IV lezione di CDCM + (V) Strategia & Scherma

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    mehan tryhard ►►

    «che creatura mostruosa!» dio, già la amava quella bestia di satana. Forse per il pelo scuro a forma di occhiali da sole sul muso, o per l'aria schifata con cui si guardava attorno alla ricerca di outfits da denigrare - e facce da riempire di schiaffi, passatempo molto apprezzato dal cenzotin -, sta di fatto che mehan gli voleva bene. «ha preso tutta l'aria scazzata dai miei meercats.» lo disse con affetto, premendosi entrambe le mani sul petto come una mammina orgogliosa di fronte ai primi passi del figlio. Si ok dai, un po' di merito andava anche a Iden e la sua innamorata lontra, motivo per cui mehan si sforzó di essere gentile battendo con vigore la mano destra sulla schiena del ragazzino, mollato subito dopo sul posto. Va bene essere cordiali e civili, ma per il tryhard era infine giunto il momento di tornare all'ovile, in particolare da nicky; forse nel frattempo lo aveva perdonato, ma rimaneva comunque consigliabile procedere con i piedi di piombo. Cosa che, parlando di mehan tryhard, equivaleva a correre come un dannato verso i losers lanciandosi letteralmente tra le braccia della winston, stringendole le proprie attorno alla vita. Sapeva essere un gran tenerone, nelle occasioni che lo richiedevano davvero. «allora com'è andata? siete diventati madri? i vostri bimbi sono belli come il mio??» impossibile. osservò incuriosito i risultati dei vari incroci, senza mai mollare il fianco di nicky o allontanarsi eccessivamente dal gruppo, tornando sull'attenti quando le gemelle de13 richiamarono la loro attenzione.
    Si era gia sbattuto abbastanza per attirare contro di sé le ire (?) delle professoresse, non voleva anche passare per disattento; e poi doveva ammorbidirle il più possibile prima di chiedere loro il favore del secolo, aka dare a nicky un tortino nonostante per punizione gliel'avessero negato. «Wendy» «Scusate. Di nuovo. sapevate che una semplice piuma può essere usata per aggiungere caratteristiche magiche ad un'arma? peli, unghie, perfino saliva. tutto, pur nella natura innocente, può essere usato per creare armi letali, o scudi impenetrabili» sempre più figo. non era esattamente pro armi, il giovanr grifondoro, ma sapeva bene quanto in certe occasioni queste si rendessero necessarie, questione di vita o di morte. Nel vero senso della parola. «Non per ferirlo o uccidere l'ibrido, eh. Vi prego non create trappole mortali per queste creature. Sono così belle» ecco, appunto. Annuì, il tryhard, quando la prof wendy parve leggergli nel pensiero, portando le mani congiunte a sfiorare il mento. Preferiva di gran lunga gli animali alle persone, e se l'arma in questione poteva essere usata anche contro un nemico che non fosse su quattro zampe, allora avrebbe spinto il compagno di squadra per crearne una di questo tipo.
    Qualcosa che fosse utile in battaglia, se proprio dovevano prepararsi alla famosa guerra di cui si era parlato - molto a grandi linee - alla riunione segreta dell'esercito di amalie. «kaufman me lo immagino un po' piromane, chissà se posso proporgli un'arma--» «Wendy non stai dimenticando qualcosa?»
    «ah si vero. Cambiamo le coppie. Siete contenti? e vi assegniamo i diversi ibridi che avete visto oggi. se non conoscete la creatura in questione, potete chiedere la relazione appena scritta ai compagni che l'hanno avuto in esame»
    ma dai! proprio adesso che cominciava a considerare Iden un amiko. Corrugó la fronte quando la gemella bionda si mise niovamente ad estrarre i nomi degli studenti per accoppiarli - mlmlml - in vista della seconda parte di lezione, un borbottio contrariato a scivolargli fra le labbra sottili. Che si interruppe bruscamente sostituito da un sorriso raggiante quando il suo nome venne associato a quello di behan, come natura voleva (?). I gemelli tryhard, di nuovo insieme!
    «bro?»
    «what bro?»
    «tell the whole world that we're bros»
    «*whispering* we're bros»
    «why you'd whisper bro?»
    «'cause you're my whole world bro»
    «bro»
    Lasciò al fratello l'ingrato compito di mettere nero su bianco il loro progetto, avendo già dimostrato al corso d'arte quanto fosse negato nel rappresentare attraverso disegni qualunque soggetto, per non parlare delle difficoltà riscontrate solitamente dai professori nel tradurre la sua calligrafia composta da lettere tutte uguali tra loro. «allora, senti. stando a quanto dice hazel il moonfeels può usare la saliva per calmare i propri nemici, giusto?» un po' ew, ma anche FIGO!. sai che bello sarebbe stato se nelle scuole babbane gli studenti avessero potuto sfruttare quell'elemento per impastrugnare le palline di carta prima di sputarle sulla testa dei compagni attraverso il corpo cavo di una bic? Tutto un altro mondo. «magari la nostra arma potrebbe essere più una.. difesa, che un attacco. Qualcosa da usare solo in caso di aggressione.» si capiva? vabbe ma certo che beh avrebbe capito, erano gemelli mica per ridere. Avevano condiviso lo stesso fucking utero per otto mesi - uno in meno, si, erano pure ansiosi di venire al mondo -, e passato i primi anni della loro vita fianco a fianco senza mollarsi mai un secondo, al punto da provare emozioni similari anche quando non si trovavano fisicamente nella stessa situazione. Concordare su un'idea senza bisogno di spiegarla nei dettagli era una bazzecola.
    Girò su se stesso tenendo le dita prenute sulle tempie, mentre behan annuiva e stringeva convulsamente la piuma, già pronto a tracciare linee precise sul foglio di pergamena in dotazione «una freccia? meh. magari un dardo, non so. non mi convincO» da solo. si piazzò con il viso a dieci centimetri da quello di behan, cercando in silenzio - ma con una certa insistenza - la sua collaborazione, incapace di trattenere un «ma hai chiesto a maple di uscire?» a tradimento.
    Avere un fratello é davvero bellissimo ♡

    meh | 16 yo | baby boy
    gryffindor | VI
    he was looking kind of dumb with his finger and his thumb
    In the shape of an "L" on his forehead
    hello from the other side of the finestrino


    Tipo di Arma: un set di cinque coltelli da lancio

    Elemento dell'ibrido: una goccia di saliva per ciascun coltello. la saliva dei moonfeels è famosa per le sue proprietà /calmanti/

    Caratteristiche: la lama, affilatissima, somiglia alla punta di una lancia di lunghezza variabili per soddisfare le richieste del cliente, ma mai comunque superiore ai diciotto cm (chissà come si calcola con il sistema metrico inglese, nel dubbio whocares); l'impugnatura, corta ma resistente, è fabbricata con un materiale antiscivolo che rende praticamente impossibile perdere la presa sull'arma.

    funzionamento: innanzitutto, bisogna sottolineare che questi coltelli sono stati ideati come arma da difesa nel caso di eventuali aggressioni, e non con lo scopo di uccidere. la lama forgiata grazie alla saliva del moonfeels, infatti, sembra quasi essere in grado di riconoscere lo stato d'animo dell'obiettivo, proprio come la creatura dalla quale deriva. Attraverso un delicato equilibrio chimico, l'arma individua la componente aggressiva (?) del nemico e colpisce quest'ultimo paralizzandolo momentaneamente, dando modo di scappare. Nel caso vengano utilizzati contro un innocente (????), i coltellini devieranno da soli la traiettoria, colpendo la persona in questione con l'impugnatura anziché la lama, e rimanendo attaccati al corpo di quest'ultimo. attenzione, perché da quel momento la persona attaccata impunemente potrà utilizzarli contro di voi #wat
     
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    Gideon McPherson | 16 y.o. [sheet]
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    ONCE: GIDEON ROSIER
    20/09/18 H 10.00

    Sapeva bene quanto sua sorella fosse capace di metterlo in imbarazzo, tanto da fargli desiderare, delle volte, di non essere nemmeno nato. Aveva solo otto anni mentre, con la tenacia che la contraddistingueva da sempre, gli aveva tirato la manica della felpa per attirare la sua attenzione, mentre si trovavano in fila alla cassa del supermercato.
    « Gid! Gid! Abbassati, devo chiederti una cosa. »
    E lui, non curante, aveva continuato a mantenere la calma, mentre le rispondeva.
    « Hazzie, non si dicono le cose all’orecchio, è maleducazione. »
    « Ma...è importante! Devo chiedertelo! »
    « Non all’orecchio. »
    « Okay…» e non contenta aveva continuato, con un tono di voce piuttosto udibile per chiunque fosse nei paraggi. « PERCHE’ QUELLA SIGNORA HA I BAFFI? »
    Un esempio delle tante figuracce che Hazel gli aveva fatto fare nel corso della sua breve ma intensa vita. Con Hunter era solo l’ennesima, una briciola di quello che prevedeva sarebbe stato un seguito numeroso. E Gideon ci era abituato, non sentiva più niente. #cit.

    [...]

    Comunque, era giunto il momento.
    Dopo aver terminato di stilare la relazione sull’ibrido - che sperava vivamente non vedesse mai la luce, perché sarebbe stato una mezza tragedia per l’umanità - si era diretto da sua sorella, affiancata dall’asiatico con il quale era stata accoppiata. Non si soffermò in particolare su di lei, quanto sul tassorosso. Lo guardò con sguardo misto di comprensione e scuse, sentiva di dovergliele. « Se non sai come spegnerla, chiamami. » Indicò sua sorella con un pollice. « Ci penso io ». Insomma, sapeva quanto Hazel potesse essere petulante, e se lui ci era abituato, un estraneo forse non avrebbe saputo apprezzare al meglio il suo essere. Allungò la mano verso il ragazzo per stringerla. « Gideon, piacere ». E ora veniamo alla parte importante, quella per la quale si era avvicinato, la molestia vera e propria, quella che tradiva il suo sangue. « Ma Self Service è il tuo vero nome?!?!?!?! » Domandò, mal celando l’estrema curiosità che gli stava manovrando la vita in quei frangenti. « Cioè...voglio dire, da dove deriva? Ha un significato particolare a parte quello conosciuto? O è un soprannome? Mi affascini. » Glielo sbattè in faccia, chiaro e tondo. E non per dare altro materiale da ship a sua sorella, ma perché era vero, aveva un fetish per i nomi e per le loro origini, per come venivano pronunciati al contrario: Self Service, Fles Ecivres. Aveva varie teorie in merito alla natura di quel nome - alcune delle quali erano vietate ai minori di diciotto (!!!) – ma avrebbe voluto sapere dal ragazzo quale fosse vera, sempre che ce ne fosse una. « E Take Away è tuo fratello? » Sì. Sì. Doveva sapere. Aveva in comune con sua sorella molto più di quanto fosse disposto ad ammettere, e forse, anche lui era da spegnere.

    Venne accoppiato con Perses Sinclair. E...non sapeva sinceramente cosa provare in merito. Da una parte avrebbe preferito rimanere in coppia con Hunter, con cui condivideva anche il dormitorio e sentiva di aver acquisito una certa confidenza, con il serpeverde non si sentiva a proprio agio, aveva uno sguardo così freddo da ferirlo e, detto molto in breve, aveva dimostrato di essere uno stronzo, e poi...era sempre così serio! D’altra parte avrebbe potuto prenderla come una sfida personale, quella di farlo sciogliere un po’.
    Si avvicinò a lui quando le professoresse divisero nuovamente le coppie. Lo guardò in profondo silenzio, con espressione che però parlava da sé e diceva: spero tu sappia usare il tuo cervello meglio di come probabilmente sai usare il tuo lungo serpente. Ma EHI, chi era lui per poter sapere come Perses utilizzava il suo coso? Nessuno. Solo una persona molto amareggiata per come era stata trattata meno di ventiquattro ore prima. « Non hai portato il tuo ghiro, vero? Non vorrei mangiasse anche questo compito. Rischierei di pensare ad un complotto. » Scherzò manontroppo as usual. Lo squadrò dalla testa ai piedi, sperando di non veder spuntare peli animali da qualche zona del corpo, sarebbe stato anche un po’ creepy. Quando si fu assicurato dell’assenza del roditore, allungò la mano verso il ragazzo.
    « Sono Gideon, facciamo pace? » Decisamente troppo gentile da parte del McPherson, ma voleva evitare di passare un’altra giornata con il pensiero di quel ragazzo lì, fermo come un conto in sospeso.
    Una volta terminati i convenevoli, si sarebbero dedicati all'arma.


    IBRIDO: Pole Neboleuri. (Gideon + Perses)

    Tipo di arma: Hula Hoop Constrictor
    Elemento dell'ibrido: Peli di coda di Pole Neboleuri.
    Caratteristiche: L'arma in questione, inizialmente, ha l'aspetto di un normalissimo bottone bianco e dalla superficie vellutata, dall'apparenza talmente innocua e banale che nessuno immaginerebbe le sue reali funzioni: una volta entrato in azione, il bottone si allarga fino a diventare un vero e proprio hula hoop bianco e peloso le cui dimensioni di diametro corrispondono ai 90 cm circa, fino ad arrivare a dimensioni estremamente ridotte in base alle fattezze del soggetto da intrappolare.
    Funzionamento: Lanciato su una creatura in movimento, il bottone si allarga e la parte centrale svanisce, diventando del tutto simile ad un anello, esattamente come un hula hoop. L'anello ruota intorno alla creatura, seguendola se questa si sposta e rimpicciolendosi sul suo corpo a seconda dei suoi movimenti - ancora meglio se la creatura si muove parecchio o, addirittura, balla. Se la creatura verso cui viene lanciato non rimane ferma, il cerchio farà in modo di rimpicciolirsi intorno ad essa, con la stessa velocità con cui essa si muove. Ad ogni mossa diviene più stretto, fino a bloccarla completamente ed impedirgli ulteriori spostamenti.


