IV lezione di CDCM + (V) Strategia & Scherma

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    Phoebe Campbell

    «Ti mangio, ti mangio, ti mangio, ti mangio» la mora intonava questa canzoncina mentre addentava un donuts al cioccolato, se l'era portato in camera la sera precedente così da fare colazione prima di scendere in Sala Grande per farne una seconda. Aveva sognato di mangiarsela per tutta la notte e si era svegliata con lo stomaco che brontolava. Ma finalmente quel donuts al cioccolato era lì davanti a lei, pronto per essere mangiato «Ti mangio, ti mangio, ti mangio» fece per addentarlo quando un cuscino la colpì in piena faccia facendole cadere quel prezioso cibo a terra. Si voltò verso la propria compagna di stanza, con le lacrime agli occhi.
    «così impari. Io voglio dormire» disse Nat
    «Nat, come hai potuto? Era il mio donuts» avrebbe voluto raccoglierlo e mangiarlo lo stesso se avesse fatto veloce, infondo erano passati solo cinque secondi e poteva ancora farcela. Scese dal letto alla velocità della luce, ma Nat la bloccò «Non farlo» quel tono serio, anche se non si stavano guardando negli occhi, fu come esser stata colpita in pieno volto con quella frase. Sapeva che se avesse preso quel donuts avrebbe rischiato in qualche modo la propria vita o peggio, avrebbe perso l'amicizia di Nat. Doveva scegliere: Nat o il donuts? La bellissima bionda o quel buonissimo dolce? L'amicizia o la gola? Per gente normale forse la scelta era scontata ma per lei no; ci teneva a quel dessert. Guardò la compagna con gli occhi supplichevoli mentre teneva con la mano il donuts «Ti prego» avrebbe persino pianto, se fosse stato necessario, per farle pena. «e va bene. Ma ora vattene. Voglio dormire »
    La mora addentò felice il suo dolce per poi gettarsi sull'amica «perchè, tu non vieni a lezione?»
    «No. Non ci vengo in gita con le gemelle. E scendi dal mio letto, me lo sporchi»
    «Peccato non sono male» Così facendo iniziò a preparsi gustandosi il donuts e fischiettando di tanto in tanto; al contrario della bionda lei era conteta di andare in gita, era stufa di fare le lezioni in aula e dopo tutto quel casino ne avevano bisogno. Il ritorno ad Hogwarts era stato strano, diverso rispetto agli altri anni, c'erano stati così tanti cambiamenti e non si sentiva più così sicura in quel posto, anche se aveva ancora suo fratello accanto.
    «Vado. A dopo» scese verso Sala Grande, forse in ritardo ma a chi importava? Non a lei. C'era tempo per una seconda colazione? Assolutamente si. Saltellando e canticchiando qualcosa che forse solo lei conosceva si recò al proprio tavolo dove vi trovò Take. Adorava quel biondo depresso ( Tutti i miei pg amano i kinesi ok?!) si avvicinò a lui di soppiatto e gli diede un bacio sulla guancia «Ma buongiorno splendore. Da una scala da uno a dieci come ti senti oggi?» chiese mettendosi al suo fianco, per poi fare un'abbondante colazione, sarebbero andati in gita e non voleva andare a stomaco vuoto; le piacevano le gemelle ma non erano così affidabili quando si trattava di seguire gli studenti.
    Una volta mangiato, e forse aver perso di vista Take, quasi sicuramente l'aveva abbandonata senza dirle niente, ma era speciale per quello e gli voleva bene. Con la pancia piena si recò verso l'incontro, ovviamente al limite del tempo; per fortuna vide Gwan. «GUMMY» Gli corse dietro e si attaccò alla sua schiena, scese quasi subito, era pericoloso fare cose del genere e lei non voleva essere torturata.
    «Ci conviene correre. Arriveremo in ritardo! O già siamo in ritardo?»
    «Le gemelle lo saranno più di noi, tranquillo» disse per poi dirigersi insieme verso l'uscita. Non importava se non erano della stessa casa, avevano la stessa età, avevano fatto il viaggio insieme, sul treno, la prima volta che arrivarono a Hogwarts e stavano crescendo insieme. Era il suo migliore amico in pratica e con lui poteva essere se stessa, non che di solito non lo fosse, era difficile essere più persone; sicuramente essere bipolare non era per lei.
    « Se mi addormento svegliami... Anzi no.»
    «magari dormiamo insieme.» lo prese sotto braccio per salire sul mezzo. In teoria doveva stare dietro, ma quella mattina tutte le ragazze avevano deciso che quella lezione era troppo noiosa per essere seguita e di conseguenza quelli che venivano definiti i perdenti della scuola avevano deciso di fare i ribelli e catapultarsi, nel vero senso della parola, in fondo. Dovevano solo ringraziare che Nat non c'era o avrebbe sicuramente scatenato l'inferno per farli scendere, e dico scendere perchè spostarli sarebbe stato poco, non li avrebbe voluti avere proprio lì sopra dopo un affronto del genere; ma era anche vero che Phoebe non era una mean come le altre e alla fine non le importava poi molto dei posti o quasi. Guardò uno dei ragazzi seduto al suo posto, poi prese per mano Gum «vieni, sediamoci qui che oggi i ragazzi hanno voglia di popolarità» disse come solo Nat in realtà era capace di fare, ma la mora ci aveva provato.

    15 y.o | Gryffindor
    mascotte | love kinesi
    «What the Duck?»
    «Fuck»
    «No, Duck is cute.»
    sul serio ti aspetti una quote?
     
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    I am not a hero.
    I am a loser scientist.
    Essere un Prefetto aveva i suoi vantaggi e il bagno destinato a quella categoria di studenti era decisamente uno di questi, soprattutto nei giorni in cui Hunter aveva l’estremo bisogno di schiarire la mente a suon di brecciate in quella meravigliosa vasca dai mille rubinetti. Non era certo al pari di una piscina olimpionica, ma pur sempre meglio di un incontro ravvicinato con la Piovra Gigante nel Lago Nero.
    Hunter era un ragazzo semplice, logico e metodico. I suoi (miseri) averi erano disposti secondo un ordine ben preciso nel suo angolo di stanza e ogni minima cosa aveva il suo posto. I libri erano disposti per autore (aveva modificato le dimensioni di alcuni libri per non avere una crisi dovuta alle diverse altezze delle copertine) e, nei periodi in cui si sentiva particolarmente trasgressivo, li sistemava addirittura seguendo un ordine cromatico. Sottolineava i testi su cui studiava con una matita dalla mina dura e non troppo scura per evitare le sbavature, e utilizzava i colori per memorizzare le informazioni in base all'importanza data ad ognuna di esse. Aveva un raccoglitore dove sistemava le pergamene in base agli incantesimi appresi in ordine alfabetico e divisi in categorie secondo l’uso che avrebbe potuto farne e, da quando aiutava in Infermeria, quelli curativi erano aumentati in modo esponenziale. Qualcuno avrebbe potuto dire avesse un disturbo ossessivo compulsivo, non a torto, ma al Corvonero piaceva identificarsi nell'aggettivo organizzato. Non che fosse nato pronto, sia chiaro, ma era l’unico modo in cui aveva pieno controllo della sua vita. Sapere dove fosse ogni cosa, avere una routine ben precisa, seguire uno schema, sistemare, catalogare… beh, erano tutte azioni che gli davano la sensazione di tenere tutto in ordine, di avere il comando di ogni sua azione, di essere ancora in grado di prendere decisioni autonomamente e di non essere in balia di un destino che non è stato scritto da lui, ma che lo avrebbe solo utilizzato come mezzo per raggiungere un fine superiore. Certo, Halley era la sua variabile impazzita, l’elemento destabilizzante di quel mondo di ferrea auto-disciplina, ma a chi non piaceva risolvere equazioni altamente complicate?
    Per questo, quella notte, non era riuscito a dormire. Non per la paura dell’incognito, ma per quella minuscola variazione del suo orario settimanale che prevedeva una lezione non nella sua solita aula, bensì altrove. Fuori Hogwarts. Il non sapere lo aveva logorato al punto da togliergli il sonno (e il giovane Prefetto soffriva di una leggera forma di narcolessia) e privarlo di una delle poche gioie della vita. Aveva addirittura pensato di sfruttare la compagnia del suo palmo fino a sfinirsi fisicamente e indursi il sonno, ma il messaggio apparso in Sala Comune continuava a tornargli in mente nei momenti meno opportuni.
    Fu il primo a lasciare il dormitorio quella mattina e, nonostante la capatina nel Bagno dei Prefetti, percepiva ancora dell’ansia latente che, oltre a peggiorare il suo umore, lo aveva spinto prima a far tacere un Gideon isterico e, poi, aveva appannato i suoi sensi, facendogli accettare qualsiasi cosa contenesse la sua personalissima versione del nettare degli dei. Peccato fosse in tripla dose e che ci avesse aggiunto del latte così l’effetto della caffeina dura più a lungo perché viene digerita più lentamente.
    Si attardò qualche minuto nel Salone d’Ingresso con la scusa di dover monitorare il traffico verso l’esterno del Castello, per intercettare la chioma bionda della sorella che aveva una sua personalissima concezione del tempo e degli orari.
    “Sei in ritardo.” sottolineò una volta fosse a portata d’orecchio, “Hai preso tutto?” continuò, le pupille leggermente dilatate e le nocche strette attorno alle fibbie dello zaino.
    “C’era scritto abbigliamento comodo sul messaggio in bacheca, non abbigliamento coordinato!” la zittì vomitando le parole non appena vide l’espressione di puro orrore dipingersi sul volto della sorella. Per quanto fosse un amante del black&white, il suo baule conteneva picchi cromatici degni da pugno nell’occhio. Aveva ponderato a lungo l’idea di sfoggiare la sua maglia originale dell’Arsenal, ma la paura potesse rovinarsi aveva preso il sopravvento e… beh, non gli restava che indossare un’accecante felpa giallo canarino e un paio di pantaloni blu elettrico da vero pugno nell’occhio. Ne andava così fiero che non avrebbe lasciato che la Grifondoro smorzasse il suo entusiasmo.
    “Non costringermi a togliere punti alla tua Casata. Per quanto voglia che Corvonero vi sotterri e distrugga ogni speranza di vincere la Coppa delle Case,” (era il caffè a parlare) “tengo abbastanza a te da non volerti regalare un biglietto di sola andata nella stanza delle torture.” Smise di saltellare e rivolse alla sorella uno dei suoi migliori sguardi da psycho, che di solito mostrava sotto esame, per guardarla dritto negli occhi: “Halley, sono serio. Non. Provare. A. Liberare. Le. Creature. Che. Studieremo. Oggi. E, soprattutto, non metterci in imbarazzo”, come se lui già non lo stesse facendo, “con la professoressa. So che è il tuo idolo, so che credi che in un universo parallelo possa essere tua madre o che tu sia una sua reincarnazione ma… no. Fai la brava. Promettimelo.” Levò un dito tremante, dannata caffeina, e portò il mignolino davanti al viso della sorella, con la speranza lo stringesse col suo in quel gesto che poteva sembrare infantile ma che significava davvero tanto per lui.
    “Oh, i Losers!” trotterellò nella direzione di Nicky e i gemelli, prendendo Halley sottobraccio, mentre il primo vero shock della giornata era dietro l’angolo. No, non potevano separarsi! Non potevano lasciarlo solo con Halley nel bus (come se non sarebbe stato lui il primo a tenere il posto per la Grifondoro e a restarci male se si fosse seduta accanto a qualcun altro) e, nel panico generale, rese geniale l’imput di Behan. “LANCIAMO NICKY!” La Tassorosso era piccola e compatta, sarebbe stata fisicamente la scelta migliore! Halley era troppo longilinea e, se fosse stata lanciata con troppa forza, sarebbe potuta uscire dall’altro lato del pullmino, mentre Nicky avrebbe potuto planare (schiantarsi) sui sedili senza correre il rischio di farsi troppo male. Mentre Mehan si preparava al lancio, si premurò di far evanescere il finestrino e si tenne pronto per, eventualmente, raddrizzare il tiro del Grifondoro evitando che la ragazza-proiettile facesse un giro in uno dei suoi posti preferiti: l’infermeria.
    Prese per mano la sorella in uno slancio di eccitazione per la riuscita del loro piano e la trascinò con sé nello scuola-bus, prendendo posto accanto a uno dei finestrini.
    “Mi batte così forte il cuore…”
    Sospirò con lo sguardo perso nel vuoto e l’espressione assente. Sarebbe stata una lunga, lunghissima, mattinata.


    Hunter Oakes | 16 y.o.
    2043: Uran Jackson
    10.09.2001 | 10.06.2017
    Ravenclaw


    Edited by Messier_43 - 25/9/2018, 11:28
     
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  3. all you need is self-service
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    Every sixty seconds you spend upset
    is a minute of happiness you'll never get back.
    Svegliarsi la mattina presto per preparare su mille fogliettini colorati delle frasi motivazionali per Away era diventata un'abitudine, riuscire nel suo intento era sicuramente lo scopo più importante che per ora voleva raggiungere. A volte erano frasi veramente stupide, con l'unico scopo di provare a farlo ridere mentre altre volte... Beh, non cambiava niente se non anche camuffato il fatto che la vita era una un dono bellissimo che andava apprezzato. Per ora ci aveva solo provato non ottenendo molti risultati ma non si era mai perso d'animo. Scrisse sull'ultimo bigliettino rigorosamente in giallo Se la vita ti offre limoni fai una limonata con il disegno di un paio di limoni e un mlmlml scritto proprio sotto ed infine piegò il bigliettino riponendo lo in un sacchetto che portava sempre con sè con tutte le frasi già pronte in modo da averne sempre una pronta in ogni occasione. Era sempre di buon umore la mattina, anzi era sempre di buon umore soprattutto ora che si stava avvicinando l'autunno. Un periodo dell'anno così a e s t h e t i c. Si preparò in fretta e cercando di non svegliare gli altri recuperò tutto l'occorrente con anche la sua amatissima polaroid e armato di un esercito di rullini decise di uscire fin troppo presto dal dormitorio per vagare alla ricerca di qualche scatto rubato al cielo che cambiava colore o ciò che secondo lui c'era di magnifico da ricordare. Ogni tanto a qualche bigliettino ci associava proprio un suo scatto perché di sicuro sortiva un effetto maggiore o almeno era quello che lui credeva.

