bring home the glory

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    in ciao treno i trust

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    It's silly of me
    To get on the level that I'm on
    Stiles è un po' di tempo libero, ma è stata spedita a fare la spesa per me? Osservò confuso con i santini il culo di più a casa ma è normale anche se penso FARÒ una ricarica come i bambini, il tutto da me è CJ. Abbassò il post di shock, avrebbe eretto un sacco! pannocchia di più. Un sek, il kit di emergenza in cui ti senti meglio che è NON TI preoccupare amore mio padre ha accompagnato la mia amica di più di una sega. Lanciò ginocchia, ma non è il caso di essere gay. «jeremy i like that" cosa? Sto per andare a casa ma è un Chan. Sembrano lontani i tempi in cui ti ho pensato. Sorrise, stanco ma iperattivi, alla Mizumaki, le dita dietro la sua presenza in realtà è un Chan. «ti vedo più o meno» ominous, ma poteva andare peggio. Avrebbe sparato, ben due volte, volgendo un'ultima densa occhiata ad Arci ed Erin: «comunque è ciao buonanotte freme» un altro sparo.
    Sguardo verso l'infinito.
    «stavo giusto pensando di essere gay» boom.

    hashtag onesto.
    andrew stilinski
    22 y.o. - hufflepuff - psychowat
    It's not what I need
    But it's exactly what I want
    You tore this heart up out of me
    Now I'm never gonna need it again



    (11) DIFESA DARDEN (chouko + stiles): spara
    (14) DIFESA STILES (stiles + erin): spara
    ATTACCO NEMESIS (erin + stiles + arci): spara


    Master 1/10


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    Niente, ti addormenti un’ora e ti risvegli che non capisci un cazzo. Quindi, insomma, non fingerò di sapere cosa stia facendo scrivendo questo post. Senza vergogna per me è così bello e non so se ho visto la tua bio. Niamh was the way to go back and then i was my first birthday. Entonces si tú me puedes llamar a mi casa y te la paso por ahí, pero si no te lo digo no me wat. Insomma dai non mi ricordo quando si trattava di una volta che mi sento bene, c’era da fare solo una cosa: non è così scema, ma le mani piace molto il mio cuore. Ma cosa state facendo io sono confusa davvero tanto, che anche volevamo andare in palestra per la prima volta nella vita reale (durga: triggered) ma nient’altro da aggiungere. Sardegna decise di avvicinarsi alla gente che si eh si fa così ridere, parandosi davanti ad Erin per evitare che la ragazzina fare la spesa pubblica. Poi gli occhiali da vista con gli altri sono vicino al solito nemico, Shi, quindi insomma decise di non essere mai stata così felice che prese e sparò al momento giusto, così come sei proprio un’elisa. Ah ecco grazie mille tesoro mio, seimila anni fa paura per me va benissimo.
    nia
    mh
    barrow

    tefnut - glock
    1997 - soldier
    captain platinum - rebel
    That's how you know I'm a fighter
    I push through the pain, rise from the flames That's how you know I’m a fighter You won’t see me quit, no, I'm not giving in
    tumblr_m7w2n46Pdl1r6o8v2 you are a memory - message to bears



    (9) DIFESA ERIN (erin + niamh) la sposta

    ATTACCO SHI (niamh + dick + aidan) spara
     
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    Poteva ritenersi fortunato Simon, era uno di quelli che si reggeva meglio in piedi e per questo doveva ringraziare solamente i suoi compagni. Se solo avesse potuto avrebbe ceduto la sua vita ad altri perchè credeva lo meritassero davvero, avrebbe dato loro quel tanto che bastava per rimettersi in piedi e tornare a casa sulle proprie gambe. Forse non poteva fare ciò, ma poteva comunque dare una mano mettendosi al servizio di chi aveva più bisogno. Non pensiate che Simon sia un santo, perchè nessuno era un santo quando frequentava la scuola per eccellenza della Arti Oscure, ma sapeva ancora riconoscere il bene ed il male quando li vedeva. E benchè lui e Valisov condividessero degli ideali, non accettava il comportamento tenuto dall'altro uomo che in quel frangente aveva dimostrato di essere tutto meno che un uomo.
    Avrebbe fatto lo sgambetto a Frea che sarebbe rovinata a terra prima che potesse anche solo lontanamente pensare di ferire uno dei suoi compagni, come giusto che fosse. Solo perchè lei non teneva alla vita di altre perone non implicava che anche per lui fosse lo stesso, anzi, tutto il contrario. Si sarebbe poi scagliato contro Hemi ed avrebbe gettato a terra -con una certa forza- il nemico e prima ancora che potesse rialzarsi, gli si sarebbe buttato addosso cominciando a colpirli con numerosi pugni che avrebbero colpito qualunque parte del corpo riuscissero a raggiungere. Le nocche ornate dagli immancabili tirapugni che avrebbero senza ombra di dubbio lasciato il segno. E che segno!
    Ve la siete presa con le persone sbagliate avrebbe sputato in faccia all'ormai morente nemico, perchè sì tanto ormai si sapeva, nessuno sarebbero sopravvissuto, forse nemmeno loro.
    SIMON
    empathy - knock brass
    A DIARY WITH NO
    DRAWING OF ME IN IT?
    WHERE ARE THE
    TORRID FANTASIES?
    THE ROMANCE COVERS?


    COMBO DIFESA per FLOYD (simon + agape): sgambetto
    COMBO DIFESA per VIN (simon + will): butta a terra hemi
    ATTACCO COMBO su HEMI (simon + barbie + nicky): riempe di cazzotti


     
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    idioteque

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    hush, my dear, it's been a difficult year
    And terrors don’t prey on innocent victims
    Dick non mi è venuto in mente il suo ragazzo. Depressione post concerto dei png e non ho scritto in italiano. Sospirò, ma perché è una delle mean e il suo ragazzo che è successo qualcosa che mi sono persa. Nicole a caso è un po’ di tempo di scrivere una lettera aperta al pubblico, ma non ho il coraggio di fare un post su twitter. Quindi, chiaramente, non si può prendere la barbabietola rossa come il mio figlio. Eh, diamine. Guardò la mia vita, e poi mi sono perso. Onesto. «facciamo un po’ di tempo per me», rivolto, senza ombra di dubbio, a caso. E va bene: una volta pronunciata questa perla in direzione di Shi, avrebbe alzato la testa di yoann è una volta non mi sono appena messa. Allora è vero il latte rossa come il suo sorriso! «eddie a la piscina e non mi invita.» Manny. Hmmmm in che senso Manny? «non ho la verifica.» Okay.
    richard quinn
    30 + historian + pureblood
    I'm a man of three fears:
    Integrity, faith,
    and crocodile tears
    Trust me, darling


    (8) difesa amalie (dick + morgan): parla
    (1) difesa swing (dick + chouko): alza la testa di yoann
    attacco shi (dak + dick + aidan): parla
     
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    Dear gravity
    You held me down in this starless city
    La Diesel strinse i santini e poi si quota a caso? Cioè è il momento di iniziare la giornata mondiale della sanità, il kit di emergenza e non so che è il mondo a sé stante, avrebbe spinto da una menzogna di sbagliare. Non poteva fare altro che la gente non è un problema di salute toh dai virus. Sbadigliò, le dita scivolose attorno al collo di bottiglia di vino bianco, dica lei quando posso venire. « niente l'avevano rotta » labbra piegate verso il Jackson, mani avanti cioè va benissimo scherzare con la bestia. Winston si sta di nuovo sentendo anche io ho già parlato con il quale è l'unico sopravvissuto alla sua incolumità. Non so davvero come ringraziarti di cuore per la strategia. Bacini a destra e manca, e non le ossa. Devo riportare fuori Satana. Ciao questanti è stato bello.
    « vi preghiamo di eliminarlo » sempre più onesto.
    melvin
    17 y.o.
    empathy
    canadian
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    (8) DIFESA MARCUS (vin + aidan): bacino
    (3) DIFESA NICKY (vin + rhap): bacino
    ATTACCO CISSY (vin + rhap + chouko): tadaan
     
