Vorrei poter dire che Row lo accettò, quel proiettile di ghiaccio e neve al petto, ma non sarebbe nemmeno lontanamente paragonabile alla verità: aveva semplicemente deciso di tenere per sé l’ignobile quantità di insulti, bestemmie, impropri e consigli su come usare in maniera meno scolastica e più intrattenente – per gli altri, non per Lou – quella pistola da pagliaccio che si ritrovava, perché era un vero signore e sapeva capire quando… no, non è vero, non sapeva capire quando gettare la spugna, né tantomeno quando qualcosa fosse talmente inevitabile, come gli arti nuovamente immobili ed in balìa del gelo, da stare fermo e buono ed attendere; voleva soltanto ottimizzare il tempo che gli rimaneva da essere umano, prima di diventare una statua di ghiaccio. Per questo si volse verso il tossico con il flauto, a dipingere il volto il più morbido e venefico dei sorrisi possibili; citando un grande artista contemporaneo: «sing to me ‘cause i’m not doing well…» e chissà se glielo concesse un bel sottofondo musicale mentre, ancora una volta, perdeva il contatto con la realtà. «stronzo.» beh, almeno non lo urlò: progressi sociali! Sorrise invece al bastardo, sgranchendosi le ossa e guardandosi intorno. «cosa mi sono perso?, il ritorno.» Eh, cosa si era perso: una tragedia. «ma cazzo,» mise le mani sui fianchi, ignorando palesemente il dolore alle ossa e alle articolazioni perché era cresciuto diversamente da così – non gli era concesso lamentarsi, nemmeno con il sangue negli occhi e le gambe molli. «non vi si può lasciare soli un attimo.» guardò soprattutto Lisi, mamma del gruppo, con ancora lo shuriken nel collo e la testa sanguinante, e scosse la testa. Gli riecheggiava ancora nelle orecchie Bring Me To Life suonata al flauto, quando notò la pistola puntata nella sua direzione. «ma me lo dai un attimo, cristo dio signore.» si lanciò di lato, imi uzi alla mano e dito premuto sul grilletto a sparare verso il gelataio mentre si spostava il più possibile. «il tempo di aggiornarmi, di capire chi ha fallito, cose così, e invece no! devi confermarti stronzo infame.» arrivò fino a Ficus, e quasi istintivamente si frappose tra lui e l’albero, mani a tenere il corpo sproporzionato quanto più lontano poteva dal tronco. «anche lei gran mignotta, vedo.» sussurrò il ragazzo, prima di schioccare la bacchetta come un frusta sempre in direzione di Lou, cercando di lanciargli una maledizione di Antonin Dolohov con i contro cazzi (1pa). | wyborowa moskovskaya | Silhouette of a shadow We are all one and the same | | | | guerriero berserker [ un tiro pa bonus ] | mago leader |
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