I gotta read between the lines Cuz I'm living out the script of my life

ooh-okiedokie + pit-tore

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    Prevedibile. Patetico. Hyde guardò il ragazzo sgretolarsi come un terreno dissestato, perdendo briciole e parti di se stesso in ogni singhiozzo. Non lo stupiva che per contenersi ed esistere, avesse bisogno di un Sistema; non riusciva ad immaginare come incollare insieme quei pezzi, se non dentro una scatola. Lo guardò, domandandosi se quello - se Maddox - ne fosse un effetto. Il non dover necessariamente essere sempre se stessi, permetteva un certo margine di... inadeguatezza, come dimostrava il Rory. Competenze che un banale umano era costretto a sviluppare per sopravvivere in determinate circostanze, avevano creato nuove identità più adatte ad esistere in quel preciso istante, ma non in tutti i momenti, vista la quantità di personalità fra cui rimbalzava il cameriere.
    Lo trovava complesso. Affascinante come poteva esserlo il principio secondo cui l'uomo avesse creato il tempo, ideando strumenti per misurarlo.
    Non accennò ad allentare la presa. Non ritrasse la bacchetta, e non distolse lo sguardo dall’altro, lasciando che si perdesse senza porgere una mano per sorreggerlo nel ricomporsi. Hyde era un Winston, ed era un Crane, ma era diverso dal resto della sua famiglia. Aiutare qualcuno, non gli veniva naturale, così come non era progettato per distruggere, malgrado potesse darne l’impressione. Un umile spettatore, nell’area grigia di giusto e sbagliato. Abbandonato troppo presto dai poli che avrebbero dovuto virare la sua bussola sancendo principi e morale. Spontaneo come un fiore che dispiegasse i petali, e con un senso tutto all’incontrario, si avvicinò maggiormente al relitto d’uomo sul divanetto, cogliendo il filo sottile delle sue parole per pura casualità. «non sono stato io,» Un sorriso danzò ai margini delle labbra del CW, gli occhi ancora troppo freddi e distaccati per permettere che il divertimento vi si affacciasse realmente. Sbuffò un soffio d’aria, derisorio. Ovviamente, non era stato lui. Sapeva non ne avesse le capacità, e solo naturale che qualcun altro avesse preso il posto di comando macchiando le mani di tutte le unità del loro insieme. Immaginava di non poterlo reputare colpevole. Peccato. Si domandò se chiunque avesse ucciso il ragazzo, fosse nato apposta per quell’esigenza, o fosse sempre stato presente. «io… io non c’ero nemmeno.» Rimase a guardarlo, così vicino da vedere ogni lacrima incastrata nelle ciglia. Pensò di liberarle con la punta della bacchetta; non lo fece. «sarebbe cambiato qualcosa?» domandò, dissacrante, lasciando che il quesito suonasse asciutto ed arido quanto la smorfia a tagliarne il viso. L’avrebbe fermato? Avrebbe potuto fermarlo? Soprattutto, e forse l’interrogativo più interessante: avrebbe voluto? Doveva pur esserci un motivo se una parte del suo inconscio aveva deciso di commettere un omicidio. «avevo bisogno di spazio, e hartley di godersi un po’ la superficie e…» Battè le ciglia, reclinando lento il capo sulla spalla. Concesse la pausa, l’ennesima, del singhiozzo mutato dai denti stretti sul labbro, valutando di strapparlo dalla stretta con il pollice per dargli una cazzo di pausa. Sembrava troppo intimo, però. Troppo d’interesse, come se la questione potesse importargli sul serio. Non lo faceva. Voleva, però, che la smettesse di perdere tempo in piagnistei, e sputasse risposte concrete e sensate. Si risolse a picchiettare il dorso della mano sotto il mento dell’altro, premendo appena perché cessasse di guardare il pavimento, e si degnasse a comportarsi come un essere umano funzionale – il fatto che non lo fosse, non significava che non potesse fingere. «andava tutto bene… era felice.» Tutto bene…? Per chi, considerando che, citando Maddox, lui neanche c’era. «poi non so cosa sia successo… non di preciso, comunque. non ce l’ha mai voluto dire, e quei ricordi li ha nascosti fin troppo bene,» Un altro sbuffo del ministeriale, sguardo alzato al soffitto. Riflessivo. Pensare che potessero tenersi segreti fra loro, pur condividendo uno spazio di una certa rilevanza, era intrigante. Rimase a guardare le luci al neon del Fiendfyre chiedendosi come potesse essere possibile; non era un esperto in maniera, ma non gli sembrava molto sano. Che poi chi cazzo era lui per giudicare, che si bruciava polmoni e fegato con sigarette ed alcool sperando di morire prima del compleanno successivo. «un– un giorno mi sono svegliato, ed era passato molto più tempo del solito… ed erano tutti agitati… tutti terrorizzati... e hartley era sparito. hartley… l’unico che c’è sempre» Sempre quando c’era Maddox? Sempre in linea generale? Inspirò, accumulando domande su domande, ma senza perdere di vista la priorità – capire chi cazzo avesse invaso la sua mente, e su chi potesse, con sadico gusto, scaricare almeno metà delle proprie cartucce. «e c’erano abiti sporchi di sangue… non fresco, non ho idea di quanto tempo fosse passato. o cosa sia realmente accaduto. o chi sia stato.» L’inaspettato. Non inspiegabile, ma pur sempre assurdo.
