un club segreto di giovani animalisti rivoluzionari, ma ad un semplice appuntamento al buio così come le aveva detto: era stata lei ad interpretare male la situazione, così come - a quanto pare - aveva fatto anche la Oakes. Ma questo, Willow, lo capì troppo tardi, quando oramai le due ragazze erano già bloccate in una teca di vetro come pezzi da museo.
    Ma partiamo dall'inizio: dopo aver appreso il magico nome in codice di Hunter nell'operazione («...delfinocurioso? ochei») la ragazza si affidò completamente alle idee di Halley, che sembrava molto più allenata a situazioni del genere. Non usare la magia? Per lei era impensabile - insomma, non sapeva nemmeno prepararsi la colazione senza usare la sua bacchetta!! - ma si fidò della bionda. «Ci serve un diversivo del diversivo.» ..okay?? «mi..sembra giusto. La prudenza non è mai troppa» ??? Se solo avesse capito il perché di quei diversivi: si sentiva totalmente inutile essendo all'oscuro dell'obiettivo finale, ma allo stesso tempo si vergognava a chiedere. Di solito non avrebbe mai fatto qualcosa senza avere tutte le informazioni necessarie ed i dettagli per capirne i pro, i contro ed elaborare una strategia, ma quel giorno aveva deciso di dar fiducia a suo fratello ed al suo giudizio. «Potrei uscire fuori, tornare e gridare che… sta per nascere un cucciolo di qualcosa. E che… è un evento estremamente raro e non possono perderselo!» Era una buona idea! Nessuna persona dotata di raziocinio - o dotata di due occhi, in generale - avrebbe rinunciato ad assistere alla nascita di «..un chamb??» per continuare a stare in un rettilario «penso che le persone inizierebbero a correre come matte per vederne uno appena nato!» Persino lei, a cui gli animali non piacevano, sarebbe venuta la curiosità di andare a vedere!
    «E poi abbiamo bisogno di un piano.» Beh, lo pensava anche lei, solo che non aveva idea di cosa poter escogitare senza aver il quadro completo della situazione. E soprattutto, né lei né Halley erano a conoscenza delle intenzioni degli altri del gruppo: a breve qualcuno si sarebbe avvicinato loro sussurrando messaggi in codice?? O forse per iniziare ad agire dovevano attender un segnale, tipo...lo scoppio di un petardo?? Non ne aveva la minima idea. Quando la bionda si sedette a terra per iniziare a rovistare nel suo zaino, Willow fece lo stesso accanto a lei perché 1) le sembrava butto esser l'unica a stare in piedi e 2) era già in piedi da troppo tempo, per i suoi standard: le gambe iniziavano a reclamare un po' di relax. «Questi potrebbero tornarci utili, no?» Ma OMG! «sono detonatori abbindolanti, vero???» una volta, lei e suo fratello li avevano comprati e fatti partire a casa di zia Carol: inutile dire che la poverina per poco non ci era rimasta secca per lo spavento. Da quel momento era stato severamente proibito loro di comprarne altri, ma Willow aveva sempre desiderato un'altra occasione in cui poterli usare «SONO PERFETTI!! Quindi quando rientri annunciando la nascita del piccolo, io li faccio partire??» Insomma, idealmente era un buon piano. Un po' improvvisato e senza basi solite, ma comunque poteva funzionare. Ed infatti, inizialmente, lo fece: quello su cui le Hallow (???) non avevano riflettuto però era l'incanto sulle teche dei serpenti. Ci volle un attimo e zaac, eccole circondate dal vetro. «...questo è un problema» okay, il pericolo di poter esser beccata l'aveva messo in conto fin da subito ma...non così! Si era aspettata punizioni corporee o tirocini obbligati al ministero, o persino uno o due giorni in cella. Ciò che non si sarebbe mai aspettata era condividere una di un rettilario con la sorella del prefetto Corvonero e due serpenti. Vi rendete conto della situazione? DUE SERPENTI «credo di non respirare» insomma, erano circondate da vetro senza via d'uscita «potrei svenire da un momento all'altro» o anche morire, nel dubbio. «non voglio muovermi nemmeno per far entrare aria dalle narici» se uno dei due rettili fosse scattato all'improvviso verso di loro??? Se si fossero messe a gridare qualcuno le avrebbe sentite???? La prima parte del loro piano era riuscita, e per questo l'attenzione di tutti era rivolta altrove, alla ricerca di un chamb appena venuto al mondo che in realtà non esisteva. «sapevi che i serpenti mi terrorizzano?? Se la mia faccia ha perso ogni tipo di colore, ora capisci il perché» sarebbe crepata di crepacuore, ne era sicura. «idee per uscire di qui???» faticava persino a tenere gli occhi aperti, con uno dei due serpenti che la fissava intensamente «giuro che di solito sono brava a trovare soluzioni ai problemi» Ci teneva a precisarlo, così da non fare butta figura!! O almeno, non grande come quella che avrebbe fatto se fosse rimasta in silenzio. «ma non riesco a pensare con quelli che mi fissano» Aveva il cervello completamente in tilt, la Beckham. Sperò solo che per Halley non fosse lo stesso, altrimenti non avrebbero passato unicamente san valentino lì, ma anche il resto della settimana.
