my last word will probably be either "whoops" or "shit"

ft. libera, tu?

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    frankfurt
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    Quando la notizia della possibile chiusura dei laboratori aveva preso piede, Hold era andata nel panico: cosa avrebbe fatto della sua vita, senza quel posto? Non era una questione di soldi, figuriamoci, ma di affetto.
    Sin da quando era una bambina, i laboratori erano stati la sua unica, vera, casa; col tempo avevano, di fatto, soppiantato i ricordi della vita vissuta a Francoforte con i suoi genitori e i suoi fratelli, ed avevano dato forma alle memorie a cui la special era più legata. Alcuni, i più scettici, l’avevano chiamata Sindrome di Stoccolma, ma alla Beer quel termine non era mai piaciuto — vero o finto che fosse, il suo attaccamento ai laboratori, non le importava; volente o nolente, erano stati la sua casa quando non ne aveva più avuta una e lei aveva giurato di rimanere fedele ai dottori anche quando una scelta, se rimanere o andarsene, ce l’aveva avuta. Ogni volta che avevano provato a smantellare una delle sedi, riuscendoci, Hold May Beer era sempre rimasta al fianco di coloro che l’avevano cresciuta, che le avevano dato un pasto caldo ad ogni pranzo ed ad ogni cena, quelli che le avevano insegnato le tabelline e la geografia; poteva non sembrare molto, ma agli occhi dell’acidocineta era tutto.
    Infine, quando sua zia Badger le aveva proposto di lavorare per loro in cambio della sua “libertà”, Hold aveva accettato senza nemmeno bisogno di pensarci: l’idea di affrontare il mondo fuori dalle mura di un laboratorio era eccitante e terrificante allo stesso tempo, ma sapere di poter aiutare concretamente i dottori, setacciando Londra e dintorni alla ricerca di nuove vittime *ahem* reclute, era stato tutto ciò di cui la Beer aveva avuto bisogno per dire di sì.
    E negli ultimi quattro anni il suo lavoro era andato alla grande!
    Come adescatrice era ciò che in tante altre cose non era, ovvero un fenomeno — certo, molte delle persone che aveva trascinato nei laboratori – quasi sempre contro la loro volontà –, non le volevano tutto questo gran bene (eufemismo del secolo) ma eh! Erano i sacrifici che uno faceva in nome della scienza, e di una causa più grande.
    Hold May Beer, nella causa degli special, ci credeva.
    Aveva partecipato alla guerra nello schieramento dei contro solo ed esclusivamente per (noia e per) Kieran, per suo fratello quell’ingrato stupido buono a nulla se ti becco ti ammazzo, per nonno Sin e per pochi altri; aveva combattuto con loro, ma mai contro Abbadon, a voler essere del tutto sinceri.
    Anzi, a voler star qui a dire le cose come stanno, dall’inizio alla fine, Hold nemmeno lo aveva capito per cosa avessero combattuto, in quel mese e mezzo; Kieran era lì, pronta a sacrificare se stessa per qualche cosa che Hold non aveva minimamente compreso, e all’acidocineta era bastato quel tanto per trascinare le chiappe magroline fuori da casa e indossare la divisa rattoppata dei sovversivi. Fine. Era così – in maniera semplice e lineare, almeno per lei – che funzionava la sua testa. Non c’era giusto o sbagliato, bianco o nero, dritto o rovescio: c’era solo il fare qualche cosa per amore dei suoi cari, e il non farle altre per non renderli tristi.
    Alla fine della fiera, però, sapere di avere un mondo nuovo davanti, un mondo dove quelli come lei non fossero più considerati come reietti – o peggio –, non l’aveva lasciata troppo scontenta.
    Poter aspirare, finalmente, a cariche ministeriali, com’era giusto che facessero anche loro? Fico! Cioè, non per lei nello specifico, certo, perché non aveva né la stoffa né la voglia per dedicarsi a carriere di un certo calibro, ma era sicura che qualche special, nel mondo, avesse delle ambizioni più sostanziose delle sue ed era giusto che trovassero concretezza.
    Hold aveva abbracciato il nuovo mondo con un sorriso entusiasta, a testa alta e sinceramente confusa sul perché a maghi e babbani non andasse bene la piega che aveva preso il corso degli eventi: buh uhh, spaccagioie. Per una volta potevano anche essere felici per loro, no? Stronzi. Che ne era del “pari diritti!! stan uguglianza!!”, eh?
    (Ma Hold, e i babbani ridotti in schiavitù?) (EH, va beh, succede.)