    Edited by s t i t c h e s - 7/10/2018, 01:11
     
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    Se c’era una cosa che aveva imparato, era che Charles Dumont era quasi più calmo e sensato sotto effetto di droga che nel suo stato normale. Qualche rimasuglio della drogah di quella bestiaccia maledetta c’era ancora, ma di certo adesso non si mettevano più a sghignazzare a caso e parlare dei propri serpenti. Gli sembrava di avere a che fare con una draghessa mestruata(?). Che giornata da dimenticare.
    «tra il canto soporifero e gli artigli che secernono sostanze narcotiche e/o inchiostro all'evenienza, gli Snornox sono praticamente delle bestie di satana.»
    Cosa? Pers smise di scrivere sulla pergamena e alzò la testa, sentendo l’esasperato farsi strada in lui. «È eccessivo. Sì che è eccessivo. Ecco,» sospirò infine quando l’altro gli diede ragione e… «Bestioline multitasking…?» Oh beh. Strinse le labbra in una linea sottile, stizzito, e riprese a scrivere la relazione tentando di ignorare tutte le parole e le frasi che Charles gli aveva fatto cancellare con una riga a causa di tutte le volte in cui aveva cambiato idea. Batté ripetutamente il tallone per terra in un gesto nervoso e rimuginò sulla sua incapacità di trovare compagni normali – non che Dumont gli avesse dato più fastidio della media, e quello era già un piccolo traguardo –. Perses non era tagliato per i lavori di gruppo: rifletteva bene da solo, seguendo i propri schemi, la propria logica, e se era in coppia con qualcuno non aveva voglia di parlare, di riprendere il compagno e dire “No, io farei così, qui toglierei questo, qua sarebbe meglio fare in questa maniera”. Lo detestava, lo detestava profondamente, ma se accettava di collaborare era solo perché puntava sempre a un voto alto che lo facesse sentire soddisfatto di sé, anche se soddisfatto di sé non lo era mai.
    «SICURAMENTE PIU' DI QUELLA DEI PICCIONERO.» Ma perché. Non fece neanche caso all’esclamazione priva di senso di Charles perché quando uno era mestruato era mestruato, nulla da fare, fatta eccezione per un’occhiataccia tra il malevolo e il perplesso, seguita da un altro sospiro. Chinò pacatamente il capo per riprendere a scrivere nella propria grafia elegante, frutto di tante lezioni che i coniugi Sinclair avevano imposto a lui e sua sorella ma, ovviamente, con quella regolarità che iniziava a diventare stressante e metteva a dura prova la sua pazienza, il versetto che il suo concasato fece a Oakes attirò la sua attenzione. Non gli era passata inosservata l’osservazione di Hunter, ma dato che il Corvonero non aveva logicamente possibilità di scalfire qualsiasi orgoglio lui avesse mai potuto avere sulla questione – a dirla tutta un orgoglio un po’ assente –, non si era sentito tirato in causa oppure offeso, scegliendo di considerarla come una semplice riflessione fatta a voce alta. Tanto il suo pitone reale non lo batteva nessuno #wat Be’, in sostanza scoprì che Charles era più permaloso di lui. Guardandolo non l’avrebbe mai detto, tuttavia stava avendo l’opportunità di osservarlo e comprendere che si comportava in maniera troppo strana per una persona che non aveva pensieri negativi per la testa. C’erano anche altre persone strane eh, bastava guardarsi attorno, però quello di Dumont sembrava un esaurimento in piena regola, non che gli importasse o si sentisse emotivamente coinvolto: come sempre, si limitava a scrutare e tentare di capire per una mera conoscenza personale di fatti, luoghi e individui.
    Quando il compagno parve cercare conforto in lui povero stolto, Pers alzò le spalle e si passò una mano sulla nuca. Cosa gliene fregava se Mister Piccionero si sentiva offeso? Mica era suo amico. la cattiveria. Si sforzò enormemente per non ucciderlo nel momento stesso in cui si vide mancare la presa sulla relazione e un’orribile riga d’inchiostro lasciò il segno sulla carta. Conta fino a tre. No, fino a cinquanta. Detestava che gli si togliessero le cose di mano, o che qualcuno finisse al posto suo qualunque progetto stessero affrontando. Si impose di rimanere indifferente, Perses, mettendosi ad analizzare le altre coppie di studenti, anche se era piuttosto noioso come passatempo. Era arrivato al secondo quarantacinque, quando l’ennesima affermazione di Charles ebbe l’effetto di fargli andare la saliva di traverso dal nervoso; tossì per i cinque secondi rimasti – se non altro aveva rispettato il lasso di tempo da stare in silenzio – e prese fiato a pieni polmoni.
    Punto esclamativo? Punto esclamativo?! In una relazione non si mette mai il punto esclamativo!
    Il biondo avrebbe voluto rispondere in quel modo, invece si morse la lingua e forzò un sorriso con tremenda fatica, apparendo tanto uno di quei meme che si vedevano sui social. tratto da uno sticker vero. «Ah, bene.» Per non dire altro. Lo accompagnò nel brevissimo tragitto per andare a consegnare la relazione alle professoresse, di sicuro non per fargli compagnia ma per assicurarsi che a quel francesino non venisse la brillante idea di strappare la pergamena in preda a una delle sue crisi isteriche e dovessero rifare tutto dall’inizio.
    In seguito alle nuove indicazioni delle De Thirtheenth e la rivelazione SHOCK degli ibridi già esistenti, Pers si chiese dove volessero arrivare e lo scoprì mano a mano che le sorelle si occupavano di illustrare il loro compito da svolgere. Sembrava sicuramente più semplice di catturare uno Snorton, no? L’unica pecca, che per lui tanto pecca non era, era che avrebbero dovuto cambiare compagno e Perses si sarebbe dovuto adeguare a un altro metodo di lavoro. La manifestazione di… dispiacere? di Charles gli fece pensare che doveva davvero aver avuto dei compagni di lezione pessimi per voler continuare quella stramba collaborazione. Lo guardò, non capendo la sua disperazione, ciononostante non facendo commenti.
    E finì in coppia con Gideon McPherson. Fissò per un attimo il vuoto, domandandosi se in fondo gli importasse. Insomma, sapeva di essere stato particolarmente ignorante quella mattina in biblioteca e di aver ottenuto l’ovvio effetto di farsi odiare, però non è che gli fosse pesato così tanto sulla coscienza da sentirsi disturbato dalla cosa. Era un ragazzo come tutti gli altri, no? Inoltre aveva trovato il suo ghiro, non poteva essere peggio – o meglio, per quanto ne sapeva – di altri. Fu con nonchalance che ignorò l’occhiata di McPherson, avvicinandosi a lui con passo tranquillo, in quella sua freddezza apparentemente schifata. Alla sua battuta lo scrutò, domandandosi se Gideon credesse davvero che lui portasse il suo ghiro alle varie lezioni, soprattutto in un posto pieno di creature pronte a divorarlo in un boccone o se lo facesse per fare scena. Dal suo squadrarlo, gli sembrava proprio di sì.
    «L’ho lasciato in dormitorio a riposare, tranquillo,» asserì. Il Corvonero non pareva aver voglia di mettersi a litigare o riprendere il discorso dell’altra volta e lui si sentì sollevato, perché odiava sprecare fiato per questioni già avvenute e passate.
    «Sono Gideon, facciamo pace?»
    Mh. Okay, questo non se l’aspettava. Era una tattica per fregarlo, o semplicemente volontà di avere una collaborazione pacifica? Si sentiva ancora guardingo, per quel che lo riguardava. Oh, tanto quel tipo non ci teneva veramente e non dava davvero importanza a quella “pace”. E poi, ricordò nuovamente, aveva trovato il suo Sleepy: pur non sorridendo, si concesse un’espressione appena più rilassata. «Pace,» rispose con tono neutro, dedicandosi al Pole Neboleuri. Per lui i convenevoli erano già terminati. Sarebbe stato interessante mettere a punto l’arma e sperava che almeno un Corvonero non si mettesse a parlare di piccioneri senza alcun collegamento logico. Senza offesa per Charles, eh, era una constatazione.



    Perses Sinclair | 16 y.o. | sheet
    Pureblood
    20.09.2018 | H: 10:00 am
    Metamorphomagus


    IBRIDO: Pole Neboleuri (Gideon + Perses)
     
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    Fase uno: completata. Hurrah per Jazz! Un passo più vicina alla tanto agognata libertà. Ora non le restava che finire l'ennesimo compito e poi poteva tornarsene a dormicchiare...giusto? Ma quanto durava quella lezione, poi? Non era sicura di averlo capito bene. Sapeva solo che il prossimo passo era progettare un'arma. E fin qui tutto bene: le armi erano forti da progettare, no? Ecco, non ne era proprio sicura. Ma come si progettava un'arma, poi. Si avvicinò alla sua compagna, osservandola con sguardo curioso "Ok, che facciamo adesso?" non poteva mica essere una sfida così impossibile, no? Insomma, avevano tra le mani una bestiolina modaiola e parecchio stilosa, non c'era assolutamente niente che potesse andare storto. Non troppo almeno! Cominciarono a buttare giù qualche idea, anche se c'è da dire che la giovane Grifondoro cominciava a trovare tutta quella situazione piuttosto ridicola. Come biasimarla? Insomma, per ora non avevano che degli occhiali da sole. Certo, degli occhiali da sole parecchio badass ma pur sempre occhiali da sole. Che fossero in grado di far sparire le persone, però, quello le piaceva eccome. Avete anche solo una minima concezione di ciò che ci avrebbe potuto fare? Quanti dispetti, quanti scherzi innocenti -ma esilaranti-, quandi dolciumi avrebbe potuto sottrarre agli studenti che le stavano antipatici e la prendevano in giro. Sarebbe potuta entrare in classe, farsi guardare un pochino, giusto per far capire a tutti che sì, lei era presente, quel giorno Jazzmine Dubois a lezione c'era! E poi sgattaiolare fuori dalla finestra -o dalla porta, che sembrava anche un'opzione più sicura- insomma: le possibilità erano innumerevoli! Jazz ci vedeva del potenziale, eccome se ce ne vedeva "Quanto vorrei averne un paio..." la sua vita si sarebbe trasformata in una vera e propria pacchia. Che disdetta. Magari poteva corrompere qualche professore? Non aveva molto da offrire, ma forse poteva impegnarsi e promettere di fare i compiti assegnati, una volta tanto.
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    mi mancava una gif ma sono troppo stanca per cercarla ora quindi YO beccatevi sta foca provvisoria
    ps la descrizione la posta ari penso?????????????? ari scusa non so cosa devo fare


    Edited by smooth jazz. - 11/10/2018, 16:58
     
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    nicky winston
    «Dovremmo dargli un nome» mani schiacciate sulle guance, Nicky osservava innamorata il cucciolo di scoiattolo deforme dentro il tamagotchi. Era davvero orribilino e storto, ma chi era lei per giudicare??? Era comunque un amore a modo suo (non esisteva, ok, ma se era per quello non esistevano neanche i protagonisti di libri, film, telefilm, nè i personaggi del gdr su cui passava le ore, eppure li amava comunque con tutto il cuore come se fossero figli suoi). «Peccato Satana sia già stato preso» Oh, diciamocelo, quel pole neboleuri era proprio una bestia del demonio - rendeva le persone tristi ballando?? Era un ladro e un infame???? NON AMAVA IL NATALE??? Ma nessuno è perfetto, quindi a Niky andava bene sorvolare sui piccolissimi dettagli del suo aspetto anti aes e la sua indole da villain dei cartoni disney. «Guarda Pizzaboy! Mangia la pasta! Anche lui è nel pastaclub è italiano!!!» Avrebbe dovuto prendere appunti? Sì. Lo fece? Also sì. Per chi l'avete presa?? Era una studentessa diligente!! (ed era già stata sgridata: doveva far vedere che valeva più di quel volo #wat già temeva non avrebbe avuto una valutazione completa alla fine della lezione, quindi doveva puntare al massimo) «Ti dispiace se scrivi tu la relazione ufficiale? Non ho una bella scrittura. Posso dettartela!» Era uno stereotipo che gli italiani scrivessero bene (?)? Sì? Cavoli, questi uomini con una bella calligrafia (Leonardo da Vinci) (Alberto Angela) (Lele) (cos) e la creazione di false aspettative nelle donne!
    Quando lei e Romeo ebbero finito di redigere la relazione su Satana (nessun nome aveva convinto maggiormente Nicky, che eppure ufficialmente aveva deciso di accogliere le idee del corvo per gentilezza) (ma aveva comunque riproposto Belzebù, Lucifero, Lilith, Demonio...), andarono insieme a consegnarla alle professoresse, la ragazza con lo sguardo basso. Chissà, forse Fray e sorella si erano già dimenticate di poco prima, e non l'avrebbero insultata? O forse l'avrebbero fatto? Nicky quasi ebbe un attacco di panico. E SE LA GIORNALISTA AVESSE FATTO UNA BATTUTA INFELICE SULLA WINSTON E LEI AVREBBE DOVUTO FINGERE DI RIDERE CERCANDO UN POSTO APPARTATO DOVE PIANGERE??? Ma alla fine nessuna delle due donne la calcolò più di tanto. Con una mano sul cuore, Nicky sospirò di sollievo.
    «allora com'è andata? siete diventati madri? i vostri bimbi sono belli come il mio??» L'ho già scritto quanto amava i suoi amici? No?? Avrei dovuto, perchè li amava un sacco. Se lo prese tutto, l'abbraccio del Tryhard, nascondendo la faccia nel suo petto qualche istante mentre borbottava un «scusa» (per il suo essere stata così spaccagioie e aver fatto il giro del parco da sola, quando ovviamente sarebbe stato molto più divertente essere con i losers) e continuava poi staccandosi sorridendo con un: «Sat è bellissimo. Un affarino bianco che odia Buble e si ciba di felicità altrui» finse di asciugarsi una lacrima di commozione «Sono così fiera di lui... voi che mi dite?» Hunter aveva lavorato con Gideon, quindi il loro lavoro doveva essere venuto bellissimo, ma guardandolo allegramente Nicky non poteva fare a meno di ripetersi le sue parole, quando si era offerto di entrare nella band... lo aveva fatto per pietà? Per farla sorridere in quel momento e basta? A fine lezione avrebbe dovuto fermarlo per chiedergli se ne era davvero sicuro, se ci teneva, perchè non voleva iniziare quel progetto (di nuovo) e poi restarci male (di nuovo). Voleva mettere su qualcosa di bello, e farlo entro il ritorno (che sarebbe avvenuto .) degli scomparsi di dicembre; ogni tanto si immaginava questa cosa particolare, lei con una chitarra al centro di un palco insieme ad altri senza volto che cantavano e suonavano, e sotto un Aidan Gallagher (per qualche motivo nella propria fantasia adulto) che la guardava sorridente e... fiero. Nicky non aveva idea del perchè questa fantasia fosse così vivida nella propria testa, ma Aidan soddisfatto di lei era qualcosa che a volte la scaldava dentro e che desiderava più di ogni altra cosa. Forse aveva dato il suo viso al proprio sogno di diventare famosa, chissà.
    Riuscì a chiacchierare poco con i Losers («Come conoscete così bene i due americani, i MCPherson? E il ragazzo russo?? So così poco di voi, mi sento pessima!»), perchè MAGIA avevano ricambiato gruppi. Trovava molto infelice che i Tryhard fossero riusciti a finire insieme, e dopo un bacio scoccato sulla guancia di Beh («Niente armi mortali, trattieni Meh. Ricorda perchè Katniss ha scelto Peeta e non Gale alla fine di Mockingjay MI FIDO DI TE») e un finger guns verso Halley (a cui aveva appena fatto in tempo a sussurrare quando erano rimaste per un attimo da sole, i ragazzi distratti dagli animali: «Grazie per prima sul pullman... Fraiday non ce l'ha con te, ma se così fosse farai meglio a farti adorare di nuovo! Senza il tuo stipendio da giornalista, come lo compriamo l'Appartamento Losers per vivere tutti insieme??») si diresse verso la sua nuova compagna.
    «Ok, che facciamo adesso?» «Creiamo la nuova bomba atomica» silencio di suspance «scherzo, ovviamente» ah ah k simpatika (povera Jazz). Voleva solo alleggerire la tensione, c'mon! «Vado a prendere la relazione di Meh sul centozin per capire le sue abilità magiche, torno subito. Tu prepara pergamena e calamaio»
    Sperava in una creatura mortale e badass, qualcosa da cui sarebbe stato facile creare un'arma (difensiva . non voleva ferire malamente nessuno neanche idealmente; le armi le mettevano già i brividi di per sè... avete mai pensato a com'è fatta la punta di una freccia? Progettata a V e non a triangolo pieno per infilarsi e non riuscire a toglierla così com'è entrata se non lacerando ancora di più la carne? nicky ci pensava un sacco e si intristiva da sola per l'umanità)... e invece si trovò la lontra della moda che le aveva raccontato poco prima Meh. «Beh... almeno è carina» Un po' inutile forse in un combattimento ma... bella?? «Forse potremmo creare un foulard da usare come frusta» o forse no. L'idea degli occhiali le piacque, e anche usare il pelo che formava i gucci e scompariva; Nicky non era certa avrebbe mai potuto funzionare o le De13th avrebbero capito che era seria e non scherzava ma EHI, almeno ci avevano provato! (e se fossero stati davvero realizzati non avrebbe avuto paura che potessero uccidere qualche suo amico come Prim con le bombe)
    «Scrivi tu? La mia scrittura fa schifo» si sedette al fianco di Jazz, iniziando a dettare le idee espresse a voce da entrambe poco prima (purtroppo, non potevano fare il set completo di gadget alla Jerry delle totally spies; forse al prossimo giro)
    «Quanto vorrei averne un paio...» ridacchiò «E cosa ci faresti?» Nicky si distrasse a pensare a cosa lei ci avrebbe fatto. Non era tipa da rubare, o fare scherzi, ma avrebbe potuto usarli per qualche azione dell'esercito di amalie, oppure per aiutare Deke... o... ancora... magari... e dico magari... avrebbe potuto usarli per entrare non vista nel dormitorio femminile grifondoro... "stOP!" Arrossì come un peperone immaginandosi la scena e vergognandosi di se stessa, la faccia che scottava e nella testa a girare l'immagine di ragazze mezze nude che non riusciva più a togliersi. "Nicky Winston non ti ho cresciuta così ." (lei forse no, ma gli arcidan sì #ciau) «IO NON LI USEREI PER NIENTE DI IMPURO» cos «Fa caldo qui, non trovi? Dovremmo aprire la f- ah siamo già all'aperto. Eh non esistono più le mezze stagioni!! (???????)»
    2002's | hufflemuffin | VI year
    radio host | deatheater | 2043
    Perhaps I was born with curiosity
    The likes of those of old crows
    And oh, how the piano knows
    something I don't know