    Una gita, la foresta, aria fresca, i professori a controllare che nessuno non muoia seeeeeee. Quella si prospettava essere una lezione fantastica, una giornata fantastica con persone fantastiche in un pulmino fantastico. Poteva dire di avere tutto dalla vita. Mentre tutti si tuffavano, si fiondavano, rotolavano o venivano addirittura lanciati, Self prese il primo posto che trovò libero senza prestare molta attenzione a dove fosse o se in quel momento avesse scatenato una faida o qualche effetto a farfalla e occupò il posto affianco a lui per il cugino sperando che non decidesse di perdersi quell'occasione. Percepì i tuoini e le saette nell'aura del cugino ancora prima che mettesse piede sul pulmino ma quando alzò lo sguardo si sbracciò lo stesso per farsi vedere. Ecco sembrava proprio che la vita ad Away quel giorno non avesse regalato alcun limone bensì soltanto uova. Almeno poteva farci la frittata #wat. «Self, ti prego, non farmi domande. So che ho ancora dei pezzi di uova tra i capelli, spero solo si mimetizzino con il biondo....» Non aveva la più pallida idea di come Away avesse fatto a diventare da così a così come diceva la pubblicità delle gocciole. «Pensa positivo! Poteva andarti peggio. Tipo con i broccoli o gli asparagi.» Arricciò il naso al pensiero di quelle verdure che non amava. «Ora che ci penso le uova sono un'ottima maschera per capelli. Li rende più lucenti e va anche di moda!» Sorrise guardandolo accasciarsi sul sedile vicino a lui ed appoggiare la testa sulla sua spalla. Gli accarezzò i capelli cercando di di ridurre le tracce di uova rimaste e cercando di tranquillizzarlo in modo che potesse addormentarsi dato che aveva notato le occhiaie e l'aria stanca ancora più accentuata del solito.

    Hufflepuff
    18 years old
    a e s t h e t i c
    20.09.2018 | 10:00
     
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  4. professional liar™
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    Rudolph Slavinsky era diventato ancora più paranoico di quanto lo avevano addestrato ad essere, continuando a non abbassare la guardia nemmeno quando si sedeva sul davanzale della finestra del dormitorio, pronto a cogliere con le mani nel sacco qualunque malintenzionato si fosse avvicinato al suo letto per accoltellare l'ammasso di coperte sistemato in modo da farlo sembrare un corpo.
    Gli sembrava ovvio che Durmstrang era ormai alle redini della scuola e, sebbene sapesse di tutta al situazione politica corrente, temeva ancora che Vasilov fosse alla caccia alla spia aka lui. Detta in tutta sincerità, Rudy non aveva mai acconsentito a farsi carico di così tanti segreti e identità, stava iniziando a diventare fin troppo anche per lui. Forse fu anche per le continue notti insonni che decise di prendere parte a quella gita di inizio anno, sperando che le professoresse De Thirteenth non volessero farlo fuori e seppellirlo lontano da Hogwarts o che nessun compagno lo avrebbe soffocato mentre dormiva scatenando una caccia all'assasino sull'Orient School Bus. Di fatti aveva intenzione di dormire sugli scomodi sedili del pulmino in barba alle preoccupazioni che avrebbe dovuto avere, pronto a godersi una gita per cominciare bene l'anno. Dopotutto conosceva abbastanza bene le persone che lo avrebbero accompagnato da decidere di fidarsi di loro, sebbene fosse pronto a ricredersi sulla Aguilera che aveva colto più volte ad osservarlo con la stessa intensità con cui i Russi osservavano un sospettato.
    La vide sparire dietro le porte dell'autobus, mentre altri sceglievano accessi alternativi come i finestrini, e si avvicinò al fratello della Ribelle afferrandolo per un lembo dello zaino. «ehi Scott» lo salutò, decidendo poi di specificare chi fosse prima che il Tasso iniziasse ad ansimare terrorizzato «sono Rudy, ricordi? ci siamo visti nella Stanza delle Necessità» gli sussurrò assicurandosi che nessuno potesse sentire quelle parole. Dopo gli interrogatori, l'unica cosa che mancava ad Hogwarts era un blitz per scovare associazioni segrete e riunioni clandestine di studenti. «volevo chiederti se per caso tua sorella è mai andata in Russia? No? Sicuro? Okay, ci vediamo dopo!» doveva assolutamente scoprire perchè Erin gli stava impedendo di abbandonare la sua paranoia cronica, Shane Dwason aveva proprio ragione a dubitare così tanto del Sistema ed era pure un complottista fortunato ad aver trovato un compagno che o non lo aveva ancora lasciato oppure condivideva le sue elucubrazioni.
    Entrò nell'autobus, adocchiando i posti liberi che avrebbe potuto sfruttare per tenere d'occhio la sospetta (ormai il suo gufo dormiva più in un giorno di quanto il corvonero avesse dormito nell'ultima settimana, era già alla ricerca degli ingredienti per una Pozione Energizzante) e si accomodò sul lato opposto, qualche fila più indietro rispetto al riccio seduto affianco alla Chipmunks «quando andrò in pensione voglio dormire per tre giorni di seguito ogni settimana» sussurrò tra sè e sè appoggiandosi contro il finestrino e fingendo di chiudere gli occhi in un meritato riposo.
    Fu quando scorse la figura spaesata di Noah EHM voglio dire, Scott che si sentì in colpa per aver mollato malamente lo zaino sul sedile affianco.
    Avrebeb preferito restare da solo fino all'arrivo a destinazione, ma pensò che provare a socializzare non gli avrebbe davvero fatto del male, poi Scott era una creatura così innocua che Rudy ancora stentava a credere si fosse messo a capo dell'Esercito di Amalie insieme ai suoi amici e fantasmi.
    Tirò lo zaino giù ai suoi piedi e sorrise gentilmente al ragazzo «giurò che non ti chiederò più nulla sulla Russia» lo tranquillizzò scherzando e offrendo la sua compagnia per il viaggio. Sapeva che molti lo ritenevano strano e non avrebbe biasimato Scott se avesse preferito sedersi affianco a qualcun altro, ma sapeva anche che nemmeno Scott era sempre il più richiesto o il primo a essere scelto per le squadre di Palla Avvelenata Magika #wat. Il tasso si sedette affianco a lui e Rudy assunse una posizione più composta, rinunciando al suo finto pisolino.
    «Mica Erin ha una cotta per me?» doveva pur sondare tutte le possibilità, meglio eliminare subito le più assurde e improbabili, era ovvio che la Chipmunks avesse occhi solo per Regina Castle.
    Rudolph Rudy Slavinsky
    Don't say my name out loud, you could get in some serious troubles
    Freythan's legacy
    keeper - 17 y.o.
    ravencalw - VI year

    parla solo con Scott, post schifoso VI AMO PERDONATEMI
     
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    mama raised
    a hellrazor

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    «e poi, non puoi capire-» spostò rapida le ciocche ramate dal viso, un sospiro drammatico ad accompagnare il gesto; quasi non si graffiò la faccia con un’unghia fin troppo lunga (e fin troppo affilata, chiaramente) nell’intento di acchiappare anche quelle più ostinate, aderite come tentacoli alla superficie appiccicosa del gloss che le tingeva le labbra. «gli dice, oh, giuro, sul serio gli dice-» e inclinò la testa verso l’alto, aprendo il pugno della mancina così che le Tuttigusti+1 potessero scivolare a cascata nella bocca; poi finalmente si voltò in direzione di Away, occhi strabuzzati a richiamare la sua piena attenzione: «your beard is weird. Ma ci pensi?» scosse la testa, dimostrando il suo disappunto con un flebile ha!, poi tornò a frugare nel sacchetto in plastica. Okay, mettiamola così: tutti hanno le loro piccole ossessioni. C’è chi colleziona francobolli, chi le riviste contenenti foto mal riuscite delle celebrità preferite, chi spreca ore della propria giornata a tentare di farsi notare da un Hilton nel disperato tentativo di diventare un altro dei loro charity cases parte della famiglia per un giorno – e oh, alla Mizumaki piacevano le faide tra rappers. Non se ne perdeva una, la giapponese: aveva seguito Meek Mill e Drake nella loro intensa lotta ai fini di conquistare Nicki Minaj, il lancio olimpionico di scarpa tenuto dalla sopracitata e Cardi B, e di nuovo Drake che cercava di salvare quel po’ di reputazione che gli era rimasta – nonché il suo conseguente fallimento – in una diss track contro Pusha T. E quindi, naturalmente, aveva seguito con fervente eccitazione il bisticcio idiota tra Machine Gun Kelly, rest in fucking pieces, e il signor Marshall Mathers in arte Eminem. Se non aveva di meglio da fare nella vita? Maybe so. «Kelly avrà perso come minimo 1000 punti di street cred dopo una cosa del genere.» E qui verrebbe automatico chiedersi se Machine Gun Kelly l’avesse mai avuta, ma quello era un discorso diverso. Senza contare che l’attenzione di Chouko, già di per sé intensa quanto quella di un pesce rosso, venne in pochi attimi attirata dal giallo accecante dell’affare demoniaco che li avrebbe trascinati verso la morte certa: sussurrò un «fiko», sincero nonostante il viso fosse contorto in un’espressione di puro dolore – dovuto, inutile dirlo, all’ennesima gelatina al sapore di cerume. Così andava la vita. Era dunque arrivata l’ora di lasciare l’amico, che probabilmente aveva ascoltato una parola su venti tra quelle pronunciate dalla Tassorosso – non che la cosa le pesasse più di tanto; c’erano momenti in cui Chouko necessitava di sproloquiare in santa pace senza però doversi sentirs pazza a farlo da sola –, al proprio destino. Trotterellò felice in direzione delle supplenti, sistemando i track pants appena sopra l’ombelico così da sembrare vagamente decente per il contesto scolastico, per poi ricambiare il «buongiornissimo» con un altrettanto entusiastico saluto militare. Sperava vivamente che li mandassero nel bel mezzo della foresta a simulare l’apocalisse zombie; a tal proposito, la Mizumaki sistemò meglio lo zaino in spalla, pesante a causa delle due bottiglie d’acqua (una per lei e una per Away, casomai avesse accidentalmente dimenticato di portarne una e rischiasse di morire in battaglia) e le munizioni di caccabombe. Per le emergenze! Suvvia!
    Avrebbe lasciato che la folla s’insinuasse nel pullman così da evitarsi piedi schiacciati e gomitate in faccia, preferendo lo spettacolino circense dei Losers al branco di adolescenti socialmente inetti che si accalcavano per prendere i posti migliori. Come se glie ne potesse fottere qualcosa a una come Chouko, di certe cose da principianti. Fece il suo ingresso con tutta la calma del mondo, la giapponese, facendo schioccare le labbra una, due volte prima di buttarsi nella bolgia – abbastanza piccola da potersi infilare tra i gruppi già presenti, abbastanza rapida da non farsi notare, e abbastanza allenata da poter improvvisare un po’ di parkour sui sedili del mezzo quando neanche le finte l’aiutavano nel suo scopo («oh nooooooooo» palmo della sinistra davanti al viso, indice della destra puntato contro Scott Chipmunks, e sguardo fisso su Romeo, oh Romeo, contro cui Chouko poteva aver appena catapultato il concasato nella speranza di distrarre entrambi). E boom, bitches, in men che non si dica si era finalmente ritrovata nel fondo; lanciò senza troppi indugi lo zaino sul primo sedile vuoto che le capitò davanti, poi, perché no, riservò un peace sign ai kuginetti kinesi qualche fila più in avanti – con le mani a circondare la bocca, mimò sfigati (but in a soft way) prima di voltarsi in direzione della sua nuova compagna d’avventure. Peccato che la timidezza avesse deciso proprio in quell’istante di attanagliarle le corde vocali; e così, dopo aver alzato un palmo in aria in segno di saluto, mormorò un semplice «come va?» strozzato alla Anderson come… segno di pace? Probabile. Fece cadere la confezione ormai vuota di Tuttigusti+1 nello zaino per sostituirla con un lollipop alla cola, infine buttò la borsa sotto al sedile senza troppa grazia. «bel volo, Nicky!» Sorriso a trentadue denti in direzione della Winston, poi tornò a scartare l’involucro della caramella. «ma la prossima volta…» mise il bastoncino in bocca, succhiando piano lo zucchero con aria solenne – e puntò il dito contro il gruppetto, occhi ridotti a fessure mentre passava lo sguardo su tutti loro, «giuro che vi batto.» Ormai conosceva il metodo, Tryhard. Era la fine dei giorni felici.
    Un occhiolino in direzione della concasata, e scivolò finalmente sul sedile. Con le braccia incrociate al petto e le Doc Martens poggiate comodamente sopra lo schienale dinnanzi a lei perché fuck the system, chiuse finalmente gli occhi per godersi qualche minuto di sonno prima che fosse troppo tardi.
    mizumaki cherry chouko
    sixteen y.o.
    hufflepuff
    japanese
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    ch
    ou
    ko
    I flew over from the faraway future
    Past the spilling stars, Fly
    You know, even there It’s filled with fools
    So actually, what’s shining even brighter is now


    chiaramente non ho riletto quindi potete evitarlo dai
    si mette accanto a rose :pervi intensifies:
     
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    wednesday & friday de thirteenth
    wendy&fray
    Arcuò entrambe le sopracciglia, diede una leggera gomitata nel fianco di Wendy. «li vedi anche tu?» domandò, e pur sapendo già la risposta si sentì meglio nell’udire l’ovattato, confuso, «oh-oh» della sorella. Friday dovette battere un paio di volte le ciglia ramate, pugni sui fianchi ed occhi verdi ad osservare il compiaciuto, compiaciuto!, Mehan Tryhard che aveva appena lanciato Nicky Winston all’interno del pullmino.
    Cioè. Scusa? Sapeva che si trattava solamente di supplenti, ma non erano (si invece) certo le prime pezzenti capitate lì per caso; probabilmente non erano le più adatte al ruolo, ma con quel pullmino, e con quella gita, le gemelle De Thirteenth ci stavano provando. Attesero indignate che tutti gli studenti salissero sull’autobus giallo; mentre Wendy iniziava l’appello, Friday scavalcò i sedili per giungere alla fila in fondo, sforzandosi più del dovuto di non lanciare una delusa occhiata a Halley. Credevo fossimo dalla stessa parte. «tryhard, winston» iniziò, puntando l’indice contro ciascuno di loro. Le sarebbe piaciuto fare la docente (legittimamente) sdegnata e professionale, ma… li avete visti i faccini di quei ragazzini? Eh. «dovrei togliervi cinque punti a testa» (dovrebbe, parola chiave: lei e Wendy si erano scambiate diversi versi inintelligibili, ma perfettamente comprensibili a loro, ed erano giunte alla conclusione di essere troppo kool per abbassarsi a simili stereotipi) «ma non lo farò perché a rimetterci sarebbe l’intera casata, non soltanto voi, e per cosa?» non gli diede tempo di rispondere, sollevando austera una mano di fronte a sé – la sala delle torture, chiaramente, non era passata nell’anti camera del cervello di nessuna delle due insegnati: sapevano della sua esistenza, non significava che ne fossero ammiratrici. «non avreste mai fatto una cosa del genere con la professoressa queen. Trovo offensivo, nonché una mancanza di rispetto, che con noi non vi siate fatte problemi di alcun genere: siamo gentili, non stupide.» chiarì, incrociando le braccia al petto e costringendosi a non mettere il broncio – aveva ventisei anni, doveva almeno fingere un briciolo di contegno. «non fatelo mai più» poggiò le mani sui sedili adiacenti e si chinò verso di loro, strizzando le palpebre verso i due ragazzi. «E SENZA CASCO POI!!!!! MA SIETE SceMI, è pericoloso!» sibilò, scuotendo il capo e facendo rimbalzare il cappello sulla testa. Inspirò dalle narici sollevandosi, un’occhiata alle proprie spalle a Wendy, la quale nel mentre aveva concluso l’appello, ed aveva alzato un pollice nella sua direzione – che, conoscendola, avrebbe potuto significare qualunque cosa: decise di essere ottimista. «comprenderete che dobbiamo prendere provvedimenti. seri provvedimenti»
    Annuì grave, labbra piegate verso il basso. Le costò uno sforzo enorme, ma fu necessario.
    Le piangeva il cuore. Dovette chiudere sofferente gli occhi per non vederne i faccini tondi.
    «niente tortino sì, avevano fatto arrivare dalla Kowalski Quality Baked Goods, a New York, dei simpatici dolcetti a forma di creature magiche, intenzionate a distribuirle una volta che fossero arrivati a destinazione – ma QUALCUNO, evidentemente, non se lo meritava. «e voi, sappiate che il silenzio è complice» puntò l’indice sugli altri ragazzini in fondo, indietreggiando nel mentre per indicare ciascuno - ciascuno! nessuno aveva suggerito, boh, un cuscino! mostri. - con la punta del dito. «quindi potrete prenderne solo uno.» Era stata troppo dura? Non era fatta per fare l’insegnante, Fray.
    Sospirò, ed il convoglio partì.

