don't get upsetti have some spaghetti

joey + swing

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    «Remember this feeling. This is the
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    «mmmhMMMm» Joey arricciò il naso, lo sguardo basso ai piedi. Sapeva quello che il ragazzo di fronte a lui si stava aspettando, quale risposta, ma era davvero... complicato... dargliela... "Dillo. Andiamo, dillo, così ti lascia in pace; non ti costa niente" Seh, come no. A Joey? Gli costava un sacco dover dire quella semplice parolina, ed era stupido negarlo. Non era bravo a pronunciarla (non per maleducazione, più per abitudine), e ci dava più peso di quanto avrebbe voluto. Strinse gli occhi, e il borbottio gli uscì veloce dalle labbra come se questo avesse desiderato scappare e allontanarsi il più possibile dal biondino, un sussurro difficile da afferrare ma abbastanza chiaro: «gracias, floyd»
    Ecco, l'aveva detto, ora poteva andarsene. Contento, Villalobos? A quanto pare sì, perchè con un sorriso Floyd lanciò il mazzo di chiavi al biondino. Finally. Oh, già doveva ringraziarlo gli avesse chiesto le chiavi, e non le avesse rubate come sarebbe stato perfettamente in grado di fare!!!
    Joseph si voltò dando la schiena al panettiere, seguito dalla risata dello stesso ma ignorandola volutamente. Sfuggì appena dalle dita del colombiano che si erano allungate per arruffargli i capelli (ci mancava solo quello) «De nada, chico»
    Sì sì certo, de nada e tanti saluti, per quel giorno avevano parlato anche troppo. Passi rapidi, Joey si fiondò fuori dalla porta (presto, prima che Floyd cambiasse idea e decidesse di abbracciarlo o altro!!!), le chiavi strette in pugno. Non c'era niente di onorevole nella fuga, ma non è che avesse tutto il giorno per stare a ringraziare il ragazzo; la gratitudine si mostra con i fatti (non rubandogli le chiavi, tipo, ma chiedendogliele), non certo con le parole.
    Saettando per le vie della cittadina (bravo com'era lui a ignorare i - pochi - saluti dei passanti; pluffe santissimi, odiava i paesini), Joey si trovò ben presto di fronte alla grande Villa Fay - maestosa e bellissima. Non grande quanto la casa che un giorno sarebbe riuscito a comprarsi, certo, ma ci si avvicinava. Lanciò uno sguardo al cancello chiuso, chiedendosi se chi l'aveva costruito aveva pensato davvero sarebbe bastato a tenere fuori gli intrusi, e senza pensarci due volte iniziò ad arrampicarcisi sopra, scavalcandolo senza troppe difficoltà. Saltato dall'altra parte, continuò il proprio viaggio lungo il piccolo vialetto che portava alla casa. La porta era chiusa, ovviamente, ma allungandosi verso destra vide una serie di finestre. Sapeva che se avesse suonato il campanello o bussato qualcuno gli avrebbe aperto senza problemi, ma forse forza dell'abitudine, forse poca voglia di vedersi alla porta qualcuno che non fosse chi stava cercando, Joey andò verso una delle finestre. Guardò dentro nel salotto lussuoso (o almeno, immaginava dovesse esserlo; a suo dire era solo un po' pacchiano), e non dovette neanche tirare fuori il coltellino svizzero per forzare la chiusura, bastò un po' di sana forza bruta. Chissà come facevano i Bodiotti a sentirsi tanto sicuri da costruire case del genere quando i loro concittadini continuavano a morire in modi inspiegabili (le voci giravano in fretta, quando intere famiglie o coppie di escursionisti o blablabla si facevano trovare cadaveri in casa propria senza segni di effrazioni)... oh beh, non era un problema suo, nè delle Fay che avrebbero sicuro saputo come difendersi da qualsiasi intruso.
    Senza tante cerimonie Joey si calò all'interno della villa, lanciando uno sguardo distaccato al tutto, il naso verso l'alto mentre restava qualche istante incanto sui lampadari; brillanti, enormi, maestosi... chissà quanto avrebbe fatto male riceverla in testa, una bestia del genere. Riabbassò lo sguardo verso la mobilia, prese fra le dita una statuetta di ceramica bianca a forma di gatto, e poi la rimise a posto dove l'aveva trovata; non era lì per rubare.
    Camminando lento e con passo felpato si introdusse più dentro la casa. Non era tanto silenzioso volontariamente, non proprio; non si sentiva un ladro, e non cercava di nascondersi, ma a Joey piaceva passare inosservato e non attirare sguardi su di sè: era parte di lui muoversi di soppiatto e invisibile. Sentendo dei rumori si affacciò verso una delle camere, ma vedendo solo una ragazza e un ragazzo intendi a giocare a scacchi si ritrasse, continuando invece nella propria ricerca non visto da Ernest e Margaret o come si chiamavano (insomma, due dei randagi delle Fay - quelli che gli piacevano meno, se doveva essere onesto; i sorrisi e i gesti pacati - timidi? - di Mac erano molto più familiari e apprezzati).
