bring home the glory

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  1. vasilov‚ idc
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    blood // water
    We'll never get free
    Lamb to the slaughter
    What you gon' do
    When there's
    blood in the water?
    drago
    vasilov
    You thought you could go free But the system is done for
    Tempismo. Dragomir Vasilov c'era nato, per essere l'uomo giusto al momento giusto nel posto giusto, un predestinato che s'era costruito il proprio fato fra carne, sangue, e terrore. Un sorriso genuino, corrotto e marcio dalla nascita, quello del Drago.
    Aveva aspettato quel momento per tutta la vita. Nel suo disegno più grande, quello era stato il centro di tutto, la convergenza di ogni tirannia e cattura - di ogni tortura, ogni landa conquistata. Non si riteneva un uomo cattivo; sapeva essere crudele, pragmatico, sadico, ma di sé non avrebbe detto di essere cattivo: nella sua storia, i cattivi erano gli altri. Jeanine Lafayette, che non comprendeva, né mai aveva capito, la portata del Compito che era stato loro affidato; William Lancaster ed il suo costante, persistente, insinuarsi fra i raggi delle ruote frenando i suoi scopi ed ammortizzando il colpo - talvolta, rendendolo vano. I cosiddetti ribelli, erano i cattivi: così ossessionati dal bisogno di sapere da non rendersi conto che l'ignoranza potesse essere una benedizione, così bisognosi di attenzioni da mettere una questione scialba e del tutto superflua quale la libertà al di sopra della sicurezza e della sopravvivenza della specie. I sangue sporco erano i cattivi, l'esito di una società andata ormai perduta: il mondo babbano e quello magico non avrebbero mai dovuto incontrarsi, se non per guerra.
    Dragomir Vasilov era l'eroe, della sua storia. Il paladino contro tutto e tutti, marchiato come Malvagio e cacciato come un cane bagnato trovato a gocciolare sullo zerbino. Aveva dovuto prevaricare, aveva dovuto dominare, aveva dovuto scegliere un destino e porsi al di sopra di etica e morale.
    Ma ne era valsa la pena.
    Ne sarebbe sempre, valsa la pena.
    I primi anni li aveva passati a studiare, il naso affondato fra pagine che non vedevano la luce del sole da secoli; così, un giovane Dragomir, aveva appreso dell'esistenza di un quinto fondatore: il più forte, pregno di un potere in continua evoluzione - incompreso dai suoi stessi compagni, allontanato perché troppo instabile. Ne avevano avuto paura, gli altri Fondatori.
    L'avevano cacciato. L'avevano cancellato: coloro che ai propri studenti avevano chiesto, ed avrebbero chiesto sempre, una possibilità, l'avevano strappata ad un uomo solamente perché incapaci di gestire un potere di tale portata.
    Vasilov non avrebbe fatto il loro stesso errore. Vasilov capiva il potere - la paura, la rabbia - era ciò di cui viveva e sopravviveva: l'avrebbe liberato.
    L'avrebbe legato a sé.
    Abbadon sarebbe stato suo.
    Quello sputo di mondo, sarebbe stato loro - ed allora, solo allora, il Drago avrebbe ottenuto la vendetta che agognava da un'esistenza intera: i suoi genitori, i vicini di casa, i bambini che lo spintonavano perché troppo strano ed i ragazzini che in seguito avrebbero sfogato su di lui la loro frustrazione. Non bastava averli piegati, costretti a leccargli la suola degli stivali, ed aver sterminato la loro famiglia concludendone la linea di sangue: voleva di più, Drago.
    Aveva sempre voluto di più.
    Era il suo destino.
    Tempismo.
    Aveva perso il Chro ed il Nos una volta.
    Non avrebbe permesso accadesse di nuovo. Stava già cercando un modo per viaggiare nei secoli, Vasilov, quando aveva scoperto della molteplicità degli universi; l'arrivo di quelle persone, non era stata progettato dal Drago - ma era stato così maledettamente conveniente - ed aveva sentito quanto bastava a progettare un piano. Non perfetto, non infallibile, ma quanto di più vicino vi fosse. Aveva seguito gli spostamenti degli Stranieri, gli sviluppi della loro storia. Aveva messo mano ai loro stessi libri, ai riti, ma prima di loro: ed aveva eliminato tutto quel che non avrebbero dovuto sapere.
    Il prezzo da pagare. Non l'avrebbero mai fatto se avessero saputo a cosa stavano andando incontro, non l'avrebbero compreso: aveva tolto Abbadon dall'equazione, aveva tolto i Guardiani - il sangue.