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    Doveva essere onesta, non era esattamente così che aveva immaginato quel giorno.
    Aveva messo in conto le urla, la confusione e la nube di fumo – li pretendeva, in un certo senso; dopotutto la grifondoro era un agente del caos, non un ninja. Aveva dato per scontato i successivi attimi di silenzio, il battito accelerato e l’adrenalina ad alimentare ogni suo movimento. L’aveva avvertita, durante la corsa fuori dal rettilario e la successiva recita, nell’istante in cui lei e Willow avevano liberato il loro esercito di detonatori abbindolanti, nei secondi in cui si era ritrovata a fissare la teca di vetro per capire come diamine avrebbero dovuto fare a liberare i serpenti da quella prigione, senza uno straccio di piano. E aveva accettato i rischi, Halley, dai più prevedibili a quelli meno auspicabili. Tuttavia, ritrovarsi faccia a faccia con due di quelle creature, e senza alcuna via di fuga, poteva rientrare tra gli intoppi in grado di riordinare la scala delle priorità e far credere alla grifondoro che forse, forse, quella storia della missione non era che frutto di un viaggio mentale tale da rendere le più potenti sostanze allucinogene delle semplici caramelle, a confronto.
    Non aveva tempo per pensare a quale stupida idea avesse attraversato la mente del fratello prima di consegnarle la misteriosa pergamena, né a tutti i modi in cui gliel’avrebbe fatta pagare una volta uscita dalla teca – di certo lo avrebbe tormentato a lungo, anche nelle incorporee vesti di un fantasma. «...questo è un problema» lo era, Willow aveva ragione, ma erano insieme, no? E la ragazza era l’unica nota positiva di quell’assurda giornata. Sembrava particolarmente sveglia, entusiasta di quel piano strampalato – nonostante fosse chiaro non si trovassero lì per lo stesso motivo – e soprattutto pronta a qualunque cosa avrebbero dovuto affrontare. «credo di non respirare» come? Si voltò verso di lei, sorpresa, distogliendo la sguardo da quei serpenti che le avevano già catalogate come gradito e inatteso spuntino. Era la stessa persona che, pochi minuti prima, aveva chiesto ad una di quelle creature di essere uccisa brutalmente se qualcosa fosse andato storto? O aveva immaginato persino quello, Halley? Doveva trattarsi solo di un lieve e passeggero attacco di panico. Anche lei aveva paura, in fondo. Non doveva essere niente di serio. «potrei svenire da un momento all'altro» o forse no. Era quello il problema dei Corvonero. Erano intelligenti, tanto da possedere conoscenze che in una situazione del genere avrebbero davvero fatto comodo, ma non erano in grado di lavorare sotto pressione – non quando per pressione si intendeva con la falce della morte pronta a colpire. Non possedevano lo sprezzo del pericolo che contraddistingueva i grifondoro, quella stupidità di fondo che li portava a credere di poter affrontare qualsiasi cosa e che talvolta – quando non comportava una dipartita più rapida – risultava piuttosto utile. Per sua fortuna, Halley incarnava alla perfezione quello stereotipo. «Guardami.» afferrò Willow per le spalle, scuotendola perché distogliesse lo sguardo dalle bestie assetate di sangue e si concentrasse solo ed esclusivamente su di lei. Non una grande idea, a pensarci bene, perché se entrambe avessero perso il contatto visivo con quei serpenti, sarebbero andate incontro a una morte certa. La costrinse a spostarsi dalla sua posizione e ruotare sul posto, in modo da poter seguire i movimenti degli animali con la coda dell’occhio, e continuò. «Non moriremo, ok?» a quel punto avrebbe dovuto motivare la sua affermazione e non