    Quando trovò finalmente chi stava cercando le labbra di Joey si incurvarono in un sorriso stiracchiato; il biondino non sorrideva esattamente spesso, non senza motivo, ma il ragazzo di schiena si meritò comunque quel trattamento; gli piaceva, ok? Il Moonarie trovava la sua compagnia... rilassante; non divertente, non eccitante, non freaks, ma comunque piacevole. E dire che l'aveva odiato, quando ancora andava a hogwarts «ho le chiavi della panetteria»
    Probabilmente aveva terrorizzato Sehyung, apparendogli alle spalle senza fare rumore e iniziando un discorso senza convenevoli (un'inutile perdita di tempo) ma vabbè, il kinese lo conosceva da abbastanza tempo (da quant'è che erano a Bodie?) per sapere che Joey era fatto così; prima non c'era e poi era lì, a mostrarti un mazzo di chiavi. «vieni?» così, senza spiegazioni, senza chiedergli se, tipo, stesse lavorando (ma poi, Swing ci lavorava davvero a villa fay, oppure faceva finta??? Joey non era certo che venisse pagato da Run e Darden, ma c'è da dire che stava bene vestito da damerino). «c'è già lì tutto quello che serve per fare i noodletti» noodle + spaghetti; dovevano pur trovare un nome ship che racchiudesse entrambi, no? Pasta lunga era troppo triste persino per Joey.
    Ok, l'affetto di Joey per il Park era dettato principalmente dall'amore in comune che avevano per la pasta- e allora? Nessuna regola diceva che non potesse diventare amico di qualcuno per un motivo del genere; quando parlavano di noodletti davanti gli perdonava pure il non conoscere la top 10 delle migliori squadre di quidditch degli ultimi cento anni.
    Senza contare che col tempo aveva scoperto Swing fosse... carino? Carino come un cucciolo, ecco, e tutti amano i cuccioli. Persino i Joey di questo mondo.
    eat me like one of your italian spaghetti -----------
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    Tutta quella scena aveva del tragicomico, una barzelletta epica finita male: perché un kinese ed un pelato escono da una stalla ed incontrano un vecchio? Uno perché cercava il dentista Tekura Nakarya e l’altro perché aveva bisogno di pomodori pelati coltivati con amore. (ale ha iniziato a scrivere questo all’una di notte? sì, lo sta facendo)
    «pensavo che con “sopravvivere” e “avventura” volessi intendere questo, MI SONO – come si dice in inglese? FATTO PRENDERE DAL CAVOLO??? PANICO??? MAGICO??? – NON SAPEVO CHE ALTRO FARE DI AVVENTUROSO E SPERICOLATO. »
    «park, merda. Allora, la fottuta bocca deve rimanere fottutamente chiusa, così sprechi ossigeno. Corri.»
    L’immaginazione di Swing era stata delle più fervide sin da quando era riuscito a tenere tra le mani le bacchette per mangiare i noodolini da solo; quando era in Corea aveva pensato spesso a come sarebbe stata la sua quotidianità una volta arrivato ad Hogwarts, tra thè delle cinque con una copia di cera magica della regina Elisabetta che avrebbe allietato i suoi pomeriggi con storie del passato e partite a cricket, così come si era fatto una ragione nell’essere rimasto bloccato nel far west – ed anche lì Swing aveva spremuto le sue meningi per immaginare una possibile vita lì, magari come la principessa di quel regno fatto di barbabietole e chissà, magari avrebbe visto arrivare dall’orizzonte un principe che lo avrebbe portato via sopra un cavallo con una bandana rossa a pois bianchi (perché proprio rossa e pois? eh, non solo Swing sosteneva di avere una grande immaginazione, ma anche una particolare attenzione per i dettagli – dopotutto sognare era gratis !!! ). Mai, nemmeno nella sua testolina bruciata per i troppi prodotti per i capelli, avrebbe potuto pensare di vivere una situazione del genere: scappare da un anziano che gli lanciava pietre dopo avergli preso in prestito il bastone da passeggio.
    Okay, era stato Park Swing stesso a chiedere al tassorosso di insegnargli ad essere un po’ più come lui – cosa intendesse non lo sapeva nemmeno il coreano, in realtà – e la risposta affermativa da parte del minore lo aveva così emozionato da…beh, avete capito com’è andata a finire; Swing non ne andava fiero, ma comunque avrebbe avuto un bastone d’epoca da esporre in camera sua come simbolo della sua nuova amicizia con CJ!!!!
    «okay, uhm, dividiamoci allora!» lanciò uno sguardo al knowles, abbassandosi nel momento giusto, quando il vecchio signore ormai privo di sassi da lanciare, si tolse la dentiera dalla bocca per provare il tiro al kinese.
    Non sarebbe stato il massimo sfrecciare in quel modo tra le stradine di Bodie, sia per i capelli che in quel momento cambiarono colore come una palla da discoteca e rischiando di farlo finire al rogo per stregoneria, ma soprattutto per i vestiti da maggiordomo fin troppo stretti e puliti da far sembrare il coreano una bambola di porcellana; e forse lo stava anche diventando. Ormai tutto il movimento che faceva a villa Fay era pulire i soprammobili tutto il giorno, o al massimo correre per chiamare Run quando un verme da barbabietola strisciava sul tappeto – e figuriamoci se avesse potuto fare del mare a quel povero esserino.
    «Fornafe fui, difraffiati! Non ho fombaffufo in fietnam fer fueffo!»