    La moneta di scambio.
    Ed erano stati così collaborativi, nelle strade tracciate da sangue e lacrime; un percorso scavato nella pietra a confluire esattamente , in quella stanza.
    Sangue volontario. Quello, un uomo che aveva fatto del proprio nome terrore cieco e giustificato, non avrebbe potuto ottenerlo: una squadra immolata ad una causa, che ivi aveva messo piede volontariamente e che, con lo stesso zelo, sarebbe stata disposta a morire, il Drago non avrebbe potuto trovarla. Gli mancava l'ingrediente principale - gli mancava il granello dato dalla disperazione: famiglia, amici, una guerra combattuta per volere. Sangue migliore, quello lì.
    Senza di loro, non ce l'avrebbe mai fatta.
    Ma non gli servivano più.
    Aveva sorriso, il Drago, quando Lancaster era apparso ai margini della stanza; aveva riso quando la Giratempo era stata strappata dalle mani dell’americano trovando locazione nella nicchia invisibile, ma di cui il Drago era perfettamente cosciente, alla base di una delle colonne.
    Era solo questione di tempo, oramai.
    Accadde tutto rapidamente - troppo perché una mente comune avesse il tempo di districare il nodo della matassa.
    Lancaster aveva usato il Chro.
    Ed i Viaggiatori avevano ucciso i Guardiani.
    Per il passo successivo, doveva solo-
    Tempismo.
    Sentì la pressione della magia sulla pelle, sui denti, in ogni fiato strizzato in gola.
    Il Chro ed il Nos erano nati per completarsi a vicenda, facce di una stessa medaglia: avanti, indietro, a creare le ere vedendole sorgere e morire. Ma non potevano esistere, senza Aion: il destino.
    Il bisogno di fermarsi e riassestarsi.
    Avanti
    Indietro
    Pausa.
    Il tempo di una vita cos'era, se non un segmento dell'eterno.
    Un giro.
    Tempismo, nell'alito di magia del secondo viaggio nel tempo: stavano arrivando - questione di battiti.
    Cristallizzò il mondo in quell'istante che sarebbe divenuto infinito per alcuni, un punto fisso ed inamovibile impossibile da cambiare perché non esisteva nel tempo - non realmente. E li guardò, Dragomir, scivolando elegante di fronte a ciascuno di loro colto ancora con il viso sporco di sangue, ed un sorriso appena accennato sulle labbra: vittoria, dicevano quei visi.
    Ce l'abbiamo fatta.
    Ed avevano ragione, pensò il Drago, estraendo la lama dalla guaina ed osservandola nella bieca luce immobile di quel battito mancato; ce l'avevano fatta.
    Non li guardò oltre, nel recidere metodico le loro gole impregnando Thanatos di magia antica, l'arma rubata dalla scrivania della Lafayette a pulsare nel palmo; e sanguinavano, loro - contro ogni logica, combattuta e vinta da una lama antica quanto il mondo, le ferite sanguinavano dense nel tempo statico aggiungendosi a quello già versato.
    Sangue. Così tanto sangue che ogni passo del Drago era accompagnato da tonfi umidi, da un altro cuore spaccato.
    Si fermò.
    Inspirò.
    Espirò.
    Sorrise di quei corpi ancora in piedi che ancora non sapevano d'essere morti - di quelle ancora trionfanti espressioni ignare.
    L'ignoranza, era una benedizione: l'aveva detto, lui.
    Quando il tempo tornò a scorrere, se n'erano già andati; quando il tempo tornò a scorrere, l'ambiente si fece d'improvviso affollato, una oramai anziana Jeanine a guidare un piccolo, ed alquanto malconcio, esercito, il cui pegno venne pagato in altro sangue. Quando il tempo tornò a scorrere, il portale con la dimensione alternativa si aprì e richiuse, ingollando tutti coloro capitati nell’universo sbagliato per scelta od errore. Quando il tempo tornò a scorrere, le porte che fino a quel momento avevano bloccato il passaggio degli altri li lasciarono liberi di raggiungere i compagni, salendo le scale anziché scendendo, trafiggendone i corpi non appena ebbero messo piede all’interno della sala. Altro sangue.
    Quando il tempo tornò a scorrere, la stanza iniziò a muoversi.
    Tempismo. Avvenne tutto insieme, neanche un respiro di mezzo: un momento prima, avevano sconfitto i Guardiani.
    Quello dopo
    (Ce l'abbiamo fatta)
    Il Lago Nero era tinto di cremisi, la terra tremava - il sangue fluiva, la morte filtrava nelle ossa e nelle pietre, nei respiri e nei pianti soffocati nelle mani.
    E Dragomir Vasilov, sorrideva.
    Perché –
    «tempo -»
    Ce l’avevano fatta.