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    CITAZIONE (so‚ i did a stupid @ 8/6/2019, 17:10) 
    Love is our resistance
    It could be wrong, But it could've been right
    nicky Hayden panettiere di baci dolci cuccioli era solo stupida. rude arianna.
    lei non aveva detto ke ci fosse una cotta, eppure la strategia della mamma muore abbracciando il cellulare scarico della nostra vita. «chouko ma anche tu hai voglia di scrivere con il microfono? anzi no guarda io non sono abbastanza sveglia per questo»
    e in effetti potrei stare benissimo anche senza postare. ???
    avrebbe lanciato la yellow su stiles (???) e poi vado a dormire, ciao jack.
    «non ho capito bene» non aveva senso comunque. nel dubbio ripetiamo la strategia (!! OK)
    (8) DIFESA MARCUS (vin + aidan)
    (3) DIFESA NICKY (vin + rhap)
    (11) DIFESA DARDEN (chouko + stiles)
    ATTACCO CISSY (vin + rhap + chouko)

    (2) DIFESA AMALIE (rhap + dick)
    (1) DIFESA SWING (chouko + dick)
    ATTACCO SHI (dak + dick + aidan)

    (14) DIFESA STILES (stiles + erin)
    (4) DIFESA ARCI (aidan + arci)
    (9) DIFESA ERIN (erin + dak)
    ATTACCO NEMESIS (erin + stiles + arci)

    (2) DIFESA BEN (will + agape)
    (7) DIFESA FLOYD (agape + simon)
    (13) DIFESA JESS (morgan + nicky)
    ATTACCO FREA (agape + will + morgan)

    (9) DIFESA VIN (simon + will)
    (11) DIFESA MORGAN (nicky + nate)
    (17) DIFESA RHAP (barbie + jason)
    ATTACCO HEMI (simon + barbie + nicky)

    (6) DIFESA BUCKY (jason + nate)
    (6) DIFESA NICOLE (yellow + morgan)
    (14) DIFESA GUGI (yellow + barbie)
    ATTACCO HILA (yellow + jason + nate)
    «SONO ancora qua. eh già»
    nicky winston
    16 y.o. | 404-girl-not-found
    If we live our life in fear
    I'll wait a thousand years
    Just to see you smile again
    Kill the press for love in peace




    DIFESA JESS sposta
    DIFEA MORGAN confonde

    ATTACCO HEMI lancia la yellow su stiles

    (8) DIFESA MARCUS (vin + aidan)
    (3) DIFESA NICKY (vin + rhap)
    (11) DIFESA DARDEN (chouko + stiles)
    ATTACCO CISSY (vin + rhap + chouko)

    (2) DIFESA AMALIE (rhap + dick)
    (1) DIFESA SWING (chouko + dick)
    ATTACCO SHI (dak + dick + aidan)

    (14) DIFESA STILES (stiles + erin)
    (4) DIFESA ARCI (aidan + arci)
    (9) DIFESA ERIN (erin + dak)
    ATTACCO NEMESIS (erin + stiles + arci)

    (2) DIFESA BEN (will + agape)
    (7) DIFESA FLOYD (agape + simon)
    (13) DIFESA JESS (morgan + nicky)
    ATTACCO FREA (agape + will + morgan)

    (9) DIFESA VIN (simon + will)
    (11) DIFESA MORGAN (nicky + nate)
    (17) DIFESA RHAP (barbie + jason)
    ATTACCO HEMI (simon + barbie + nicky)

    (6) DIFESA BUCKY (jason + nate)
    (6) DIFESA NICOLE (yellow + morgan)
    (14) DIFESA GUGI (yellow + barbie)
    ATTACCO HILA (yellow + jason + nate)
     
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    idioteque

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    i don't wanna go home yet
    Let me walk to the top of the big night sky
    Mamma mia che voglia di andare in bagno a mare con il mio figlio è una volta che mi sono appena tornata da una parte del gruppo che non mi fa ridere così male che ci penso di sì dai è una volta che mi sono appena tornata da una parte del gruppo che non mi fa ridere così male che ci penso di sì dai è una volta che mi sono chissà quando finisce questo loop infinito. Proseguendo: Arci no Agape a caso è ok bella allora non sono pronta per me non è vero che non ho il coraggio e non è una delle mie preferite di un po’ di un po’ e mi ha detto nulla da dire e il suo sorriso e non è un po’ e il mio figlio è una delle cose più belle del sud. Il suggeritore di Lia è scadente perché lo usa da tipo un mese e tutto ciò non ha altamente senso, ma okay, andiamo avanti con la testa alta — difesasi e ti raggiungo i pg che mi fa perdere trofei di più di una cosa simile al posto del mondo e il mio fratello che si prendono in realtà è che mi fa ridere così male che ci penso di e con un ueieuieinueueeu. Ma pensa te che mi sono persa il suo sorriso mi sento malissimo il collo di bottiglia in realtà è una cosa. «illuminati…» eh ehhhh. «non ho la testa e mi ha fatto un sogno.» va bn. Avrebbe infine la strategia di un pg che non è un problema. WNCORA.
    agape bourne
    35 + pureblood + phlegmatic
    The night breeze Carries
    Something sweet, A peach tree
    Wild women don't get the blues
    But I find that Lately I've been
    crying like a Tall child



    (2) difesa ben (agape + will): ?????
    (7) difesa floyd (agape + simon): parla
    attacco frea (will + morgan + agape): fa strategia
     
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    amaris 🍑

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    I do not need it to happen.
    I’m not resigned to it.
    William Fetcher aveva tanti soldi da dare a Floyd ma non aveva tanti soldi da dare a Floyd, chissà che cosa mi sono persa.
    «ho smesso con la droga TRIGGERED» e dire che un tempo Will era una persona seria, poi ha visto il gdr per quello che è: la schizofrenia presenta tre diverse categorie di sintomi (ma a voi i miei appunti di anatomia sicuramente non importano quindi skippiamo questa parte di correttore).
    Aveva ormai rotto le scatole e le palle e le scatole dall’emozione, quindi non restava altro da aggiungere se non un banner a destra: «tana libera tutti, se non sei culo mangia gli struzzi». Era evidentemente un’antica tecnica di sondino che entra nel dubbio esistenziale.
    Ormai era in brodo di giuggiole per lo spettacolo di danza del ventre di Melvin, e aveva tanti soldi da dare a Floyd (ma perché io non capisco) «tieni, ecco, grazie mille per la vitalità (quale)» oh glieli hai dati Willl, stai tranquillo e leggi la notizia in prima pagina del nostro paese: gli italiani hanno perso la GUERRA degli spagnoli che hanno gli assorbentissimi interni di massa.
    Sicuramente Jeremy sarebbe andato d’accordo con l’arcivescovo di Costantinopoli, ma la GUERRA incombeva a grandezza grande e quindi «guido io tuo padre, cavalcami il cane».
    william fetcher
    32 . killer . dusrmstrang
    And you won’t ever know,
    you won’t ever see,
    How much your ghost since then
    has been defining me.


    (2) DIFESA BEN (will + agape): dichiara di aver smesso con la droga
    ATTACCO FREA (agape + will + morgan): tana libera tutti, se non sei culo mangia gli struzzi
    (9) DIFESA VIN (simon + will): da i soldi a floyd
     
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    "what are you, twelve?"
    yeah on a scale of one to ten BYE

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    =mephobia/,9/6/2019, 02:50 ?t=61261001&st=135#entry439177331]
    This is a wild game of survival
    There's no surrender, And there's no escape
    Nathaniel respira. E non è gay. O almeno non così tanto da fare qualcosa per festeggiare con gli amici e conoscenti la bella notizia. Non che io sappia Cristo Gesù Cristo santissimo richard Quinn cosa vuoi fare, ma off gdr normale che sia una buona idea quella di convincerlo a dormire senza di lei. che poi non ricordo se heather è una ragazza carina come la yellow,la quest non è peccato.
    nate voleva fare una foto del matrimonio di barry e conoscenti, ma visto che stavo parlando delle scadenze di là non salto la preghiera «sono un po' meh perché sono stanco morto e mi hanno tagliato la mano» HOOK!! capitan di complimenti.
    usó la katana questa volta che non è più romantico.
    come va al lavoro :) :) per te è stato intelligente interessante e indolore conoscerti. ma ora abbiamo scott di Charles heather gay quindi posto sicuro nicky. anche se qui è tutto apposto.
    buona notte amore ti amo tanto tantissimo anche se non è tutto ok grazie mille e buona quest «mi sono addormentato col vestitino carino»

    nathaniel henderson
    27 y.o. | deatheater | lowell
    WE’VE ALL KILLED PARTS OF OURSELVES
    WE’VE ALL GOT BLOOD ON OUR HANDS
    SOMETHING SOMEWHERE HAD TO DIE
    SO WE COULD STAY ALIVE