    "I grew up on the street. No, not the hood. the Sesame Street.



    nicky + jazz (centozin di behan e iden)

    + TIPO DI ARMA: arma bianca (di tipo difensivo)
    + ELEMENTO DELL'IBRIDO: pelo di Cenzotin - parte scura attorno agli occhi
    + CARATTERISTICHE: paio di grossi occhiali scuri con lenti nere, molto alla moda, magicamente adattabili ad ogni tipo di testa, di ogni dimensione e pressapoco indistruttibili. Il pelo di centozin è tritano e messo nella pastica fusa che formerà la montatura.
    + FUNZIONAMENTO: oltre ad abbinarsi con qualsiasi tipo di capo vestiario, e essere in caso di bisogno un ottimo specchio (per specchiarsi, o riflettere il sole e accecare l'avversario), questi occhiali da sole hanno la capacità una volta indossati di rendere invisibile colui che li mette, facendo scomparire non solo la massa corporea, ma tutto ciò che che il mago sta toccando. Indossando gli occhiali non si diventerà impalpabili, ma si avrà tuttavia un altro utilissimo Dono: il Dono di capire quando qualcuno è vestito male, e avere la possibilità di incenerirgli gli indumenti mentre li ha ancora addosso (provocando ovviamente scottature varie); infatti non solo questi occhiali aumentano il gusto estetico (o il proprio amore a livello quasi psicopatico per la moda), ma gli incantesimi di tipo fuoco hanno un incremento del 10% della potenza solita
     
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    Phoebe ammirò ogni creatura nascere come se fosse la prima volta, cioè in realtà lo era ma sono dettagli ed era davvero contenta di sapere che erano persino reali. Li avrebbe addirittura adottati ma non era il caso di presentarsi a casa da Phobos con un Eros piumato o un Chat. Si mise accanto a Gideon e a Perses ( ho preso due pg a caso,fatemi causa) «Sono belli non è vero?» disse estasiata, aveva voglia di parlare con qualcuno dato che nessuna delle sue meanz c'era e da sola si annoiava; non era amante della solitudine ecco perché gli piaceva fare le lezioni in gruppo, poteva parlare con qualcuno. Ma come se il fato l'avesse ascoltato si ritrovò per la seconda parte da sola. Ma com'era successo? C'erano un sacco di persone in quella lezione che avrebbero ucciso, persino il proprio compagno pur di stare da soli, bastava guardare Take, ma perché farla felice e darle un compagno, anche il più timido come Romeo ( ma lo sarà davvero? Sto inventando shh) e invece era dannatamente sola. « Sul serio? De Thirteenth io non voglio stare da sola » lei non era Todd che aveva l'amico immaginario con cui parlare,lei non era pazza fino a quel punto. Addentò il primo biscotto a disposizione per poi sedersi a terra sbuffando. Con chi avrebbe parlato? Lei non era una stella solitaria, odiava profondamente quando non aveva accanto a sé le sue migliori amiche, era pur sempre una meanz anche se non lo dava mai a vedere; eppure senza di loro non riusciva ad essere la protagonista di quella lezione. («Phoebe te l'ho detto, è l'atteggiamento che conta per essere una vera stella, la protagonista della scena. Devi fare come me.» -«come scusa?Non ascoltavo» -«ecco brava si fa così, ma non con me. Non farlo mai più. » - «cosa?») ci aveva provato davvero Nat ad inacidirla, a farla diventare una vera stronza sul piedistallo, ma la mora non riusciva a essere cattiva come lei, al massimo poteva dire alla De Thirteenth bionda che quella camicetta non era così carina come pensava o peggio poteva far sloggiare un Beh dal compagno per poter stare lei con qualcuno, ma la verità era che preferì fare quella ricerca da sola piuttosto che fare la stella splendente della situazione. Se ci fosse stata Nat, sicuramente non sarebbe mai rimasta da sola a fare quella prova. Sbuffò e guardò il suo ibrido. Lo adorava così tanto, se lo sarebbe messo sulla spalla volentieri cantando insieme qualche canzone coreana, ne conosceva un paio e fu in quel momento che le venne in mente un'arma, che volendo poteva essere anche usata come cassa per la musica al dire il vero, che poi sperava davvero che venisse utilizzata più per questo motivo che per catturare l'Avicmoire, le sarebbe dispiaciuto vederlo in gabbia. Così si distese a terra con la pergamena sotto di lei e prese a disegnare una sfera in vero stile pokemon.
    15 y.o | Gryffondor
    mascotte | love kinesi
    «What the Duck?»
    «Fuck»
    «No, Duck is cute.»
    prova a prendermi

    Tipo di Arma: sfera media grandezza (sta in una mano)
    Elemento dell'ibrido: forfora di Avicmoire per creare la sfera + piuma per la rete
    Caratteristiche: Sfera di plastica senza un colore specifico perchè cambia a seconda di dove viene lanciata, mimetizzandosi con l'ambiente per non insospettire l'animale. Somiglia ad una sfera da discoteca ma ovviamente sta in una mano. Ha un volume di 520cm cubi (su suggerimento di Emanuele). Leggera al peso, nonostante contenga una rete al suo interno. Sta in una custodia tanto che si può portare in giro senza che questa sia ingombrante.
    Funzionamento: La sfera viene cosparsa dalla forfora del pinguino che la rende magica. Se lanciata in un primo momento mimetizzata con l'ambiente diventa una specie di cassa della musica che emette canzoni k-pop per attirare l'animale. Una volta che questo si avvicina la musica si fa più forte, e la sfera inizia a girare su stessa per ipnotizzare l'Adicumoire e fare in modo che tocchi l'oggetto. Una volta che l' Avicmoire arriverà a toccare la sfera, questa si aprirà e una rete, creata dalle piume, che lo cattura. Questa non ha una misura ma s'ingrandisce o diminuisce in base alla grandezza dell'animale ma comunque non supera il mezzo metro.


    Edited by mephobia/ - 8/10/2018, 23:04
     
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  7. professional liar™
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    «E se li creassero? Hai mai visto Jurassic World? Potrebbero venire fuori dei mostri incontrollabili!» Rudy storse il naso scettico, okay si parlava delle gemelle DeThirteenth che cambiavano cattedra ogni due per tre e avevano un intera riproduzione di alcuni dei più noti luoghi magici inglesi ma.... be', in effetti non aveva un valido motivo per credere il contrario, ma sperava che non esistessero davvero dei pappagalli blu che illudono le persone con finte consigli d'amore. C'era un limite a tutto e, probabilmente, c'era anche per ciò che i viaggiatori del 2043 potevano dire sulle loro vite. Rudolph lo aveva evidentemente oltrepassato, tanto da costringere Hunter a intervenire. Aveva conosciuto anche lui in Istituto, crescendoci come con quasi tutti gli altri Custodi. Lo conosceva fin troppo bene e avrebbe dovuto sapere che sarebbe arrivato in soccorso della sorella, sopratutto quando si parlava di quelle cose. «Noi non saremo, non siamo, spettatori passivi. Ci cresceremo e diventeremo le versioni migliori di noi stessi. Siamo qui per proteggerci. Non lasceremo che le nostre vite ci scorrano davanti agli occhi senza essere in grado di fare qualcosa per evolverci ed essere più forti. Costi quel che costi.» ancora una volta Rudy non era convinto dalle parole degli Oakes, ma allo stesso tempo non aveva alcuna ragione o prova per contraddirli, e per la seconda volta quel giorno si limitò ad annuire sommessamente. Se doveva essere sincero ci era rimasto un poco male, non era da Hunter rispondergli in quel modo, ma non poteva fargliene una colpa: se anche lui avesse avuto sua sorella lì con sè non avrebbe esitato a battersi per difenderla, pur sapendo che Joelle sarebbe apparsa molto più tosta di lui. In realtà non poteva saperlo, ma poteva fingere di ricordare ciò che era accaduto nelle foto e negli episodi che Tripp aveva scritto nella lettera al passato-futuro sè stesso. «Comunque preferirei affidarmi ad un sito di incontri piuttosto che ad un Eros Piumato: potrei essere truffato da entrambi, ma almeno il primo non mi porterà mai da gente morta» confessò ad Halley rileggendo un'ultima volto la loro relazione sull'ibrido dalla natura misantropa e ingannevole. Se pensava che quello fosse peggio, certo non era preparato a ciò che avrebbe affrontato assieme a Scott pochi minuti dopo.

    «Ora voi penserete che questi ibridi non esistano, e vi sia possibile ammirarli solo tramite il tamagotchi, ma non è così. non è vero, piccolo?» si sentiva letteralmente preso in giro, da quando chiunque poteva diventare uno scienziato pazzo e incrociare animali? A dirla tutta la cosa non lo tangeva nemmeno troppo, era semplicemente indignato dalla quantità di cose che le gemelle potevano fare e, ovviamente, facevano senza lasciarsi scappare l'opportunità di far rimanere ogni volta i loro studenti a bocca aperta. Quando anche l'Eros Piumato fu portato davanti agli studenti, Rudy lo fissò con astio: era una crratura infida e ingannevole. Se è vero che gli opposti si attraevano, lo Slavinsky e il pennuto erano pressapoco identici e si rimpianse fin troppo di essersi lamentato del piccolo e dolce Spirito Blu. Avrebbe voluto dire che non aveva un buon rapporto con gli uccelli, ma avrebbe mentito spudoratamente [Durmstrang war flashbacks].
    «Ecco fatto. Nuove coppie per un nuovo progetto. Divertitevi» era pronto a tirare un sospiro di sollievo, quando si rese conto che era stato messo in coppia con Scott Chipmunks: non chiedetegli come resistette alla tentazione di non schiaffeggiarsi la faccia in un demoralizzato face-palm. Dover contenere la sua insoddisfazione col sistema scolastico mondo era peggio di qualsiasi altra tortura possibile ed immaginabile, avete mai provato a trattenere uno starnuto o a non roteare gli occhi quando qualcuno dice una cazzata? Povero Scott, non aveva nessuna colpa l'ex Noah, semplicemente il corvonero non aveva alcuna intenzione di continuare le sue indagini sul perchè i gemelli tassi lo tenessero d'occhio come se avesse dovuto esplodere in una nuvola id glitter da un momento all'altro. «prometto di non essere così paranoico come prima» disse non appena fu seduto affianco al tasso per iniziare a progettare il loro compito «ma devi spiegarmi perchè continui a fissarmi, davvero, ci perderò il sonno su 'sta storia» al diavolo l'essere discreti e le sue tattiche da spia, il peggio che poteva succedere era che si rivelassero spie di Vasilov, non potendo comunque fare nulla per far saltare la loro copertura di innocenti studenti. S', per Rudolph quello era un piano geniale, valli a capire gli psicopatici fuggitivi (tale padre tale figlio, aw).
    Rudolph Rudy Slavinsky
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    Scott + Rudy + Aureeka
    -Tipo di Arma: scudo
    -Elemento dell'ibrido: guscio dorato dell'aureeka
    -Caratteristiche: lo scudo ha una forma rettangolare incurvata (come una sezione di cilindro) ed è ricoperto dalle scaglie dorate del guscio dell'aureeka, quando lo scudo viene intaccato perde le scaglie danneggiate, sostituendole immediatamente con delle nuove di zecca
    -Funzionamento: il guscio dell'aureeka oltre alla sua resistenza è caratterizzato dall'abilità di mimetizzarsi, elemento che renderà lo scudo capace di nascondere chiunque dietro di esso senza essere visto quando viene poggiato al suolo. Inoltre, ad ogni colpo subito, lo scudo risponde con un breve suono assordante che stordirà l'avversario, proprio come l'aureeka che urla se gli si offre delle caramelle sottomarca
     