    «quanto -» si schiarì la voce, arrampicandosi con poca eleganza fuori dal buco nel quale i quattro traditori, una vita prima, l’avevano imprigionato. «- tempo?» Tossì polvere ed oscurità, Abbadon, spostando cavernicoli occhi scuri su una stanza che aveva aiutato a costruire - lento, nel mettere a fuoco l’ambiente circostante.
    Piegò il capo sulla spalla, il naso arricciato nel prendere visione del triste spettacolo di fronte a sé.
    E con triste, s’intendeva: «cosa sono quei musi lunghi?» allargò le braccia lungo i fianchi, un sorriso felice sulle labbra. Si prese il proprio tempo per stiracchiarsi, l’antico Fondatore, schioccando le dita ed abbattendo così le ultime difese poste dai suoi ex colleghi: uno stormo di corvi ed altre creature, sconosciute ed assurde, vennero vomitate come oscurità fatta carne dalla buca nel quale era stato sotterrato; ponti si sollevarono dalle profondità del lago nero facendosi spazio fra tutte le bestie marine morte, permettendo il collegamento fra l’isola e la terraferma. Schioccò la lingua sul palato sciogliendo i muscoli delle spalle, la testa reclinata verso i cadaveri a riversi scomposti al suolo. «vi è morto il famiglio?» e rise, Abbadon, rise, una mano a picchiare sulla coscia in attesa d’essere seguito dal suo pubblico.
    Perché
    Perché non ridevano?
    E dire che avrebbe dovuto essere lui, quello con il senso dell’umorismo arrugginito.
    «ho detto: vi è forse morto il famiglio e se non ridevano di loro spontanea volontà, li avrebbe costretti a farlo: molto più sollevato, Seth, quando dai petti della platea riuscì a strappare risate secche ed obbligate.
    Decisamente. Sorrise tronfio, pugni chiusi sui fianchi. Osservò l’uomo, l’unico al suo fianco, con cipiglio quasi - quasi - curioso: «sei stato tu?» indusse Dragomir Vasilov a cadere in ginocchio ai suoi piedi, gioendo del disappunto dipinto sui tratti dell’uomo. Allungò le dita per prendere lo strano cappello dalla testa dell’uomo e posarlo sul proprio capo; dedusse che mh, no, secoli in una prigione sotterranea non erano bastati a fargli piacere i copricapo. Lo scrollò lanciandolo al suolo, senza curarsi di dove fosse caduto.
    «per te»
    Ma pensa.
    «per noi» Portò una mano al cuore, Abbadon, gli occhi a sgusciare sui volti inespressivi e sporchi di sangue dei caduti. «ai miei tempi simili convenevoli erano d’usanza al terzo incontro» Non fece caso al lampo negli occhi chiari del Drago. «in che anno siamo? uh» corrugò le sopracciglia, l’attenzione rivolta nuovamente all’uomo sbiadito ai suoi piedi. Cosa faceva, cercava di alzarsi?