    Chiuse i pugni sui fianchi, inspirò profondamente l’aria dalle narici aggrappandosi al familiare profumo del DeZero. Agli studenti non avevano detto che quel luogo appartenesse a loro, spacciandolo semplicemente per una riserva messa gentilmente a disposizione perché potessero svolgere la lezione; il DeZero, però, era stato creato dai De Thirteenth quando Friday e Wendy avevano lasciato gli studi a Salem per trasferirsi ad Hogwarts. I genitori, per placare i loro animi inquieti, consci dell’amore delle gemelle per le creature magiche ed animali di ogni sorta, avevano deciso di creare una piccola zona fuori città, sempre (ovviamente.) nel mondo magico, che replicasse in maniera perfetta il microcosmo di Hogsmeade e Diagon Alley - i luoghi che, a loro dire, avrebbero frequentato più spesso, e del quale, sempre secondo loro, si sarebbero innamorate proprio grazie al DeZero.
    Beh. Avevano ragione.
    Il DeZero era una riserva magica per piccole, e medie, creature magiche – classificazione: dagli X, agli XXX – curata e mantenuta in perfette condizioni da un’equipe esperta di maghi, biologi, e addestratori di creature magiche. Non era uno zoo, non esistevano gabbie, e sarebbe stato scorretto definirlo un safari: avevano semplicemente ricostruito, e migliorato, gli habitat delle creature magiche ivi presenti, ed avevano dato loro un ecosistema che all’esterno paresse la banale Hogsmeade (con tanto di Carrow’s, Wicked Park, Amortentia, ecc.) e, poco distante, l’altrettanto sempliciotta Diagon Alley (e v’erano un Red Velvet, un Inferius e perfino un Lilum), ma all’interno contenesse tutte le qualità per premettere la sopravvivenza dei vari piccoli abitanti. Una specie di Disney Land per chi, come loro, amava gli animali; ecco perché, più che DeZero (il nome ufficiale) il trio De Thirteenth si riferiva alla zona come Weekland.
    «quasi casa» sussurrò a Wendy sorridendo appena, sentendo come sempre la fastidiosa punta acuminata nei polmoni data dall’assenza di Sandy. Battè le mani fra loro, ed allargò le braccia indicando la Hogsmeade e Diagon Alley 2.0 (si trovavano, in quel momento, all’incrocio fra le due zone) agli studenti. «benvenuti al de zero.» caso mai l’insegna avesse lasciato posto a qualche dubbio. «è una riserva magica mooolto speciale; è possibile trovare, nei luoghi comuni che conoscete come le vostre tasche, creature di ogni genere – ciascuna, chiaramente, nell’habitat che le sia più conforme» schioccò le dita e fece apparire una boccia di vetro con all’interno diversi nomi di creature magiche, che fece estrarre casualmente ad ogni studente; Wendy, dopo aver ingurgitato il suo Occamy al cioccolato (alle loro spalle v’era infatti un tavolino con le prelibatezze prima citate), fece un passo avanti indicando la lavagnetta al suo fianco. «il vostro compito è, sorpresa!, cercare la creatura magica che vi è capitata, e catturarla» fece una smorfia arricciando il naso. «cioè, non catturarla davvero. Dovete convincerla, gentilmente, a venire con voi: avete tutto ciò che vi serve nel vostro zainetto, trattatele bene» specificò, per un istante (effimero, ma reale) abbastanza seria da essere quasi, quasi, una vera adulta. «vi aspettiamo qui fra…un’ora. buon lavoro!»

    [un’ora dopo]
    Friday picchiò il pugno contro il proprio petto, il dolore allo stomaco a ricordarle che non fosse più giovane come un tempo, e non potesse permettersi di mangiare tutte le fenici al pan di zenzero che le andassero (ed erano tante). Vi odio tutti, giovani – cit. Erano già in coma post-cibo, con metà del tavolino prima pieno spazzato via dalla voracità di zuccheri delle gemelle, quando apparvero i primi, vittoriosi, studenti. Da parte sua, si limitò ad alzare il pollice in segno di supporto; Wendy, più giovane (eh! Era nata dopo!) riuscì ad alzarsi e ad accoglierli come il Signore comandava, assicurandosi che nessuno di loro si fosse fatto male, e che le creature stessero bene.
    Perfetto. Non c’era bisogno di lei. See ya later. S’era quasi addormentata, quando anche l’ultimo dei ragazzini apparve nel punto d’incontro con l’ultima creatura. Fu la voce di Wendy a riportarla, all’incirca, alla realtà. «ma che meraviglia» poteva riferirsi al tempo quanto alla nuova puntata di Temptation Island – o agli studenti e le loro creature, certo. «sembra proprio che gli piacciate!» battè allegramente le mani, suscitando un «woho!» di supporto dalla poco distante, spiaggiata su una sdraio, Friday. «bene, adesso vi divido in gruppi: inizia il lavoro di squadra. Fray, prendi le cose» «le cose?» «le cose» Giusto.
    Le cose. Arricciò il naso osservando la cesta coperta alla sua sinistra, decidendo di essere troppo pigra per alzarsi. Con un elegante movimento di bacchetta, la scoperchiò e la sollevò perché si avvicinasse agli studenti. «vi presentiamo ufficialmente il prototipo sviluppato dalla dezero» Wendy afferrò un piccolo uovo, poco più grande di un palmo, dal brillante guscio color diamante. Trash come piaceva a loro. Rivolse un’occhiataccia al Pappagallo Pirata che pareva averle già puntate. «non ora, tu. dicevo: questo, ragazzi miei, si chiama…» Era suspense o non lo ricordava? Nel dubbio: «TAMAGOTCHI» «…tamagotchi! Si tratta di uno strumento magico super speciale. Vi permetterà di osservare l’intera vita di una creatura magica in breve, così che possiate studiarne comportamenti e caratteristiche magiche, ma non creature magiche qualsiasi. di…» ancora, suspense o dubbio? vabbè: «ibridi» «ibridi. vi basterà strofinare il guscio contro l’animale che avete trovato, e quello del compagno con cui siete in gruppo, e tadaan, il tamagotchi crea il plausibile ibrido! Non è fantastico?» Impressionante, effettivamente.
    Chissà se alla CIA avrebbe potuto tornare utile, si sarebbe informata.
    «su, provate voi!»
    «digli della relazione»
    «giusto, la relazione. Dovrete stilarne una, insieme al vostro compagno, della creatura magica apparsa nel tamagotchi. Sono così emozionata!» A giudicare dalla faccia di gran parte degli studenti, loro no. «è un po’ come essere Dio» fortuna che le De Thirteenth lo fossero anche per i ragazzini.

    wendy: cdcm | fray: strategia | 26 y.o.
    20.09.2018 | 11:00
    Hot, strong, young and dumb
    Yeah, we had no fear Way back when we said
    We'd both be millionaires
    Now those days are over We're all ghosts


    Spero che siate super carichi per questa parte di lezione!!&& Allora, il cosa dovete fare è (idealmente) semplice:
    I STEP
    (ON) ciascuno studente dovrà trovare, conoscendo la creatura, il luogo che secondo loro è più adatto alla sua sopravvivenza. Come già detto, il Weekland è una riproduzione fedele di Hogsmeade e Diagon Alley, quindi lo /spazio/ in cui vi muoverete, è quello.
    (OFF) ciascuno di voi dovrà, tramite la descrizione dell'animale che vi abbiamo affibbiato, capire in quale sezione si trova l'animale. Abbiamo sparso le creature nei topic della sezione prescelta (solamente nel primo post, non cercate altrove; sì,dentro al post, così è più difficile barare *wink*. ATTENZIONE! Primo POST, non DISCUSSIONE - la discussione potrebbe essere anche l'ultima nella pagina!). Alcune sezioni potrebbero avere più di una creatura, quindi non demordete se ne trovate un'altra. Vi ricordo che ON dovrete dare un senso al come troviate l'animale (quali indizi vi hanno aiutato nella ricerca? cosa sapete dell'animale che vi ha spinto a cercarlo proprio lì?). Le sezioni che dovete prendere in esame, sono:
    inferius
    Red Velvet
    New Hovel
    Lilum
    Avis
    Quo vadis
    High Street
    Dark street
    Wicked park
    Carrow's
    Testa di porco
    Tre manici
    Madama piediburro
    Amortentia
    Fiendfyre
    Aetas
    Stamberga

    II STEP
    (ON) Dovete catturare la creatura, e portarla al luogo d'incontro fissato con le docenti; qui verrete divisi in gruppi da due membri ciascuno, e con il vostro compagno (i quale avrà un altro animale) dovete ...farli accoppiare! no ske, basterà che strofiniate contro il pelo/piumaggio dell'uno e dell'altro, una delle Uova Magiche che vi hanno dato le De Thirteenth: una tattica sperimentale. Come detto nel post, l'uovo vi mostrerà, come un oracolo, il futuro di quella creatura (come crescerebbe, cosa mangerebbe, ecc) e voi, insieme, dovrete stilare una relazione compilando il seguente modulo:
    + NOME:
    + CLASSIFICAZIONE:
    + CARATTERISTICHE FISICHE:
    + CARATTERISTICHE MAGICHE:
    + CIBO:
    + CURIOSITÀ :
    + RAPPORTO CON GLI UMANI:
    + COMPORTAMENTO
    (OFF) Ordunque, insieme all'altro player, dovrete inventare una creatura ibrida fra la vostra, e la sua; insieme, quindi magari dividetevi i campi, non so, vedete voi #wat. Ovviamente non potete svolgere il vostro compito finchè anche l'altro player non avrà trovato la sua creatura, ed a mali estremi potete aiutarvi fra voi.Quando posterete, sotto spoiler, dovrete scrivere la psw trovata insieme al vostro animale ♥ Sul come /catturare/ la creatura, avete ovviamente carta bianca e completa libertà d'azione (sì, dovete essere auto conclusivi). Il resto, aka il procedimento, è scritto sopra.
    GRUPPI:
    (1) Chouko Mizumaki + (2) Jazzmine Dubois
    (3) Take Away + (4) Kang Gwan-Min
    (5) Behan Tryhard + (6) Rose Anderson
    (7) Rudolph Slavinsky + (8) Halley Oakes
    (9) Gideon Mcpherson + (10) Hunter Oakes
    (11) Charles Dumont + (12) Perses Sinclair
    (13) Self Service + (14) Hazel Mcpherson
    (15) Maple Walsh + (16) Scott Chipmunks
    (17) Nicky Winston + (18) Romeo Ventimiglia
    (19) Phoebe Campbell + (20) DAF
    (21) Iden Kaufman + (22) Mehan Tryhard

    è obbligatorio postare? sì, entrambi i membri del gruppo dovranno postare. Non dovete descrivere la "Visione" sulla vita dell'Ibrido nel post, basterà uno schemino (quello sopracitato) sotto spoiler (e basterà che a postarlo sia un membro del gruppo, non è necessario siano entrambi) (ma anche l'altro compagno dovrà postare, altrimenti nisba punti). Caso mai qualcuno non potesse partecipare, lo faccia sapere il prima possibile, in quanto limita il lavoro del proprio compagno.
    Sembra più complicato di quanto non sia, me ne rendo conto. Avete tempo per postare fino a domenica 30 Settembre (avete l'intera notte compresa). Per qualsiasi dubbio, sapete dove contattarci ♥
     
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    Gideon McPherson | 16 y.o. [sheet]
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    ONCE: GIDEON ROSIER
    20/09/18 H 10.00

    Guardando bene l’abbigliamento dell’amico - maglia giallo canarino e pantaloni blu elettrico - gli fu chiaro che Hunter si fosse vestito al buio e ad occhi chiusi. Tentò di non soffermarsi troppo su di lui con lo sguardo, non voleva certo farlo sentire a disagio, come se lo stesse scrutando, anzi. Pensandoci...
    Raccolse la propria bacchetta dalla tasca e con un movimento fluido della mano la passò sui propri vestiti, colorandoli di un acceso giallo senape (i pantaloni) e viola brillante (la maglietta).
    Hazel, al suo fianco, aveva occhi ovunque ed aveva capito tutto.
    « Ow, chissà se è amore o daltonismo. »
    Commentò, avendo notato il suo gesto e guardando prima lui, e poi Hunter con espressione apertamente maliziosa. Conoscendola bene, aveva già una fan fiction yaoi tutta sua in mente. Gideon non ci mise molto a risponderle.
    « E’ strategia. Aposematismo. Ti dice niente? »
    Ma che domande. No, certo che no...Hazel usava i libri come pluffe, più che altro. « Siamo creature pericolose, devono saperlo. »
    Ma chi? Tutti, creature magiche e studenti compresi. #credici.