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    I am a loser scientist.
    Sentiva la pelle bruciare lì dove Halley aveva stretto la sua mano. Era durato qualche secondo, sì, eppure non riusciva a mandar giù le parole di Rudolph, a quello che potevano significare. La loro intera esistenza era una roulette russa: un passo falso e BOOM. Addio. Fine.
    Non era difficile pensare a quella che sarebbe potuta essere la loro vita qualora il Ministero avesse scoperto qualcosa riguardante la missione del 2043, che c’erano degli infiltrati in quella realtà. Hunter leggeva il giornali: sapeva degli interrogatori che passavano a setaccio le vite di chi era stato chiamato, degli attentati, degli Ante-Pavor, della politica del pugno di ferro che da quel momento i Mangiamorte avevano adottato. Sarebbero passati per Ribelli, per Traditori, per Sovversivi pur non essendolo, forse.
    Era consapevole del tono che aveva usato nei confronti del Corvonero, eppure non riusciva a chiedergli scusa. Non era in grado di mettere in fila quelle lettere e di provare, quantomeno, a far capire all’amico d’infanzia di essere consapevole di aver usato un tono sbagliato per dire una cosa che riteneva giusta. Sapevano entrambi che non potevano parlare di alcuni argomenti in pubblico e Rudolph, più di tutti, doveva capire che c’erano luoghi più adatti per delle conversazioni simili. Era stato una spia a Durmstrang, per l’amor di Merlino, come diamine aveva fatto a sopravvivere senza essere scoperto! Non si dicono certe cose quando ci potrebbero essere orecchie indiscrete!
    Ecco, ora ancora più agitato di prima. Sentiva il sangue pulsare come non mai nelle vene, la pressione alzarsi, il mal di testa incipiente e, come se non bastasse, la vista offuscarsi. Doveva staccare la mente, tornare (per quanto possibile) con i piedi per terra e darsi uno scopo, un obiettivo da raggiungere nel breve periodo che lo aiutasse a far tornare tutti i valori nella norma.
    Osservò un’ultima volta la sua mano, come se avesse tutte le risposte che stava cercando, prima di voltarsi verso Gideon e sorridergli come se non fosse stato appena schiacciato da una verità troppo amara da sopportare. Si sentiva un po’ psycho quel giorno, completamente fuori la sua orbita. La sua mente vagava impazzita e la sua stabilità emotiva era più assente del filtro cervello-bocca.
    “Oh! Gid! Gid hai sentito?” Domandò tirando la stoffa dei pantaloni del Corvonero, con un’entusiasmo del tutto nuovo e, apparentemente, immotivato. “Quel Serpeverde ha detto che sono intelligente!” Indicò Charles, non percependo minimamente la punta di sarcasmo dell’adepto di Salazar o gli insulti velati, troppo entusiasta per potersene preoccupare. “Io! Intelligente! È il complimento più bello che mi potessero fare! Dici che ora siamo amici-amici? Non quanto i Loser, ma… amici!” Domandò speranzoso, smettendo di importunare gli indumenti del compagno. “Vedi? Anche le Serpi, in fondo, hanno un cuore! È anatomia.” Concluse, concentrandosi sulla boccetta di inchiostro che rischiava di versare sulle sue scarpe e aprì, con cura, la pergamena su cui prendere appunti.
“Mi raccomando McPherson, non dobbiamo lasciarci sfuggire neanche un solo respiro del Cherformium! Gideon, cosa vedono i tuoi occhi di elfo?
    La piuma iniziò a scorrere veloce sulla superficie ruvida, annotando ogni minimo dettaglio della creatura che stavano studiando attraverso quel brevetto del DeZero. Senza ombra di dubbio, si può dire che quello che venne fuori dalle menti dei due Corvonero fu un trattato sulla vita dell’ibrido, ma Hunter era così concentrato sulla voce del ragazzo da trascrivere meccanicamente le parole. Si concentrò su quel timbro basso, quasi musicale. Se si fosse concesso un secondo di tregua, avrebbe potuto immaginare Gideon cantare, soffermandosi su quei suoni che parevano averlo ipnotizzato. Magari, a fine lezione gli avrebbe chiesto se fosse solito intonare delle melodie sotto la doccia e avrebbe aspettato, pazientemente, l’occasione più propizia per ascoltarlo.
    Ok, questo forse sarebbe stato un po’ troppo ma… il fine giustifica i mezzi, no?
    Quando il video finì, ci mise qualche secondo a registrare la realtà attorno a sé, ancora troppo preso dalla relazione, tanto che restò al suo posto a rileggere e correggere i paragrafi che gli sembravano più confusi.
    Non era ancora pronto a dire addio al suo Romnium, ma la professoressa catturò nuovamente la sua attenzione e un campanello d’allarme trillò nella sua mente: Halley.
    Fissò la sorella talmente intensamente da sperare di perforarle il cranio o, almeno, di farla voltare nella sua direzione. Già la immaginava urlare indignata alle due donne che le sperimentazioni sugli animali erano immorali, quanto in quella riserva fossero delle bestie più bestie delle bestie che più bestie non si può, che anche gli animali hanno un’anima e che non meritano di essere strumentalizzati e usati come cavie. La vedeva lanciarsi come un’indemoniata contro lo staff del DeZero pur di liberare ogni ibrido e urlare ogni sorta di indecenze per ristabilire quello che lei riteneva fosse l’ordine naturale delle cose. La sua fantasia si concludeva con Halley schiantata al suolo e portata in una cella di Azkaban, ma questo era un dettaglio secondario, dato che, a volte, si chiedeva come mai la Grifondoro non fosse già stata arrestata svariate volte durante una delle sue battaglie per il bene superiore.
    Tuttavia, quando stava per alzarsi e impedire ad Halley di fare qualsiasi cosa, ricordandole quanto amasse Friday (aveva scoperto di recente come quel nome funzionasse da sedativo per la bionda), restò paralizzato sul posto, incapace quasi anche solo di respirare.
    “Oh no.”
    Si lasciò sfuggire, un soffio leggero, e quasi se ne pentì all’istante.
    Non voleva cambiare compagno, non voleva perdere quell’occasione di inventare qualcosa (anche se di potenzialmente letale) con Gideon, l’opportunità di far lavorare insieme le loro menti affini, di poter confrontarsi con qualcuno con cui si sentiva in sintonia. E, soprattutto, non voleva che a sostituirlo fosse proprio Iden. Tra tutti, proprio lui.
    Indietreggiò istintivamente, cercando qualcosa da fare, tipo leggere la relazione che Halley e Rudolph avevano scritto sull’Eros Piumato, sperando avessero utilizzato i geroglifici egizi e che tutto il tempo a disposizione lo impiegasse a decifrare la grafia a zampa di gallina della sorella. Non era terrorizzato da Kaufman, la sua mente non lo aveva dipinto ancora come un mostro senza anima che si divertiva a staccare a morsi la testa dei suoi compagni di stanza indifesi, ma… beh, non era tranquillo quando lo aveva a distanza troppo ravvicinata. Non dopo l’incidente in dormitorio la prima notte a Hogwarts. Da quel momento, ogni volta che lo incrociava in stanza, in aula o in giro per il castello, provava a dare ascolto a quella vocina interiore che gli diceva, quasi come un mantra: cerca di essere sempre civile con chi non conosci, piccolo.* Ci avrebbe provato a dargli un’altra chance per farsi apprezzare, lo avrebbe fatto davvero, ma era ancora troppo scosso per convincersi che anche il compagno di Casata avesse il suo passato e che doveva solo dargli tempo, che, magari, era solo un ragazzo che aveva bisogno di rassicurazioni o di essere amato. Almeno quel giorno non lo avrebbe mangiato! Il che era davvero un enorme passo avanti e, beh, provò a crederlo sulla parola! Hunter sapeva che piacere a tutti, o andare a genio a chiunque, fosse impossibile, se non anche solo pensarlo utopico, ma ciò non gli impediva di provarci. E se la situazione con Iden fosse peggiorata? Beh, Halley avrebbe avuto sempre tempo per dargliele di santa ragione*. Era a questo che servivano le sorelle, no?
    “Gli Eros Piumati sono degli animali che hanno fiuto per gli affari e per le questioni amorose, porterebbero a termine la missione ovunque, anche in capo al mondo… hanno un ottimo radar, però potrebbero fregare l’acquirente se dovesse stargli antipatico o se non dovesse essere ben pagato per il suo servizio. Un po’ truffaldini ed egoisti… NO! Non ti agitare! Non ce l’avevo con te, tu sei veramente adorabile!” fissò l’ibrido alzando le mani, in segno di resa o scusa. Ci mancava solo iniziasse a beccarlo! “Oh, che carini! Adorano le canzoni tristi e struggenti!” Aggiunse, guardando per la prima volta verso Iden da quando gli si era avvicinato.
    “Potremmo sfruttare questi punti a nostro vantaggio per la creazione dell’arma e il fatto che cambino colore man mano che si avvicinano al loro obiettivo. Le professoresse han detto che la massima priorità è non recare danno agli animali, quindi dovremmo cercare di capire se, oltre al piumaggio, possano avere qualche altro elemento magico che possa esserci utile.”
 Non sapeva dire con certezza se stesse parlando a Kaufman o a se stesso, quindi continuò a sciorinare informazioni e teorie, disegnando schemi, diagrammi, tabelle che potessero essergli utili.
    “Quale arma pensi possa andare meglio per essere classificata di distruzione di massa? Arma da fuoco? Lungo o corto raggio? Meglio lungo, se ha un radar anche di precisione, quindi ci serve una canna lunga… La disegni tu? È mia sorella l’artista, non io…”
    Porse la piuma a Iden abbozzando un sorriso. Se non fosse morto quel giorno, probabilmente avrebbe chiesto alle DeThirteenth se il loro progetto potesse essere brevettato #4science per farsi un piccolo gruzzoletto. Non era una delle sue trovate moralmente etiche per guardagnare qualcosa ma Halley lo avrebbe perdonato, o almeno ci sperava.

    Hunter Oakes | 17 y.o.
    2043: Uran Jackson
    10.09.2001 | 10.06.2017
    Ravenclaw


    Quote di Euge, vedi qui

    IBRIDO: Eros Piumato (Hunter + Iden)

    Tipo di Arma: Strategica (confondere gli avversari per difendersi o attaccare in base alle circostanze)
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    Elemento dell’ibrido:
 Cenere, derivata dalla combustione delle piume, combinata alle lacrime dell'Eros Piumato.
    Caratteristiche: Fucile ad azione singola, di precisione, semi-automatico. Quest’arma è potenziata con un incantesimo silenziante che elimina ogni possibilità di produrre rumore durante l’impiego. Non solo, è stata progettata anche per non essere localizzata, in quanto un sortilegio scudo la rende non rintracciabile. Nel manuale di istruzioni, si consiglia di eseguire nuovamente tali incantesimo ogni 3 mesi, 6 qualora non dovesse essere utilizzata.
Perfetta per le lunghe distanze, è una delle armi preferite dei cecchini che hanno più di un obiettivo; impiegata prevalentemente in combattimenti dove si punta ad ottenere l’effetto sorpresa e il maggior numero di danni con il minimo sforzo.
    Il materiale di questo fucile, cambia colore in base alla precisione dello sniper, più è preciso, più l’arma diventa rossa, e in base alla distanza del bersaglio mobile.
    Dalla canna lunga e con un mirino ottico in grado di riconoscere i propri alleati (vibra leggermente qualora dovessero essere inquadrati), è progettata principalmente per colpire bersagli umani.
    Non adatta alle brevi distanze.
    Funzionamento: Il fucile spara con precisione proiettili che, a contatto col corpo, esplodono sprigionando del gas capace di diffondersi fino a 100 metri dal soggetto colpito. Questo gas ha terribili effetti tanto sulla psiche quanto sul corpo degli sfortunati che ne sono vittima: difatti sfrutta il potere dell'Eros Piumato per mostrare alle vittime illusioni della persona da loro più amata che viene torturata, causando confusione e stordimento, nonché un generale senso di panico - a ciò si aggiungono i terribili effetti che il gas provoca reagendo con la pelle. Le vittime si troveranno impanicate a soffrire fra le atroci sofferenze dovute alle piaghe che il gas apre sulla carne, insieme al fastidioso prurito e al forte odore di sangue che arriva dritto nelle narici rendendo ancora più soffocante l'effetto del gas - che in media dura sui 10 minuti l'illusione, e già per più di un'ora il prurito. Le piaghe possono impiegare diversi giorni prima di rimarginarsi completamente.
     
