sai cosa mi piace dei figli di papà? niente.

[ libera! murphy ft. hazel ]

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    «ooooOOOOooBIIIIiiii» aveva tentato di nascondersi, quel piccolo impudente, ma la sua ritrosia non poteva nulla contro l'amore di un padre. per svolgere al meglio il suo lavoro Murphy aveva imparato tutti i percorsi possibili e immaginabili per muoversi attraverso il castello (e sorprendere così gli studenti ignari con le mani nel sacco), e non c'era posto tra quelle mura dove barrow skylinski potesse nascondersi «si, ok, ho capito» era una resa incondizionata, quella del corvonero, e non è che avesse molte alternative; quando Murphy lo abbracciò stretto stretto (anche qui, il ragazzo non poteva sottrarsi a quell'agonia), poté quasi sentire l'anima di Barry allontanarsi per un istante da quel corpo allampanato che si ritrovava, il che la fece istintivamente sorridere.
    lo aveva visto morire, davanti ai suoi occhi — qualunque reazione da genZ sarebbe andata bene, se le permetteva di dimenticare com'era stato stringere quel corpo privo di vita tra le braccia, anche solo per un attimo.
    «allora, dove te ne vai a quest'ora?» mancava poco alla cena in sala grande, e per quel giorno le lezioni erano finite; di fronte all'espressione contrita del biondo per poco non scoppiò a ridere «non ti sto facendo il terzo grado, è solo una chiacchierata tra padre e figlio» dovette sollevarsi sulle punte, la skywalker, per posare a Barry un bacio sulla guancia, scompigliandogli i capelli sulla fronte «é che ho incontrato Amalie poco fa... ho pensato avresti saltato la cena» gli fece l'occhiolino, entrando nella psycho shipper mode, ottenendo in cambio la tipica occhiata Skylinski™ rivolta al soffitto — fair enough «hai ragione, hai ragione, devo lasciarti il tuo spazio, sei un bimbo grande ormai» il suo bimbo.
    ok, tecnicamente condivideva la paternità con William, ma questo non implicava che la geocineta dovesse stargli meno addosso «murphy-» «papà» di nuovo quegli occhi azzurri al cielo «papà.» sorrise ancora, la skywalker, infilando entrambi i pollici sotto la pettorina del gilet smanicato; a quel proposito doveva dare ragione a run — avevano una divisa davvero figa «e ricordati sempre i preservativi!!!» era il genere di consigli che la ventiquattrenne si ritrovava a dare spesso, tra quelle vecchie mura. persino troppo spesso, se vogliamo dirla tutta: ma che je danno a sti ragazzini, pane e ormoni???? poi lei era quella con due gemelli che già sapevano camminare e parlare (leia, almeno. Luke era un po ciula ma Murphy lo amava anche, e forse soprattutto, così).
    Barry si limitò - saggiamente - ad annuire, e Murphy seppe di potersi fidare: di Amalie, più che altro. congedò il ragazzo con un altro bacio, questa volta sulla fronte, ma quando il corvonero le diede le spalle avanzando di qualche passo nel corridoio lei lo raggiunse porgendo una mano con il palmo rivolto all'insù «niente droghe, obiwan, è la legge» si strinse nelle spalle, la coda morbida dei capelli ad ondeggiare lieve sulla schiena. oh, non faceva lei le regole. e poi lo sapeva che per ogni canna consegnata dallo skylinski il ragazzo ne aveva almeno altre tre nascoste nel taschino della camicia.
    «mama?» quando Barry se ne fu andato, Murphy portò la radiolina magica vicino alle labbra e premette il pulsante; la voce di run le rispose perfettamente nitida, cristallina, con una nota divertita a graffiarle la gola «requisita erballegra ad obiwan, passo» scese le scale che portavano al cortile interno, attendendo una risposta, il braccio libero dietro la schiena nello stile vecchio al cantiere che le aveva insegnato suo padre «bel colpo, bahama. ti raggiungo tra una ventina di minuti, passo» eaula, addirittura? ok che era orario di ronda, ma avrebbero dovuto finire nel giro di cinque minuti.. a meno che heidrun non fosse incappata in qualche contravvenzione del regolamento — a volte era semplicemente impossibile chiudere gli occhi e lasciare andare «stai seguendo una nuova ship???» chiese, il radar interno improvvisamente acceso, gli occhi scuri immobili sulla radiolina come se potesse vedere ciò che vedeva Run dall'altra parte «che per caso sono Mac e Mort?» aveva i suoi faves, Murphy, inutile negarlo.
    non poté trattenere la delusione, quando la cugina le diede una risposta negativa «niente di così emozionante, il classico caso di bullismo» rimase in attesa, mentre la voce di run veniva sostuita da quella lamentosa di un ragazzino «due pidocchietti del primo anno stavano insultando i Backstreet Boys, mi sembrava doveroso intervenire» the disrespect.
    la maleducazione.
    Murphy annuí, oltraggiata e allo stesso tempo orgogliosa di Run, le palpebre leggermente abbassate «rimettili in riga, mamacita» svoltó finalmente l'angolo, davanti a sé la porta socchiusa della serra; vi entrò più per curiosità che altro, Murphy, ritrovandosi di fronte una scena che la costrinse a fermarsi, la voce ridotta ad un sussurro «ci riaggiorniamo tra poco, passo e chiudo» mise in tasca la radiolina magica, osservando con più attenzione ciò che aveva catturato in primis il suo sguardo: c'erano solo due studenti, a nascondersi nella penombra creata dalle piante. un ragazzo e una ragazza, i corpi così vicini da formare un'unica ombra contro l'unica parete libera — se lui sembrava divertito, lei era chiaro non lo fosse affatto: per quanto si tendesse all'indietro, cercando di sottrarsi al tocco dell'altro, con la vetrata alle spalle non avrebbe potuto andare molto lontano.
    ah shit, here we go again.
    era una madre e un padre di famiglia, Murphy Skywalker; odiava i bulli e i prepotenti, quelli che giocavano con le paure degli altri, chi pensava di poter avere tutto solo perché più grosso e più forte. mentre si avvicinava, incrociò lo sguardo con quello della studentessa, occhi sgranati e troppo lucidi: bastò quel terrore a farle ribollire il sangue nelle vene, una pulsante proprio in mezzo alla fronte che non preannunciava nulla di buono. non per il ragazzo, quanto meno. il quale venne afferrato per le spalle e, approfittando dell'effetto sorpresa più che della stazza, lanciato un paio di metri più in là, culo a terra esattamente dove meritava di stare «ehi, tranquilla» rivolse alla ragazzina un sorriso dolce, comprensivo, sistemandosi tra i due quasi a volerle fare da scudo «è meglio se rimani li, ti conviene. non mi piace picchiare i mocciosi come te, ma sono pronta a farlo se mi costringi» indicò il ragazzo senza smettere di sorridere, infilando nuovamente entrambi i pollici sotto il gilet: aveva appena detto una bugia, Murphy, ma niente che cambiasse la situazione — le sarebbe piaciuto un sacco picchiarlo, ed era pronta a farlo se l'avesse costretta.