    La sua creatura non sembrava tanto pericolosa, se presa con le giuste mosse.
    « Se si trovano in uno stato di totale beatitudine e rilassamento, rilasciano un profumo dei più prelibati che cambia a seconda di chi lo annusa, e rende felici chiunque ne sia venuto in contatto. »
    Era emozionato, non aveva paura – forse consolato dal fatto che le creature contenute all’interno di quel mini-mondo raggiungessero, al massimo, la pericolosità XXX, e non di più – e ti pare poco. Munito di zainetto, come il più impacciato degli Ash Ketchum, rigirò tra le dita il foglietto con descritta la creatura che avrebbe dovuto cercare. Una perfumola. Il fatto che non fosse particolarmente pratico di quei luoghi, un po’ lo bloccava, ma alcune caratteristiche di quella creatura potevano fargli credere che si trovasse al Lilum, e sperava che non fosse così, insomma...che verogna! wat « La Perfumola ha abitudini prettamente notturne e solitarie. »
    Abitudini notturne poteva far pensare al Lilum, solitarie un po’ meno, quindi forse avrebbe dovuto cercare in un luogo più tranquillo.
    « Durante il giorno cercano rifugio in una cavità tranquilla, che può essere rappresentata sia da un anfratto naturale fra le rocce sia dalla tana abbandonata »
    Questo gli fece pensare che poteva trovarsi in un ambiente esterno, amava il buio quindi...dark street? O magari Inferius?
    « Mh, no. »
    Li scartò, cercava qualcosa di più naturale e meno cittadino possibile.
    « La leggenda narra che, durante i picnic, è sempre bene mettere una ciotola di latte sul proprio tavolino, un omaggio alla creatura così da addolcirla e renderla più docile. »
    Pic nic, quindi un parco. Doveva cercare un luogo all’aperto, adatto a pic nic.
    Rimanevano solo due opzioni, Avis e Aetas ed avrebbe perlustrato entrambe.
    Ma prima...avrebbe fatto una capatina al Red Velvet, per recuperare un po’ di latte, anche perché se voleva omaggiare la creatura ed addolcirla, dubitava che il bombo sarebbe stato l’alimento adatto, almeno non da solo. E poi, si, voleva strafare.

    Nell’Avis aveva fatto un buco nell’acqua, non aveva trovato anfratti che potessero far pensare la presenza di una creatura. Aveva persino incrociato dei suoi compagni imboscati, immersi nella cattura, lo avevano guardato male e gli avevano fatto cenno di andarsene, lanciandogli contro qualche insulto perché aveva rischiato di finire nella trappola che avevano preparato. Gideon era così, si trovava a proprio agio nei posti sbagliati e nei momenti sbagliati.
    Quindi raggiunta la zona che rappresentava l’Ateas, un boschetto del tutto ambiguo (?) allestì l'area della cattura come meglio credeva.
    Posizionò la ciotola recuperata al red velvet a terra e ci versò dentro il latte.
    Ecco, lo sapeva che gli toccava stare al buio, dannazione.
    Si appoggiò con la schiena contro un albero, per avere almeno il didietro parato nel caso di aggressioni da parte di lupi mannari o altro. Accese la torcia e con la bacchetta pronta in mano, ma non del tutto decisa, pronunciò l’incantesimo. « Nox ». L’ambiente divenne subito buio, ogni luce venne assorbita dalla sua bacchetta. Raccolse allora il libro di Cura delle creature magiche e puntò sopra di esso la torcia, tenendola con la sinistra, mentre con la destra mangiava l’occamy al burro che aveva recuperato dal vassoio di dolci delle professoresse.
    Attese dei movimenti.
    Anche solo il rumore del suo respiro lo metteva allerta, aveva paura che la Perfumola si arrabbiasse per quell’invasione di territorio e gli spruzzasse addosso il liquido corrosivo. #notmyfacebitch
    Non sapeva bene quanto tempo fosse passato, ma sentì dei rumori, un leccare nei pressi della ciotola, e sperò si trattasse della creatura giusta. Mosse appena la torcia per scorgerlo, evitando di puntargliela contro...e sembrava lei. Con movimenti cauti e misurati, si alzò e si avvicinò piano alla creatura, contando sul fatto che non avesse paura degli umani. Ma per evitare comunque di sembrarle una besta(?) si accovacciò in ginocchio al suo fianco, per ridurre un bel po’ l’altezza che li separava, ed allungò una mano verso di lei, porgendole il bombo universale. Ma quella rimase ferma, non si avvicinò, né si allontanò. Facendo sentire Gideon molto stupido.
    « Signora Perfumola, sarebbe così gentile da entrare nel mio trasportino? Non vorrei fare una brutta figura tornando indietro per ultimo o...non tornando affatto ». Sperò che non si trattasse di un maschio, ma nella peggiore delle ipotesi era sicuro che non parlasse la sua lingua. Le accarezzò il pelo folto, dalla testa fino alla coda e mentre quella finalmente si decideva ad entrare nel trasportino, gustando il bombo che gli aveva lasciato dentro. Subito percepì un profumo squisito ed inebriate. Si sentì inspiegabilmente felice, tanto che...
    « AHAHAHAHAHAH ».

    UN PO’ DI TEMPO DOPO


    Si avvicinò al vassoio stracolmo di dolci, ammirandoli uno ad uno in ogni particolare. Erano talmente belli che anche solo mangiarli lo faceva sentire un mostro, ma...erano troppo buoni. La Kowalski Quality Baked Goods era sinonimo di qualità e Gideon lo sapeva bene perché ne aveva assalto le pasticcerie diverse volte, in America. Nell'attesa del rientro di altri studenti, pensò bene di andare contro le regole, e con sicurezza ed espressione più cazzuta del mondo, allungò la mano per prendere un terzo dolcetto, una salamandra ricoperta di cioccolato, che avrebbe conservato per Halley. Conosceva la voglia di zuccheri della ragazza e sapeva che era almeno pari alla sua. Lo nascose dentro il mokassino guardandosi intorno con aria circospetta, come se avesse appena commesso un crimine.

    La seconda parte della lezione li vedeva divisi in coppie. Rimase del tutto impassibile all’estrazione, finché non udì il nome di sua sorella, allora drizzò le orecchie per scoprire chi fosse il malcapitato finito in squadra con lei. Lo sguardo si spostò sul ragazzo che si era mosso sentendo il proprio nome, Self Service. Non perse troppo tempo a domandarsi l’origine di quel nome strano, non ne aveva davvero idea, ma era quasi certo che entro la fine della giornata glielo avrebbe chiesto, perché doveva sapere se almeno una delle sue dieci teorie era quella giusta. Sempre che il ragazzo fosse riuscito ad arrivare incolume a fine giornata, questo era tutto da vedere.
    Al suo nome, seguì quello di Hunter Oakes, e Gideon non potè che sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi perché, andiamo avrebbero di sicuro preso una E. Lanciò al ragazzo uno sguardo di intesa, con tanto di ammiccamento.
    Perses venne estratto con Charles, entrambi della stessa Casa ed avrebbe voluto studiarne le dinamiche, peccato non poter avere occhi ovunque 24h su 24, la curiosità avrebbe rischiato di ucciderlo.
    Yellah, così era stata soprannominata Halley, venne accoppiata con Rudolph, un suo compagno corvonero. Non poté che soffermarsi a cercare lo sguardo della ragazza per tentare di scorgerne i pensieri, magari qualche espressione omicida o altro, ma...niente. Il più delle volte non aveva idea di cosa le passasse per la testa nonostante si sforzasse di capirlo.
    E poi, portò una mano sull’addome, in preda ad un forte mal di stomaco che preannunciava una vomitata di quelle colossali. « Mi sta risalendo l’Occamy tutto insieme. »
    Ammise. Ma l’Occamy rimase lì a metà tra il suo stomaco e l’esofago. Non saliva e non scendeva, il maledetto.

    Ci mise qualche minuto a farsi passare la nausea, probabilmente aveva mangiato troppi dolci. Ascoltò le professoresse, trovando affascinante quella pratica sperimentale. Alzò la mano. « Potrebbe funzionare anche sulle persone? » Forse era una domanda stupida, però...TI IMMAGINI. L’avrebbe voluto sfregare su tutti i suoi compagni per scoprirne la progenie.
    « Sappi che il mio è la parte attiva della coppia. » Avanzò, scherzando manontroppo ad Hunter. « E sta sopra. »
    Era curioso di scoprire cosa sarebbe uscito fuori dall’unione delle loro creature, cosa poteva uscire fuori da due creature così tenere come le loro? Avevano lasciato aperti i loro trasportini per consentire loro di uscire. Inizialmente entrambi erano timidi, ma non ci misero molto a prendere confidenza.
    Si soffermò ad osservare le due creature guardarsi, cercarsi, inseguirsi. Erano così carini da sciogliergli il cuore. Da fargli pensare che forse un giorno anche lui avrebbe inseguito così la sua Perfumola. Si sentiva felice, positivo!
    « La sta abbracciando da dietro! »
    Commentò, Hunter, non appena il Romnium si spalmò letteralmente sulla sua creatura, afferrandole il corpo con le zampette.
    « AWWW » Commentò allora Gideon, con calore e con il più dolce dei sorrisi sul volto. Ma quella dolcezza non durò molto, venne letteralmente spazzata via quando il Romnium tirò fuori il proprio pene per farsi la Perfumola.
    Il verso si trasformò presto in un sonoro « EWWW » di entrambi.
    E sul volto di Gideon non poté che manifestarsi disgusto. Ma che pene aveva?! Era così...umano wat
    « No lasciala in pace, dai! » Ondeggiò una mano, nella speranza di fare paura al Romnium.
    Ma chi era lui per intromettersi tra due amori?
    Tentò di scacciare ogni pensiero e di concentrarsi sulla lezione. Si apprestò a strofinare l’uovo sul pelo della sua Perfumola e dopo averlo passato ad Hunter, anche lui fece lo stesso sul Romnium.


    PW: le (ii)

    PERFUMOLA (Gideon) + ROMNIUM (Hunter)

    + NOME: Cherfumnium

    + CLASSIFICAZIONE: XXXX (Pericoloso / Richiede una conoscenza specialistica / Trattabile da un mago esperto)

    + CARATTERISTICHE FISICHE: Il Cherfumnium è un ibrido di piccole dimensioni che non supera i 900gr da adulto, 750gr se l’esemplare è di sesso femminile. Il corpo ha una lunghezza che non va oltre i 40 cm, includendo la lunga coda, e ha una forma tendenzialmente a goccia. Il muso risulta appuntito e orecchie e zampe sono difficilmente scorgibili. All’apparenza, presenta un manto peloso che oscilla dalle sfumature del castano scuro al nero, con una striscia bianca che parte dalla testa fino alla punta della coda. Tuttavia, sotto la pelliccia a pelo corto, si nascondono degli aculei che fungono da sistema difensivo e che si manifestano in caso di pericolo, rilasciando sostanze nocive. La coda, lunga, morbida e setosa, oltre ad avere il compito di proteggere il Cherfumnium dal sole, trattiene gli aromi spruzzati dall’animale, diffondendoli nell’aria in modo graduale e continuativo, prolungandone gli effetti.

    + CARATTERISTICHE MAGICHE: Il mix di caratteristiche ereditate da entrambi i genitori la rendono una creatura potenzialmente letale: prima di tutto, possiede una ghiandola Romnium molto più sviluppata, capace di secernere il liquido Linfomnium in quantità maggiori ed indipendentemente dal suo stato d’animo.
    In secondo luogo, gli effetti di questa sostanza sono dannosi per chiunque si trovi a venirne a contatto, anche solo per periodi di breve durata. Un’esposizione veloce alla sostanza (di massimo 10 minuti) porterebbe ad una felicità immotivata, ad una troppa sicurezza di sé ed un autostima inscalfibile. Periodi di esposizione maggiori sono capaci di indurre un profondo stato di dipendenza dalla sostanza e, soprattutto, generare una potente cherofobia (paura della felicità) nella persona colpita. Il soggetto che ne viene a contatto, infatti, tenderà ad avere paura della felicità causata dalla sostanza, riconoscendola come anomala ed al tempo stesso però ne sarà dipendente ed incapace di liberarsene. Il terrore di non provare più quella stessa euforia potrebbe portare, chi ne è colpito, a cercare maggiore conforto nella creatura e nel Linfomnium, raggiungendo uno stato di totale assuefazione, fino a che questa felicità non basterà più ed allora sarà condotto alla follia. Gli effetti del Cherfumnium si amplificano se la persona, che manifesta suddetta dipendenza, è innamorata di qualcuno. In questo caso, nella mente di chi ne è assuefatto subentra la paura di non essere ricambiato, un terrore tale da condurlo spesso al suicidio.
    Gli aculei difensivi sono intrisi di una sostanza irritante ed allucinogena, vengono mostrati solo in caso di pericolo, e chi viene punto manifesterà visioni paranoiche (es. il proprio partner o i propri amici che lo tradiscono, sé stesso da solo a combattere varie disgrazie, etc).
    Nonostante sia molto raro, quando il Cherfumnium si affeziona molto ad una persona, è in grado di produrre anche l’antidoto alla cherofobia, lasciandole semplicemente una piacevole sensazione di benessere ed allegria.

    + CIBO: I cuccioli di Cherfumnium, nelle prime fasi della loro vita, si nutrono principalmente di miele e, se cresciuti in cattività, di dolci particolarmente zuccherosi o, comunque, con un’elevata percentuale di glucosio. Con la crescita sviluppano discrete doti di cacciatori, implementando così la loro dieta con animali di piccole dimensioni quali ratti, criceti, topi, uccellini e ogni altro esemplare alla loro portata. Detestano le verdure, i fiori e la frutta che non sia particolarmente dolce e zuccherina. Non sono vegetariani.

    + CURIOSITÀ: Entrare in contatto con la sostanza del Cherfumnium anche solo per un breve periodo (meno di dieci minuti), potrebbe essere sufficiente per creare dipendenza in un essere umano. Tanto che anche se questo non dovesse più trovarsi esposto al Linfomnium, sarebbe portato a cercarlo ed avvicinarsi nuovamente alla creatura.
    Hanno un debole per le persone sole e depresse...e per i diabetici.
    Hanno un olfatto particolarmente sviluppato e riconoscono gli odori zuccherini a chilometri di distanza. Sono particolarmente pigri, e nonostante siano dei cacciatori, preferiscono di gran lunga essere accuditi, serviti e riveriti.
    Non è in grado di riprodursi.