    Hyde rise. Sincero, per quanto potesse esserlo qualcuno che di suo non aveva neanche più un nome. Divertito, se così si poteva definire il malsano godimento del dolore degli altri. Breve, secco, e chiaramente poco abituato a farlo. Una parentesi roca e ruvida con cui scosse il capo, mormorando fra sé quanto il mondo fosse ridicolo. «tu. Ti sei svegliato… tu. dopo un omicidio» Andava contro tutte le sue supposizioni. Gli sembrava il meno adatto ad una situazione simile.
    A meno che non volessero qualcuno che sentisse. Tutto. Appesantito dalla paura e dal senso di colpa, più indicato al non nascondere nulla. Sadico, da parte del sistema. «tu.» ripetè, osservandolo con rinnovato interesse. «adesso, ogni volta che… prendo del tempo per me, al mio ritorno ho sempre il terrore di svegliarmi e scoprire che sia tornato… che abbia fatto del male a qualcun altro.» Fu più o meno a quel punto che ritrasse la bacchetta. La riportò al proprio fianco, senza allontanarsi – non subito, almeno. Lo guardò con l’intensità di uno storico ai piedi di un tempio mai esplorato, di cui avesse letto solo nei libri. Non meraviglia, più… concretezza di ricevere risposte.
    «sei la loro coscienza» osservò, come dato di fatto. Era un meccanismo di sopravvivenza davvero… funzionale. Loro – chi per essi, perlomeno – si sporcavano le mani, lasciando a Maddox il peso di sensi di colpa che avrebbero rallentato le loro funzioni. Non era quello operativo, ma era comunque quello che ne pagava il prezzo. Curvò un angolo delle labbra in un sorriso liquido. «pensa.» la disperazione, a quale livello portava.
    «ora mi arresterai?»
    Provò di nuovo l’assurdo impulso di ridere. Quella volta, non lo fece. Lo guardò, prendendo le distanze per tornare a sedersi al suo fianco piuttosto che torreggiare su di lui invadendone gli spazi personali. Subito tacque, lasciando pensasse che stesse prendendo in considerazione la possibilità di ammanettarlo e consegnarlo ai Cacciatori. Poi schioccò la lingua sul palato, scuotendo il capo e recuperando la bottiglia per portarla alle labbra. «non sto lavorando» mormorò, attorno al vetro. «e poi,» passò il dorso della mano sulla bocca, asciugandola dal liquore in eccesso. «non me ne frega un cazzo» onesto, quantomeno. Anzi, se avesse potuto dire la sua, avrebbe promosso più omicidi. Fiero sostenitore della selezione naturale, il capo del consiglio.
    «senza contare che avete già reso la vostra vita una prigione» Gli offrì la bottiglia, perché sembrava averne bisogno – e perché l’alcool, e vedere la disperazione negli occhi dei suoi interlocutori, l’aveva messo di buon umore. Lo sguardo del CW cadde sulle mani dell’altro, nello specifico, sul gioiello indossato. Non c’era la migliore delle illuminazioni, ma gli parve di leggere l’impronta di alcune rune sul metallo – e, doveva dirlo, non sembrava affatto qualcosa da Maddox Rory. Troppo...complicato, nei suoi disegni. Non disse nulla, perché non credeva fossero affari suoi. «cos’hai fatto? Dopo esserti svegliato sporco di sangue» si afflosciò dalla parte opposta del divano, poggiando il gomito sul bracciolo ed abbandonando la guancia sul palmo. «chi di voi si occupa di occultare cadaveri?» Lo so, faticherete a crederci ma… sorrise.
    Di lui, non con lui. Non esageriamo.
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18 replies since 6/3/2020, 21:30   684 views
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