An afternoon (seemingly) quiet

X Gideon Saul

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    Arctus Ametista Lestrange ( ) - 16 anni- Serpeverde - Mangiamorte- purosangue
    « Non c'è luce senza oscurità »
    *Quella era l’ultima lezione della giornata, Arctus era devoto alle arti oscure, era la sua materia preferita a scuola, l’unico problema era che era una lezione insieme ai Corvonero, Arctus pensava che i ragazzi di quella casata sapevano solamente leggere, non erano come i Serpeverde, astuti e furbi, né tanto meno come i Grifondoro, coraggiosi e talentuosi, i Corvonero erano molto più complessi, sempre con quei loro libri tra le mani anche Arctus amava la lettura, ma di certo non si metteva nei corridoi a leggere, lui preferiva la biblioteca proprio per questo: era un posto rilassante, dove si poteva leggere in pace e dove si poteva stare da soli, in silenzio. Ah, quanto amava il silenzio…
    Fortunatamente per tutta l’ora i Serpeverde e i Corvonero non si erano parlati, come accadeva sempre, a fine lezione tutti si alzarono andando per conto proprio. Arctus si alzò dal proprio posto, dov’era seduto, prese i propri libri mettendoli dentro la cartella e andò nuovamente in biblioteca, lui pensava che più si studiava più si diventava intelligenti, inoltre aveva dei compiti che i professori avevano lasciato proprio quel giorno, lui era abituato a farli lo stesso pomeriggio del giorno in cui li lasciavano.
    Entrò in biblioteca cercando di fare il meno rumore possibile, era pur sempre una biblioteca e lì si ci andava per cercare la concentrazione, proprio come Arctus, dopo aver passato il corridoio della sezione di erbologia andò a sedersi ad un tavolo vuoto, nella sezione di magia oscure. Prese i propri libri dalla cartella insieme alla pena d’oca, l’inchiostro blu per scrivere e dei fogli di pergamena, dopo aver finito di prendere le cose necessarie posò la cartella sulla sedia accanto, iniziando a studiare, chinandosi sul libro mentre dondolava i piedi, non lo faceva per ansia o per nervosismo, come facevano molti, ma lo faceva per concentrarsi, era davvero un ragazzo strano, ma lui amava la sua stranezza, la sua straneza lo faceva essere speciale, lui adorava essere speciale. Iniziò a scrivere il tema di incantesimi, non era proprio la sua materia preferita, ma c'era di peggio. Lui brillava nelle materie oscure, ma non brillava per niente per materie dove ci voleva agilità, o anche corpo a corpo, quella non gli piaceva per niente, la considerava banale e non solo...Ma come in tutte le cose non si può brillare in tutto e Arctus lo sapeva davvero molto bene. *
    the heart is deceitful above all things,
     
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    you have a nice heart
    Le lezioni di Arti Oscure, da qualche tempo, si manifestavano nella mente di Gideon sotto forma di veri incubi. Anche solo doversi alzare dal letto, preparsi e recarsi alla lezione gli procurava un'ansia totalmente fuori luogo, persino più di quanto ne avesse all'idea di seguire pozioni con Anjelika Queen e rischiare di finire in sala torture. Per lo meno, in Pozioni aveva talento, in Arti Oscure non poteva dire lo stesso. L'idea di mettere piede nell'aula lo terrorizzava, tanto da costringergli lo stomaco in una morsa dolorosa. Quella mattina aveva quindi deciso di non mangiare niente a colazione, per evitare di vomitare tutta la colazione su qualche sfortunato compagno.
    Non era mai stato un asso negli incantesimi, per motivi che andavano ben oltre la semplice non-applicazione alla magia, Gideon si applicava ogni giorno, studiava la teoria e la pratica alla perfezione, solo che la sua magia sembrava bloccata, era più debole di quella degli altri studenti, e quando doveva compiere un incantesimo, bè, sentiva le mani bruciare. Ci riusciva eh, ma bruciavano.
    Per Arti Oscure, però, il discorso era diverso. L'insegnante gli aveva detto che non ci metteva abbastanza convinzione e sicurezza, doveva crederci di più, utilizzare malizia. Aveva il terrore di chiudere l'anno con un'insufficienza, per questo aveva deciso, da un po' di tempo, di prendere coraggio e chiedere a qualcuno di dargli delle ripetizioni pomeridiane, o qualcosa di simile. In genere era lui quello che dava ripetizioni agli altri, non era abituato a chiedere aiuto per le materie scolastiche, a dire il vero non aveva nemmeno idea di come si facesse, ma era disperato. Non ci mise molto a scegliere chi, tra gli studenti, avrebbe potuto dargli davvero una mano - sempre che avesse voluto e non lo avesse ammazzato ancora prima di aprire bocca! - Arctus Lestrange non era certo conosciuto per il suo carattere amabile, al contrario, era uno tra gli studenti che più terrorizzavano Gideon, perchè...era così, un po' oscuro anche lui. Pursangue, probabilmente convinto Mangiamorte con l'idea che quelli come Gideon, un mix tra un mago ed una babbana, fossero solo spazzatura. E quindi perchè non andare a parlaci e magari chiedergli aiuto nella speranza che quello, come nei miracoli, accettasse? Varcata la soglia della biblioteca in cui aveva visto passare la sua inconfondibile chioma bionda, si prese non poche occhiate omicide dagli studenti che, senza alcun contegno, Gideon passò in rassegna squadrandoli da capo a piedi per capire se fossero o meno Arctus. No, non si trovava nella sezione degli incantesimi semplici, ne in quella di trasfigurazione o storia della magia, ma avvicinandosi al reparto riguardante la magia oscura, finalmente, l'occhio cadde sulla sua familiare figura. E ora? Se l'era sempre cavata nella socializzazione, magari in modi piuttosto awkward ma comunque efficaci, ed ora non aveva la minima idea di come muoversi. Il Lestrange era chino sulla propria pergamena, intento a scrivere, ed aveva posizionato la propria borsa sulla sedia al suo fianco, segno che con ogni probabilità non voleva che qualcuno si sedesse al suo fianco.
    « Ehm...posso disturbarti un attimo? » Domandò, alla fine. La sua stessa voce risuonò strozzata alle proprie orecchie, ed era del tutto probabile che dopo aver aperto bocca era avvampato di rosso su tutto il volto. « Vorrei chiederti una cosa, se posso. »
    Gideon McPherson | 16 y.o. [sheet]
    ravenclaw | VI year
    american halfblood
    once: gideon rosier
    20/08/18 h 16.30