    [SPOILER]DIFESA BUCKY sposta
    ATTACVO HIMA katana

    (8) DIFESA MARCUS (vin + aidan)
    (3) DIFESA NICKY (vin + rhap)
    (11) DIFESA DARDEN (chouko + stiles)
    ATTACCO CISSY (vin + rhap + chouko)

    (2) DIFESA AMALIE (rhap + dick)
    (1) DIFESA SWING (chouko + dick)
    ATTACCO SHI (dak + dick + aidan)

    (14) DIFESA STILES (stiles + erin)
    (4) DIFESA ARCI (aidan + arci)
    (9) DIFESA ERIN (erin + dak)
    ATTACCO NEMESIS (erin + stiles + arci)

    (2) DIFESA BEN (will + agape)
    (7) DIFESA FLOYD (agape + simon)
    (13) DIFESA JESS (morgan + nicky)
    ATTACCO FREA (agape + will + morgan)

    (9) DIFESA VIN (simon + will)
    (11) DIFESA MORGAN (nicky + nate)
    (17) DIFESA RHAP (barbie + jason)
    ATTACCO HEMI (simon + barbie + nicky)

    (6) DIFESA BUCKY (jason + nate)
    (6) DIFESA NICOLE (yellow + morgan)
    (14) DIFESA GUGI (yellow + barbie)
    ATTACCO HILA (yellow + jason + nate)
     
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    idioteque

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    relentless, you survive
    They'll run into smoke when the fire is fierce
    Aidan era pieno di gif e amo Arci plot twist. Ma non è un problema di un pg di voi due siete invincibili che non mi fa morire il web è il mio fratello è il motivo per cui si fa i capricci di più del tuo profilo e non è una volta che mi sono persa qualcosa di più. «Arci zarista» va bene. «Arci ti prego fallo ti odio sto malissimo per me è un po’ nel gioco» ma cos’è questo trigger Arci, mi sembro Arianna con il fato lia x1000. Non so che ho fatto un sogno di una cosa del genere è una delle pooohb hjhejek ok. Era effettivamente giunto il momento di difenderlo, Arci, guarda un po’! Arci è una bomba 💣 è una volta che mi fa perdere un amico. «gnocchi al ragù». Quindi sarebbe meglio che passare attacco frea di una volta per tutte le cose in comune con la strategia di più di un po’ di più di una cosa che non mi sono appena tornata da una parte di me. Avrebbe preso il profilo in percentuale del pugnale nero per me. Grazie, Aidan.
    aidan gallagher
    17 + king of the clouds
    everybody's bigger than holy water,
    raise their cups, wear their crowns
    just sitting on a ghost stained altar
    feel the jungle youth sound


    (8) difesa marcus (aidan + vin): non ne ho francamente idea
    (4) difesa arci (aidan + arci): gli parla
    attacco shi (dak + aidan + dick): lo pugnala
     
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    It's fate, not luck.

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    Vasilov sorride.
    Vi guarda - ragazzi e ragazze, donne e uomini, giovani e anziani - e lo vedete, nella posa plastica dell'uomo, che qualcosa non va. Che non c'è alcun trionfo, nel sangue a insozzarvi le suole e la pelle.
    Che non c'è sconfitta, nei freddi occhi di Dragomir.
    Continua a sorridere.
    «ed anche il terzo sigillo è andato.» Non è una risata piacevole, la sua.
    Dov'è Lancaster?
    Dovrebbe -
    Aveva detto -

    Luce, troppa luce.
    Un boato.
    Mez-
    -zo
    s
    e
    c
    o
    n
    d
    o
    ed è di nuovo tardi.
    Sempre troppo, tardi.
     
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  12. vasilov‚ idc
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    blood // water
    We'll never get free
    Lamb to the slaughter
    What you gon' do
    When there's
    blood in the water?
    drago
    vasilov
    You thought you could go free But the system is done for
    Tempismo. Dragomir Vasilov c'era nato, per essere l'uomo giusto al momento giusto nel posto giusto, un predestinato che s'era costruito il proprio fato fra carne, sangue, e terrore. Un sorriso genuino, corrotto e marcio dalla nascita, quello del Drago.
    Aveva aspettato quel momento per tutta la vita. Nel suo disegno più grande, quello era stato il centro di tutto, la convergenza di ogni tirannia e cattura - di ogni tortura, ogni landa conquistata. Non si riteneva un uomo cattivo; sapeva essere crudele, pragmatico, sadico, ma di sé non avrebbe detto di essere cattivo: nella sua storia, i cattivi erano gli altri. Jeanine Lafayette, che non comprendeva, né mai aveva capito, la portata del Compito che era stato loro affidato; William Lancaster ed il suo costante, persistente, insinuarsi fra i raggi delle ruote frenando i suoi scopi ed ammortizzando il colpo - talvolta, rendendolo vano. I cosiddetti ribelli, erano i cattivi: così ossessionati dal bisogno di sapere da non rendersi conto che l'ignoranza potesse essere una benedizione, così bisognosi di attenzioni da mettere una questione scialba e del tutto superflua quale la libertà al di sopra della sicurezza e della sopravvivenza della specie. I sangue sporco erano i cattivi, l'esito di una società andata ormai perduta: il mondo babbano e quello magico non avrebbero mai dovuto incontrarsi, se non per guerra.
    Dragomir Vasilov era l'eroe, della sua storia. Il paladino contro tutto e tutti, marchiato come Malvagio e cacciato come un cane bagnato trovato a gocciolare sullo zerbino. Aveva dovuto prevaricare, aveva dovuto dominare, aveva dovuto scegliere un destino e porsi al di sopra di etica e morale.
    Ma ne era valsa la pena.
    Ne sarebbe sempre, valsa la pena.
    I primi anni li aveva passati a studiare, il naso affondato fra pagine che non vedevano la luce del sole da secoli; così, un giovane Dragomir, aveva appreso dell'esistenza di un quinto fondatore: il più forte, pregno di un potere in continua evoluzione - incompreso dai suoi stessi compagni, allontanato perché troppo instabile. Ne avevano avuto paura, gli altri Fondatori.
    L'avevano cacciato. L'avevano cancellato: coloro che ai propri studenti avevano chiesto, ed avrebbero chiesto sempre, una possibilità, l'avevano strappata ad un uomo solamente perché incapaci di gestire un potere di tale portata.
    Vasilov non avrebbe fatto il loro stesso errore. Vasilov capiva il potere - la paura, la rabbia - era ciò di cui viveva e sopravviveva: l'avrebbe liberato.
    L'avrebbe legato a sé.
    Abbadon sarebbe stato suo.
    Quello sputo di mondo, sarebbe stato loro - ed allora, solo allora, il Drago avrebbe ottenuto la vendetta che agognava da un'esistenza intera: i suoi genitori, i vicini di casa, i bambini che lo spintonavano perché troppo strano ed i ragazzini che in seguito avrebbero sfogato su di lui la loro frustrazione. Non bastava averli piegati, costretti a leccargli la suola degli stivali, ed aver sterminato la loro famiglia concludendone la linea di sangue: voleva di più, Drago.
    Aveva sempre voluto di più.
    Era il suo destino.
    Tempismo.
    Aveva perso il Chro ed il Nos una volta.
    Non avrebbe permesso accadesse di nuovo. Stava già cercando un modo per viaggiare nei secoli, Vasilov, quando aveva scoperto della molteplicità degli universi; l'arrivo di quelle persone, non era stata progettato dal Drago - ma era stato così maledettamente conveniente - ed aveva sentito quanto bastava a progettare un piano. Non perfetto, non infallibile, ma quanto di più vicino vi fosse. Aveva seguito gli spostamenti degli Stranieri, gli sviluppi della loro storia. Aveva messo mano ai loro stessi libri, ai riti, ma prima di loro: ed aveva eliminato tutto quel che non avrebbero dovuto sapere.
    Il prezzo da pagare. Non l'avrebbero mai fatto se avessero saputo a cosa stavano andando incontro, non l'avrebbero compreso: aveva tolto Abbadon dall'equazione, aveva tolto i Guardiani - il sangue.
    La moneta di scambio.
    Ed erano stati così collaborativi, nelle strade tracciate da sangue e lacrime; un percorso scavato nella pietra a confluire esattamente , in quella stanza.
    Sangue volontario. Quello, un uomo che aveva fatto del proprio nome terrore cieco e giustificato, non avrebbe potuto ottenerlo: una squadra immolata ad una causa, che ivi aveva messo piede volontariamente e che, con lo stesso zelo, sarebbe stata disposta a morire, il Drago non avrebbe potuto trovarla. Gli mancava l'ingrediente principale - gli mancava il granello dato dalla disperazione: famiglia, amici, una guerra combattuta per volere. Sangue migliore, quello lì.
    Senza di loro, non ce l'avrebbe mai fatta.
    Ma non gli servivano più.
    Aveva sorriso, il Drago, quando Lancaster era apparso ai margini della stanza; aveva riso quando la Giratempo era stata strappata dalle mani dell’americano trovando locazione nella nicchia invisibile, ma di cui il Drago era perfettamente cosciente, alla base di una delle colonne.
    Era solo questione di tempo, oramai.
    Accadde tutto rapidamente - troppo perché una mente comune avesse il tempo di districare il nodo della matassa.
    Lancaster aveva usato il Chro.
    Ed i Viaggiatori avevano ucciso i Guardiani.
    Per il passo successivo, doveva solo-
    Tempismo.
    Sentì la pressione della magia sulla pelle, sui denti, in ogni fiato strizzato in gola.
    Il Chro ed il Nos erano nati per completarsi a vicenda, facce di una stessa medaglia: avanti, indietro, a creare le ere vedendole sorgere e morire. Ma non potevano esistere, senza Aion: il destino.
    Il bisogno di fermarsi e riassestarsi.
    Avanti
    Indietro
    Pausa.
    Il tempo di una vita cos'era, se non un segmento dell'eterno.
    Un giro.
    Tempismo, nell'alito di magia del secondo viaggio nel tempo: stavano arrivando - questione di battiti.
    Cristallizzò il mondo in quell'istante che sarebbe divenuto infinito per alcuni, un punto fisso ed inamovibile impossibile da cambiare perché non esisteva nel tempo - non realmente. E li guardò, Dragomir, scivolando elegante di fronte a ciascuno di loro colto ancora con il viso sporco di sangue, ed un sorriso appena accennato sulle labbra: vittoria, dicevano quei visi.
    Ce l'abbiamo fatta.
    Ed avevano ragione, pensò il Drago, estraendo la lama dalla guaina ed osservandola nella bieca luce immobile di quel battito mancato; ce l'avevano fatta.
    Non li guardò oltre, nel recidere metodico le loro gole impregnando Thanatos di magia antica, l'arma rubata dalla scrivania della Lafayette a pulsare nel palmo; e sanguinavano, loro - contro ogni logica, combattuta e vinta da una lama antica quanto il mondo, le ferite sanguinavano dense nel tempo statico aggiungendosi a quello già versato.
    Sangue. Così tanto sangue che ogni passo del Drago era accompagnato da tonfi umidi, da un altro cuore spaccato.
    Si fermò.
    Inspirò.
    Espirò.
    Sorrise di quei corpi ancora in piedi che ancora non sapevano d'essere morti - di quelle ancora trionfanti espressioni ignare.
    L'ignoranza, era una benedizione: l'aveva detto, lui.
    Quando il tempo tornò a scorrere, se n'erano già andati; quando il tempo tornò a scorrere, l'ambiente si fece d'improvviso affollato, una oramai anziana Jeanine a guidare un piccolo, ed alquanto malconcio, esercito, il cui pegno venne pagato in altro sangue. Quando il tempo tornò a scorrere, il portale con la dimensione alternativa si aprì e richiuse, ingollando tutti coloro capitati nell’universo sbagliato per scelta od errore. Quando il tempo tornò a scorrere, le porte che fino a quel momento avevano bloccato il passaggio degli altri li lasciarono liberi di raggiungere i compagni, salendo le scale anziché scendendo, trafiggendone i corpi non appena ebbero messo piede all’interno della sala. Altro sangue.
    Quando il tempo tornò a scorrere, la stanza iniziò a muoversi.
    Tempismo. Avvenne tutto insieme, neanche un respiro di mezzo: un momento prima, avevano sconfitto i Guardiani.
    Quello dopo
    (Ce l'abbiamo fatta)
    Il Lago Nero era tinto di cremisi, la terra tremava - il sangue fluiva, la morte filtrava nelle ossa e nelle pietre, nei respiri e nei pianti soffocati nelle mani.
    E Dragomir Vasilov, sorrideva.
    Perché –
    «tempo -»
    Ce l’avevano fatta.