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  9. big eyes‚
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    iden kaufman
    idk fuck his mind
    Non che ci capisse chissà che lui, di moda o di ibridi – non era ferrato in nessuna delle due materie e non intendeva diventarlo all'improvviso, prendendo la specialistica in enzo miccio. Tuttavia lui per primo poteva avvertire come quell'essere non fosse nulla di... normale, ma anzi, ce l'avesse nello sguardo quel qualcosa di dannatamente diabolico e crudele. Iden lo fissò da dietro lo schermo, vagamente inquietato dall'amore che il tryhard sembrava nutrire nei confronti della bestia di satana. La didi, nel frattempo, aveva ripreso a tormentare gli outfit di qualche suo compagno bene così, l'importante era che non disturbasse lui #yo, segno di come fosse una donna estremamente impegnata, troppo per badare ad un figlio – per niente risentita nei confronti di quella fake!gravidanza imposta, ma più indifferente verso qualunque cosa, a partire da iden stesso «perdonami, dovevo immaginare come fossi troppo indipendente e innamorata del tuo lavoro per pensare ora a mettere su famiglia... tryhard, ora tocca a te» e gli si allontanò, guardandolo leggermente perplesso quando il ragazzo gli diede una pacca sulla spalla, “?? mmm ok ?????” per poi smollargli pergamena e penna, «ci pensi tu sì?, sì, b r v» inutile dire che non era affatto una richiesta, ma -modi a parte- reputava di essere stato veramente un “good boy” col tryhard /specie perché quest'ultimo non era scappato piangendo da lì./
    Ora, l'altra de thirteenth aveva cominciato a parlare per spiegare la seconda parte /o forse terza, boh, aveva vagamente perso il conto/ della lezione – ma iden era decisamente più interessato ad altre attività, come guardare continuamente male il dumont, impegnato a civettare con l'altro. Non che non potesse farlo, sia chiaro; gli dava solo immensamente fastidio che lo facesse , con lui fra le palle – ammettiamo, quanti di voi schiferebbero una coppia appiccicaticcia che divide con voi uno spazio di due metri quadrati facendo rumore di baci salivosi? Ecco, iden era ancora più infastidito dalla vita; a lui creava problemi che i due parlassero e che lo facessero nel largo spazio di una piazza. Per di più a ciò si univano i commenti più fastidiosi persino dai suoi amici e loro non li poteva prendere a pugni come il dumont «idee e e e eee en» chissene se cronologicamente è sbagliato, volevo inserirlo «senti, ma...non ti da fastidio che siano così vicini?» e svanì, probabilmente conscio che di fronte a certe insinuazioni iden non guardava veramente in faccia nessuno – riuscì solo a lanciargli un'occhiata che avrebbe potuto fare più male di un crucio, prima di vederlo letteralmente evaporare al sicuro /da lui./
    Meh., davvero, che diavolo doveva aver fatto di male per averli tutti contro?.
    Li odiava un po' tutti in quel momento.
    Roteò gli occhi quindi /non che potesse fare molto altro/ e ascoltò le parole dell'insegnante, impegnata nello spiegare cosa toccasse loro fare – as usual, lavoro non retribuito #università is that u? «dovrete, a tavolino, progettare un'arma» e u l à ???? potevano davvero chiedere una cosa simile agli studenti?, poi ci pensò un momento, aggrottando le sopracciglia – poteva andare molto peggio, potevano chiedere loro di usarle ihih «non crearla, non siete ingegneri, ma chissà?» già... chissà- «dovete prendere un elemento dell'ibrido che vi assegneremo – e creare un'arma» si faceva davvero un botto interessante!, possibile che le de thirteenth potessero essere... simpy?
    «nuove coppie per un nuovo progetto» ecco, un po' temeva quella parte – sia perché da una parte temeva di finire con gente che conosceva, e che magari avrebbe insistito a punzecchiarlo, meritandosi un pugno sul naso, sia perché non voleva finire con gente che non conosceva così bene. Chiamatelo asociale o quello che più vi aggrada, iden voleva solo tornarsene arrabbiato -come sempre- in dormitorio per bullizzare -come sempre- qualcuno, tipo rommie. Qualcuno a caso, eh. Il dumont non dovette prenderla bene, perché iniziò a lamentarsi come il moccioso fastidioso che sapeva interpretare fin troppo bene «non potete separarcih, è il primo compagno normale che mi capita – il primo che non tenta di uccidermi» lo fulminò con uno sguardo, sapendo di poter incontrare il suo dal momento che la frecciatina della serpe era poco fraintendibile «e ancora mi pento di aver mancato il colpo» che fosse un poco sincero? maybe, alla fine di quella giornata ci erano finiti insieme nella sala delle torture, ma a fine serata erano vivi entrambi. Vivi e vegeti, chi più chi meno. Cercò in ogni caso di ignorare il tutto per concentrarsi sul suo nuovo compagno di squadrah – hunter. Onestamente... sì, lo conosceva, ma no – non rientrava fra quelle persone che conosceva abbastanza da temere frecciatine, quindi ??? ottimo??? non sapeva come vivere il rapporto con gli altri, ma almeno non avrebbe esordito con una qualche frecciatina verso il dumont. Per il suo bene, lo sperava di cuore.
    «yo» hunter non sembrava così /tanto/ a suo agio vicino a lui, ma iden al momento faticava a ricordare il motivo – perché sì, probabilmente c'era, ma aveva avuto poche occasioni di incontrarlo, l'anno era ancora giovane #wat, ed essenzialmente senza precedenti iden avrebbe avuto bisogno di un quaderno per segnarsi quando e come aveva in qualche modo attirato su di sé l'odio /o il timore/ di qualcuno, «tranquillo, che non mangio a quest'ora – è troppo vicino al pranzo» e non voleva rovinarsi il suo pasto con uno spuntino pelle e ossa come lui. Detto ciò, si avvicinò ai due studenti che avevano dato vita all'ibrido con cui avrebbero dovuto lavorare -l'eros piumato- si trattava di rudolph e halley, la sorella del suo compagno «beh questa la prendiamo noi, ok?, ok g r z» e tagliando corto mise un braccio attorno alle spalle di hunter per tirarselo vicino, rubando la pergamena degli altri due per leggerla con l'oakes, premettendo «senti, io di 'ste cose me ne intendo poco niente... ma facciamo una roba figa, di massa tipo, fanculo quelle perbeniste delle prof!!1!» voleva, per una volta, divertirsi un po' a lezione.
    Quindi lasciò le spalle del ragazzo, fissandolo negli occhi con aria /criminale/ interessata.
    Hunter iniziò descrivendogli l'uccello – ma ecco, non era quello ad interessargli, lui voleva il sangue, e aspettava di cuore che cervellone si facesse venire una bella idea. Sì, se una persona parlava di un argomento a lezione per più di cinque secondi, diventava automaticamente cervellone (e anche vittima di bullismo, ma hunter era salvo -al momento- perché, d a i !!!, stavano per progettare un'arma!!) «quale arma pensi possa andare meglio per essere classificata di distruzione di massa? Arma da fuoco? Lungo o corto raggio? Meglio lungo» «lungo lungo» # g h e i i n g e n u i «se ha un radar anche di precisione, quindi ci serve una canna lunga... la disegni tu? È mia sorella l'artista, non io...» solitamente non si sarebbe lasciato dire che fare – ma questo era un caso a sé, e prendendo dalle mani di hunter la penna, ricambiò quell'abbozzo di sorriso con un cenno fortissimo della testa – ignorando di sembrare un babbuino distratto con un giocattolo nuovo. Si lasciò cadere a terra seduto, gambe incrociate e pergamena tirata su una tavola liscia, penna alla mano «canna lunga... radar... OH, possiamo fare che tipo spara roba che fa un bordello allucinante – sangue, puzze, 'ste robe!!!» che si fosse leggermente gasato – tanto da prenderci un po' troppo la mano? S i c u r o.


    17 yo | ravenclaw
    dick head | heart broken
    always said i was a good kid
    always said i had a way with words
    burn me down


    coppia: hunter + iden
    ibrido x arma: eros piumato (relazione nel post di hunter)
     
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  10. selfie col morto
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    Every sixty seconds you spend upset
    is a minute of happiness you'll never get back.
    «Se esiste veramente una creatura del genere la voglio. Nel frattempo sarò il suo papà. Guardalo com'è precious.» Non sapeva neanche lui se stava parlando con se stesso, con il tamagotchi o con Haz ma nel dubbio stava parlando a tutti. Doveva essere chiaro che ormai si era affezionato e che era completamente irremovibile. «Bene marito, è giunto il momento di prendere appunti. Io detto, tu scrivi.» Per lui non era stato affatto un problema scrivere, gli piaceva scrivere, aveva affinato per così tanto tempo la sua calligrafia da diventare impeccabile. Il suo corsivo doveva essere perfetto, quasi scritto attraverso il computer. Ovviamente non era solo la calligrafia a farne una bella relazione - anche se insomma, 10 punti a Tassorosso solo per la cura che ci metteva - ma anche il contenuto e più di una volta corresse qualche espressione non propriamente adatta anche se pure lui avrebbe voluto inserire qualche commento personale un po' fuori tema. Alla fine rilesse ad alta voce la relazione con molto orgoglio, o meglio, era orgoglioso del cucciolo che aveva permesso loro di creare quella relazione. Era così too precious for this world. «Guarda Self, il nostro bambino!» Aveva smesso di ascoltare la lezione appena aveva visto gli ibridi e stava letteralmente sclerando con lo sguardo #wat. Cioè proprio i loro ibridi. In carne ed ossa. Erano proprio veri e non solo nel tamagotchi. Chissà se il suo bellissimo Moonfeels sapesse che lui era suo padre. Padre di tutti i Moonfeels. Sarebbe voluto andate lì, strapazzarlo di coccole e dire solennemente Io sono tuo padre. «Secondo te dopo ce lo lasciano? E se li pregassi in ginocchio e giurassi di trattarlo bene?» Era solo un cucciolo e ora era così cresciuto. Il cuore e l'animo da papà prese il sopravvento mentre osservava quella creatura fantastica. Vide Haz sparire verso uno di quei tipi ma dall'espressione che aveva quando tornò accanto a lui non sembrò aver avuto buoni risultati. S'imbronciò osservando il suo amato figlio. Erano così vicini ma così lontani. Ascoltò attentamente le sorelle De Thirteenth. Avrebbero progettato un'arma. Che assoluta figata. «Che figo! Voglio qualcosa di appuntito che faccia male, altrimenti che gusto c’è? Posso provarlo su di te??» #panic #eh #cos #wat #why «Per provare le armi esistono i manichini e i bersagli, gli umani li puoi colpire solo con tanto amore.» Quando scoprì che dovevano cambiare partner si sentì come ogni volta che una persona nuova e appena conosciuta, veniva esclusa dalla conversazione. Haz era in coppia con Away ora e per la progettazione dell'arma aveva un po' paura visto come aveva reagito prima. Potevano essere un'accoppiata letale nel vero senso della parola. «Ecco, solo... Puoi non accennare il fatto di provare cose appuntite e che facciano male davanti ad Away? Mi faresti un eeenorme favore.» Immaginate il gatto con gli stivali che fa quei fatidici occhioni. Ecco, per imparare anche lui quel trucco aveva provato davanti allo schermo per giorni interi. Haz gli diede un buffetto «Ma i vostri veri nomi sono top secret? Oh mio dio, avete una doppia identità e fate parte della mafia cinese?» Sembrava così emozionata ed entusiasta e l'idea di avere una doppia identità era così allettante. Ma non poteva farlo. Non poteva. Non doveva. Poteva finire veramente male #epicfail «Ho per caso lo sguardo da mafioso?» Assottigliò gli occhi diventando improvvisamente serio osservando la reazione di Haz e scoppiare a ridere per poi smontarle i piani. «Mi dispiace ma sono proprio i nostri nomi e anche se fossero solo una copertura, non credi che negheremmo tutto?» Belli i dubbi, eh? Inizialmente neanche si accorse del ragazzo che li aveva raggiunti e che lo stava guardando come si guardano i cani abbandonati sotto la pioggia. «Se non sai come spegnerla, chiamami. Ci penso io» Chissà come mai si era immaginato il ragazzo come una specie di telecomando e che a proprio piacere premendo un pulsante, mettesse in muto la ragazza. Scosse la testa eliminando quell'immagine dalla mente e sorrise verso Gideon trattenendosi dallo shipping compulsivo che le era appena stato mandato empaticamente (o via gufo?) da Haz e quindi gridare qualcosa come UH MA TU SEI QUELLO DELLA SHIP. «Aww no ma dai è così cute quando sclera. Non è affatto un problema!» Sorrise guardando Haz e poi il ragazzo. «Gideon, piacere» Allungò la mano per stringere quella del ragazzo per presentarsi a sua volta, ma venne anticipato. «Ma Self Service è il tuo vero nome?!?!?!?!» Se la aspettavano tutti la risposta a quella fatidica domanda e come poteva lui deludere le aspettative di un nome tanto a e s t h e t i c quanto misterioso? «Cioè...voglio dire, da dove deriva? Ha un significato particolare a parte quello conosciuto? O è un soprannome? Mi affascini.» Awww ma che carino che er così interessato a lui al suo nome. «Self Service at your service.» Ma quanto era divertente lui. Accompagnò la frase fingendo di togliersi il cappello che non aveva. «È un segreto sai? Nessuno sa se sia il mio vero nome oppure no.» Suspance. Buio improvvido per creare scena. Riflettori puntati su di sé. Bagliore argenteo. «Nemmeno io. #plottwist» Era veramente così? Lo scoprirete nella prossima puntata di a tutto reality i kinesiiiii. «Sempre bello avere ammiratori, dopo ti spaccio tutti i social perché se non mi segui ovunque vuol dire che non ti affascino seriamente.» Tanto lo sappiamo che c'era una ship in mezzo e le ship erano sacre. «Magari svelerai il mistero sul mio nome.» Come avrebbe anche solo pensato di immaginare di riuscire a scoprire il suo nome su un social? Non aveva neanche minimamente senso. «Okay la verità sul mio nome è...» Qual è la verità sul mio nome? E che chiedi a me? Sei tu la player! Giusto. Nemmeno lui sapeva perché si chiamava così. Come avrebbe potuto saperlo? «Eh ma qui si va in fascia protetta. Diciamo che il self service era ben voluto. Be original. Sfruttare un cognome e rendere aesthetic, che ti faccia venir fame e ricco di doppi sensi il nome è un must.» Non lo era? Beh rimaneva originale. E poi dai era ovvio che lui e suo cugino erano nati per essere i take a selfie. Magari il perché stava tutto lì. «E Take Away è tuo fratello?» Scoccò la lingua indicando il ragazzo e ammiccando. «Uhuuu perché sei così interessato, neh?» In verità avrebbe messo sotto esame chiunque avrebbe voluto o provato a rapire il cuore di Away. C'erano molteplici punti che andavano analizzati e dovevano rientrare nella persona perfetta per lui. Un esempio era che chi desiderava una morte condivisa, beh ecco, doveva trovarsi qualcun altro perché non avrebbe permesso a nessuno di distruggere tutto quello che stava facendo per lui. Non voleva un... Selfie col morto. «Comunque Away è mio cugino.» Il suo kugi. Il suo bro da mantenere in vita con tutto il suo cuore e i biglietti instillati della sua linfa vitale. Solo quando tutti ebbero la loro coppia si rese conto di essere ancora fuori posto. Aveva appena fatto amicizia e già si dovevano dire addio. «Addio addio amici addio» E con uno sguardo alla luna che non c'era c'era uno sfarfallio delle dita, si avvicinò alla sua nuova compagna di progetto. «Hellow sweetie, Self is here for yooou» Un abbraccio anche a lei, perché non dare una casa ad un altro cucciolo di koala? «Ho una favolosa idea!» Gli era venuta in mente che cosa utilizzare per creare l'arma e aveva bisogno del suo aiuto per realizzarla. «Ti andrebbe di disegnare uno schizzo del progetto mentre io scrivo? Sarebbe così A E S T H E T I C» Disse osservando la ragazza e nonostante lui sapesse disegnare molto bene, propose alla ragazza di farlo al posto suo. Così buttarono giù qualche idea finendo nei meandri del trash e cosa non poteva mancare con il trash? «Oh oh oh! Buon Natale! Sai cosa mi ricorda?» Finalmente aveva un nome per la loro invenzione. Scrisse lentamente per gustarsi tutto il non sense di quel nome Pen pineapple apple pen. «P-P-A-P. I have a pen, I have a apple. Uh. Apple-Peeeeen! I have a pen, I have pineapple. Uh. Pineapple-Peeeen! Apple-Peeeeen, Pineapple-Peeeeeen! Uh. Pen-Pineapple-Apple-Pen!» Finger guns finale. Il loro progetto si poteva dire concluso.
    Self Service
    Hufflepuff | 18 years old
    a e s t h e t i c
    20.09.2018 | 10:00


    IBRIDO:Snornox (Self + Rose)


    Tipo di Arma: Pen pineapple apple pen (anche nota come PPAP)
    Elemento dell'ibrido: artiglio di Snornox – in particolare il rivestimento più superficiale che questa creatura, così come i gatti, perde quando graffia con gli artigli delle superfici rigide
    Caratteristiche: l’arma ha l’aspetto di una normale penna nera che alla sua estremità presenta una mela di un colore rosso acceso. L’oggetto è creato grazie alla fusione dell’artiglio di Snornox e della comune plastica che maschera, agli occhi dei babbani, la natura magica della penna. Se si preme con decisione la mela la penna si trasformerà in un oggetto di circa 15 cm a forma di ananas…all’apparenza del tutto inutile
    Funzionamento: la penna, nella sua forma APPLE funzionerà come una classica penna, rilasciando un inchiostro nero e lucente perfetto per prendere ogni genere di appunti e scrivere ogni tipo di frase o lettera. Una volta premuta la mela e avvenuta la trasformazione però sarà possibile usufruire di tutte le funzionalità dell’arma. Nella forma PINEAPPLE infatti, puntando l’oggetto verso il nemico e premendo il ciuffo dell’ananas sarà possibile spruzzare una sostanza narcotizzante che, una volta inspirata, farà sì che l’individuo colpito cada a terra addormentato. Lo stato di sonno persisterà in media 2 ore e non verrà influenzato da eventuali rumori o movimenti atti a svegliare lo sfortunato. Infatti, sinché la sostanza non verrà totalmente espirata l’effetto persisterà.
     