    scusa l'attesa ç_ç
     
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    Arctus Ametista Lestrange ( ) – 16 anni - Serpeverde – Purosangue- Mangiamorte
    « Non esiste luce senza oscurità »
    Arctus aveva quasi finito di scrivere il proprio tema, sempre con la stessa calligrafia minuziosa ed elegante, la zia gli aveva chiesto molte volte di scrivere più grande ma a lui piaceva la propria scrittura, inoltre ne aveva parlato con i genitori e loro gli avevano detto che la sua era delle scritture più belle, quasi simile a quella del padre, lui sì che doveva avere una bella grafia poiché firmava moltissimi documenti e doveva anche compilarli.
    Non appena finì di scrivere ricontrollò il proprio operato, era a dir poco perfetto, era pieno di particolari e inoltre aveva messo tutte le date al loro posto, lui aveva un cervello veramente grande, non era da tutti ricordarsi tutte quelle date ma per lui, in confronto di altri, non era per niente difficile –i suoi genitori gli aveva raccontato mille volte quelle storie- magari perché aveva ancora in mente le date che gli avevano detto i genitori…
    Il suo flusso di pensieri fu interrotto da una presenza davanti a lui, Arctus fece un sospiro profondo, segno che stava a significare che era infastidito, ma gli sorrise comunque: <<dimmi Gideon, che succede?>> Chiese alzando un sopracciglio guardandolo dalla testa ai pieni, si era quasi da subito accorto che il ragazzo difronte a sé era arrossito, era raro per lui vedere maschi che arrossivano: <<spero di non dover lanciare un Acquamenti…>> Lo canzonò sogghignando maliziosamente e al contempo diverto dalla sua stessa battuta, ma subito dopo si ricompose e tornò serio, era già infastidito dalla sua presenza poiché Corvonero, inoltre il padre gli aveva detto che Gideon era un mezzosangue e questo non fece altro che incrementare il suo fastidio. Si mise a braccia conserte e attese la risposta del ragazzo, tutti sapevano che nessuno doveva infastidirlo, soprattutto quando era in biblioteca –se magari fosse stato fuori sarebbe stato più propenso ad ascoltare- poiché la biblioteca era parte del suo mondo e Arctus non amava chi entrasse nel proprio mondo e chi infrangesse i suoi spazi, era alquanto fastidio ma lasciò perdere, magari quel tipo gli avrebbe dato più opportunità di prenderlo in giro, sarebbe stato divertente magari scoprire che lui era debole in fatto di Arti oscure, quelle che amava Arctus e non aveva perso tempo poiché le aveva imparate subito, lui non vedeva l’ora che iniziasse quella materia per farsi vedere dagli altri e soprattutto dai Corvi, lui era fiero di essere un Serpeverde, la casata migliore, secondo lui.
    Si accorse di avere ancora la penna in mano perciò decise di posarla nella sua borsa nera, il suo colore preferito, inoltre posò anche il tema e l’inchiostro che aveva chiuso accuratamente in modo che l’inchiostro non andasse a sporcare i libri e il lavoro appena svolto.


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