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    dai approfitto again della role di prova per far sfogare Murphy! becca uno studente che fa il molesto nelle serre ed è pronta a picchiarlo, fine, that's it. partecipate come più vi aggrada ❤
     
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    for just one day
    hazel mcpherson
    So cosa state pensando.
    “Hazel?? Come ci sei finita con un ragazzo in serra???? PERCHÉ NON LO STAI FRACASSANDO DI BOTTE???????” C’era la spiegazione, ma non era tanto semplice da esporre alla donna che l’aveva colta in quel preciso istante e in quel preciso posto, dove credeva nessuno li avrebbe mai visti e quindi potesse procedere indisturbata.
    Rettifica: le avrebbe mai viste, perché il ragazzo che Murphy aveva sollevato con tanta nonchalance per poi buttarlo altrove non era nientepopodimeno che Hazel McPherson in persona, la quale risuonò anche alquanto indignata mentre protestava con un «AHIA!!!???!!!???» durante la caduta. Si massaggiò il sedere, le labbra imbronciante per quell’imprevisto violento. MA GUARDA TE, uno non poteva fare neanche il proprio lavoro senza che nessuno la interrompesse?? Lanciò un’occhiata ricolma di malumore alla ragazza che ancora la guardava con sospetto, mentre recuperava da terra il cappellino che le era caduto con un lieve tonfo, lasciando ricadere la sua treccia sulla schiena.
    «Tanti saluti alla copertura...» sbuffò, ficcandosi di nuovo il cappello in testa e girando la tesa al contrario. L’orgoglio della giovane McPherson scalpitava: perché la donna stava consolando quella studentessa?? NON SE LO MERITAVA PER NIENTE!!!! Callie non sarebbe stata affatto felice di sapere che, nonostante tutte le minacce, ancora non fossero riuscite a combinare l’appuntamento col tipo che piaceva a quell’ingrata! Prima chiedeva loro aiuto, poi faceva?? Marcia indietro??? Dopo M E S I di onorato lavoro delle hallie che avevano organizzato non si sapeva quanti “incontri casuali” per farla contenta e coronare l’ennesima ship finita sotto la loro ala??????
    Il mondo era davvero un posto crudele. «Tranquilla e senza appuntamento rimarcò, rimanendo seduta a terra con le gambe incrociate, così come le braccia a ostentare una posizione indignata. Non capiva tutta quella agitazione, che fosse qualche gas velenoso della serra ad aver dato alla testa alla Skywalker. Bah bah, e poi accusavano lei di far chiasso per delle sciocchezze – che, precisiamo, non erano mai sciocchezze bensì importantissime missioni da compiere! Non era per niente insolito vedere il capitano dei Grifondoro bisticciare con qualcuno, anzi, era all’ordine del giorno!! Certo, rimaneva il fatto che ad Hazel non sfiorava nemmeno per un attimo il dubbio che, al buio della serra, il suo scuotere per le spalle la ragazza nel tentativo di farla rinsavire potesse passare per altro: un altro compromettente.
    E quindi, beatamente ignara come sempre della realtà che la circondava al di fuori della sua testolina, alle parole dell’altra gli occhi le si illuminarono. Alzò un pollice in aria, un sorrisone di chi aveva appena vinto alla wizlotteria. «A ME PIACEREBBE TANTISSIMO FARE A BOTTE CON TE, DI COSA STIAMO PARLANDO!!!!!» Era sempre inaspettato e bellissimo trovare altri compagni di zuffe, cosa le importava se l’altra era (vekkia……..) un’adultaTM?? Niente. Poi, tirando su col naso mentre la studentessa le lanciava un’occhiata terrorizzata, cambiò idea: «Comunque non capisco perché te la prendi con me, è LEI che non vuole rendere canon la sua ship?? Ovvio che tento di svegliarla, è un sacrilegio, non farlo infrangerebbe la regola numero 5 del Magico Regolamento degli Shipper Professionali.» Nessuno che capiva le priorità, oh.