    + RAPPORTO CON GLI UMANI: Il loro rapporto con gli esseri umani è abbastanza ambiguo: non si lasciano intimidire, ma non per questo abbassano del tutto la guardia. Non sono creature diffidenti ma nonostante ricerchino coccole, inizialmente, non lo fanno con le migliori intenzioni. Sono molto furbi e manipolatori e date le loro caratteristiche magiche, sono sconsigliati come animali domestici. Tuttavia, se dovessero essere cresciuti in cattività si affezionano esclusivamente a una persona, quella che percepiscono più debole e bisognosa di affetto, e sono inclini ad essere particolarmente apprensivi ed affettuosi con essa.
    Tendenzialmente non aggressivi e mansueti, fanno molta fatica ad affezionarsi ad un umano, ma quando questo accade, l’umano diventa suo amico per la vita.

    + COMPORTAMENTO: Sono definiti animali seduttori, perché capaci di attirare verso di sé le attenzioni degli umani, quasi ammaliandoli. Nonostante questo, non bisogna credere che tendano a legarsi ad un individuo facilmente. Amano lasciarsi andare tra le braccia delle persone, ma questo non significa che ne siano affezionati, tutt’altro. Questa è, il più delle volte, una tecnica per legare a sé l’umano, rendendolo dipendente così da essere accudito con cibo e coccole. Grazie alla lunga coda setosa riescono a sopravvivere bene in qualsiasi clima, ma preferiscono di gran lunga la vita in penombra.


    Edited by s t i t c h e s - 26/9/2018, 20:19
     
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    «non mi libererò facilmente di te oggi, vero?»
    «precisamònt.» e sì, non è che fosse proprio costretto ad ostentare quel suo accento francese, ma l'espressione infastidita sul volto del corvonero gli sembrava un buon incentivo ad usarlo ogni qual volta gli se ne presentasse l'occasione. A suo favore, c'era da dire che era stato iden stesso a dire che gli era mancata la sua fastidiosa presenza, tanto valeva recuperare il tempo perduto.
    Allungò le gambe sul poggiatesta del sedile dinanzi a sé, le braccia comodamente incrociate dietro al collo e gli occhi leggermente schiusi.
    «non so se l'hai notato» mormorò, sollevando appena le palpebre per lanciare un'occhiata al suo vicino di posto. «ma abbiamo delle ammiratrici.» fece un cenno verso la winston, spalmata sui sedili poco distanti da quelli in cui loro due si trovavano e che aveva preso a fissarli senza ritegno da ancor prima che il pulmino si mettesse in movimento. «ciao erin!» salutò poi a gran voce, alzando una mano verso la chipmunks e piegando appena un po' il capo verso la spalla di iden. E beh sì, se avesse potuto avrebbe scelto di fare la diva dopo Hogwarts.
    «non prenderla male, immagino già a cosa stai pensando.» non è che avessero avuto chissà quali grandi conversazioni durante l'anno precedente, ma se c'era una cosa che aveva capito di iden era che dietro quel suo atteggiamento da i don't give a shit si nascondeva una persona fin troppo facile al disagio. «siamo millenials, ci piace farci i cazzi altrui.» anche letteralmente in certe occasioni, ma si guardò bene dal dirlo. «non è niente di offensivo comunque, niente di cui preoccuparsi.» e charles lo sapeva quanto a iden già un tempo avesse bruciato l'essere oggetto delle voci altrui, quella volta in cui aveva fatto l'incauto errore di dichiararsi ad heather in modo piuttosto plateale. Poteva immaginare il suo desiderio di non essere ancora una volta al centro dell'attenzione e, per quanto difficile gli risultasse, non era sua intenzione spostarlo più di tanto da quella sua comfort zone. Non troppo, almeno.

    «eulà.» perché non era facile impressionare charles, ma il DeZero riuscì quasi a farlo. Una perfetta riproduzione di Hogsmeade e Diagon Alley si ergeva infatti in un luogo molto vicino a dove il signore perse le scarpe, con la differenza che lì ogni cosa era permeata da un'aurea di spensieratezza molto più simile ad un parco divertimenti che ad un quartiere come un altro del mondo magico. Tuttavia, leggendo il nome della creatura indicata sul bigliettino che aveva estratto, si chiese dove mai avrebbe potuto nascondersi un Dulcinox in un posto come quello, senza contare ovviamente in che maniera lo avrebbe gentilmente convinto a seguirlo.
    «mi sa che ci toccherà separarci, môn pétit corbeau.» piegò le labbra in un sorriso ironico, pur scuotendo la testa con un certo disappunto. «se hai bisogno di una mano fai un fischio.» non poté trattenersi dall'aggiungere, affrettandosi poi a voltare le spalle al corvonero per avviarsi verso le strade della fake!Diagon Alley.
    Il primo posto che scelse di perlustrare fu l'Avis, essendo un parco notoriamente popolato di creature magiche d'ogni genere. Aveva iniziato a leggere osservare ogni discussione meandro del suddetto luogo ma ogni suo tentativo aveva finito per rivelarsi inutile.
    Decise allora di concentrarsi sulla nota passione del Dulcinox per i cicchetti incustoditi, proseguendo verso il Lilium che, per sua diretta esperienza, era senz'altro un ottimo posto per trovare alcolici e bevande d'ogni genere. Una volta giunto da quelle parti, non poté fare a meno di pensare ancora una volta alla sua ultima visita a quel luogo: non era passato che un mese appena, eppure rivederlo gli fece ugualmente un certo effetto. Esitò prima di entrare, chiedendosi quanto disturbante sarebbe potuto risultare per la sua sanità mentale trovare il locale notturno di Miss Svetlana infestato da bradipi e animali urlanti di ogni altro genere. Di certo non più del riconoscere gli occhi di iden in uno sconosciuto qualunque nel bel mezzo di una situazione piuttosto intima, rispose a sé stesso abbassando la maniglia dell'ingresso.
    «ah, ciao, scusa.» come se avesse appena spalancato la porta di una toilette pubblica occupata, fu sorpreso dallo scorgere un'altra figura all'interno del pub. Avanzò di qualche passo prima d'accorgersi di aver nuovamente beccato proprio iden nel luogo meno opportuno possibile. «vabbè, ho capito che ti manco, però...» e, senza aggiungere altro, s'affrettò a uscire prima ancora di essersi assicurato che la sua creatura si trovasse lì dentro: già quella mattina aveva avuto l'impressione che il Corvonero avesse riconosciuto in lui gli occhi della bella Charlene, parlarsi proprio tra quelle mura sarebbe stato fin troppo per entrambi.
    In ogni caso, ora si trovava nuovamente al punto di partenza.
    «sinclair!» chiamò il proprio compagno di casata dall'altro lato della strada, raggiungendolo a passo svelto con una mano per aria. «hai trovato il tuo animale? io sto un po' nella merda.» ammise, mostrando il proprio bigliettino col nome del Dulcinox stampato sopra. «serpeverde teamwork?» propose, mostrando i denti in un sorriso forzato.

    Non è che lui e Perses fossero mai stati grandi amici: erano entrambi tipi piuttosto diffidenti e, se da una parte l'estroversione di Charles avrebbe potuto rivelarsi utile alla causa, dall'altra la sua generale indifferenza non gli aveva mai fornito una motivazione sufficientemente valida per avvicinare l'altro serpeverde. Invero, in quella specifica situazione si pentì di non essersi mai interessato al compagno prima.
    Puntare il confine tra l'Avis e New Hovel come plausibile nascondiglio delle loro due creature -sì, per combinazione entrambi bradipi-, utilizzare un incanto wingardium leviosa per far levitare i Bombi Universali al gusto patatine e vodka come esche perfette e tracciare un percorso fino a condurre i due animali in trappola — come aveva fatto a non pensarci da solo? «se fossi le de thirteenth ci darei cinquanta punti solo per l'ingegno.» affermò con convinzione, perlustrando assieme al compagno i cunicoli del parco. «e passerei il tempo a guardarmi le tette, scontato.» le belle conversazioni stereotipate tra ragazzi, scusate.
    «ma che» si fermò all'improvviso, allungando un braccio per bloccare anche il suo compagno. «ma li stai vedendo anche tu?» poco distanti da loro, intenti in un grottesco rituale di dobbiamo stare viscini viscini, c'erano uno Snorton fluttuante a pochi centimetri da terra e un Dulcinox, allungato sulle punte nel tentativo di trattenere l'altro bradipo per le zampe inferiori. Entrambi sembravano piuttosto andati, probabilmente a causa degli artigli dopanti dello Snorton, e macchiati d'inchiostro un po' dappertutto grazie alla vena artistica del Dulcinox.
    «tappi.» poté solo commentare charles, estraendo dal suo kit di pronto soccorso della garza da infilarsi nelle orecchie per evitare di venire addormentato dal canto della sua creatura. Al cenno di Perpes, fece levitare i biscotti e li posizionò lungo il percorso che avevano insieme stabilito fino a pochi passi dai due esemplari. Una volta richiamata la loro attenzione, i due serpeverde si mossero verso i trasportini che avevano piazzato ed entro cui avrebbero dovuto infilare i bradipi.
    «rapìde, rapìde.» mormorò il francese, attendendo che i due tutt'altro che veloci animali smettessero di fare qualunque cosa stessero facendo per seguire le tracce verso la loro trappola.
    «ORA!» esclamò prima di balzare fuori dal loro improvvisato nascondiglio dietro un'aiuola e spingere le due creature nei loro contenitori. Il Dulcinox non fu difficile da convincere, vista la sua indole per natura amichevole, ma per lo Snorton l'impresa si rivelò decisamente più complicata e solo dopo parecchi graffi sulle braccia lui e Perses riuscirono finalmente a infilare anche la seconda creatura nel trasportino.

    «ho una domanda.» non gli sembrava che la strada fino al punto di ritrovo fosse stata tanto lunga all'andata, eppure adesso aveva l'impressione di star camminando da secoli. «secondo te perché dicono che i serpeverde sono stronzi? voglio dire, non è vero.» con tono affranto ed accento cantilenante, lanciò un'occhiata a Perses perché questi lo illuminasse sui suoi improvvisi dubbi esistenziali. «in realtà sono invidiosi, perché abbiamo i serpenti più lunghi di tutti (cit.).»
    «perses, tu sei un genio.» la droga ragazzi, la droga.

    Parecchi vaneggiamenti dopo, misurazioni di serpenti (#wat) e teorie complottiste, tornarono dalle de tirtheenth ben oltre il tempo limite ma con due grossi vacui sorrisi stampati in viso. «kaufmann, altro che erba. gli snorton sono il futuro della fattanza!!» charles si sentì in dovere d'informare il corvonero, sganciando poi una gomitata complice al proprio compagno di casata. «ah, e scusate il ritardo» letteralmente.
    «ibridi. vi basterà strofinare il guscio contro l’animale che avete trovato, e quello del compagno con cui siete in gruppo, e tadaan, il tamagotchi crea il plausibile ibrido! Non è fantastico?» e cosa vuoi che esca da un compito del genere dato a due studenti in botta da artigli narcotizzanti?
    Charles Antoine Dumont
    legacy:slytherin
    power:eccentric as fuck
    alignment:neutral
    birthday:2000's


    psw: non

    + NOME: Snornox
    + CLASSIFICAZIONE: XXX (un mago capace dovrebbe cavarsela)
    + CARATTERISTICHE FISICHE: Con l'aspetto di piccoli bradipi comuni, la loro particolarità sta nel manto il cui colore varia a seconda del loro stato umorale: quando è arcobaleno, infatti, essi si mostrano amichevoli e gioiosi, ma se diventa nero/grigiastro è meglio stargli alla larga poiché possono mostrarsi molto più scontrosi e schivi, talvolta anche pericolosi.
    + CARATTERISTICHE MAGICHE: Tra il canto soporifero e gli artigli che secernono sostanze narcotiche e/o inchiostro all'evenienza, gli Snornox sono praticamente delle bestie di satana bestioline multitasking.
    + CIBO: La loro alimentazione varia in base alle stagioni: durante quelle più calde, tende a nutrirsi maggiormente di frutta e di foglie di eucalipto per immagazzinare più liquidi possibili, mentre in quelle più fredde ama nutrirsi quasi solo esclusivamente di cibo spazzatura come pizza e patatine al formaggio come il miglior bradipo divanista mai esistito. Ama i popcorn, ma gli creano problemi di meteorismo che possono durare anche per settimane intere: in questi casi, meglio stargli alla larga se si vuole mantenere l'olfatto perfettamente funzionante.
    + CURIOSITÀ : In teoria, sarebbe in grado di librarsi in volo sfruttando le folate di vento propizie, ma raramente un esemplare di Snornox sarà abbastanza magro da riuscirci, e i suoi cuccioli hanno imparato a non contare su di lui per i trasporti aerei. D'altronde, di mettersi a dieta questa creatura non ne vuole proprio sapere. Inoltre, con i suoi tre lunghi artigli da cui fuoriesce inchiostro si diverte a disegnare sulla faccia dei malcapitati che riesce a drogare.
    + RAPPORTO CON GLI UMANI: Essendo creature profondamente lunatiche, l'alternarsi dei due periodi nero e arcobaleno li rende di fatto imprevedibili e difficilmente avvicinabili. Tuttavia, quando la componente genetica Dulcinox prevale in loro, allora si mostrano gioiosi ed amichevoli con tutti e non si risparmiano dal dispensare scherzi e, perché no, favori di ogni tipo (la droca gratis). Del tutto diverso è il loro atteggiamento con gli umani nel periodo nero: non ne sopportano la vicinanza e tendono a graffiare chiunque tenti di approcciarli. Con il loro canto possono rendere inerme anche l'uomo più forte.
    + COMPORTAMENTO: E' leggermente cleptomane nei confronti del cibo lasciato incustodito, ed è così infame burlone che, dopo averlo rubato, si esibisce in una vittoriosa e altrettanto raccapricciante danza del ventre. Ama stare a mollo in acqua, ma solo nei laghi, e la notte va in giro a disegnare pizze e patatine sulle facce di chiunque capiti a tiro con i suoi amabili artiglietti. Non dimenticate mai cicchetti di vodka nei paraggi, perché farà di tutto per averli!