    Fortunatamente riuscì ad arrivare alla villa sano e salvo, Swing, nonostante il fiatone fosse pesante e il caldo della California battesse sulla sua pelle color latte – decorandogliela con perline di sudore. Aprì la porta principale con il tatto di un contadino e dopo essersi accertato che nessuno lo stesse seguendo (alla fine il vecchio signore era praticamente rimasto al centro della piazza, come avrebbe potuto muoversi da lì?) se la richiuse alle spalle con quello stesso bastone; era perfino intagliato il legno di cui era fatto, le venature sul manico avevano parole al coreano sconosciute (spoiler: era inglese, è solo stupidino) e nemmeno finì di leggerle per paura di invocare lo spirito voodoo delle barbabietole.
    Mettendosi in spalla il suo nuovo compagno di avventure, il maggiordomo seguì quel corridoi a lui familiare in punta di piedi che lo avrebbe portato in camera propria: non che si aspettasse qualcuno lì presente, o se ci fosse stato le conversazione si sarebbero limitate ad un «che prepari per cena?» «sono coreano» «ah okay, humus quindi».
    E proprio quando tentò di nascondere l’arma del delitto sotto al cuscino, una voce che all’inizio non riconobbe lo portò sull’attenti, facendolo voltare e puntandogli quel maledettissimo bastone contro: «난 결백 해!» sono innocente, aveva detto prima che le iridi potessero effettivamente mettere a fuoco la figura del suo compagno di spaghettate: era Joey! «Certo che vengo se ci sono i noodletti!» non aveva capito molto, ma l’amore per la pasta non ha lingua e quindi per il Park fu facile comprendere le intenzioni del biondo, portandolo ad un sospiro di sollievo. Gli si avvicinò, Swing, poco importandogli se dopo avrebbe ricevuto un calcio nei suoi pendenti di giada, portando le braccia a legarsi intorno al suo corpo per un abbraccio prima di porgergli il bastone: «mmmh present-o! regalo per i nudolini!» okay, forse Gemes aveva ragione nel dire che i maggiordomi avevano sempre qualcosa da nascondere, ma il corvonero era un ragazzo dal cuore aperto e sicuramente Joey lo avrebbe usato in modo molto più efficace in caso di attacco da parte della dentiera fantasma. Poi la compagnia del ragazzo non gli avrebbe fatto male, eh, sicuramente era più raccomandabile di un contadino che gli aveva raccontato la storia delle due api o di un gatto ubriaco, quindi era la persona che più poteva considerare sua amica lì.
    Pasta unisce coppie since 1919.
    «però…possiamo, uhm, non passare dalla piazza? Lunga storia…»

    eat me like one of your korean noodle
    swing
    adam akers
    19 y.o.
    deatheater
    1919: adam
    butler


    Lucky strike aprile 2020: Sehyung Park: ruba il bastone da passeggio di un anziano e scappa
     
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