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    «A ME PIACEREBBE TANTISSIMO FARE A BOTTE CON TE, DI COSA STIAMO PARLANDO!!!!!»
    e poi dicevano che quello strano era suo figlio (non serve specificare quale: alla fine erano tutti un po' strani, agli occhi della gente) «mcpherson, ti è dato di volta il cervello?» lavorando ad Hogwarts, Murphy si era presto resa conto che gli studenti - specialmente quelli dell'ultimo anno - tendevano a perdere lucidità proprio in dirittura d'arrivo, e il peculiare comportamento di Hazel sembrava confermare quella regola «ti ricordo che non sono qui a girarmi i pollici, ma in veste ufficiale. per controllare che vi comportiate decentemente gli uni con gli altri e rispettiate le regole» run, se stai sentendo dal walkie-talkie, non ridere.
    anche se Murphy Skywalker aveva tutta l'aria di essere una patata (un po' ne ricordava anche la forma), sapeva benissimo quando non esserlo — lo aveva imparato a sue spese, sin da piccola, che in quel mondo la capacità di farsi crescere le palle (orrida immagine) era indispensabile «qualunque sia il motivo per cui stai infastidendo questa ragazzina-» «è LEI che non vuole rendere canon la sua ship??» oh boy.
    «cosa» una scintilla si accese improvvisamente negli occhi scuri della geocineta, quasi che Hazel avesse premuto un tasto fin troppo esposto «Ovvio che tento di svegliarla, è un sacrilegio, non farlo infrangerebbe la regola numero 5 del Magico Regolamento degli Shipper Professionali.» una ragazzina che citava a lei, Murphy Skywalker, membro anziani dello Shipper Club, il regolamento... adesso si che le aveva sentite tutte «quando uno shipper sente nel cuore che la sua ship è canon, ha il dovere di tentare l'impossibile. per renderla tale» scandí, a memoria e con voce solenne, la mano destra premuta sul petto.
    ora, la ventiseienne (ugh, quand'è successo) sapeva bene che il regolamento andava preso con le pinze, più come una guida sulla quale basare la propria fede — e la propria vita, ma chi era lei per giudicare la passione con cui Hazel vi si stava dedicando? lei, che aveva praticamente costretto, con subdole ma raffinate tecniche di convincimento, suo padre a mettersi con Athena? lei, che quando il radar shipper individuava una nuova possibile coppia si metteva a fare le crackship fingendo di averle trovate per caso su Internet? non era ancora arrivata a minacciare fisicamente qualcuno, ma questo perché ognuno aveva i propri metodi, il proprio stile.
    «é una faccenda seria, McPherson.» e come tale andava affrontata. ruotó il busto riportando l'attenzione sull'altra ragazzina, quella che senza saperlo stava rischiando di spezzare gli equilibri della natura stessa, le braccia incrociate sotto il seno «quindi è così? ti rifiuti di rendere canon una ship?» si capiva dalla voce, che Murphy ritenesse quella decisione di una gravità inaudita; ma voleva comunque lasciate alla tipella la possibilità di difendersi, perché un motivo valido si trovava sempre: magari quell* con cui stava segretamente era un* coglion* e si vergognava ad ammetterlo temendo il pubblico ludibrio. ne aveva viste tante di ship come quella, mal assortite e surreali, da far stortare il naso anche al più blando degli shipper — categoria alla quale la Skywalker non apparteneva: non era tipo da accettare qualunque otp solo perché tra le parti volavano sguardi languidi e baci rubati, no.
    quando lei non rispose, sguardo basso sul pavimento della serra, Murphy si lasciò sfuggire un sospiro «ok McPherson, dammi tutti i dettagli, e vediamo come risolverla.» Hazel è il tuo giorno fortunato, hai davanti una pro.




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