    Edited by wait‚ wat? - 5/10/2018, 16:14
     
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    Pers provava una curiosità pungente, mentre si accingeva a leggere il foglietto con la descrizione della creatura che avrebbe dovuto scovare: notizia sorprendente, quella lezione lo stava già coinvolgendo un sacco, perché era tutto un ignoto, non c’erano regole da seguire o schemi da rispettare. Era proprio impaziente di dare un’occhiata a Weekland e i suoi abitanti.
    Si allontanò silenziosamente di qualche passo e diede le spalle a tutti, concentrato a leggere le caratteristiche dell’XXX con cui avrebbe avuto a che fare. All’iniziò pensò proprio di aver letto male, poi comprese che lo Snorton assegnatogli per caso era davvero capace di drogare e mangiava patatine al formaggio: patatine al formaggio! Quella sarebbe stata l’esca principale con cui avrebbe cercato di catturarlo. Sperò vivamente di riuscire a risparmiarsi la droga(?), ma quel rischio che tanti avrebbero pure apprezzato non fu sufficiente ad abbattere il suo invisibile entusiasmo. Si passò una mano tra i capelli e rilesse quelle poche righe, cercando di cogliere tutti gli impliciti riferimenti che avrebbero potuto svelare l’habitat dello Snorton.
    «In grado di assecondare le folate di vento,» riassunse piano, corrugando la fronte. «Grazie a queste si sposta, tenendo i cuccioli sulla schiena...» Riflettendoci bene, non aveva mai creduto possibile che una sottospecie di bradipo potesse volare. Sicuramente erano più veloci rispetto a quando camminavano, ed era più comodo; quei pigroni. Quindi, se utilizzavano il vento per una cosa importante come trasportare i cuccioli, l’aria aperta non poteva mancare nelle caratteristiche dell’habitat naturale, no? Il fatto che andassero a frugare nella spazzatura nella speranza di trovare patatine al formaggio – ci avrebbe scommesso, quella era l’arma vincente – l’aveva tratto in inganno, facendogli considerare i Tre Manici di Scopa e il Testa di Porco come possibili tappe. «Non gli vanno particolarmente a genio le persone, ma è troppo pigro per preoccuparsene realmente. Tende ad evitarli, spostandosi da un ramo all’altro degli alberi piuttosto che scendere sulla terra.»
    Perses si morse il labbro, fermandosi definitivamente dal recarsi al pub dei Tre Manici e cambiando strada. Nei pub non c’erano alberi su cui dormire come piaceva a loro e parevano mal sopportare talmente tanto la gente che dubitava si trovassero dove, in genere, di persone ce n’erano un sacco. Rinunciavano alla spazzatura pur di non rinunciare ai loro alberi, adesso ne era sicuro. Alberi, aria aperta… gli unici posti con quelle caratteristiche erano Carrow’s District, l’Avis e l’Aetas. Avrebbe puntato su quelli, decise.


    Dopo un’accurata analisi del territorio, e dopo essersi sinceramente meravigliato per la meticolosità con cui gli ambienti che conoscevano erano stati riprodotti con tanta accuratezza, aveva capito che lo zoo non era stata una giusta deduzione. Di animali ne aveva incontrati, ma non erano evidentemente degli Snorton, perciò aveva fatto dietrofront prima che qualcuno gli rovinasse l’umore incolpandolo di aver spaventato le creature. Forse per gli Snorton lo zoo era troppo frequentato.
    Ma qual era il luogo in cui potessero andare alla ricerca di spazzatura nella maniera più furtiva? Aetas o Avis? Pers non ne aveva idea e aveva soppresso la fitta di nostalgia a ricordare tutti i pomeriggi di passeggiate all’Aetas passati con un amico che da tempo non c’era più; un’altra deduzione errata. Aveva setacciato il bosco e i percorsi, sbirciato tra le fronde degli alberi e guardato sotto i tavoli da pic nic – chi lo sa, magari uno Snorton stava cercando dei Fonzies là sotto –, ma nulla. E la cosa non lo infastidì, non troppo perlomeno: lì era tutto interessante e valeva la pena perdere del tempo in quei posti. Posti che vedeva da anni, eppure che avevano assunto una luce diversa.
    Se anche l’Avis si sarebbe rivelato un buco nell’acqua, non avrebbe saputo che pesci pigliare. Sulla strada per la sua prossima destinazione, Pers stava giusto guardando quel foglietto ormai spiegazzato a forza di piegarlo e riaprirlo, quando si sentì chiamare da non molto lontano. Pers, stupito, si fermò di botto e alzò lo sguardo nella direzione da cui proveniva la voce: Dumont, un Serpeverde con cui non aveva mai parlato granché. Si poteva anche dire che non gli aveva mai parlato e non sapeva niente di lui, già. Cosa poteva volere Charles da lui? Voleva che gli prestasse i suoi Bombi Universali? Mmh, spiacente, no. Povero illuso. E poi il piano Fonzies dove sarebbe andato a finire?
    Rimase fermo mentre l’altro attraversava la strada e gli si avvicinava. «Hai trovato il tuo animale? io sto un po' nella merda.» Ah. Afferrò senza tanti riguardi il biglietto di Charles e spostò lo sguardo da esso al ragazzo con espressione circospetta. Una collaborazione tra Serpeverde? Non sembrava così male, in fin dei conti, se non altro perché anche lui iniziava a sentirsi un po’ nella merda. Era la cosa più furba da fare.
    Sbatté le palpebre con aria di sufficienza e lo scrutò diffidente, offrendogli come risposta un semplice e mormorato: «Mh.»



    La collaborazione si era rivelata più proficua di quanto avesse sperato, e dopo un po’ Pers si era rassegnato alla presenza di Dumont, che era fin troppo incline a parlare per i suoi gusti, per un bene superiore.
    La descrizione della creatura di Charles era sorprendentemente simile a quella dello Snorton e lui aveva dunque proposto l’Avis come tappa, che stavano esplorando proprio in quel momento. Era effettivamente una scena buffa, Pers che non aveva alcuna voglia di chiacchierare e si limitava a pronunciare monosillabi, l’altro che non si era fatto abbattere dal suo mutismo. Giunti alla conclusione di dover architettare un piano vincente, a malincuore Perses si era girato verso il compagno e si era deciso a scucire la bocca per esporre la sua idea riguardo i Bombi e le patatine al formaggio – e la vodka, visto che il Dulcinox aveva un debole per gli alcolici –. Morale della favola, avevano dato vita a una strategia niente male e, d’altronde, con due Serpi non è che potesse essere tanto diverso. Modestia.
    «Se fossi le de thirteenth ci darei cinquanta punti solo per l'ingegno.» Pers non staccò gli occhi dai dintorni del parco, alzando tuttavia le sopracciglia. «Vero.» Continuò a camminare, un orecchio teso ad ascoltare il ragazzo e un altro a captare suoni sospetti, ma i suoi occhi intravidero qualcosa che pareva troppo sospetto per non risvegliare dei campanelli di allarme. Si fermò, diviso tra l’eccitazione di aver trovato il suo Snorton e la perplessità nel dover assistere alla scena che gli si era parata davanti dal nulla. No, cioè, che schifo. Vabbè.
    Nel frattempo, Charles era stato occupato a tergiversare e Pers gli lanciò un’occhiata interrogativa per la sua affermazioni sulle tette delle De Thirteenh. Chiariamo, non sarebbe stata oggettivamente una prospettiva così orribile, ma lo spettacolino delle due creature gli aveva indotto lo schifo universale. #wat E già aveva schifo di parecchie cose, lui.
    Charles, resosi conto della cosa con una manciata di secondi di ritardo, gli afferrò il braccio e Pers lo fissò male, prima di riportare l’attenzione agli animali. Che cosa inquietante. «Ma li stai vedendo anche tu?»
    ”Sì, mentre tu parlavi” avrebbe sottolineato acidamente – non che dipendesse dal compagno, era fatto così –, ma diede la precedenza alle garze che si sistemò nelle orecchie. Con una coordinazione stranamente naturale, appena Perses giudicò fosse il momento giusto e fece cenno a Charles di iniziare a sistemare i Bombi, l’altro lo fece senza esitazioni o intoppi.
    Andò tutto come programmato, fino ai trasportini. Poi venne la parte dolente e...
    «No, non gli vanno particolarmente a genio le persone.»


    Era una giornata strana. Il tempo era bello eh, nulla da dire, a parte che ogni tanto gli sembrava di vedere degli Sleepy volanti in sella alle nuvole, ma per il resto nella norma, tutto sommato. O forse no? Bah. Che parola strana, “bah”. B. A. H. Bah.
    Charlie, come un minuto fa aveva deciso di chiamare il ragazzo, gli disse di avere una domanda e fece una pausa ad effetto che quasi gli fece dimenticare la fatidica domanda. Ah, ma non l’aveva detta, giusto. cos «Secondo te perché dicono che i serpeverde sono stronzi? voglio dire, non è vero.»
    Mah, un po’ stronzi inside secondo lui li erano. Stronzi mica voleva dire cattivi! Però iniziò a ragionarvi seriamente per capire motivo di tanti pregiudizi, e arrivò a una brillante conclusione. «In realtà sono invidiosi, perché abbiamo i serpenti più lunghi di tutti. Sì, lo so che sono un genio. Vorrei sapere perché nessuno lo ammette. Soluzioni?» Aaah, le teorie lo mettevano sempre di buonumore(?)


    Finalmente arrivati al punto di ritrovo, Pers lasciò trionfante il trasportino contenente il bradipo pusher e si schiarì la voce con un vago sorriso. Ehi, il piano era stato indubbiamente geniale. Dov’erano i suoi cinquanta punti?
    E okay la droga, ma nemmeno quella gli impedì di scrutare Charles come se l’avesse accusato di essere un ippogrifo quando gli diede una gomitata. Abbassò lo sguardo verso il proprio fianco, dove l’altro lo aveva toccato, e vi passò sopra la mano come quando si vuole pulire qualcosa dalla polvere. Tsk, questi amanti del contatto(?) Seguì la spiegazione delle professoresse con un interesse che lo rese appena un po’ più lucido. Davvero quel tamagotchi era in grado di creare un possibile ibrido? Armato di tamagotchi, strofinò l’uovo contro il pelo dello Snorton come gli era stato detto e poi lo passò a Charles, l’espressione concentrata di chi stava per assistere alla scoperta del secolo.

    Perses Sinclair | 16 y.o. | sheet
    Pureblood
    20.09.2018 | H: 10:00 am
    Metamorphomagus


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    «bel volo, Nicky! ma la prossima volta… giuro che vi batto»
    Nicky disse un bel grazie per il "complimento" della giapponese? Un vedremo divertito e con tono di sfida? MACCHE', COSA SONO QUESTI CLICHE' DA DEBOLI! «Mmh» rispose saggiamente la tassa rivolta alla concasata ricambiando le dita a forma di V, per subito dopo nascondere il viso nella schiena di Meh seduto sulle sue cosce. Qual era l'utilità di fare coming out, invitare il proprio capo sociopatico («Psicopatico!», avrebbe corretto Nicky offesa) a casa propria mentre si dice ai genitori di preferire le lasagne ai cannelloni, farsi diecimila problemi e film mentali sulle parole adatte da dire quando, semplicemente, puoi diventare rossa come una fragola ad un minimo di attenzione più del solito da parte di una ragazza carina? Nicky strinse le braccia attorno al grifo, un campanello di allarme verso l'amico per chiedergli aiuto mentre a lei andava in pappa il cervello. Chissà se un giorno la ragazzina avrebbe smesso di agitarsi per così poco, e avrebbe iniziato - che so, ad avere normali conversazioni con tutte le persone di sesso femminile, invece che immaginarsi nella sua testa romantici scenari da libro Harmony versione FemSlash con pressapoco chiunque (due settimane prima Kiki aveva portato ai Losers una torta e geez, quanto ci aveva marciato sopra la fantasia di Nicky; ancora non riusciva a togliersi l'immagine di una paccata kin(ic)ky dalla testa e guardare in faccia la ragazza era diventato incredibilmente imbarazzante).
    Per quasi cinque minuti, mentre il resto della gente prendeva posto, i Losers si sentirono padroni del mondo. Nicky poteva vedere Hunter eccitato e col batticuore almeno quanto lei per l'avventura appena vissuta, Halley come al solito era un mostro di iperattività e dolcezza, Meh faceva il piacione ancora sistemato sulle gambe dell'amica («Cosa li abbiamo presi a fare cinque posti, se poi ne occupiamo quattro??») e Beh, well, faceva il romeo (non ventimiglia) della situazione scambiandosi occhiate disagiate ed imbarazzanti innamorate con Maple... ma i cinque minuti, signori miei, finirono in fretta.
    «tryhard, winston»
    Quando alzò lo sguardo sorpresa sulla professoressa, Nicky non aveva davvero idea di cosa aspettarsi - forse un applauso? Di sicuro, non quello sguardo. Quel dito indice puntato al suo petto. «dovrei togliervi cinque punti a testa» La Winston spalancò la bocca sorpresa. Che cosa? solo perchè Meh non stava occupando un posto ma era in braccio a lei? «ma non lo farò perché a rimetterci sarebbe l’intera casata, non soltanto voi, e per cosa?» esatto, per che cosa?? Nicky, già accaldata e confusa, non trovò parole per interromperla e chiedere; sentiva solo, come un pizzicore bruciante, lo sguardo dei compagni addosso - distratti solo vagamente dall'appello dell'altra professoressa. Istintivamente sprofondò leggermente nel sedile, un meccanismo di difesa da preda che consisteva nello sparire dalla vista della cacciatrice e che, a volte, funzionava quando si trovava in classe (o così le piaceva credere). «non avreste mai fatto una cosa del genere con la professoressa queen. Trovo offensivo, nonché una mancanza di rispetto, che con noi non vi siate fatte problemi di alcun genere: siamo gentili, non stupide.»
    Nicky sollevò le sopracciglia, iniziando a capire a cosa si stesse riferendo la professoressa «No-» Voce spaventata? Offesa? Semplicemente ferita dalla reazione della De Thirtheenth, della quale leggeva sempre ogni articolo stesa sul letto insieme a Beh? Pensavano Nicky si fosse buttata nel pulman dal finestrino credendole stupide? No! i Losers amavano le due donne! Erano un po' fuori come balconi, ma erano state delle supplenti adorabili e in gamba. Avrebbero fatto lo stesso con chiunque perchè, sinceramente, Nicky non credeva di aver fatto niente di male, e il fatto che la donna li stesse rimproverando dando per scontato il contrario senza neanche spiegare il problema, non faceva che aumentare il disagio, nonchè la velocità del battito cardiaco. «non fatelo mai più» Quando La professoressa si sporse verso di loro, Nicky restò immobile, le labbra ora strette fra loro e gli occhi - che iniziavano a farsi lucidi - fissi in quelli della donna. «E SENZA CASCO POI!!!!! MA SIETE SceMI, è pericoloso!» Non era mai, in vita sua, mai stata sgridata da un professore in quel modo davanti alla classe. Non era mai stata messa così al centro dell'attenzione e - no. Non le piaceva. Non poteva credere che ci fosse gente che si metteva nei guai apposta per due minuti di gloria come quelli. Nicky Winston voleva soltanto sotterrarsi e morire-... e magari dire alla professoressa DeThirtheenth che stava esagerando e non era giusto. Che non avrebbe mai reagito così se a prendersi gli ultimi posti con la forza fosse stato un CJ Knowles o una Sersha Kavinsky o un Charles Dumont. Fosse stata più lucida, meno in iperventilazione, Nicky forse avrebbe capito che non era una questione di persone, ma in quel momento non riusciva a smettere di pensarci, e si sentiva inutilmente... oppressa? L'unica volta che aveva mostrato un po' di coraggio e iniziativa (nel modo sbagliato, forse, ma tant'è) veniva rimproverata senza possibilità di dialogo «comprenderete che dobbiamo prendere provvedimenti. seri provvedimenti» Deglutì, umettandosi le labbra. "Non scoppiare a piangere. Non scoppiare a piangere" Non davanti a lei. Non davanti a tutta la classe. Strinse le dita su Meh, un po' per cercare coraggio nella sua vicinanza, un po' per mettere da qualche parte l'energia che voleva usare per rispondere a tono alla donna, insistendo sull'ingiustizia di una punizione... ma dire qualcosa - qualcosa di sbagliato - non avrebbe migliorato la sua posizione, e sapeva fosse meglio piuttosto stare zitta. Citando Friday: era gentile, non stupida. Non avrebbe mai contestato una sgridata, rischiando di mettere ancora di più nei casini i suoi amici.
    Avrebbero chiamato i loro genitori? Li avrebbe fatti scendere dal pullmino rinunciando alla gita? Sala delle torture? «niente tortino.»
    ...oh. Un po' un calo di tensione, a essere onesti. Ma non abbastanza per annullare del tutto il cuore in gola, il caldo pressante che Nicky sentiva sulle guance, sul petto, le dita a fremere. «E'» ingiusto. Si morse il labbro, e cercò di schiarirsi la voce sentendola rotta mentre tutto nel suo corpo le stava gridando "stai per metterti a piangere, frignona". «E' stata un'idea soltanto mia. Mehan e gli altri non hanno colpe, ho insistito nonostante gli avvertimenti» Non abbassò lo sguardo, per paura che in quel modo l'avrebbe ritenuta una bugia. Francamente, era forse quella che aveva meno da perderci a prendersi la colpa: Mehan riusciva da solo a mettersi nei casini, Hunter era prefetto, Halley era l'assistente di Fray e sia lei che Beh idolatravano Fray, e Nicky sapeva ci fossero rimasti malissimo anche senza guardarli. I suoi amici meritavano quel dolce.
    Appena la donna si allontanò, spostò via da sè Meh, scivolando accanto al posto lasciato vuoto accanto al finestro senza neanche guardare i suoi amici, le mani strette a pugno e lo sguardo puntato oltre i vetri a farsi offuscato. Odiava quella scuola, odiava quegli stupidi posti in fondo, odiava che la prof - la solita adulta che non ricorda cosa vuol dire essere adolescenti - non avesse pensato di chiedere perchè Nicky si fosse così precipitata a prendere i posti, odiava aver pensato per qualche minuto che andasse bene essere audace e stupida per cercare di ottenere qualcosa che desiderava. Per qualche secondo, Nicky provò a scacciare le lacrime da frustrazione col bordo della manica tirata fin sopra il palmo, ma poi si rese conto che era inutile; le lasciò scivolare, limitandosi ad appoggiare la fronte al finestrino freddo.