    «quanto -» si schiarì la voce, arrampicandosi con poca eleganza fuori dal buco nel quale i quattro traditori, una vita prima, l’avevano imprigionato. «- tempo?» Tossì polvere ed oscurità, Abbadon, spostando cavernicoli occhi scuri su una stanza che aveva aiutato a costruire - lento, nel mettere a fuoco l’ambiente circostante.
    Piegò il capo sulla spalla, il naso arricciato nel prendere visione del triste spettacolo di fronte a sé.
    E con triste, s’intendeva: «cosa sono quei musi lunghi?» allargò le braccia lungo i fianchi, un sorriso felice sulle labbra. Si prese il proprio tempo per stiracchiarsi, l’antico Fondatore, schioccando le dita ed abbattendo così le ultime difese poste dai suoi ex colleghi: uno stormo di corvi ed altre creature, sconosciute ed assurde, vennero vomitate come oscurità fatta carne dalla buca nel quale era stato sotterrato; ponti si sollevarono dalle profondità del lago nero facendosi spazio fra tutte le bestie marine morte, permettendo il collegamento fra l’isola e la terraferma. Schioccò la lingua sul palato sciogliendo i muscoli delle spalle, la testa reclinata verso i cadaveri a riversi scomposti al suolo. «vi è morto il famiglio?» e rise, Abbadon, rise, una mano a picchiare sulla coscia in attesa d’essere seguito dal suo pubblico.
    Perché
    Perché non ridevano?
    E dire che avrebbe dovuto essere lui, quello con il senso dell’umorismo arrugginito.
    «ho detto: vi è forse morto il famiglio e se non ridevano di loro spontanea volontà, li avrebbe costretti a farlo: molto più sollevato, Seth, quando dai petti della platea riuscì a strappare risate secche ed obbligate.
    Decisamente. Sorrise tronfio, pugni chiusi sui fianchi. Osservò l’uomo, l’unico al suo fianco, con cipiglio quasi - quasi - curioso: «sei stato tu?» indusse Dragomir Vasilov a cadere in ginocchio ai suoi piedi, gioendo del disappunto dipinto sui tratti dell’uomo. Allungò le dita per prendere lo strano cappello dalla testa dell’uomo e posarlo sul proprio capo; dedusse che mh, no, secoli in una prigione sotterranea non erano bastati a fargli piacere i copricapo. Lo scrollò lanciandolo al suolo, senza curarsi di dove fosse caduto.
    «per te»
    Ma pensa.
    «per noi» Portò una mano al cuore, Abbadon, gli occhi a sgusciare sui volti inespressivi e sporchi di sangue dei caduti. «ai miei tempi simili convenevoli erano d’usanza al terzo incontro» Non fece caso al lampo negli occhi chiari del Drago. «in che anno siamo? uh» corrugò le sopracciglia, l’attenzione rivolta nuovamente all’uomo sbiadito ai suoi piedi. Cosa faceva, cercava di alzarsi?