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    IF YOU SEE A FRIEND WITHOUT A SMILE; GIVE HIM ONE OF YOURS
    Le creature nate da quello strano esperimento erano le più strane che Rose avesse mai visto o anche solo immaginato. Alcune erano abbastanza innocue, altre decisamente meno.
    Scrivere la relazione era stato abbastanza semplice. Quell’oggetto, il tamagotchi, aveva mostrato loro le caratteristiche dell’ibrido ed era bastato riportare bene ciò che avevano potuto osservare. Perciò le relazioni vennero consegnate abbastanza presto da tutti i gruppi, ma la lezione non era ancora terminata.
    Quelli che, come probabilmente tutti i presenti, pensavano fossero delle creature immaginarie, non reali, sembravano in realtà esistere veramente.
    La grifondoro rimase meravigliata nel vederle arrivare trasportate da un gruppo di biologi che avevano fatto capolino quasi dal nulla. Notò subito il loro ibrido, il Chat. Dal vivo è ancora più carino! Sarà possibile averne uno? Devo trovare il modo, per forza.
    Ancora una volta le parole delle De Thirteenth spiegarono ai presenti l’ennesimo compito che avrebbero dovuto svolgere. Capisco perché Noah abbia disertato, lui odia cura delle creature magiche, probabilmente si sarebbe sparato un colpo.
    Non amava studiare questo era certo ma era anche vero che non poteva saltare le lezioni come gli pareva…doveva parlarci. Come torno lo cerco, per forza, non si può comportare così.
    Anche lei non era una grandissima studiosa, o meglio, non trovava per niente piacere nello studio, però le lezioni pratiche la divertivano, be generalmente almeno.
    Un’arma, così dal nulla? Belloo
    Si voltò verso Behan convinta di dover lavorare nuovamente con lui e pronta a cominciare ma ben presto le coppie vennero rimescolate, così come le creature assegnate.
    Salutò con un cenno il ragazzo (come se non si trovassero tutti nello stesso posto giustamente) e si allontanò appena.
    Self…Self, dove sei? In punta di piedi cercò con lo sguardo il ragazzo ma non riusciva a trovarlo. Se la sarà data a gambe? Non può abbandonarmi o lo vado a cercare
    Poi, facendo un piccolo balzo per lo spavento, sentì la sua voce alle spalle. Giratasi di scatto non poté nemmeno rispondere al saluto che si sentì stringere tra le braccia del ragazzo. Si allontanò un po’ stranita dal contatto e con un sorriso un po’ imbarazzato disse ridendo -Em, ciao Self-
    Era una ragazza molto espansiva ma il contatto fisico con persone con cui non aveva confidenza la stranivano abbastanza, soprattutto gli abbracci. Conosceva Self ma non aveva mai avuto grandi occasioni per approfondire quella conoscenza. Passato quell’attimo di imbarazzo i due si misero a lavoro in modo da progettare la fantomatica arma.
    -Certo ci penso io, però ti devo avvisare, non sono Michelangelo quindi non giudicarmi troppo- gli fece un occhiolino e poi iniziò a scarabocchiare una bozza dell’arma che avevano iniziato a progettare mentre il tassorosso ne scriveva la descrizione.
    Le era sempre piaciuto molto disegnare e, anche se non aveva mai avuto grande talento, non si riteneva troppo scarsa nel farlo, così non fu troppo difficile rappresentare le idee che vennero in mente ai due.
    Non sapeva bene come fossero arrivati a inventarsi una cosa così trash ma la adorava. Avevano iniziato a buttare giù qualche idea e il progetto aveva preso forma in modo abbastanza inaspettato. Mentre disegnava le due forme che l’arma poteva assumere le veniva da ridere mentre pensava a una canzone che una sua amica le aveva fatto ascoltare un po’ di tempo prima. Era una canzone che ti entrava in testa e non se ne andava più. Persa in quel pensiero sentì la voce di Self che iniziava a intonarla e ridendo si unì al coretto. -Vedo che non sono l’unica disagiata ad averla sentita, mi sembra perfetto-
    Il progetto era strano, davvero strano ma era contenta del risultato finale, bisognava solo vedere se gli altri avrebbero apprezzato quella stranezza.
    Rose Anderson | 15 y.o.
    Ribelle | Animagus
    31 - 07 - 2003
    Prefetto Grifondoro

    Coppia: Rose + Self
     
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    behan Beh tryhard // i came, i saw, i made it awkward
    /ah ecco/, le cose gli stavano andando bene per più di cinque minuti e, ovviamente, l'universo aveva deciso che fosse arrivato il momento di peggiorare il tutto. Come sempre, del resto: perché non se ne poteva stare lì a contemplare il suo ibrido, perdendosi ad immaginare i vari scenari che si sarebbero verificati se avesse riportato la creatura a casa Tryhard? Vedeva chiaramente sua madre lamentarsi 24/7 dei batuffoli di lana lasciati dall'animale per casa - per lei era già stato troppo accettare Epic Fail nella loro vita, un altro animale non l'avrebbe mai accolto - mentre suo padre gli lanciava dal divano dov'era comodamente sdraiato a guardare la televisione i pop corn. Nei suoi sogni, CoccoBello, (già gli aveva dato un nome? ovviamente l’aveva fatto) Cocco per gli amici, Bello per il resto del mondo, sarebbe stato il perfetto animale da compagnia per la loro famiglia. E ci aveva sperato ancora di più, ascoltando le parole della DeThirteenth «Ora voi penserete che questi ibridi non esistano, e vi sia possibile ammirarli solo tramite il tamagotchi, ma non è così» Già pronto, il Tryhard, a sfoggiare la sua voce petulante da bimbo capriccioso ma adorabile di sei anni per far tenerezza sulle insegnati ed ottenere l’animale, o farlo esasperandole fino a non dar loro scelta se non che accettare la sua richiesta. «quello che Wendy sta dicendo è che dovrete, a tavolino, progettare un'arma» … nO??? A Behan non piacevano: progettare un arma significava creare una potenziale arma, e una potenziale arma poteva esser poi usata per far male alle persone, o peggio, agli animali. Perché ad Hogwarts, in un modo o nell’altro, alla fine qualunque lezione doveva esser pericolosa? Evidentemente era destinato a star tranquillo solo durante Storia della Magia.
    «Non per ferirlo o uccidere l'ibrido, eh. Vi prego non create trappole mortali per queste creature. Sono così belle» Era l’ultima cosa al mondo che avrebbe fatto: non riusciva nemmeno a concepire la possibilità che, il suo intelletto, avrebbe potuto dar vita a qualcosa che avrebbe potuto far del male ad un animale. Si girò verso Rose, accennando col capo all’ibrido a cui avevano dato vita «non ho alcuna intenzione di fargli del male…c fortunatamente, la ragazza sembrava un po’ come lui: magari non teneva così tanto all’incolumità delle creature magiche, ma di certo non aveva la faccia da persona con idee malvagie #wat «…opterei per un arma di difes..AH!» Inaspettato come un controllore su un autobus a pescara (#cosa), Beh si beccò un pizzicotto sul braccio da Nicky, e quando si girò a guardarla, si rese conto che l’attenzione dell’amica era tutta sulle insegnanti: evidentemente l’aveva colpito solo per farlo stare zitto, o fargli ritrovare la concentrazione, o both. Del resto, senza una Nicky Winston disposta a stargli vicino in ogni lezione e riportarlo alla realtà, Behan avrebbe tranquillamente passato la metà ( se non tutto) il suo tempo ad Hogwarts perso nelle proprie fantasie. Non era il tipo in grado di mantenere la concentrazione per più di cinque minuti di seguito, il ragazzino. «Cambiamo le coppie. Siete contenti?» meh, gli toccava di nuovo farsi il segno della croce. Amava la metà delle persone in quella stanza, e sarebbe stato più che felice di lavorare in coppia con loro, ma l’altra metà? PANICO. I kinesi non li distingueva, Scott sapeva che era buono ma lo metteva comunque in soggezione (perché), i Kaufmont dovevano capitare insieme perché sì e Phoebe non parliamone nemmeno: non era ancora pronto ad affrontare quella situazione, il Tryhard. Nè ora né mai, probabilmente, (e poi, imparentato con una mean girl????Da un lato era un sogno diventato realtà, dall’altro PANICO pt.2) Quindi potrete ben immaginare il sospiro di sollievo che esalò il tassorosso, quando vennero estratte le nuove coppie: evidentemente qualcuno dall’alto (???) quel giorno se l’era preso a cuore, e aveva deciso di fargli un gran regalo facendolo capitare con suo fratello.
    «bro?»
    «what bro?»
    «tell the whole world that we're bros»
    «*whispering* we're bros»
    «why you'd whisper bro?»
    «’cause you're my whole world bro»
    «bro»
    Sempre stati ragazzini particolari, i gemelli Tryhard.
    Incapace di farne a meno, il ragazzo lanciò un'occhiata verso una determinata persona, tirando un piccolo sospiro. Di sollievo o delusione? You'll never know. Da un lato, era un po' triste di non esser capitato con lei, di nuovo, mentre dall'altro non poteva che esserne felice: quante figuracce ci avrebbe fatto? Probabilmente, a una vicinanza simile dalla ragazza si sarebbe persino dimenticato come impugnare la penna. «allora, senti. stando a quanto dice hazel il moonfeels può usare la saliva per calmare i propri nemici, giusto?» /Ah, ecco/ avevano ancora un compito da portare a termine: chissà come facesse suo fratello ad esser così concentrato quel giorno, forse era l'assenza di vecchie conquiste nelle vicinanze (???) «magari la nostra arma potrebbe essere più una.. difesa, che un attacco. Qualcosa da usare solo in caso di aggressione.» Era grato all'universo per avere una persona così diversa ma allo stesso tempo così simile a lui: il fratello aveva appena detto la stessa identica cosa che aveva intenzione di dire Beh. «ti voglio bene» così, perché non faceva mai male ricordarglielo.
    Con la testa china sul foglio, iniziò ad abbozzare il disegno dell'arma: avrebbe volentieri accolto la proposta di Meh, ma un dardo non sapeva disegnarlo, e non aveva intenzione di far brutta figura con le prof. Non dopo gli eventi nel pulmino, soprattutto. «facciamo un set di coltellini!» sono gli unici che so disegnare. E quando alzò lo sguardo dalla sua schifezza opera d'arte e si ritrovo con il volto del fratello a qualche centimetro dal proprio, sobbalzò sul posto. «ma hai chiesto a maple di uscire?» ????? MA ERA SCEMO????«Shhhhhhhh, ma sei scemo??????» per sicurezza, gli piazzò anche una mano sulla bocca per sigillargliela. Non che la Walsh sarebbe riuscita ad ascoltarli in ogni caso, a meno che non avesse avuto un udito sovrumano. «non...» che poteva rispondere? Ovvio che non l'aveva fatto. Non era come Mehan, lui, e probabilmente il coraggio non l'avrebbe trovato mai «...ci sto lavorando» no.
    Chi voleva prender in giro, era destinato a rimanere solo.
    Per sempre
    Vabbè, almeno aveva il suo gatto.

    huffleclumsy - vi year - losers sqwad
    behan
    tryhard
    I want to be one of those hot bad boys
    but I'm tiny soft and sensitive
    do you see my problem?
    i catch pokemon, not feelings

    ➞ coppia: meh + beh
    ➞ arma: set di coltelli da lancio
    ➞ ibrido: moonfeels
     
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    scott noah chipmunks
    I’m just the boy inside the man
    Not exactly who you think I am

    Alzò lo sguardo su Maple, sorridendole più soddisfatto di quanto sarebbe, oggettivamente, dovuto essere. Certo, era ben felice della relazione appena stilata con la concasata – e, soprattutto, di non essersi dimostrato socialmente imbarazzante nel mentre come soltanto uno Scott Chipmunks sapeva essere -, ma la maggior parte del suo compiacimento era dato dal piccolo esemplare di Fug che ancora faceva capolino dal mini schermo sull’uovo color diamante. Come se, da una parte, fossero stati proprio loro a dare vita a quell’ibrido, e non fosse invece il risultato di laboratorio di qualche magico algoritmo scientifico perfettamente calcolato; come se fosse il frutto dei loro lombi. Invece, in fin dei conti, i due Tassorosso si erano semplicemente limitati a rincorrere le creature magiche in giro per il De Zero ed a spiaccicare il loro tenero muso contro un Tamagotchi d’ultima generazione per fare una DNA digievoluzione simulata.
    Quel piccolo koala multicolore a tre code, era già un po’ suo figlio; poteva perfettamente immaginarsi quel fantastico momento in cui avrebbe fatto conoscere il suo nuovo bambino ad Artemis – e che, conoscendo il gatto, sarebbe presto finito in un tentato pluriomicidio (ma neanche troppo tentato, eh). «ne voglio uno,» mugugnò triste alla Walsh, facendo scivolare le iridi grigio verdi dalle professoresse che passavano in rassegna i vari operati, iniziando già a spiegare quel che sarebbe accaduto di lì a poco, alle creature riflesse nelle uova diamante – bellissime, tra l’altro: Scott aveva un’insensata e smodata passione per tutto ciò che era trash, dalla tv spazzatura che aveva “costretto” Erin più volte a vedere ai film horror/slasher terribilmente demenziali che, alla fin fine, non riusciva comunque a guardare completamente – dei suoi compagni. Sollevò entrambi i pollici e gli angoli delle labbra per scoprire un sorriso smagliante verso la sorella, che seppur da sola aveva compiuto un ottimo lavoro – non che avesse bisogno di andare a vedere cosa avesse scritto da vicino: era così e basta -, per poi rendere la piega delle labbra più nervosa ed isterica quando gli occhi blu del Kaufman, così come quando era andato ad importunarlo in precedenza for the ship, lo trapassarono da parte a parte. Fortunatamente, a toglierlo dall’impasse, ci pensò la De Thirteenth bionda, presa com’era a strofinare il naso contro il loro uovo-Fug. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma non uscendone alcun suono di senso compiuto Scott optò per una molto più simbolica e confusa corrugata di sopracciglia, stringendo le labbra tra di loro ond’evitare di dire qualcosa di stupido ed inappropriato. Non che avesse qualcosa da dire, sia chiaro, ma non si sa mai: la confusione, unita all’ansia, poteva sempre giocare brutti scherzi. «vabbè balliamo riprese, quando la professoressa di Cura delle Creature Magiche si fu allontanata (e di nuovo persa in qualche digressione amorevole sugli animali: le voleva bene). «alla prof piace: secondo me ce ne possiamo prendere uno.» sospirò, prese tra le mani l’uovo e fissò lo sguardo in quello di un rammaricato Fug già intento a riprodurre il triste e malinconico sottofondo musicale del nuovo filtro di Instagram. «se solo fossero veri…» erano veri (semicit.), come dimostrarono le docenti facendo sfilare i magizoologi con i loro bellissimi ibridi – riconobbe la creatura sua e di Maple dalla distanza: quella primadonna non aveva perso l’occasione per riprodurre la sigla di Uomini e Donne.
    Quello che non si aspettava, di certo, era che avrebbero dovuto usarli per delle armi. Rudissimo, eh.
    Quando annunciarono il cambio coppie non perse tempo per correre verso la gemella, salutando rapidamente la Walsh: per carità, erano stati una bella squadra e lei avrebbe potuto mettere una buona parola per Connor dicendogli quanto fosse fantastico e simpaticissimo il suo nuovo amiko dei tassi che uaaaaau faceva il tirocinio PROPRIO dove lavorava lui e che OH DAI!, si conoscevano persino EH CONNOR CIAO! e si era trovato meno a disagio di quanto avesse temuto inizialmente; ma Erin.
    Già si sentiva in colpa ad averla abbandonata alla ricerca di due creature (anche se era stata lei a dire di fare nuove amicizie MA DOVEVA TENERLA SOTTO CONTROLLO OKAY), ora doveva per f o r z a stare in gruppo con l-EEEE invece no.
    Cercò invano di afferrare la mano di Erin, riproducendo quella che avrebbe potuto essere tranquillamente la scena al rallenty del miglior film drammatico (la sua interpretazione sarebbe stata notata da qualche produttore cinematografico? Sperava: alla fine le fake-sorelle di suo kinda-cugino dal futuro erano ricche, magari conoscevano gli Hilton ed avrebbero messo una buona parola e lui poi si sarebbe portato anche la gemella & co. a conoscere la gente fika – sì ok, stava viaggiando), prima di essere preso di forza (no skè, si avvicinò lentamente lui di sua – poco – spontanea volontà) dallo Slavinsky.
    Ancora lui, tra l’altro. Ci stava provando? Forse chiedere di Erin era tutta una tattica??? [board guy meme] l’avrebbe scoperto.
    O forse no, perché non gli andava così tanto di investigare. Eh, era volubile.
    «prometto di non essere così paranoico come prima» Scott sbatté le palpebre più volte, non sapendo esattamente cosa rispondergli mentre si sistemava al tavolino, pronto a prendere appunti su quanto avrebbero dovuto fare. «ma devi spiegarmi perchè continui a fissarmi, davvero, ci perderò il sonno su 'sta storia»
    Mh. Mmmmmh.
    Non sapeva quanto Rudy sapesse, ma sapeva che sapeva del futuro – quel che non sapeva, era se l’altro sapeva che lui sapeva. Indi per cui, non sapeva cosa potesse dire e cosa, assolutamente, no.
    E tra le tante cose che il Chipmunks non sapeva, rientravano anche le istruzioni basilari sul come essere simpatici con la gente, ed evitare un discorso scomodo. Si avvicinò piano al ragazzo, e memore del primo incontro con quello che poi avrebbe scoperto essere il suo padre adottivo dal futuro, rispose con poche e semplici parole - diretto e monocorde, come Betta toccando il polso di una morente Rob al momento dell’ardua sentenza. «ho un fetish:» cit. papà Amos al pool party CIAO PAPI. «mi piace fissare la gente.»
    Ora potevano lavorare, in pace ed inquietati.