confidare nel fatto che fissarla intensamente sarebbe stato più che sufficiente a calmarla. Avrebbe potuto parlarle della sua immortalità, ma non trattandosi di un dono condivisibile con terzi, non avrebbe fatto altro che gettare benzina sul fuoco. «Ho fin troppe cose da fare, fuori di qui.» classica esternazione di chi stava vedendo scorrere i fotogrammi della sua vita davanti agli occhi e non poteva fare a meno di tirare le somme. Poco rassicurante. «Picchiare Hunter, ad esempio.» opzione che aveva appena raggiunto la vetta della lista, ancora prima di conoscere la mia famiglia o pubblicare il primo articolo. «E provare quel posto dove fanno le pizze volanti.» era onesta, perché negare il fatto che ci stesse davvero pensando? Dopotutto, gliene avevano parlato piuttosto bene. «Ci andremo, una volta uscite. Che ne pensi? E rideremo di questa storia.» osservò il volto pallido della ragazza e si pentì di aver parlato di cibo quando non erano che quello agli occhi delle due creature a pochi metri di distanza. «Ora ascolta, ho un’idea.» una frase che non preannunciava mai nulla di buono e sebbene Willow avesse avuto modo di intuirlo nell’arco della loro breve avventura, la grifondoro confidava nel fatto che fosse troppo spaventata per opporsi. «I serpenti sono sordi, giusto? Sentono solo le vibrazioni.» non avrebbe mai pensato che le informazioni che aveva letto durante il tempo trascorso ad aspettare il suo appuntamento le sarebbero tornate utili. Non in una situazione di vita o di morte, soprattutto. «Dobbiamo stare ferme, vicino alla vetrata.» dubitava che restare immobili fosse un problema per qualcuno già paralizzato dalla paura, quindi decise di ometterle il fatto che sarebbe stata una mossa incredibilmente azzardata, una scelta rischiosa che le avrebbe costrette a limitare le proprie vie di fuga. Ma non avevano altre soluzioni, dovevano rimanere accanto a quella superficie incantata nella speranza che qualcuno si accorgesse di loro. «Possono trovarci soltanto per colpa del nostro odore. Per questo…» allontanò le mani dalle spalle della ragazza e si chinò per raccogliere una manciata di terra che, come le migliori maschere per il trattamento della pelle, iniziò a spalmare su ogni centimetro del suo corpo. «Non si accorgeranno di noi!» le sorrise, tentando così di convincerla che si trattasse di un’idea geniale. In realtà, era l’unica che le fosse venuta in mente. Ma avrebbero davvero coperto le loro tracce, no? Sarebbero state parte di quell'ambiente naturale. «E, nel frattempo, tornerà una guardia o il vetro scomparirà così com’è successo prima.» non voleva approfondire il discorso perché non aveva la minima idea di come fossero finite all’interno di quella teca, ma si trattava pur sempre di un luogo magico, protetto da chissà quali incantesimi a prova di intrusi, e sperava sarebbero state sputate via in fretta. «Ce la faremo, vedrai.» e, con le dita sporche, tracciò due linee sulle guance e sulla fronte della ragazza. Erano in guerra.
    HALLEY + WILLOW
    losers
    16 Y.O.
    ARIES
    bionda
    SCRIVERE + PROTESTARE SEMPRE E COMUNQUE + COLLEZIONARE SPILLE + IMPORTUNARE HUNTER + GLI ANIMALI + SUONARE CON I 404-NOT-FOUND + MANGIARE AD OGNI ORA DEL GIORNO + CONDIVIDERE UN'ESISTENZA DI SVENTURE CON I LOSERS
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    IL REGIME - NON POTER INVADERE GLI SPAZI ALTRUI - DOVER RISPETTARE TEMPI E REGOLE - I TRUCCHI E INDOSSARE TUTTO CIÒ CHE REPUTA ECCESSIVAMENTE FEMMINILE
    OBLINDER - FIND YOUR MAGIC DATE ❤
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


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