    Non avrebbe dovuto andare così. Avrebbero dovuto essere alleati. Avrebbe dovuto danzare in quella pioggia di sangue, Abbadon, ed accompagnarlo verso la conquista del potere millantato e promesso. Avrebbe dovuto eliminarli tutti, i superstiti – distruggerli con un respiro. Avrebbe dovuto riconoscerlo come pari.
    Non accettava sconfitta. Non accettava un comportamento simile neanche da Abbadon, nei propri confronti – non più.
    Non s’era presentato sprovveduto, il Drago: conosceva-

    «ti ordino di obbedirmi, abbadon quinto fondatore» Lui – che? «in nome dell’incanto vincolante crumeo, ti obbligo -» Alzò un indice, e subito l’uomo tacque.
    Mh.
    «ma -»
    Mmmh.
    «quell’incantesimo -»
    Morse il labbro inferiore fra i denti, chinandosi per essere alla stessa altezza dell’uomo. Non ebbe bisogno d’aggiungere altro, nell’assorbire tutto quel di cui aveva bisogno dalla sua mente: «credevi che – HA!» Aveva davvero usato su di lui – lui! Che all’invenzione di quell’incantesimo, c’era stato! - un’antica magia di Legame fra Maghi? U qui pro quo di sopravvivenza; tregue erano state stipulate fra regni rivali, fra Godric e Salazar, con quella roba lì: mors tua mors mea eccetera, eccetera.
    Però, insomma: «io non sono un mago» Sorrise.
    Continuò a sorridere anche quando spezzò il collo di Dragomir Vasilov, l’uomo che per anni - per tutta la vita - aveva tenuto in mano le redini di quel Regime.
    Uno dei Tre.
    Nessuno fra Nessuno, per l’ancora sorridente Abbadon, nell’udire il tonfo umido dell’uomo sul pavimento in pietra della Sala.
    E gli horcrux?
    E la magia difensiva?
    È morto davvero?
    Si diceva fosse immortal-

    «sì, andato, kaput rispose agli interrogativi battendo le mani fra loro una volta, allegri occhi neri alzati sulla folla.
    Così – è andato?
    «così – è andato» confermò, colpendo con un calcio il viso dell’uomo.
    Pausa.
    Labbra sporte all’infuori.
    Dita intrecciate dietro la schiena.
    «duemiladiciannove, uh?» o almeno, così gli avevano suggerito i ricordi del Drago; fischiò fra i denti, testa piegata all’indietro. «tosca, mi fidavo di te» più o meno – e con il senno di poi, del tutto lecito il meno. «BASTA – meooo deooooo» stizzito, schioccò le dita facendo sparire i cadaveri, sperando che quello bastasse a frenare il piagnisteo: ai suoi tempi i guerrieri mica piangevano.
    Era già stressato. «toh, problema risolto: voilà» sorrise alla stanza priva di morti, sinceramente convinto che tanto sarebbe bastato dal farli smettere di frignare.
    Non bastò.
    Un altro schiocco di dita, ed erano tutti immobili. Vigili, ma immobili.
    Vulnerabili – oh, così vulnerabili! «chi è il capo da queste parti?» come, nessuno parlava? Nessuno si faceva avanti?
    Ah, già: li aveva silenziati. «mh, ho visto te, e - te» indicò con l’indice due individui nella folla, trovando estremamente difficili riconoscere gli uni dagli altri (tanto che sbagliò, un paio di volte, attirando a sé persone a caso che scartò poi con gesti languidi della mano che li spinsero a tornare al loro posto). Osservò quello che (pensava fosse?) il Vicepreside, abbassando poi lo sguardo sul giovane Capo del Consiglio.
    Mh.
    «ma anzi – sapete che c’è?» poggiò le braccia attorno alle loro spalle, costretti a rimanere immobili, stringendoli in un semi abbraccio contro di sé. «non mi piacciono le persone tristi. ne riparliamo un altro giorno, sah» liquidò anche loro, un «ho bisogno di aggiornamenti, mi sono perso qualche anno» bisbigliato in una risata stridula e stranamente calda. «magari ad una festa? ne fate ancora, nel vostro secolo?» portò entrambe le mani al viso, occhi spalancati. «adoro, le feste» Sospirò, il capo reclinato verso un cielo plumbeo ed indifferente.
    L’inizio della fine.
    La fine di un inizio.
    Una nuova antica era.
    Il Lago Nero era ancora tinto di cremisi; il sangue ancora sporcava pelle e cuore, per chi ancora ne possedeva uno in grado di battere – quello stesso sangue che l’aveva riportato alla vita, ed aveva sigillato il portale, ed aveva vincolato le anime degli Ospiti ad un secolo che non gli apparteneva, ma che oramai era loro di diritto: nel male o nel peggio, non si tornava indietro.
    Quello era un viaggio di sola andata.
    «com’è che si dice, dalle vostre parti?»
    Umettò le labbra, un sorriso sornione sulle labbra.

    Vi guarda.
    Vi rende liberi di piangere, se volete.
    Di andarvene, se potete.
    Con voi, ha finito.
    «ci si becca»
    Per ora.



    Tempo scaduto, Viaggiatori; tempo scaduto, Stranieri.
    Tempo scaduto, Soccorritori.
    Tic-
    tac
    .

    Barbie (18 ps): -2 ps (16 ps)
    Floyd (12 ps): -13 ps
    Dakota (11 ps): -8 ps (3 ps)
    Jason (53 ps): -58 ps
    Darden (17 ps): -8 ps (9 ps)
    Barrow (36 ps): -39 ps
    Amalie (24 ps): -2 ps (22 ps)
    Swing (19 ps): -20 ps
    Agape (22 ps): -21 ps (1 ps)
    Will F (14 ps): -13 ps (1 ps)
    Gwen (18 ps): -1 ps (17 ps)
    Wath (14 ps): -3 ps (11 ps)
    Morgan (6 ps): -5 ps (1 ps)
    Rhapsody (21 ps): -27 ps
    Will II (24 ps): -23 ps (1 ps)
    Benjamin (4 ps): -1 ps (3 ps)
    Yoann (13 ps): -11 ps (2 ps)
    Arci (13 ps): -1 ps (12 ps)
    Mrs Yellow (1 ps): -5 ps
    Bucky (47 ps): -3 ps (42 ps)
    Melvin (20 ps): -18 ps (2 ps)
    Aidan (14 ps): -5 ps (9 ps)
    Jess (2ps): -7 ps
    Erin (27 ps): -28 ps

    Nicky (26 ps): -7 ps (19 ps)
    Chouko (19 ps): -11 ps (8 ps)
    Behan (36 ps): -13 ps (23 ps)
    Richard (22 ps): -25 ps
    Mitchell (26 ps): -4 ps (22 ps)
    Niamh (20 ps): -15 ps (5 ps)
    Sylvester (36 ps): -20 ps (16 ps)
    Marcus (27 ps): -30 ps
    Nicole (20 ps): -2 ps (18 ps)
    Jeremy (19 ps): -2 ps (16 ps)
    Stiles (14 ps): -14 ps

    Jayson (60 ps): -59 ps (1 ps)
    Delilah (49 ps): -44 ps (5 ps)
    Cest (44 ps): -9 ps (35 ps)
    CJ (90 ps): -62 ps (28 ps)
    Sandy (68 ps): -48 ps (20 ps)
    Sersha (80 ps): -30 ps (50 ps)
    Joey (63 ps): -23 ps (40 ps)
    Ellis (59 ps): -27 ps (32 ps)
    Asher (80 ps): -36 ps (44 ps)
    Lucas (68 ps): -33 ps (35 ps)
    Christ (60 ps): -53 ps (7 ps)
    Neiva (54 ps): -31 ps (23 ps)
    Claudius (50 ps): -61 ps
    Dustin (50 ps): -21 ps (29 ps)
    Mads (66 ps): -39 ps (27 ps)
    Mac (60 ps): -43 ps (17 ps)
    Harper (57 ps): -22 ps (35 ps)
    Cam (81 ps): -48 ps (33 ps)
    Yelena (60 ps): -60 ps
    Jean Jerome (47 ps): -22 ps (25 ps)
    Bohemian (52 ps): -70 ps
    Silas (50 ps): -32 (18 ps)
    Egon (49 ps): -39 ps (10 ps)
    James (43 ps): -62 ps
    Manon (50 ps): -54 ps
    Gamal (60 ps): -21 ps (39 ps)
    Callie (59 ps): -76 ps
    Virgil (46 ps): -35 ps (11 ps)
    Laurent (67 ps): -59 ps (8 ps)
    Tokyo (47 ps): -65 ps
    Shot H (41 ps): -33 ps (8 ps)
    Jamie (29 ps): -20 ps (9 ps)
    Will B (88 ps): -47 ps (41 ps)
    Shot D (82 ps): -82 ps
    Murphy (75 ps): -47 ps (28 ps)
    Akelei (72 ps): -69 ps (3 ps)
    Ken (62 ps): -61 ps (1 ps)

    Shiloh (50 ps): -4 ps (46 ps)
    Simon (20 ps): -18 ps (2 ps)
    Mehan (65 ps): -56 ps (9 ps)
    Halley (49 ps): -18 ps (31 ps)
    Jekyll (63 ps): -20 ps (43 ps)
    Edward (63 ps): -29 ps (34 ps)
    Hyde (59 ps): -1 ps (58 ps)
    Godric (40 ps): -9 ps (31 ps)
    Chelsey (48 ps): -31 ps (17 ps)
    Jericho (79 ps): -51 ps (28 ps)
    Nathaniel (41 ps): -40 ps (1 ps)
    Willow (65 ps): -53 ps (12 ps)
    Scott (60 ps): -33 ps (28 ps)
    Heather (65 ps): -68 ps
    Charles (41 ps): -30 ps (11 ps)
    Connor (60 ps): -49 ps (11 ps)
    Dante (50 ps): -25 ps (25 ps)
    Kamikaze (32 ps): -40 ps
    Eloide (60 ps): -70 ps
    Theia (45 ps): -2 ps (43 ps)
    Todd (64 ps): -5 ps (59 ps)
    Sinclair (28 ps): -9 ps (19 ps)


    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    Grazie a tutti per aver partecipato alla quest 09 dell'oblivion gdr, don't die on me. Avete tempo fino alle 18:00 del 30.06 per portare avanti le post quest; potete aprirne quante volete, ma solamente quattro di quelle varranno per i pe (specificatelo sotto il primo post in spoiler!). Potrete continuarle anche dopo la scadenza, ma non vi varranno più punti esp. Se vorrete, fino alla data sopracitata potrete anche postare in questa discussione. Ricordo ai Viaggiatori di richiedere l'abilitazione per il gruppo corretto.
    it was a hell of a ride, my friends: welcome home.
     
