I gotta read between the lines Cuz I'm living out the script of my life

ooh-okiedokie + pit-tore

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  1. deadpan
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    L’idea di provare rimorsi, non lo sfiorò neanche per un istante.
    Le emozioni che veloci affioravano sul volto di Maddox, lo incuriosivano; il terrore che sembrava muoversi come secondo pelle sotto quella chiara del ragazzo, anziché fargli fare un passo indietro, lo costrinse ad avanzare. Premere un po’ di più la bacchetta nella carne. Il fugace pensiero che se l’avesse ucciso in quel momento, atto per il quale avrebbe continuato a non dormire sonni tranquilli, gli avrebbe solo fatto un favore, lo tentò abbastanza da fargli trattenere un fiato preventivo fra lingua e palato. Quella tentazione, più di tutto il resto, bastò a rallentare il battito di quelle immagini ancora dietro la retina, ed allontanare di qualche millimetro la punta del catalizzatore dalla trachea del cameriere.
    Hyde Joyce Crane Winston non faceva favori.
    Si limitò ad osservarlo senza battere ciglio mentre quello annaspava giustificazioni, respirando secco dal naso. La musica continuava a far vibrare il divanetto, e le luci a distorcere la vista (di suo lievemente appannata, ma nulla a cui non fosse abituato); nessuno sembrò accorgersi dell’alterco, anzi. Sentiva gli occhi scivolare su di loro come se neanche fossero presenti, forse convinti di lasciarli alla loro intimità. Forse troppo pigri per sbattersene un cazzo di qualcosa di qualsiasi altro essere umano che non fossero loro. Non aveva importanza.
    «non lo so»
    Ancora. Com’era possibile. Come aveva fatto a sopravvivere fino a quel giorno, non sapendo mai un cazzo? Era la sua risposta base, la prima sulla punta della lingua ad ogni domanda a lui rivolta – un incubo per il CW, che smaniava dal sapere ogni cosa. Soffiò l’aria, molto piano, dalle narici. Lo guardò, il palmo ad affondare sul tessuto dell’arredo per tenersi in equilibrio. «risposta sbagliata» fu solo un’osservazione, ad un tono di voce normale che si perse nella musica, ma giunse cristallino alle orecchie del suo interlocutore. Sempre che ancora fosse in grado di ascoltarlo. Maddox Rory era sull’orlo di una crisi di panico, ed Hyde non fece nulla per aiutarlo. Niente. Lo guardò strizzare gli occhi, provare a respirare; lo guardò e si domandò se si sarebbe affogato con la sua stessa saliva, o se avrebbe finito per soffocare perdendo l’eterna guerra contro se stesso.
    Forse, ed era ancora un grande forse, non l’avrebbe ucciso quella sera, ma non significava che avrebbe fatto qualcosa per impedire tirasse le cuoia: l’avrebbe guardato morire senza fare una piega, e passando inosservato com’era arrivato, se ne sarebbe andato lasciando dietro di sé solo la forma sul divano. Giusto per sottolineare che un’anima non l’avesse, e se quello era destinato a possedere la sua gemella, era giusto e sensato si estinguesse da sé come una fiamma senza ossigeno.
    Contro ogni pronostico, Maddox reagì. Umano, e debole: vide le dita serrarsi attorno al suo polso, e poi -
    - qualcosa che non era suo. Invaso da memorie che non gli appartenevano, non tutte, insinuate aliene nei suoi pensieri. Ci teneva ai propri spazi personali fisicamente, figurarsi quando una presenza esterna sgusciava nella sua psiche: aveva sempre odiato i telepati, i chiaroveggenti, ed i cronocineti. I suoi pensieri, erano solo cazzi suoi. Ma Maddox non lo era. Hyde sapeva non lo fosse. Serrò le palpebre, strizzando l’interno della guancia fra i denti, cercando di scollarsi di dosso le immagini. Troppo vividi, perché potessero essere qualcosa di diverso da ricordi. «un incidente» grugnì rauco, puntellando la bacchetta sotto al mento di Maddox ed osservandolo con un sopracciglio arcuato.
    Piegò il capo sulla spalla. Che piangesse, non faceva alcuna differenza per il capo dei consiglieri. Che sembrasse disperato, ancor meno.
    Quello era il momento in cui se ne andava. Si districava da quella posizione, congedandolo con un cenno del capo e tenendo sul palmo la promessa che sarebbe sparito. Magari bisbigliando che quello era un tipo di giuramento che avrebbe potuto rendere permanente.
    Perfino quasi volentieri.«che tipo di incidente?» Distolse lo sguardo dal volto cadaverico del ragazzo per portarlo sui clienti – e non – del locale. Sembrava li stessero ignorando, ma non voleva dire niente. Chiunque fosse artefice di… qualunque cosa fosse appena successa, meritava la rabbia di Hyde più di quanto non facesse lo scarabocchio d’essere umano a pochi centimetri da lui.
    Tutto dire.
    «hai ucciso qualcuno?» il tono del CW si ammorbidì, ma non per gentilezza. Un angolo delle labbra parve perfino sollevarsi nella parodia di un sorriso, mentre scandagliava i dintorni. Tornò a ruotare gli occhi blu sull’altro, permettendo vedesse l’assoluto nulla dietro le iridi trasparenti.
    In un’altra vita, era stato cresciuto meglio di così. Avrebbe lasciato andare Maddox, in tutti i sensi, senza peggiorare una situazione già disastrata. Perfino in quella, rimasuglio di ciò che era stato, sentiva di poterlo fare. Volerlo, almeno in parte.
    Non era crudele l’espressione del biondo; non significava che la domanda seguente non la fosse. «perchè piangi?»



    [- cigei è quel momento dell'anno in cui uccidiamo qualcuno?
    - Urca, sì! ] Lo lascio in memoria.
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    so let the flames begin ©
     
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