    Non era arrabbiata con i Losers (andiamo, non era arrabbiata neanche con la professoressa De Thirtheenth!), ma il resto del viaggio lo passò più di malumore di quanto avrebbe voluto (neanche i kaufmont e il loro flirt ambiguo riuscì a risollevarle l'umore) e, quando più tardi arrivati a destinazione le professoresse annunciarono come sarebbe continuata la lezione, si affrettò a pescare il suo bigliettino per avventurarsi da sola nel safari.
    «Ci vediamo dopo» saluto con un sorriso gli altri, ignorando la voglia di aspettarli e proporre di fare il compito insieme per ascoltare invece l'istinto che le diceva di stare per un po' da sola per sbollire. Non voleva litigare con loro per una cosa così stupida, e avrebbe finito per prendersela inutilmente con i losers solo perchè era di cattivo umore. «Gotta catch 'em all!»
    Quando si fu allontanata abbastanza dal resto della classe si rese conto di essersi di nuovo messa a piangere - frustrata, triste, arrabbiata. "Fantastico". Sapeva che qualche ora e la sua reazione le sarebbe sembrata stupida - tanto più che non c'erano state vere ripercussioni oltre la sgridata -, che si sarebbe solo ricordata le cose divertenti e ci avrebbero riso sopra, felce di avere un aneddoto, ma aveva bisogno di tempo per questo.
    Felice di non avere nessuno intorno si fermò su una panchina per calmarsi un minuti, approfittandone per tirare fuori dal mokessino con un Accio il libro di Cura da controllare - giusto per assicurarsi di non aver sbagliato creatura e non star girando a vuoto. Prima di ripartire, soppesò ogni luogo nelle vicinanze. Si mise seduta per terra, e dopo aver preso carta e penna (mai viaggiare senza) usò la panchina come tavolino per appuntarsi sul foglio i luoghi papabili per il neburi. Parchi frequentati da famiglie, negozi con articoli per bambini come giochi e dolci; studiando la lista, alla fine sottolineò Wicked Park, Carrow Distric, il Red Velvet, un altro paio di Negozi di Quo Vadis Town. Non sarebbe stata una caccia corta.

    Wicked Park era stato un buco nell'acqua... tipo, letteralmente. "Fuck it" starnutì-... scusate, pensò la tassa, le braccia strette al petto e i brividi lungo la schiena a causa dei vestiti fradici. "Perchè non conosco un incantesimo per asciugarmi? Sarà la prima cosa che cercherò tornata a scuola" Come poteva saperlo, lei, che soffriva leggermente di vertigini (o meglio, di una cosa chiamata senso comune) e non andava sulle giostre e quindi al parco divertimenti non c'era mai stata, che non ci fosse nessun vetro protettivo a separare la strada dalla giostra con le moto d'acqua ed era quindi sciocco stare così vicino al bordo della piscina, soprattutto quando sei una sedicenne nervosa che si spaventa al primo "bu!" in un parco silenzioso ma pieno di creature magiche in libertà? Esatto, non poteva, e la Vehoat l'aveva colta di sorpresa, avvicinandosi a lei; fuck it, nicky non voleva diventare una capra per il resto della lezione, ovviamente aveva camminato all'indietro fino a cadere in acqua.
    Si accucciò su un muretto barrando Wicked Park sul suo (fradicio) blocco degli indizi da detective, e rialzò lo sguardo verso la piazza, osservando di tanto in tanto i suoi compagni che passavano. Aveva perso un sacco di tempo nel posto sbagliato, convintissima che il parco divertimenti fosse la casa ideale per un neburi, e ora si sentiva stupida. Doveva tornare dentro e controllare meglio, o andare avanti? Si rialzò strizzandosi la maglietta, e riprese a camminare verso lo zoo, decisa a non guardarsi indietro (sia mai che La Creatura tornasse all'attacco).
    Al Carrow's District si mise a spiare dentro le gabbie affascinata, piegata leggermente in avanti a braccia allungante sentendosi come un'esploratrice di fine 800 nella giungla (aveva pure il binocolo al collo, le mancava solo il cappellino!). "Dove mi nasconderei se fossi un neburi?" Questa strategia al Wicked non aveva funzionato bene, ma in effetti forse aveva sopravvalutato il parco divertimento (cosa aspettarsi da un posto chiamato Wicked Park?), e anche la creatura lo trovava spaventoso più che divertente per i bambini. "Dove ci sono tante persone, e soprattutto dove vanno i bambini allo zoo?" La sua prima teoria fu "alla vasca dei pinguini" (tutti amano i pinguini, andiamo), ma quando lì non trovò nulla e si fermò a pensare alla prossima gabbia da studiare BANG! Ecco il colpo di genio! L'area giochi! Si affrettò verso quest'ultima, davanti alla quale era passata poco prima; guardò il piccolo parco a dimensione bambino, con lo scivolo a forma di proboscide e l'altalena con le ali da drago. Sembrava un posto perfetto per un canide dall'animo malvagio il cui scopo nella vita è terrorizzare bimbi. Nicky tirò fuori i Bombi, agitando il sacchettino lasciato aperto per diffondere l'odore e il suono nella speranza di richiamare il Neburi. Ancora, si chiese dove si sarebbe messa se fosse stata una piccola bestia di Satana che odiava le coccole e amava vedere i bambini piangere, e così si avvicinò alla casetta di legno simile ad una cuccia, affacciandosi dalla finestra.
    Trattenne il fiato. A pochi centimetri da lei, una palla di pelo gonfia e bianchissima la osservava ben poco contenta. «Shhh non rendermi triste, mh?» prese un biscottino dal pacchetto, e allungò la mano verso la creatura. «Guarda che roba buona ti ho portato» il Neburi stava ringhiando? Era solo un'impressione di Nicky??? Era grande la metà di Ef e May, eppure Nicky non aveva mai avuto tanta paura di essere mangiata (????); deglutì, e lasciò il croccantino sul davanzale. Rapida, ma senza fare rumore, fece il giro, mettendosi davanti alla porta e aprendo il Trasportino magico appena fuori. Agitò il sacchettino per richiamare l'attenzione della creatura, accucciandosi «Sai, questo è mio» si tolse il binocolo, tenendolo in alto perchè il neburi lo notasse «Ci tengo tantissimo» un po' era vero. Lo infilò nel trasportino, aggiungendo poi vicino due croccantini. «Sarei molto infelice se qualcuno me lo rubasse» Avrebbe funzionato? Who knows; essendo il neburi una palla di pelo, non riusciva davvero a capire le sue emozioni. «Ora me ne vado, ma spero davvero nessuno me lo prenda» Si rialzò in piedi guardando solo con la coda dell'occhio l'animale, e poi si spostò leggermente di fianco, per uscire dal suo campo visivo, continuando tuttavia a muovere i piedi sul terreno per fingere di essersi allontanata.
    Forse fu il binocolo da rubare, forse il cibo, sta di fatto che il neburi entrò spontaneamente nel trasportino, e Nicky, rapida, gli si buttò sopra per chiuderlo, il fiato corto senza una vera ragione. Attese qualche secondo mentre la pokeball gabbietta si agitava, il cuore che pompava sangue all'imbazzata... poi, la calma.
    ... aveva-? Aveva funzionato??
    "Sono un genio del male" Un genio del male che ora si sentiva in colpa per l'inganno, e che per farsi perdonare lasciò nel trasportino qualche altra crocchetta prima di partire per tornare dalle professoresse. «Se ti fa sentire meglio-» guardò tre le grate, cercando di scrutare negli occhi della creatura il suo nome «Lilly, oggi sono comunque triste»

    «Alla fine è stato divertente» ammise tirando un pugnetto amichevole alla spalla di Hunter. «Niente commenti sui miei vestiti Tryhard», zittì Meh prima che potesse fare qualsiasi battuta «Sì mi sono bagnata, no stranamente non è merito di C- -IAO CHOUKO COM'E' ANDATA LA CACCIA BELLA LI' NON STAVO GIUSTO PARLANDO DI TE AH AH AH» finger guns #figafuga
    Ascoltò la spiegazione delle professoresse sperando che per la giornata le figure fossero finite, e fu grata agli dei del cielo di non essere stata messa in gruppo con (la giapponese dalle mille e una figuraccia) nessuno con cui non andasse d'accordo. Romeo le piaceva; era spesso sulle sue, solitario ma simpatico. Era divertente dargli fastidio, e se doveva essere sincera si era avvicinata a lui soprattutto dopo dicembre dell'anno prima; non aveva bisogno che l'italiano le dicesse che era triste per la morte dei suoi concasati per capirlo, tanto più che anche lei aveva perso delle persone importanti, e si sentiva sempre super in colpa per non avergli detto che in realtà gli scomparsi di dicembre erano vivi; andiamo, non lo conosceva così bene, e se lui l'avesse denunciata al ministero? «Pizza boy!» gli si avvicinò allegramente portandosi dietro il trasportino col neburi. «Pronto all'ibrido più bello del mondo?» VIA DI GRUPPO ROCKY!
    2002's | hufflemuffin | VI year
    radio host | deatheater | 2043
    Perhaps I was born with curiosity
    The likes of those of old crows
    And oh, how the piano knows
    something I don't know

    "I grew up on the street. No, not the hood. the Sesame Street.



    scusate il post terribile ???? non so scrivere GEEZ
    se qualcuno vuole citare nicky in qualsiasi momento FATE PURE MUOVETELA COME UNA DELE VOSTRE RAGAZZE FRANCESI ♥ va al wicked park e al carrow's district


    PSW: thirteenth

    POLE SQUIRREL (ROMEO) + NEBURI (NICKY)
    inforandom: per noi a grandi linee così è il pole squirrell e così il neburi


    + NOME: pole neboleuri
    + CLASSIFICAZIONE: XXX (Un mago capace dovrebbe cavarsela)
    + CARATTERISTICHE FISICHE: il neboleuri appare come uno scoiattolo interamente bianco leggermente più piccolo rispetto ad un comune esemplare babbano (raggiunge infatti massimo i 20cm), ma invece di avere la coda lunga ne una più corta, pelosa e paffuta, simile ad una palla di pelo; anche il suo muso non è classico, bensì è più allungato come quello canino del neburi. Il manto chiaro del neboleuri è particolarmente morbido al tatto, specialmente sulla pancia. Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, permettono alla creatura di muoversi e ballare con particolare ritmo e agilità. Possiede l'udito sviluppato del pole squirrell ma anche un ottimo olfatto, soprattutto nei confronti della carne tritata.
    + CARATTERISTICHE MAGICHE: possiede l'indole cattiva del Neburi, e anche il suo unico scopo è quello di risucchiare la gioia dalle persone felici che gli sono attorno... solo che lo fa ballando. Appena sente una musica allegra il Neboleuri inizia a scatenarsi, e tanto più lui dimena il bacino e le zampette e mostra le sue doti da instancabile ballerino, tanto più chi gli sta attorno perde interesse nel volersi divertire e si deprime. Ama vedere gli adolescenti piangere, poichè odia loro e tutto ciò che li riguarda.
    + CIBO: mangia generalmente anime classiche ghiande (o corteggia e gemme quando non ce ne sono in giro), ma come il neburi ha una particolare predilezione per le polpotte, soprattutto se accompagnate da pasta asciutta, che fiuta anche a 749302 km di distanza
    + CURIOSITÀ:
    -- Se volete farvi mordere da lui (e forse dovreste farvi delle domande) mettete i CD natalizi di Michael Bublè. Non sopporta la sua voce felice e diventa subito isterico quando la sente. Probabilmente è collegato al suo odio spassionato per il Natale ed è particolarmente irascibile in quel periodo.
    -- la sua canzone preferita è "Le tagliatelle di nonna Pina" nel remix inedito con Pitbull
    -- è un fenomeno a just dance, e vince sempre (probabilmente anche perchè le persone con cui gioca mollano la partita prima della fine, troppo tristi per continuare)
    -- la disney non ha mai confermato, ma più indizi fanno pensare che Biagio, da Lilly e il vagabondo, fosse in parte neboleuri
    + RAPPORTO CON GLI UMANI: Quest’ibrido è molto diffidente. Appare come un innocuo esserino peloso che ama ballare, ma nel momento in cui c’è la musica è anche quello più pericoloso per avvicinarsi a lui. Infatti, non appena si entra nel suo campo visivo, l’animale è in grado di rendere le persone tristi mentre lui se la spassa. Si affeziona raramente agli essere umani, ma può essere addomesticato con le giuste tattiche (musica adatta, un piatto di pasta al dente ben cucinato, un padrone poco avvezzo a volerlo coccolare nonostante il suo pelo irresistibile)
    + COMPORTAMENTO: Vive vicino alle discoteche o, altrimenti, agli strip clubs, proprio perché in tal modo riesce a continuare a sentire la musica che proviene da essi e, soprattutto, perchè lì c'è più gente da rendere triste. Preferisce i locali con cucina annessa da cui poter rubare.
     