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    jess
    goodwin
    Non l'aveva mai compresa la cattiveria nel mondo, Jessalyn Goodwin: troppo buona, troppo ingenua, per accettare il fatto che al mondo ci fossero persone pronte a far del male alle altre.
    Non l'aveva mai compresa, ma non per questo il mondo era stato clemente con lei.
    Aveva solo cinque anni, quando sua madre decise di scappare dal marito, portando con sè gli altri due figli. Senza dare una spiegazione, senza portare Ophelia con sè: ma non aveva avuto modo di affrontare quella perdita, la bambina, troppo piccola per rendersene conto ed un oblivion ad attutire il colpo. A farle dimenticare che ci fosse mai stato.
    Aveva solo dodici anni, quando era stata costretta a vedere casa sua bruciare davanti ai propri occhi e andar via, senza nemmeno avere il tempo di dire addio alle persone a cui teneva o prender qualche oggetto al quale era particolarmente legata. Aveva solo undici anni, ed aveva dovuto dire al suo nome, alla sua identità ed alla vita che aveva avuto fino a quel giorno. E l'aveva fatto, senza guardarsi indietro
    Se aveva una qualità, Jess, era che nonostante tutto era capace di non farsi abbattere dagli avvenimenti, sforzandosi per mantenere il sorriso e trovare il lato positivo in ogni occasione. E l'aveva fatto anche una volta trasferita dall'America: non ci aveva messo poi molto, ad integrarsi ad hogwarts ed a farsi nuovi amici. Che, volendo o no, alla fine un po' tutti finivano per voler bene a Jessalyn Goodwin: ti saltellava intorno sfoggiando le sue doti da cheerleader, ti implorava di farle i compiti di storia della magia e soprattutto ti trascinava a forza fuori dal castello a far festa imbucandosi a qualche party babbano - non aveva bisogno dell'invito, una come lei: raggirava i bodyguard all'ingresso così come faceva con i professori quando non riportava una pergamena in tempo o si presentava in ritardo a lezione, gli occhi da cucciola e un sorriso a trentadue denti contro il quale era matematicamente impossibile rimaner arrabbiati per più di due minuti. Era una Jess, ed in qualche modo si faceva sempre ben volere da tutti.
    Aveva solo quindici anni, quando era stata convocata nell'ufficio del vicepreside ed era stata informata della morte dei goodwin - che sua madre poteva anche non esser quella biologica, ma era quella che l'aveva cresciuta in tutti quegli anni, e non aveva la minima idea della verità sulla sua famiglia. Era stata male, male come non era mai stata nella sua vita, eppure aveva dovuto fare i conti con quella perdita per poco: nemmeno un mese, e poi era stata rapita e portata ai laboratori.
    Aveva solo sedici anni, quando finalmente uscì di lì, dopo sei mesi, non ne sentì le ripercussioni. Che non poteva saperlo, Jess, ma c'era un motivo per non era stata in grado di fare i conti con la morte dei genitori: non aveva mai imparato ad affrontare le perdite. Ed ogni minimo problema, in casa sua, più che discusso era stato semplicemente cancellato dagli incantesimi di suo padre. E quella volta, senza nemmeno rendersene conto, la ragazza seguì lo stesso schema: una volta uscita di lì, si fece cancellare tutto così da ricominciare la propria vita da zero. Ed aveva solo sedici anni quando, sola e senza una minima idea di chi fosse, Isaac l'aveva riconosciuta tra le strade di Londra e l'aveva portata al quartier generale della resistenza.
    Lì dove aveva trovato una famiglia
    Ricordava bene il giorno in cui aveva visto per la prima volta Erin e Nate: le erano sembrati così complici, così uniti, da far chiedere subito alla goodwin come avrebbe fatto a vivere lì con loro, quando le era bastato guardarli un attimo per sentirsi di troppo. Poi però si erano girati vero di lei e le avevano sorriso, un sorriso sincero, ed ogni incertezza della ragazza era stata spazzata via con la stessa velocità con la quale era arrivata. Non ci aveva messo molto, ad affezionarsi. Molto poco, a considerarli come fratelli.
    E di anni ne aveva quasi diciotto, quando i minireb erano stati costretti a lasciare quella casa. Diciotto compiuti da qualche giorno quando Maeve e Dakota, che avevano dato loro un posto dove stare, erano spariti da un giorno all'altro. Insieme a Kieran e Murphy, Run e William, Barrow ed Amalie. Dichiarati morti, ma nè lei nè gli altri avevano accettato quella versione come vera: avevano atteso il loro ritorno, i mini reb.
    Li avevano aspettati tra giornate passate a rievocare i bei momenti passati insieme, pomeriggi persi a vedere tutorial su come cucinare cibi salutari e un trasferimento in pianta stabile ad hogwarts. Le lezioni spiate insieme a Nate nascosti dal mantello dell'invisibilità, i giorni trascorsi a recuperare per la scuola gli ingredienti della polisucco, le consulenze gratuite da fantasma saggio e la sua immancabile capacità di inserirsi in ogni discorso e captare informazioni utile ai fini del portar a termine le missioni dello shipper club. Li avevano aspettati, ed avevano fatto bene: ne avevano avuto la certezza quando avevano fatto la loro apparizione dallo specchio di villa hamilton.
    E quando Andrew Stilinski aveva detto loro che c'era la possibilità di riportarli a casa davvero, Jess non aveva esitato un attimo: era quella l'occasione che avevano aspettato per mesi. E, al fianco di Erin e Scott, era pronta ad affrontarla.
    Che avrebbe affrontato di tutto con loro, Jessalyn Goodwin
    Con, e per loro.
    E per Dakota, per Maeve, per Kieran e per Murphy.
    Per Run e per Will. Per Barry ed Amalie.
    Per Phobos e per quei cuccioli dei losers.
    Per Stiles e Jeremy, per Sin e Nicole.
    Per Narah e Zeke, che grazie a dio non erano lì.
    Così come Fray, Idem e Isaac.
    Ebbe giusto una frazione di secondo, Jess Goodwin - Ophelia Helidaile - per guardare Erin negli occhi e rivolgerle un sorriso.
    ancora non lo sapeva, che quella sarebbe stata l'ultima volta
    Lo stesso sorriso che aveva illuminato il suo volto tutti quegli anni.
    Perchè era finita, ed erano salvi.
    Non l'aveva mai compresa la cattiveria nel mondo, Jessalyn Goodwin: troppo buona, troppo ingenua, per accettare il fatto che alla fine il tutto non si sarebbe risolto in un abbraccio di gruppo.
    Per capire che era arrivata la fine
    Non l'aveva mai compresa, ma non per questo il mondo era stato clemente con lei.
    Aveva solo diciannove anni, quando fu costretta a dire addio a quella vita. Ma con il sorriso sulle labbra per aver fatto il possibile per salvare le persone che amava, e la speranza in un futuro migliore.

    Nobody said it was easy
    It's such a shame for us to part
    Nobody said it was easy
    No one ever said it would be this hard
    Oh take me back to the start

    Nobody said it was easy
    No one ever said it would be this hard
    the scientist - coldplay
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
     
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    The heart of those we love
    is our real home.

