extra: tassorosso vs corvonero

In tutto questo tempo non aveva ancora visto nessuno sbrilluccichio. La neve continuava a cadere inesorabile e «dove sei boccino mio?» sussurrò cercando di scorrere lo sguardo sul campo. Non si sarebbe di certi fatta battere da Kurt. Aveva solo un compito uno: trovare il boccino e prenderlo. Non poteva fare la figura dell'idiota alla sua primissima partita non sapeva nemmeno se quella sarebbe stata l'ultima. «voglio giocare un po' con te» dondolò leggermente le gambe prima di intrecciarle e sfrecciare per il campo in cerca di un qualche movimento.

Assurdo quanto fosse diverso guardare una partita dagli spalti, e farlo da sopra la scopa. Nessuno (tutti, in realtà, se solo avesse avuto una soglia di attenzione appena più alta) l’aveva avvertito al riguardo, e gli allenamenti non erano proprio la stessa cosa.
Non ci si poteva prendere un attimo di tempo per fare un applauso a Paris per aver parato la pluffa (che significava che non era nel suo team, era comunque stato bravissimo il suo bro), per unire indici e pollici e mandare un cuoricino a Bennet («dici che se cado da quest’altezza mi rompo solo una gamba?» chiedeva: era un uomo di parola, Balt), o urlare a squarciagola quanto fosse bravo il suo baby Ficus, che la gente moriva.
«oddio, stanno bene???» domandò alla Meisner, che sicuramente era lì da qualche parte, indicando con un cenno del capo le due tizie che non aveva mai visto in vita sua. «le conosco?» un po’ più sottovoce, perché gli pareva brutto.
Comunque, ad un certo punto si trovò a dover lasciare la corvonero con un bacio soffiato nel vento, perché a quanto pareva aveva di nuovo l’occasione di ritrovarsi tra le mani la pluffa. L’ultima volta non era andata esattamente come aveva immaginato, ma c’era sempre tempo per migliorare.
E perché doveva essere proprio davanti agli anelli. Ma quando ci era arrivato, poi. «aiuto.» guardò il Tipton.
Guardò la pluffa.
Guardò i cercatori iniziare ad impazzire per il boccino.
Guardò gli anelli.
«BRO!!!» bro… «GIÀ LO SAI!!!» ne avevano già parlato, sicuramente, forse in mezzo ad altre mille cose, di dove avrebbe tirato se mai si fosse trovato lì davanti: toccava a Paris interpretarlo come un “dai fammi fare bella figura” o come un consiglio per pararla e fare lui il figo.
O ricordarselo.
E tirò la pluffa.

«oh amio, ma te hai visto nulla?!» ma ti pareva che c'avesse scritto stupida in faccia? Probabilmente sì, eh. Ma non era davvero così stupida, era tutta una facciata. «neve! ... neve e uh-?! ancora neve! magico» disse facendo zig zag da un alto all'altro come se stesse cercando il boccino ma andando comunque verso una certa direzione perchè in realtà aveva visto qualcosa ma le era sfuggito subito. «cosa dicevi prima? sembravano calcoli complicati» in realtà non lo erano affatto, sapeva di cosa stesse parlando perchè ci giocava anche lei ma ovviamente non lo avrebbe mai detto a nessuno fuori dal suo gruppetto. La sua parte nerd era rimasta sepolta sotto la sua maschera. Ma tornando al boccino... Sarebbe stata quella la volta buona?

«ah! ti ho trovato» sussurrò a se stessa. Ora non le sarebbe più sfuggito. Non perse altro tempo e sfrecciò come un razzo. Doveva arrivare prima che se ne accorgesse anche Kurt, doveva essere più veloce. Provò ad avvicinarsi a tanto così dal boccino per allungare la mano per prenderlo. Vincere quella partita e portare a casa il boccino d'oro sarebbe stato troppo bello. «dai che almeno una me ne va buona» e niente torno a studiare, vins out.