    Non avrebbe dovuto andare così. Avrebbero dovuto essere alleati. Avrebbe dovuto danzare in quella pioggia di sangue, Abbadon, ed accompagnarlo verso la conquista del potere millantato e promesso. Avrebbe dovuto eliminarli tutti, i superstiti – distruggerli con un respiro. Avrebbe dovuto riconoscerlo come pari.
    Non accettava sconfitta. Non accettava un comportamento simile neanche da Abbadon, nei propri confronti – non più.
    Non s’era presentato sprovveduto, il Drago: conosceva-

    «ti ordino di obbedirmi, abbadon quinto fondatore» Lui – che? «in nome dell’incanto vincolante crumeo, ti obbligo -» Alzò un indice, e subito l’uomo tacque.
    Mh.
    «ma -»
    Mmmh.
    «quell’incantesimo -»
    Morse il labbro inferiore fra i denti, chinandosi per essere alla stessa altezza dell’uomo. Non ebbe bisogno d’aggiungere altro, nell’assorbire tutto quel di cui aveva bisogno dalla sua mente: «credevi che – HA!» Aveva davvero usato su di lui – lui! Che all’invenzione di quell’incantesimo, c’era stato! - un’antica magia di Legame fra Maghi? U qui pro quo di sopravvivenza; tregue erano state stipulate fra regni rivali, fra Godric e Salazar, con quella roba lì: mors tua mors mea eccetera, eccetera.
    Però, insomma: «io non sono un mago» Sorrise.
    Continuò a sorridere anche quando spezzò il collo di Dragomir Vasilov, l’uomo che per anni - per tutta la vita - aveva tenuto in mano le redini di quel Regime.
    Uno dei Tre.
    Nessuno fra Nessuno, per l’ancora sorridente Abbadon, nell’udire il tonfo umido dell’uomo sul pavimento in pietra della Sala.
    E gli horcrux?
    E la magia difensiva?
    È morto davvero?
    Si diceva fosse immortal-