    L’unica pecca, davvero, in tutto quello era stato sapere che avrebbe rischiato di perdere il suo posto fisso come adescatrice, e vedere i laboratori smantellati per sempre; come al solito, però, non aveva davvero ben capito cosa stava succedendo e ci aveva messo un pochino più degli altri a capire che no, non li avrebbero chiusi: peggio, li avrebbero legalizzati.
    Cosa se ne sarebbero fatti di un’adescatrice, a quel punto? Rapire ignari passanti e trascinarli a forza nei luoghi oscuri non era più un’opzione.
    «fatti assumere in quelli legali, puoi fare la PR»
    E se in un primo momento il commento innocente di Mood era suonato strano alle orecchie della maggiore, col passare dei giorni quell’idea si era fatta pian pianino spazio nella sua mente e aveva preso forma e colore. Perché no? Chi c’era, al mondo, più qualificato di lei per accogliere i volontari e spiegare loro tutti i pro e le magie del sottoporsi volontariamente alle sperimentazioni? Che poi, ormai, non erano più nemmeno antiquate come quelle a cui era stata costretta lei, mpf!! Hold May Beer, fan numero uno dei laboratori, era l’entusiasmo giusto e il sorriso perfetto per incentivare maghi e babbani a pagar fior fiore di quattrini per ricevere un potere nuovo di zecca.
    L’unico problema? Convincere il ministero che fosse materiale adatto per la divisa (abbiamo una divisa, vero? nei miei headcanon si) da legionario. Non era mai stata brava a seguire le regole o le direttive di qualcuno, ma poteva imparare? Kieran sembrava molto sicura di quello, e glielo aveva ripetuto svariate volte. “Pensa a come potrai aiutare i bambini special, anche tu!! io a scuola, tu nella vita!!” E quello era il genere di discorso che mandava in pappa il cervello della Beer, l’idea di pensare a lei e Kieran come una famiglia, anche se in senso moooolto largo.
    Così, un giorno, s’era presentata all’ufficio della Reiher e aveva bussato per presentare la sua candidatura. Ah, non funzionava così? Beh, pazienza! In un modo o nell’altro qualcuno doveva averla poi indirizzata alla scrivania giusta, con i giusti moduli da compilare e con le giuste raccomandazioni fatte e bla bla bla. Onestamente? Che palle la parte burocratica della cosa.
    «allora, me lo date il posto (fisso) o no?» aveva chiesto lei, spiccia e diretta come sempre.
    Se avesse saputo che, oltre ad occuparsi dei laboratori avrebbe dovuto pure tenere per mano gli special meno esperti e accompagnarli nella vita e, ugh, fare da ponte tra il mondo magico e babbano e special, probabilmente ci avrebbe pensato due volte. Tutte quelle responsabilità e scartoffie? Buh, non le voleva! Le mancavano i giorni dove tramortire un povero sfigato e trascinarlo in un vicolo buio tirandolo per le gambe erano le sue uniche preoccupazioni.
    E invece ora aveva delle tabelle di marcia da seguire, dei turni di lavoro da rispettare, dei capi a cui fare rapporto e un sacco di rogne con cui fare i conti. Okay. Se non l’avevano cacciata fino a quel momento, però, era un buon segno!
    Tra le tante rogne: tentare di seguire i cartelli e le indicazioni che guidavano i dipendenti in quel labirinto di corridoi, scale e stanze che era il Ministero. Tentare è la parola chiave, ovviamente, perché Hold non era mai stata brava a seguire nulla o nessuno, e dopo settimane di lavoro in quel del MInistero della Magia Inglese, ancora riusciva a perdere l'orientamento e finire ogni volta in un punto nuovo e dimenticato da Dio dell'enorme struttura.
    Tipo quel giorno. Fortuna che dalla sua parte aveva una totale mancanza di prudenza e discrezione così, con tutta la calma del mondo, avvicinò il primo poverino finito sul suo cammino e, senza curarsi minimamente di chi fosse, batté sulla sua spalla e chiese: «sai dove siamo? e sai come posso raggiungere l'ufficio della Reiher?» così a cazzo duro brucio. Era anche già in ritardo per l'appuntamento con il suo capo, miseriaccia.
    hold may
    beer
    can't eat your cake
    if it's rotten;
    don't drink the punch
    'cause it's toxic
    gif: kingofscoops.tumblr.com
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    <div style="color:#333">i see it, i like it, i want it, i got it


    hold si è (prevedibilmente) persa al ministero (//ma anche nella vita). aiutatela?
     
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0 replies since 9/10/2023, 10:05   62 views
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