    trainee wizlawyer
    2043's messenger
    vii year's hufflepuff


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    made in china — I'm here at the beginning of the end


    couple: scott chipmunks + rudolph slavinsky
    hybrid: aureeka
     
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    we'll be together again

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    erin timberlake aguilera // We love, we learn We find We live, we die
    [Erin spostò gli occhi chiari dal Tamagotchi agli altri studenti, tutti intenti a civettare con il proprio compagno su quanto la loro creature fosse killer o adorabile (dove, perché no, entrambe). «beh,» iniziò, corrugando le sopracciglia e schioccando la lingua sul palato. «ha qualcosa di….carino, non trovi?» spostandosi verso la propria destra, annuì in risposta a se stessa. «carino e kattivo» abbassò il tono di voce d’una ottava fingendo di essere una seconda persona, fiera del fatto che fossero tutti troppo impegnati a farsi i fatti loro per prestare attenzione all’esaurimento nervoso alla conversazione fra Erin e Erin. Tornò alla propria sinistra. «no dai, dice solo qualche parolaccia. Non è colpa sua, è malato» saltellò alla propria destra, sospirando e scuotendo il capo. «malato, tsk, questa è la scusa dei più grandi serial killer» tornò a destra, corrugò le sopracciglia e strinse le labbra fra loro. «sì, beh……perché sono malati» sottolineò l’ovvio, sentendosi pienamente dalla parte della ragione; non appena si spostò nuovamente sulla destra, però, ebbe senso solo la scuola di pensiero del «facile, eh!» come se l’infermità mentale fosse stata una scusa per avere meno anni in galera.
    Si sedette al centro con le chiappe sui talloni, le ginocchia al suolo e le mani giunte di fronte a sé: «cosa sto facendo» Ottima domanda, Erin.
    Ottima domanda. Cercò di tirarsi su il morale alzando gli occhi in cerca dei Kaufmont, un lieve sorriso a curvarle le labbra: quanto la rendevano fiera? Loro sì che le regalavano gioie, seppur…nella maniera più Kaufmont possibile, ecco. Ed invece chi, chi non le dava gioie? Reclinò il capo sulla spalla lanciando un’occhiata di sottecchi a Perses Sinclair, invitandolo con il potere della mente (quale?) a prendere le distanze dalla OTP per avvicinarsi alla sua parte di OTP. Ora, la Chipmunks (al contrario di zio Arci) non credeva di essere una Veggente, né pensava di possedere chissà quale potere telepatico in grado di incidere sulle volontà altrui, ma??? VUOI DIRE. Aprì la bocca e la richiuse, le iridi verdi a sgusciare dalle De Thirteenth, impegnate a dividere lo studentato in gruppi, ad uno dei gruppi. Non le era sfuggito l’entusiasmo della Mcpherson al primo giro (mmmmm ancora non capiva di mcoakes ce n’era solo una, ed era hazel x halley? Incivile.) ed in quel momento non potè trattenere una trionfante occhiata nella sua direzione, accompagnato da un «y E S s S» sibilato con giubilo in un braccio alzato al cielo. Con le dita davanti agli occhi, malgrado la Grifondoro non la stesse calcolando di pezza, mimò il gesto i’m watching you, per poi concludere il teatrino inquietante con un sempre ad effetto arcobaleno.
    Perché sì, signori e signore: le De Thirteenth avevano accoppiato (sì. Accoppiato.) i Gides. Qual gaudio – qual gioia! Sorrise di vittoria cercando lo sguardo di Behan e Nicky, riservando a Scott un entusiasmo più crudo e reale (un’intensa e sentita gomitata nel costato). Non rimase accozzata al fratello a fangirlare come (Murphy avrebbe voluto.) il Signore comandava, solamente perché il Chipmunks era stato accollato a…………………..Rudy.
    Al……………………..figlio di Nathan heckin Wellington. Erin non…ce la faceva, era troppo per lei. Nathan era stato il suo primo amico dopo Scott, e non…poteva…accettare….che avesse commesso atti impuri!!! che avesse un figlio. Si limitava a fissare Rudolph incapace di spiccicare parola, fuggendo quando lui si accorgeva di essere osservato. ????????? IL FIGLIO DI NATE. IL SUO NATE. IL SUO ERINTON, ed avevano quasi la stessa età?????? No, era troppo per Erin. Preferiva che Rudy credesse di avere una spasimante, piuttosto che rivelare la verità (qual era, poi?? LUI SAPEVA DI ESSERE FIGLIO DI NATHAN? Dio, odiava i 2043. Rendevano tutto così….difficile. già evitare di rimanere da sola con Halley e Hunter richiedeva un impegno non da poco). Si allontanò dal duo a coda bassa e capo chino, cercando un anfratto di oskurità dove poter lavorare – immaginava che, di nuovo, avrebbe dovuto fare il lavoro da sola.
    «aguliera, sei con himchan lee»
    Panico
    Pa Panico
    Pa Panico PAUUUUURA. Erin finse di non sentire, sperando di potersi giocare la carta ignoranza finchè non avesse visto (…il ragazzo? …la ragazza?) Himchan aggirarsi alla ricerca di tal Aguilera. Poteva funzionare come strategia, no? Si sentiva terribilmente razzista, e profondamente in colpa, ma…più si guardava attorno, più le sembrava che i cinesi si moltiplicassero ED USCISSERO DALLE FOTTUTE PARETI!!!. La leggenda narrava che sembrassero tanti perché cinesi, ma non l’aiutava a districarsi fra capelli colorati ed occhi a mandorla, ed era troppo una…Erin, per domandare. Inspirò dalle narici e deglutì, guardando ovunque eccetto che nella direzione delle insegnanti. Come…funzionava. Himchan Lee, ti prego, alza le braccia come Goku alla ricerca della tua Aguilera! Asciugò la fronte, madida di sudore, con il dorso della mano. Iniziò ad avvicinarsi casualmente a tutti i suoi compagni orientali, sibilando «himchan lee» quasi fosse stato un incantesimo rivelante – e sperando che l’interessato/a cogliesse l’hint. Non piangere, Erin. Sei colombiana, non è colpa tua (???) non capisci la lingua (???) sei nuova (????) AMALIE TORNA A CAS- «aguilera?» Alzò il capo verso un Serpeverde.
    Ti prego, fa che sia un nome maschile. Ti prego. Ma qual era il nome e quale il cognome???? Nel dubbio: «himchanlee» tutto attaccato, come enchantyx delle winx.
    «himchan lee» confermò il Serpeverde, guardandola come se fosse stata lei quella incapace di comprendere l’inglese. ….ma lui lo capiva, l’inglese? Credeva di sì, altrimenti avrebbero affiancato un tutor??? Sudò freddo, ancora e sempre.
    «forse himchan lee potrebbe essere il nostro per sempre.» sussurrò.
    «cosa?»
    «NO DICEVO, AL LAVORO!»
    Urrà!
    hufflepuff - vii year - 17 y.o.
    erin timberlake
    aguilera
    Ask the sky, ask the moon
    How they reflect
    Someone else's own mood
    I can feel it in my bones So much left unknown We continue to grow old


    Erin + Himchan Lee (Cherfumnium, hUNTER + gIDEON.) (stupido caps)

    Tipo di Arma: ombrello
    Elemento dell'ibrido: peli provenienti dalla coda del Cherfumnium
    Caratteristiche: L'arma appare come un classico ombrello, costituito da un'asta e dalla tipica copertura a spicchi. Ogni spicchio ha un suo colore ed ognuno di essi richiama l'utilizzo di un aroma. Questi, insieme ai veleni, sono raccolti in un cilindro posto sotto la copertura. Il cilindro al suo interno ha un divisore che permette di separare i due composti ed evitare che si mischino. All'occasione però possono anche essere mischiati: premendo il terzo pulsante il divisore si abbassa e permette la miscelazione.
    Alla base dell'asta vi è la tipica impugnatura ad uncino e, esattamente al limite di essa, tre pulsanti due dei quali se azionati permettono il rilascio delle sostanze. Al contrario la cima dell'asta, oltre ad essere utilizzata come appoggio per l'ombrello, funge da bocchetta dalla quale si liberano i vapori.
    Il modello è unico, tuttavia può essere facilmente personalizzato come si desidera.
    Il rilascio avviene sia ad ombrello chiuso che aperto. Il tessuto è formato da un materiale resistente che permette, ad ombrello aperto, di trasformare l'arma in uno scudo.
    Funzionamento: Grazie al pelo del Cherfumnium, cuore dell’asta dell’ombrello, il Pitre (nome colloquiale; l’ufficiale è Pride Para Pactum) è in grado di assorbire gli odori esterni, e raccoglierli all’interno degli appositi cilindri. Il meccanismo situato in ciascuno spicchio della copertura dell’ombrello, permette all’arma di riconoscere un veleno da un profumo, così da poterlo immagazzinare nella corretta sezione. La parte interessante i veleni, è stata creata grazie agli aculei del Cherfumnium (i quali è risaputo secernino un veleno, utilizzato in questo caso come base per riconoscerne di simili); per un uso ottimale del Pitre, è consigliato usare veleni appartenenti alla medesima famiglia, onde evitare piacevoli sconvenienti quali malfunzionamenti delle Celle Riconoscitive. Il Pitre è un’arma offensiva-difensiva molteplice, in quanto è possibile non solo disorientare l’avversario, ma anche – se non soprattutto – ucciderlo, e, potendo mescolare profumi e veleni, in modo discreto così da non essere colti in flagrante. L’ombrello, una volta aperto, permette di assorbire, esattamente come per gli odori, eventuali veleni scagliati contro il mago che lo impugna, e secernendo aromi (fra i quali, ricordiamo, lo spicchio giallo vale come bonus, in quanto contiene una piccola percentuale, abbastanza da destabilizzare il nemico, di Linfomnium) di distrarre l’avversario da qualunque offensiva nella propria direzione. Non vale contro incantesimi di alcun genere, e per quanto la sua struttura sia rinforzata, non è ottimale in scontri corpo a corpo o armi da fuoco – ha mostrato invece un’ottima propensione a difendere dalle armi bianche, in quanto i raggi che permettono l’apertura dell’ombrello riescono a rallentare, se non a bloccare, frecce e coltelli. I colori arcobaleno della copertura sono (belli) atti, anche loro, a richiamare la natura dei Cherfumnium, creature seduttive e ammalianti: non creano esattamente un effetto ipnotico, ma nel loro insieme creano un effetto ottico caleidoscopico abbastanza sbalorditivo da confondere, seppur momentaneamente, il proprio avversario.
     