    «sì, andato, kaput rispose agli interrogativi battendo le mani fra loro una volta, allegri occhi neri alzati sulla folla.
    Così – è andato?
    «così – è andato» confermò, colpendo con un calcio il viso dell’uomo.
    Pausa.
    Labbra sporte all’infuori.
    Dita intrecciate dietro la schiena.
    «duemiladiciannove, uh?» o almeno, così gli avevano suggerito i ricordi del Drago; fischiò fra i denti, testa piegata all’indietro. «tosca, mi fidavo di te» più o meno – e con il senno di poi, del tutto lecito il meno. «BASTA – meooo deooooo» stizzito, schioccò le dita facendo sparire i cadaveri, sperando che quello bastasse a frenare il piagnisteo: ai suoi tempi i guerrieri mica piangevano.
    Era già stressato. «toh, problema risolto: voilà» sorrise alla stanza priva di morti, sinceramente convinto che tanto sarebbe bastato dal farli smettere di frignare.
    Non bastò.
    Un altro schiocco di dita, ed erano tutti immobili. Vigili, ma immobili.
    Vulnerabili – oh, così vulnerabili! «chi è il capo da queste parti?» come, nessuno parlava? Nessuno si faceva avanti?
    Ah, già: li aveva silenziati. «mh, ho visto te, e - te» indicò con l’indice due individui nella folla, trovando estremamente difficili riconoscere gli uni dagli altri (tanto che sbagliò, un paio di volte, attirando a sé persone a caso che scartò poi con gesti languidi della mano che li spinsero a tornare al loro posto). Osservò quello che (pensava fosse?) il Vicepreside, abbassando poi lo sguardo sul giovane Capo del Consiglio.
    Mh.
    «ma anzi – sapete che c’è?» poggiò le braccia attorno alle loro spalle, costretti a rimanere immobili, stringendoli in un semi abbraccio contro di sé. «non mi piacciono le persone tristi. ne riparliamo un altro giorno, sah» liquidò anche loro, un «ho bisogno di aggiornamenti, mi sono perso qualche anno» bisbigliato in una risata stridula e stranamente calda. «magari ad una festa? ne fate ancora, nel vostro secolo?» portò entrambe le mani al viso, occhi spalancati. «adoro, le feste» Sospirò, il capo reclinato verso un cielo plumbeo ed indifferente.
    L’inizio della fine.
    La fine di un inizio.
    Una nuova antica era.
    Il Lago Nero era ancora tinto di cremisi; il sangue ancora sporcava pelle e cuore, per chi ancora ne possedeva uno in grado di battere – quello stesso sangue che l’aveva riportato alla vita, ed aveva sigillato il portale, ed aveva vincolato le anime degli Ospiti ad un secolo che non gli apparteneva, ma che oramai era loro di diritto: nel male o nel peggio, non si tornava indietro.
    Quello era un viaggio di sola andata.
    «com’è che si dice, dalle vostre parti?»
    Umettò le labbra, un sorriso sornione sulle labbra.

    Vi guarda.
    Vi rende liberi di piangere, se volete.
    Di andarvene, se potete.
    Con voi, ha finito.
    «ci si becca»
    Per ora.



    Tempo scaduto, Viaggiatori; tempo scaduto, Stranieri.
    Tempo scaduto, Soccorritori.
    Tic-
    tac
    .

    Barbie (18 ps): -2 ps (16 ps)
    Floyd (12 ps): -13 ps
    Dakota (11 ps): -8 ps (3 ps)
    Jason (53 ps): -58 ps
    Darden (17 ps): -8 ps (9 ps)
    Barrow (36 ps): -39 ps
    Amalie (24 ps): -2 ps (22 ps)
    Swing (19 ps): -20 ps
    Agape (22 ps): -21 ps (1 ps)
    Will F (14 ps): -13 ps (1 ps)
    Gwen (18 ps): -1 ps (17 ps)
    Wath (14 ps): -3 ps (11 ps)
    Morgan (6 ps): -5 ps (1 ps)
    Rhapsody (21 ps): -27 ps
    Will II (24 ps): -23 ps (1 ps)
    Benjamin (4 ps): -1 ps (3 ps)
    Yoann (13 ps): -11 ps (2 ps)
    Arci (13 ps): -1 ps (12 ps)
    Mrs Yellow (1 ps): -5 ps
    Bucky (47 ps): -3 ps (42 ps)
    Melvin (20 ps): -18 ps (2 ps)
    Aidan (14 ps): -5 ps (9 ps)
    Jess (2ps): -7 ps
    Erin (27 ps): -28 ps

    Nicky (26 ps): -7 ps (19 ps)
    Chouko (19 ps): -11 ps (8 ps)
    Behan (36 ps): -13 ps (23 ps)
    Richard (22 ps): -25 ps
    Mitchell (26 ps): -4 ps (22 ps)
    Niamh (20 ps): -15 ps (5 ps)
    Sylvester (36 ps): -20 ps (16 ps)
    Marcus (27 ps): -30 ps
    Nicole (20 ps): -2 ps (18 ps)
    Jeremy (19 ps): -2 ps (16 ps)
    Stiles (14 ps): -14 ps