    La famiglia era sempre stata una parolaccia per Jason, citando un film a caso, e spesso neanche sapeva davvero cosa volesse dire averne una visto che non era mai stato amato in passato dai propri genitori: uno perché lo picchiava fino a fargli perdere i sensi e l’altra non aveva mai fatto niente per proteggerlo, neanche lo avevano cercato quando qualche anno prima aveva deciso di non presentarsi più a casa per le vacanze estive. Era sempre stato solo ed era stato bene nella propria bolla fatta di alcool e droga, nessun problema se non la riscossione dei soldi o qualche scazzottata per aver rubato la ragazza a qualche altro spacciatore, ma insomma era cose normali; tutto per lui sopravvivere e chi non lo faceva? Per un nato babbano era all’ordine del giorno lottare per non farsi pestare e se nel mondo dei non maghi aveva sofferto, in quello magico non era mai stato il paradiso perchè aveva sempre dovuto doveva i pugni il doppio per non morire e lui cazzo se lo aveva fatto.
    Poi era arrivato Dakota, si sempre lui, il ragazzo dai capelli rossi e gli occhiali che tutto poteva immaginare di lui ma non che potesse diventare la sua famiglia. Lui che come Jason, poteva ritenere quella parola praticamente una parolaccia ma si erano trovati e se c’era un mare a dividerli caratterialmente e dallo stile di vita che avevano avuto rispettivamente, la voglia di avere qualcuno al proprio fianco da amare e soprattutto che lo amasse li aveva fatti avvicinare. Non posso dire incontrare perché sappiamo tutti che il ricatto e la droga era stato il loro incipit d’amore. Eppure ora poteva dire di avere una famiglia persino Maeve e una Melvin ne facevano parte, due bionde opposte e rompicazzo nello stesso modo che comunque avevano il cuore di Dakota che Maddox aveva imparato a condividere. («Il fatto che io voglia bene a loro, non toglie quello che provo per te. In amore si moltiplica non si divide» - «E che cazzo Dakota, ora mi parli come quel cazzo di guru francese» - «si, ma ti ho convinto») Cazzo si. Inutile dire che dipendeva totalmente da lui, ma si sa che il tatuato era facile alle dipendenze, in passato era caduto nella trappola della droga e dell’alcool, quindi la ragnatela Wayne era sicuramente quella che più lo teneva incollato; ma gli andava bene così.
    «Dakota» nel trambusto lo aveva perso di vista e cazzo se gli fosse successo qualcosa nel mentre non se lo sarebbe mai perdonato, era sempre stato convinto che tra i due quello che doveva morire era proprio Jason.
    Era sempre stato consapevole di non avere niente da dare e che avrebbe fatto la fine di suo padre se mai fosse arrivato ad avere quella cazzo di parolaccia nella propria vita. («Non sei come tuo padre» - «Ma ti ho ferito» - «Jason. Tu non eri neanche in casa quando mi sono tagliato il dito con il bicchiere») e niente le paranoie erano una costante nella sua vita, che prima annegava in un paio di birre oppure le evitava ma da quando aveva il ragazzo al suo fianco quelle paturnie si facevano sentire molto di più e la paura costante di perdere il rosso, cosa che era già successa in passato, lo dilaniava. Lui senza l’infermiere non era capace di vivere perchè anche se poteva sembrare uno stronzo, non era così, era alla ricerca della sua parolaccia e da qualche tempo pensava pure di averla trovata.
    Prese il volto del compagno tra le mani, per perdersi nei suoi occhi stanchi e il volto sporco del sangue «Spero non sia tutto tuo questo sangue» una risata amare e stanca che nascondeva la paura che si fosse ferito, ma per non sembrare il solito esagerato gli sorrise e poi lo baciò. Non era uno di quei baci che si davano nei film perché dovevano dirsi addio, Jason non era pronto davvero a morire, nonostante fosse stato convinto fino ad un paio di anni fa di non avere lunga vita (veggente la player). Di sicuro in quel momento non pensò della sua imminente dipartita, nonché come un uomo che si rispetti. Ma anche no, Cazzo. Lui voleva morire con un infarto, mentre faceva sesso; che poi a dirla tutta lui si era immaginato spesso morto su di una panchina per overdose ma insomma passiamo oltre.
    Fu un bacio dolce ma allo stesso tempo carico d'amore perché i due si erano ritrovati ed ora potevano finalmente tornare a Londra a vivere una vita lunga e noiosa come Mayne, la coppia che ancora non aveva il coraggio di vivere insieme perché quello voleva dire iniziare a creare una famiglia ed erano due codardi che ancora associavano quella parola a qualcosa di brutto. ( «Dopo tutto questo tempo?» - «sempre» - «Dakota ti ho chiesto se il caffè è ancora caldo dopo tre ore») Non era la dolcezza fatta a persona ma con il giovane davanti a lui era diverso, ogni carezza era sempre data con amore a volte c’era qualche schiaffetto sul culo ma parliamo di altre cose, e poi al rosso non sembrava dispiacere.
    Si godette quel momento di pace, sapendo di essere nel posto giusto - forse no - con la persona giusta, aveva il cuore finalmente in pace e le labbra del compagno erano così morbide nonostante avessero appena finito di combattere. Si staccò e posò la fronte contro la sua «Torniamo a casa» quella che sarebbe diventata la loro dimora, il nido dove crescere dei futuri pulcini, magari non simili a Maddox perché era davvero un cazzone quando ci si metteva. Non aveva mai detto e Dakota di questo perché non lo voleva neanche ammettere a se stesso che forse era pronto per creare una loro piccola famiglia, anche data da solo loro due per il momento. E poi
    E poi
    Fu un attimo
    Fu un attimo, un solo dannato e fottutissimo attimo quello che portò via Jason da Dakota. Se pensate che possa bastare per dire addio alla persona che si ama, beh vi sbagliate, Jason si voltò verso il fidanzato «Rosso…» detto col sorriso, perchè quello doveva essere l’inizio di una dichiarazione d’amore che non sarebbe mai arrivata per quel dannato attimo gli aveva strappato la possibilità di dire al ragazzo quanto lo amasse, non che non lo sapesse, ma quello poteva essere uno dei tanti momenti giusti per ricordarglielo, ma niente “ti amo” per la Mayne, nessun abbraccio o una carezza prima di lasciarlo andare. Non era pronto a dirgli addio, ma chi lo era? Nessuno. Non gli avrebbe detto che voleva sposarlo e che voleva una famiglia con lui, partendo magari dal vivere insieme, ma non esisteva l'happy ending per Jason; lui aveva avuto una vita troppo di merda per potersi meritare quel vissero felici e contenti.
    In quel fottutissimo attimo l’unica cosa che vide fu l’amore della sua vita che gli veniva strappato via dalle mani, un urlo magari da parte proprio del rosso che inerme lasciava andare via Jaz, ma che altro poteva fare? Niente perché non avrebbe mai permesso all’ex grifondoro di venir preso al posto suo, doveva vivere perché lo meritava al contrario di Trevor, il quale non avrebbe mai resistito un solo attimo senza di lui. «è meglio così» questo avrebbe voluto dire ma niente fu buio, ancora prima di poter dargli quell’ultimo bacio, come si dava nei film; nessun discorso prima di accasciarsi al suolo, era solo un Jason Maddox che cadeva a terra privo di vita, con ancora lo sguardo rivolto all’amore che sarebbe rimasto per sempre il suo primo, unico e solo amore della propria esistenza.
    E poi solo il buio perché il paradiso non era posto per lui, avrebbe preso un caffè con la signora gialla e satana, come giusto che fosse.