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    Abbandonò, per un attimo, le sue teorie complottistiche – sulla creazione di ibridi capaci di mettere a ferro e fuoco quel posto – e prestò attenzione alle immagini che stavano prendendo forma all’interno dell’uovo: osservò la nuova creatura, un pappagallo sgargiante dalle dimensioni ridotte rispetto all’amabile pennuto che l’aveva graffiata e portata a dubitare di se stessa, e ne studiò il comportamento assumendo, con il passare dei secondi, un’espressione sempre più contrariata. «Non credi sia troppo… innaturale così?» si rivolse a Rudy, mentre il sopracciglio sinistro della grifondoro si era inarcato fino a raggiungere una quota esageratamente elevata. Non le sembrava giusto ricorrere alla magia per trovare l’anima gemella, sfruttare un uccello come se fosse una bussola o una mappa per raggiungere la persona con cui trascorrere il resto della propria vita. Era troppo facile. Riusciva a vederne i vantaggi, certo, sapeva che un simile aiuto avrebbe risparmiato enormi sofferenze a tutti i single del pianeta o a chi aveva ricevuto così tanti due di picche da convincersi di essere destinato a restare da solo per sempre, ma trovava che ci fosse comunque qualcosa di sbagliato. E il suo pensiero non era rivolto ai siti di incontri, alle industrie di gelato, ai cantanti che avevano costruito intere carriere su relazioni andate in fumo e a tutte quelle attività che ne avrebbero risentito; semplicemente, lo trovava triste, e freddo. Dopotutto, Halley era una ragazza romantica, a suo modo. Non sognava il principe azzurro, non si abbandonava a fantasie ad occhi aperti e prendeva le distanze da tutto ciò che considerava eccessivamente femminile – se qualcuno le avesse dato della principessa, lo avrebbe mollato su due piedi –, ma non riusciva a capire che gusto ci fosse nel vedersi recapitare una relazione pronta all’uso e trovarsi davanti ad un completo estraneo, con tanto di fiocco in testa. Se un ragazzo si fosse presentato da lei, dicendole che un pennuto dal piumaggio accecante l’aveva indicata come la sua dolce metà, sarebbe scoppiata in una risata fragorosa e gli avrebbe chiuso la porta in faccia. Brutale, certo, ma non avrebbe mai potuto utilizzare un Eros Piumato; voleva fare le sue esperienze, sbagliare, restare delusa, piangere, diventare una belva e minacciare di morte la persona che aveva davanti, trovare un pacifico accordo per non rischiare una denuncia, innamorarsi, vivere pienamente ogni esperienza. Qualcuno avrebbe potuto farle notare che quell’ibrido non si comportava in modo poi tanto diverso da lei, quando si convinceva di aver trovato la persona adatta ad Hunter e tentava di interferire con la sua vita sentimentale. Esatto! Nulla di più sbagliato! Si limitava a dare al fratello un piccolo incentivo ad aprirsi al mondo e conoscere nuova gente, gente che Halley aveva precedentemente selezionato in base ai gusti, alle passioni e alle inclinazioni del corvonero. Tutto qui. «Posso scrivere io la relazione?» chiese all’amico, nonostante temesse di farsi prendere la mano e aggiungere delle note a margine per mostrare il suo evidente disappunto. Non poteva non essere lei a farlo, era una scrittrice. Non come Shiloh Abbot, l’autrice di fanfiction di cui Beh e Nicky le avevano parlato più volte; lo era nel senso letterale del termine: scriveva, sempre, ovunque. Scriveva liste di cose da non dimenticare, per poi non ritrovare più il foglio su cui aveva annotato quell’elenco; scriveva volantini di protesta da usare per tappezzare le pareti dell’Istituto o da appendere per le vie di Diagon Alley; scriveva bigliettini da far passare sotto la porta della stanza di Hunter, la maggior parte delle volte per scusarsi per qualche disastro causato; scriveva articoli, che nella sua mente erano degni della sua musa e mentore, ma che finivano per assomigliare a sproloqui da giornalino della scuola – da qualche parte si doveva pur cominciare, dopotutto; scriveva tutto ciò che succedeva a lei e suo fratello, annotava ogni episodio degno di nota, le battute che li avevano fatti più ridere, i traguardi raggiunti e tutti i ricordi che avrebbero voluto, un giorno, condividere con i loro genitori.
    Fece scorrere la piuma sulla pergamena, senza fretta, perché una vocina – incredibilmente simile a quella di suo fratello – le ricordava quanto potesse essere illeggibile la sua scrittura, ed elencò tutte le caratteristiche che lei e Rudy avevano visto all’interno di quell’uovo. «Ecco fatto. Torno tra un attimo, ok?» concluso il lavoro, si fiondò in direzione dei Losers. Non era riuscita a smettere di pensare a Nicky, alla sua espressione sul pullman e al fatto che si fosse dileguata non appena era stato dato loro il compito di cercare le creature; voleva essere sicura che stesse bene, che avesse superato la delusione e la frustrazione per quel rimprovero, e che si stesse godendo quella lezione oltre le mura di Hogwarts. «Il mio è l’inevitabile conseguenza di un mondo pigro.» rispose di getto alla domanda di Meh sulle creature che avevano creato, per poi rendersi conto dei loro sguardi perplessi. «È un uccello che accoppia la gente. Ed è infallibile, come il Cappello Parlante.» fece spallucce, a voler sminuire l’importanza di una scoperta che altri avrebbero potuto trovare sensazionale ed incredibilmente utile. «Conosciamo solo Gideon, ho rischiato di ucciderlo con un carrello della Laterna quest’estate!» rispose all’amica, con semplicità, come se investire la gente in un luogo pubblico fosse uno modo come un altro per incontrare qualcuno. Non c’era nulla di usuale quando si parlava di Halley, ma la grifondoro continuava a commettere l’errore di dare per scontato che anche per gli altri i suoi comportamenti fossero del tutto normali. O, quantomeno, non così strani come sarebbe stato giusto apparissero. «Oh, e Rudy è un nostro vecchio amico. Siamo cresciuti insieme!» avrebbe voluto approfittare dell’abbraccio tra Meh e Nicky ed invitare gli altri membri della squad ad unirsi, in un groviglio di mani, amore e la buona dose disagio che ognuno di loro aveva in dote, ma la voce della professoressa De Thirteenth ridusse drasticamente il tempo a disposizione. Ebbe giusto la possibilità di ascoltare le parole che l’amica le aveva sussurrato, illuminarsi d’immenso e lasciare che la sua mente si perdesse in proiezioni future. «Lo fareste davvero?» come aveva potuto lanciare una bomba del genere quando non avevano il tempo per parlarne? Aveva centinaia di domande – e proposte – da farle, dovevano discutere del luogo in cui acquistare l’appartamento, della dimensione, della disposizione delle stanze, del colore delle pareti, dei turni di pulizia, delle regol– chi voleva prendere in giro? Sarebbe andata a vivere con loro anche in una bettola, se gliel’avessero chiesto. Dopo quindici anni trascorsi in Istituto, trasferirsi ad Hogwarts le era sembrata una novità così grande da non rendersi conto del fatto che ci fossero più regole e limitazioni, e che le punizioni per averle infrante non si sarebbero limitate ad un rimprovero. «Però la stanza di Meh la insonorizziamo, giusto?» le venne spontaneo chiederlo, avendo imparato a conoscere il suo comportamento da marpione seriale e la sua propensione a permettere a più donne di godere della sua presenza. Ok, forse di qualcosa avrebbero dovuto parlare.
    Convinta di dover svolgere anche la seconda parte della lezione insieme a Rudolph, si apprestò a tornare dall’amico con un sorriso a trentasei denti e un rinnovato entusiasmo che venne spento dalle De Thirteenth nel giro di pochi istanti.
    Quelle creature erano reali.
    E volevano farne delle armi.
    Per alcuni secondi, Halley rimase quasi del tutto immobile, limitandosi a stringere i pugni e digrignare i denti. Aveva lo sguardo fisso davanti a sé, apparentemente assorta o sprofondata in uno stato catatonico; non avrebbe fatto differenza per un osservatore distratto. Non per Hunter. Ruotò la testa in direzione del fratello, come un’inquietante bambola posseduta dal demonio, e mantenne quel contatto visivo giusto il tempo necessario per comuncargli, telepaticamente, quanto fosse infuriata con lui per averle fatto promettere di non combinare guai e non metterlo in imbarazzo. Come aveva potuto chiederglielo? Si rendeva conto dei discorsi che era costretta ad ascoltare senza poter urlare dire la sua? Non potendo infrangere il sacro rito dei mignoli incrociati, ripeté il movimento precedente con snervante lentezza e tornò a guardare le professoresse. Non riusciva a credere a ciò che aveva appena sentito. Il DeZero non era il luogo idilliaco che avevano descritto, un ambiente protetto e controllato in cui far vivere le creature come all’interno del loro habitat naturale. Era un enorme esperimento, immorale e contronatura. Sentì la rabbia montarle dentro, pur rimanendo nella posizione iniziale – assomigliava sempre più ad una vecchia teiera, in ebollizione sui fornelli e pronta a fischiare da un momento all’altro. Era fatta male, Halley: si faceva guidare dall’istinto e si illudeva di essere nel giusto, tanto da non riuscire a cogliere le infinite sfumature che una situazione, come quella, avrebbe potuto mostrarle e da non soffermarsi, ad esempio, su quanto la professoressa ci tenesse a quelle creature. Era convinta che non bisognasse forzare il normale corso della natura, unire specie che, per quanto affini, non erano destinate a popolare quella terra, vestire i panni di una divinità per scopi quali la creazione di armi. Se non le si fosse scollegata ogni connessione neurale, avrebbe riflettuto sul fatto che, magari, alcune di quelle armi avrebbero potuto rivelarsi utili per sconfiggere il regime, che anche lì, al DeZero, si lavorava per tentare di cambiare le sorti del mondo magico e che tutti remavano nella sua stessa direzione, seppur seguendo metodi discutibili; tuttavia, era impegnata a guardare in cagnesco i membri dello staff che erano sopraggiunti, a continuare a maledire Hunter e ripromettersi di effettuare ulteriori ricerche su quel posto, una volta tornati ad Hogwarts. Se fossero riusciti a tornare. Dopotutto, per quanto ne sapeva, potevano averle mentito, potevano trovarsi davanti a creature cresciute in cattività, private dei normali rapporti con altri membri della loro specie e portate, di conseguenza, a testare i loro limiti e dare libero sfogo agli istinti animaleschi distruggendo quel luogo e uccidendo ogni persona presente. Era evidente che qualcuno avrebbe dovuto impedirle di guardare i film babbani, com’era altrettanto chiaro che aveva avuto ragione. Lo aveva detto a Rudolp–
    Rudy.
    Era in pericolo. Tutti i suoi amici erano in pericolo. La rabbia si trasformò in panico e, in preda al totale delirio, iniziò a pensare a come avvertire lui, Hunter, i losers, Gideon e gli altri studenti della inesistente possibilità di essere attaccati, di lì a poco. Non avrebbe potuto gridare, sempre per via della promessa fatta al fratello, quindi si guardò attorno, cercando di immaginare un luogo all’interno del quale avrebbero potuto nascondersi, per poi ricordarsi che quelle bestioline possedevano le più disparate capacità magiche e che sarebbe stato impossibile trovare un locale che rispondesse ai requisiti necessari. In poche parole, erano spacciati. Affondò le dita tra la chioma bionda e continuò a perdersi tra i suoi ragionamenti apocalittici, quando uno studente le si avvicinò per strapparle di mano la relazione che aveva svolto con Rudolph. «Ehi!» si girò di scatto e, non appena si accorse della persona che aveva davanti, il suo sguardo si assottigliò. «Tu.» Iden Kaufman, il Corvonero che aveva osato spaventare suo fratello ad inizio anno. Non era successo molto, in realtà, ma le era bastato sentir parlare di velate minacce e di un tono intimidatorio, per farle venir voglia di raggiungere la torre dei discepoli di Priscilla o Rowena, Cosetta, Corinna, costringere uno studente della stessa casata a rispondere all’indovinello – da sola ci avrebbe messo troppo tempo, non era brillante come il fratello –, sfondare la porta del dormitorio a suon di calci e affrontare Iden a muso duro. Come si era permesso di dire qualsiasi cosa avesse detto? Continuò a guardarlo male, non potendo ricorrere alla violenza preventiva – anche in quel caso per volere di Hunter. Non stava forse tentando di limitare un po’ troppo la sua natura? «Indominus Rex.» fu l’unica cosa che disse al fratello, sottovoce, nella speranza che comprendesse la gravità della situazione ed elaborasse un piano, al suo posto, per salvare quei poveri innocenti.
    Al termine della fase di immotivato delirio, raggiunse la Tassorosso con cui avrebbe dovuto svolgere la seconda parte della lezione. Conosceva Maple, non perché avesse avuto modo di parlarci durante le sue prime settimane all’interno del castello, ma perché era al centro dei pensieri di Beh e – di conseguenza – delle discussioni dei Losers. Emotivamente castrata da Hunter quando erano partiti, Halley salutò la ragazza con un largo sorriso, cercando però di non mostrare quanto realmente fosse contenta di poter lavorare al suo fianco, studiarla in silenzio e tentare di carpire segreti che avrebbe potuto rivelare all’amico. Il tutto, senza farsi beccare e finire per rovinare una situazione che non aveva bisogno di essere complicata ulteriormente. «Carina questa lezione, eh? Che ibrido ti è capitato? A me un pappagallo capace di trovare l’anima gemella!» era partita a razzo, dannazione. «È quello che faccio con mio fratello!» meglio. Dava chiaramente l’idea di essere una sorella invadente, ma avrebbe spostato l’attenzione su di lei e sulle sue manie di controllo sulla vita di Hunter. Avrebbe voluto dirle che si limitava a creare situazioni favorevoli, a rendere il terreno fertile per un incontro tra il fratello e la vittima designata – aveva giusto adocchiato un Corvonero che avrebbe potuto fare al caso suo –, tuttavia si rese conto che una spiegazione del genere avrebbe reso ancor più sospetto il suo discorso. «Gli do buoni consigli, ecco. So ascoltare. E mantenere un segreto.» l’aveva travolta con fiumi di parole senza senso, aveva corso dei rischi inutili e non si era neppure lontanamente avvicinata al suo obiettivo. «Per quanto riguarda l’arma…» abbassò lo sguardo e lesse la relazione di Phoebe, per farsi un’idea delle caratteristiche della creatura che era stata loro assegnata. Intimidatoria, piromane, super-veloce e ghiotta di semi di zucca. «… potremmo creare un boomerang che gira attorno all’avversario e crea una lingua infuocata. E questa potrebbe stringersi fino a rischiare di br– mh, no, non è una buona idea.» diede un finto colpo di tosse, vergognandosi di aver lasciato che il discorso prendesse una piega così brutale. Aveva una certa affinità con quell’elemento, se non altro per tutte le volte in cui aveva tentato di cucinare qualcosa per Hunter e quest’ultimo era stato costretto a fermare il principio d’incendio che la grifondoro aveva causato; ma non significava nulla, non voleva certo veder bruciare un essere umano, nonostante temesse di aver dato quell’impressione. «O magari qualcosa di più… lieve.» in attesa di partorire un’idea geniale e che non contribuisse alla distruzione del mondo, decise di tornare all’attacco. «Sai, è stato il mio compleanno.» mesi fa. «Mi hanno regalato dei fiori, un buono per mangiare a sazietà al Red Velvet, un libro, un cappello peruviano, una giornata all’Amortentia… a te piacciono le sorprese?» iniziò ad elencare, a caso, una serie di oggetti diversi e si augurò che il volto della Tassorosso si illuminasse dopo averne sentito nominare uno. Avrebbe dato a Beh l’idea perfetta.
    HALLEY OAKES
    You say we got no future
    You're living in the past
    So listen up
    That's my generation
    16 y.o.
    troublemaker
    rebel


    Halley + Maple
    Ibrido: Rabboom

    Tipo di Arma: cerbottana;

    Elemento dell'ibrido: saliva di Rabboom;

    Caratteristiche: considerata, nell’immaginario collettivo, come un’arma primitiva e sottovalutata per via della sua apparente semplicità, la cerbottana è costituita da un tubo attraverso il quale scagliare dardi o piccoli proiettili. Può avere dimensioni variabili, da circa 20 centimetri fino ad oltre 2 metri, e, ad una maggiore lunghezza della canna, corrisponde una migliore precisione di tiro, a discapito neanche a dirlo della portabilità. Progettata per contenere munizioni dalle proprietà incandescenti, viene realizzata a partire da legni che presentano caratteristiche di elevata resistenza alle sollecitazioni termiche.

    Funzionamento: la particolarità di quest’arma è da ricercare nei proiettili utilizzati. Si tratta di elementi di piccole dimensioni, di forma circolare, prodotti dall’unione tra i semi di zucca e la saliva di Rabboom; la ragione dell’insolita scelta è legata all’idea che questo particolare alimento – principale fonte di sostentamento della creatura – contribuisca allo sviluppo dei poteri magici dell’animale e conferisca, ad ogni colpo, le caratteristiche che lo hanno reso noto, quali velocità e piromania capacità incendiarie. Gli spari, infatti, si susseguono in rapida successione e, una volta entrati in contatto con la superficie desiderata, provocano fastidiose bruciature di media entità; inoltre, quando il proiettile riesce a passare attraverso la bocca, la sua natura porta la vittima a contorcersi in preda a dolori lancinanti.
     
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