    Jayson (60 ps): -59 ps (1 ps)
    Delilah (49 ps): -44 ps (5 ps)
    Cest (44 ps): -9 ps (35 ps)
    CJ (90 ps): -62 ps (28 ps)
    Sandy (68 ps): -48 ps (20 ps)
    Sersha (80 ps): -30 ps (50 ps)
    Joey (63 ps): -23 ps (40 ps)
    Ellis (59 ps): -27 ps (32 ps)
    Asher (80 ps): -36 ps (44 ps)
    Lucas (68 ps): -33 ps (35 ps)
    Christ (60 ps): -53 ps (7 ps)
    Neiva (54 ps): -31 ps (23 ps)
    Claudius (50 ps): -61 ps
    Dustin (50 ps): -21 ps (29 ps)
    Mads (66 ps): -39 ps (27 ps)
    Mac (60 ps): -43 ps (17 ps)
    Harper (57 ps): -22 ps (35 ps)
    Cam (81 ps): -48 ps (33 ps)
    Yelena (60 ps): -60 ps
    Jean Jerome (47 ps): -22 ps (25 ps)
    Bohemian (52 ps): -70 ps
    Silas (50 ps): -32 (18 ps)
    Egon (49 ps): -39 ps (10 ps)
    James (43 ps): -62 ps
    Manon (50 ps): -54 ps
    Gamal (60 ps): -21 ps (39 ps)
    Callie (59 ps): -76 ps
    Virgil (46 ps): -35 ps (11 ps)
    Laurent (67 ps): -59 ps (8 ps)
    Tokyo (47 ps): -65 ps
    Shot H (41 ps): -33 ps (8 ps)
    Jamie (29 ps): -20 ps (9 ps)
    Will B (88 ps): -47 ps (41 ps)
    Shot D (82 ps): -82 ps
    Murphy (75 ps): -47 ps (28 ps)
    Akelei (72 ps): -69 ps (3 ps)
    Ken (62 ps): -61 ps (1 ps)

    Shiloh (50 ps): -4 ps (46 ps)
    Simon (20 ps): -18 ps (2 ps)
    Mehan (65 ps): -56 ps (9 ps)
    Halley (49 ps): -18 ps (31 ps)
    Jekyll (63 ps): -20 ps (43 ps)
    Edward (63 ps): -29 ps (34 ps)
    Hyde (59 ps): -1 ps (58 ps)
    Godric (40 ps): -9 ps (31 ps)
    Chelsey (48 ps): -31 ps (17 ps)
    Jericho (79 ps): -51 ps (28 ps)
    Nathaniel (41 ps): -40 ps (1 ps)
    Willow (65 ps): -53 ps (12 ps)
    Scott (60 ps): -33 ps (28 ps)
    Heather (65 ps): -68 ps
    Charles (41 ps): -30 ps (11 ps)
    Connor (60 ps): -49 ps (11 ps)
    Dante (50 ps): -25 ps (25 ps)
    Kamikaze (32 ps): -40 ps
    Eloide (60 ps): -70 ps
    Theia (45 ps): -2 ps (43 ps)
    Todd (64 ps): -5 ps (59 ps)
    Sinclair (28 ps): -9 ps (19 ps)


    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    Grazie a tutti per aver partecipato alla quest 09 dell'oblivion gdr, don't die on me. Avete tempo fino alle 18:00 del 30.06 per portare avanti le post quest; potete aprirne quante volete, ma solamente quattro di quelle varranno per i pe (specificatelo sotto il primo post in spoiler!). Potrete continuarle anche dopo la scadenza, ma non vi varranno più punti esp. Se vorrete, fino alla data sopracitata potrete anche postare in questa discussione. Ricordo ai Viaggiatori di richiedere l'abilitazione per il gruppo corretto.
    it was a hell of a ride, my friends: welcome home.
     
    .
170 replies since 1/6/2019, 23:30   3702 views
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