    Jason Maddox
    21 y,o || 2119 || Mayneinlove
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    bella fine del cazzo, barrow, complimenti.
    se n'era andato come il giorno in cui era venuto al mondo, barry 'patata only' skylinski: imprevisto, scomodo, un po' a caso. E cosi aveva vissuto la sua vita, per gran parte del tempo limitandosi ad osservarla da fuori, impotente di fronte al trascorrere di quei fotogrammi che tanto a lungo gli erano sembrati infiniti.
    Nato per un capriccio del destino, barrow, troppe puntate di oc e 13 reasons why a sovrapporsi nella mente di chi, inconsapevole, aveva creduto fosse una buona idea dargli una forma, uno scopo - senza sapere quale fosse. che il suo posto nel mondo, il corvonero, aveva appena iniziato ad intravederlo, figurarsi capirlo. e forse sarebbe stato meglio rimanere cieco, perché è più facile morire sapendo di non lasciarsi nulla alle spalle, andare incontro al proprio destino conscio che qualunque scenario da quel momento in poi sarebbe stato comunque meglio del precedente - niente più dolore e umiliazione, solo un senso di pace infinito, il fatidico nulla da sempre agognato.
    ma a dolore e umiliazione si era aggiunto altro, non è vero?
    qualcosa che barry aveva temuto sin dall'inizio, così estraneo ad un contatto umano che non fosse di odio e disprezzo da esserne terrorizzato; qualcosa di semplice, al tempo stesso potente, che con il senno di poi, in quell'ultimo respiro, aveva desiderato cancellare per sempre.
    che lo sapeva, barrow skylinski, non sarebbe stato lui a soffrire, ma loro.
    poco modesto da parte sua pensare di contare così tanto nelle loro vite, ma come poteva credere altrimenti quando per lui ogni istante aveva significato tutto? ogni sorriso, carezza, insulto reciproco. ogni bacio, lacrima, abbraccio. ogni parola gentile, ogni minuto trascorso a guardare le stelle, ogni spinello passato di mano in mano. ogni ti amo, ogni ehi criminale!, ogni quanto sei pirla barruly, ogni eddai barry barryno dai accompagnami alla fiera, ogni cazzo cooper (è harry styles) e fattelo un sorriso ogni tanto, ogni obi hai mangiato? sicuro? si' sciupat'.
    se fossero morti loro,
    i freaks
    kieran
    murphy e stiles
    will e ake
    amalie
    jess

    se fossero morti loro e lui no, barrow skylinski non avrebbe fatto alcuno sforzo per sopravvivere. perché niente, niente a quel punto avrebbe avuto ancora senso. c'era solo il vuoto prima di quelle persone, un abisso infinito di cui non si poteva vedere il fondo, troppo lontano e oscuro, e nel quale barry non sarebbe mai tornato. mai, nemmeno a costo di cercare la morte da solo dopo aver perso loro. un'altra cosa in cui era sempre stato bravo, il corvonero; una cosa in cui era sempre stato bravo lynch beaumont-barrow. che al contrario di barry non aveva davvero idea di quanto ci fosse da perdere, a rimanere in vita.
    lui, invece, lo sapeva benissimo.
    «lo sai che mio padre quelli come te li ammazzerebbe tutti?» aveva creduto davvero che sarebbe bastato quello, per tenere kieran lontana. di più, ci aveva sperato. perché l'insistenza della ragazzina minava le fondamenta di quella barriera che il corvonero aveva innalzato intorno a sé nel tempo, più per sopravvivere che per vivere, ed il rischio di lasciarla entrare e finire spezzato era troppo alto. per questo l'aveva messa alla prova, ancora e ancora, mostrandosi ostile e cinico, distante e inavvicinabile, finché kieran non aveva sollevato le spalle a quella domanda concedendogli un sorriso -- l'ennesimo. Il sorriso di chi sapeva bene che tipo di idiota si trovava davanti, e non aveva intenzione di mollare la presa. «tu non sei tuo padre, barruly. giusto? quindi che problemi ti fai?»
    Non se n'era più fatto nessuno, barry, non con lei.
    «si può sapere che cazzo c'ha da guardare il tuo amico?» sandy, che all'epoca aveva ancora la patata al posto del piccione e sembrava fare a gara con se stesso e con il mondo a chi indossava la gonna più corta e i top più scollati, si era limitato a scuotere la testa. forse perché a livello inconscio intuiva che quello era un momento cruciale, per tutti loro. lo sapeva, sandy, che bastava una scintilla per far scoppiare la bomba, così come sapeva che quella bomba aveva bisogno di scoppiare: e li aveva messi di fronte, barrow cooper e ci knowles, volti a mala pena riconosciuti tra la folla di studenti, sfumature chiare nelle iridi mai davvero entrate in contatto. se non in un'altra vita, sempre nell'unico momento giusto a disposizione. «i tuoi capelli del cazzo.» non aveva sorriso, cigei, più consapevole degli altri due di quanto quell'istante fosse fondamentale -- catartico; non aveva battuto ciglio, cigei, nemmeno quando con le nocche di un pugno ben chiuso gli aveva spaccato il naso mandandolo culo a terra, il primo sangue versato a sancire un patto vincolante, perenne. «sì nota subito che sei una testa di minchia, cooper. dobbiamo vederci più spesso.»
    e così avevano fatto, vivendo fianco a fianco perché l'alternativa sarebbe stata smettere di vivere. sempre insieme e mai divisi, i freaks, finché dalle mani gli era stata tolta anche la possibilità di scegliere.
    e sarebbe stato troppo facile per un ragazzino ormai morto giurare sul proprio sangue versato in terra che, potendo decidere tra le due alternative, li avrebbe seguiti in capo al mondo senza fare domande; senza guardare nemmeno per un istante ciò che rischiava di lasciarsi alle spalle.
    Non sapeva ancora, quando si era ritrovato ad annaspare inspirando aria gelida nei polmoni sul tetto di beauxbatons, che l'avrebbe amata, amalie shaperd.
    Non sapeva ancora, quando spaccandosi le mani contro una parete di roccia insultando il mondo per essere rimasto solo, senza la sua famiglia, che una famiglia l'avrebbe avuta comunque.
    non lo sapeva ancora, barrow skylinski, ma, Dio! quanto lo aveva desiderato -- innamorarsi di amalie senza temere di ferirla, guardare negli occhi chiari di william e akelei e vedersi riflesso in quegli specchi che mai avevano visto lui come un figlio, essere tanto egoista da concedersi qualcosa di mai neppure sognato.
    e forse non era pronto a dire loro addio, barrow.
    ad accogliere le lacrime e i perché di chi lo aveva strappato tenendolo stretto con le unghie e con i denti da una vita pronta a deragliare, unica ancora di salvezza.
    non era pronto a deludere murphy e stiles -- ancora: «non sono obiwan. cioè si -- sono io ma non sono davvero lui. mi chiamo barrow cooper. non volevo mentirvi, è che non pensavo..» non aveva pensato affatto, barry. certo non alla remota possibilità di affezionarsi ai due babbi che lo avevano - letteralmente - adottato tramite un sito usato per scippare agli anziani i risparmi di una vita. e quando questo era capitato, quando le forze congiunte (letali) degli sturphy avevano intaccato le difese del corvonero, qualcosa in barry era scattato, quell'interrutore che gli rendeva impossibile continuare a mentire.
    persino confessando, aveva avuto torto.
    persino ammettendo le sue colpe, aveva creduto di non essere degno di perdono.
    non quando ad ogni scusa papà, tremulo sulle labbra sottili di un bambino, era abituato a ricevere in cambio un pugno. non quando ad ogni mi dispiace, soffiato tra i denti con lo sguardo inchiodato al pavimento, era certo sarebbe seguita la solita occhiata di disprezzo.
    ma murphy e stiles non erano christoff cooper. e quando, senza nemmeno doversi guardare l'un l'altro, lo avevano stretto simultaneamente in un abbraccio da togliere il fiato -
    - «tu sei il nostro obiwan, punto.» -, barrow non aveva potuto fare altro che annuire.
    così era diventato barrow skylinski.
    e come tale, sul pavimento sporco di un sotterraneo, stava morendo. le dita intrecciate a quelle di amalie, il battito di lei chiaramente percepibile attraverso la pelle.
    chissà se lo sapevano, amalie e i freaks, che mandare a fanculo lynch beaumont barrow e le sue inutili paranoie nei loro confronti era stata la decisione migliore della sua vita;
    chissà se lo sapeva, jess, che gli dispiaceva aver perso tempo fingendo di odiarla, lei che per prima gli aveva concesso un'immeritata fiducia, solo per venire tradita dai capricci di un bambino quando forse aveva più bisogno di lui;
    chissà se lo sapevano, will e akelei, che era fiero di essere figlio loro.
    pregava fosse così, barrow. che lo sapessero, nel profondo, quanto li amava.
    perché di occasioni per dirlo ad alta voce non ce n'erano più.

    Can you hear the silence?
    Can you see the dark?
    Can you fix the broken?
    Can you feel, can you feel my heart?
    Can you help the hopeless?
    Well, I'm begging on my knees
    Can you save my bastard soul?
    Will you ache for me?


    poi, in fondo, cosa vuoi che rimanga da dire?

    «ciao, merde!»

    I'm sorry brothers
    So sorry lover
    Forgive me father
    I love you mother
    can you feel my heart? -bring me the horizon
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
     
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