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  11. big eyes‚
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    iden kaufman
    idk fuck his mind
    Lo sapeva già, era inutile fingersi sorpreso: il suo viaggio in pulmino si stava rivelando un vero disastro – e no, non aveva avuto bisogno di fare assolutamente n u l l a per renderlo tale; anzi, fosse stato per lui, ora i loser si sarebbero trovati con la testa schiacciata contro i finestrini laterali, e lui steso lungo tutti i sedili dell'ultima fila a farsi un pisolino.
    Ma a quanto pare, il mondo sembrava girargli decisamente contro quella mattina, a partire dall'avere il francese letteralmente alle calcagna, ed ora addosso sul sedile. Che diavolo volevano da lui – era solo metà mattina.
    «precisamònt» «sono abbastanza sicuro non sia nemmeno francese» ma era ugualmente irritante, e iniziava ad intuire quali fossero le vere intenzioni del dumont: rompergli. le. palle. fino. all'esaurimento. Per forza di cose. Roteò quindi gli occhi e andò ad appoggiare il capo contro il finestrino, sperando di potersi godere in pace almeno quel tratto di viaggio – ma quanto sbagliava.
    Perché, dopo dumont-scass-pallòn, toccava alle de thirteenth alzare la voce: era vero, non era così facile prenderle sul serio, specie dopo certi insegnanti, e lui stesso tendeva a farsi entrare le loro parole da un orecchio all'altro... ma... ecco, sì, questo era uno di quei casi in cui vedeva la bocca di una (la rossa, chissà qual era) muoversi e nel giro di tre secondi dimenticare completamente cosa avesse appena detto. #ciovani
    No, ecco, in realtà a 'sto giro ascoltò perché gli sembrava assurdamente divertente... poi ammettiamolo, per una volta che non veniva ripreso lui ma ??? i lOseR ??? stiamo scherzano?, evento raro come non mai!!1! Doveva assolutamente riderne – e infatti si voltò verso i ragazzi allargando smodatamente il sorriso da infame qual era.
    Ed era solo l'inizio.
    «non so se l'hai notato, ma abbiamo delle ammiratrici» approfittando probabilmente di quel momento in cui iden s'era voltato, uscendo momentaneamente dal guscio di indifferenza, charles gli si fece di nuovo vicino, e osò addirittura posare la testa sulla sua spalla. oh. ma dico. ???? per di più attirando l'attenzione della winston e di erin, che a sua volta avrebbe attirato quella di scott. E ora, stava vagamente esagerando – scontroso, gli si sottrasse con uno sbuffo, mettendo il più possibile distanza fra loro, per quanto i due sedili permettessero «onestamente ora come ora noto che sei troppo amichevole» quasi gli soffiò contro, non accorgendosi nemmeno più della strana piega che prendevano le sue labbra nello scoprire i denti stretti in un ringhio silenzioso «e ci vedo solo il solito opportunismo che ti contraddistingue.»
    Duro o meno che fosse stato, quelle parole erano scivolate dalle labbra spaccate dai morsi con una sincera onestà, creando fra loro un muro che non aveva bisogno di essere in pietra fredda per farli sentire più lontani che mai – questo era iden, questo ne era uscito dall'estate appena trascorsa, una persona che per lo più si sentiva sfruttata e abbandonata, iraconda poi verso il mondo. Come si soleva dire, #no more fake friends people, doveva staccarvi per un po' – e se charles aveva bisogno del toyboy (come se iden fosse stato scemo fino a quel momento, e non si fosse mai accorto di frecciatine, o si fosse tappato le orecchie di fronte alle domande) per alimentare i gossip su se stesso e atteggiarsi da diva... beh, che lo andasse a succhiare a qualche serpe amico suo; lui non stava ai giochetti degli altri.
    Il dumont parve quasi prenderla con una certa filosofia, tanto da non farsi attendere per una delle sue solite svogliate risposte – a cui grazie al cielo aveva tolto l'accento, forse per non andare a peggiorare una situazione che iden percepiva già piuttosto calda, e non come forse sarebbe piaciuto ad occhi indiscreti «siamo millenials, ci piace farci i cazzi altrui. Non è niente di offensivo comunque, niente di cui preoccuparsi» già, si era giocato già una volta la carta “popolarità” e non era andata bene – ora ritornarci, da legato chissà in che modo al francese non era nulla che volesse davvero spaventare. «mi preoccupo da me, non sta a te decidere» il tono graffiato da chissà quale risentimento si abbassò di volume tanto da assomigliare ad un sussurro appena, il desiderio quanto più forte di chiudere definitivamente una discussione che non voleva più affrontare. Non con lui, non da solo. Né con chiunque altro.

    Il resto del viaggio fu naturalmente silenzioso, perché fu iden a far in modo che le proprie labbra restassero sigillate, la fronte in parte incollata al vetro e gli occhi cerulei puntati verso l'esterno – tagliando definitivamente ogni tentativo di comunicazione da parte di charles. Che poi, non era nemmeno totalmente colpa sua – era solo il vorticare precipitoso di troppi volti nella sua testa, al cui centro ve ne era sempre e solo uno: quella donna, che forse non avrebbe mai dimenticato, rimasta impressa in ogni istante, anche se con le luci affievolite o i contorni distorti nella memoria.
    Il pulmino si fermò, e gli studenti furono invitati a scendere – «benvenuti al de zero» si guardò attorno, iniziando a riconoscere chiaramente il profilo di hogsmeade e diagon alley ma... insieme(?), sì insomma, uno strano “ibrido” che lo lasciò vagamente confuso, appeso alle labbra di red!de thirteenth «è una riserva magica mooolto speciale; è possibile trovare, nei luoghi comuni che conoscete come bla bla bla» sì, doveva decisamente trovare una soluzione a quel problema, altrimenti si sarebbe ritrovato – uno di quei giorni – in una situazione ben più grave che abbandonato nel centro di una città con una pergamena in mano e uno zaino in spalla. Senza avere la minima idea di che farne dell'una e dell'altro; nulla di sorprendente.
    Distrattamente lesse che vi era scritto, «morilytra,» per essere, al solito, disturbato «mi sa che ci toccherà separarci, mon pétit corbeau, bla bla» «sìsì, bla bla anche a te, cerca di sopravvivere anche senza la mia estasiante compagnia» autoironia?, sicuro – sapeva di aver fatto abbastanza schifo come compagnia su quel pulmino, ma ehy, era charles a volerlo, lui metteva solo le mani avanti.
    Dimenticata quindi quella piccola parentesi, tornò a leggere – non aveva neanche staccato gli occhi dalla carta – la pergamena, stringendo gli occhi dubbioso «innocuo; ha l'aspetto di una lontra; esperta in capi di... abbigliamento e moda ??? dannazione, deve esserci stato un errore, CHARLES DUMONT» ma nulla, il francese si era già dileguato.
    Ecco, quando serviva diventava improvvisamente un fantasma: sbuffò, lasciandosi cadere seduto su un muretto nella piccola piazza in cui era finito, e sempre col foglio in mano riprese la lettura per le parti più salienti, «nelle grandi città non è difficile trovare morilytra in pieno centro, dentro fontane o acquari sistemati apposta per- ehy, tu, coso italiano» romeo fece l'incauto errore di passargli di fronte, mentre iden attendeva solo il passaggio dell'ennesimo scellerato a cui abbaiare contro come un mastino «vedi di sparire, non ho intenzione di averti fra i piedi anche qui. Pena, ti infilo la testa in un microonde fino a farti diventare il nuovo uomo-radioattivo» e che avesse preso sul serio o meno quella minaccia, iden per un po' non lo vide più. Tornò così a concentrarsi su quanto le prof avevano scritto e possibilmente detto, cercando di intuire il prossimo step limitando al minimo i contatti con le due /che nel mentre si scarrozzavano via tutti i dolcetti./
    La prima idea che gli venne in mente fu di andare a controllare a quo vadis town: era solitamente affollata, piena di negozi, con panchine e le classiche... cose, da piazza /sì, ecco, non era un grande esperto/ ma volle provarci uguale.
    Vi si recò a piedi, passi veloci, e in pochi minuti raggiunse la meta: ma, sebbene si fosse guardato con svogliata attenzione attorno, una lontra difficilmente gli sarebbe passata inosservata... del suo animale, zero tracce. Inutile dire come fosse già stanco della caccia al tesoro: approfittando della calma che ora poteva godersi in quel luogo, tornò su una panchina, ma stavolta sdraiandosi – aveva un'ora di tempo per fare le sue ricerche, quindi che fretta c'era?, poteva prendersi quella pausa, studiare un piano /mica poteva girare a vuoto/ e poi attivarsi.
    Tuttavia il foglietto passò immediatamente in secondo piano quando gli occhi si spostarono sulla forma di una nuvola, catturandone in modo distinto i contorni inafferrabili se non dalla fantasia – e un lungo, pesante sospirò scivolò dalle narici, facendo prima alzare il petto, e poi nuovamente abbassarlo. Calma. Voleva solo quella, per una volta, nella vita – stare lì per sempre, o almeno il tempo di cancellare ogni ricordo dalla mente, il suo volto, il suo accento; scordarsi chi era e cosa dovesse fare... tutti i problemi, le angosce, i dubbi rimasti irrisolti e che forse per sempre lo sarebbero rimasti – cancellando da lui e nicole il desiderio di poter vedere un padre.
    La sua vita era così incasinata che in quel periodo sembrava solo più diventare un pasticcio. Voleva andarsene, per un bel po', fingersi una persona serena e tranquilla per ricominciare.

    Il tempo scorreva, e lui aveva deciso di girarsi una sigaretta e fumarsela per quei cinque, dieci /pausa kafféééé/ minuti di riposo – le de thirteenth tanto non ne sarebbero mai venute a conoscenza. Forse???? e vabbè, pace. Quando sentì di aver sprecato fin troppo tempo, si alzò dalla panchina e iniziò a vagare a caso, tirando di tanto in tanto di sigaretta, mentre i piedi lo portavano chissà dove – seguendo una memoria poco conscia o razionale. Tant'è che, difatti, senza neppure accorgersene, iden si ritrovò all'ingresso del lilum.
    Il locale, a luci spente, pareva un posto abbandonato e trascurato – forse ancora prima della riapertura della nuova proprietaria, svetlana. Vi entrò senza fare fatica, schiudendo le porte per poi osservare ammutolito gli interni: non era certo finito lì per le sue ricerche, quanto più per una profonda stretta allo stomaco che continuava a guidare i suoi passi. Non era cambiato nulla, il posto vuoto e silenzioso era lo spettro di quella notte non troppo lontana: si apriva e lo accoglieva, lo attirava al centro privo di pudori, sparando al contempo nella sua mente centinaia di ricordi intensi. , se l'era ritrovata davanti la prima volta.
    , lei lo aveva trascinato lontano dalla musica, dalle persone, dalla confusione.
    , avevano trovato una bramata intimità- «ah, ciao, scusa» sobbalzò, voltandosi verso l'ingresso come se fosse appena stato colto a fare, invece che ricordare – nemmeno si era accorto di avere il cuore a mille, e nella penombra ci mise qualche istante a riconoscere la figura che gli si avvicinava, trovandolo totalmente a corto di difese. Tanto da non aprire bocca, non riuscire nemmeno a spiattellare un “vattene” o un “chi cazzo sei”, degno di lui – e caso /caso?/ volle che fu proprio charles a presentarglisi davanti, ma «vabbè, ho capito che ti manco, però...» nel giro di qualche battito di ciglia era già sparito, e la porta del locale nuovamente chiusa.
    Rimase immobile, danneggiato come un disco rotto, tanto da non riuscire più a pensare – incantato su chissà quale nota, forse in un'altra occasione avrebbe potuto trovare strano quel comportamento... ora, invece, il bizzarro lasciava posto al bisogno di uscire da lì il più frettolosamente possibile e dimenticare quanto inerme e usato si fosse sentito, di nuovo, in quei così brevi istanti lì dentro.
    Uscì, gettò la sigaretta a terra e a testa bassa camminò veloce, cercando di mettere quanta più distanza possibile, mentre come un mantra ripeteva «in pieno centro... dentro fontane o acquari... pieno centro...» l'illuminazione accorse in suo soccorso, permettendogli così di cancellare ogni altro pensiero, high street, doveva provare lì – facendo retromarcia, cercò di capire come uscire dalla parte di diagon alley e raggiungere quella di hogsmeade il prima possibile. Fatta mente locale, iniziò a correre senza guardarsi indietro; coi polmoni che dolevano, chiusi in una ferrea stretta, ma le gambe che desideravano solo potersi mettere a volare.

    Quella high street non era troppo diversa dall'originale: la larga via circondata da alberi, panchine, e con a tratti qualche monumento a decorarla, era la stessa da cui ricordava di essere passato tutte le volte che si era recato ad hogsmeade. Ignorando tutto ciò che non gli tornava utile /ormai gli restava poco più di un quarto d'ora/ si avvicinò alla fontana centrale, la più grande senza ombra di dubbio – e lì, la notò quasi di sfuggita, un esemplare di lontra si muoveva fluida ma silenziosa, all'apparenza rilassata e disinteressata.
    Doveva catturarla, già, e come? Non poteva prenderla dall'acqua – cioè ???, no?, non aveva chissà che a propria disposizione, ma per sicurezza si tirò indietro e svuotò a terra lo zaino: nulla di che, una rete che certamente non lo avrebbe aiutato nel prenderla in acqua sebbene incantata in modo da potersi allargare o stringere a seconda della creatura, un guinzaglio magico regolabile, alcune caramelle gommose tutti-gusti +1 imbevute di un siero per calmare l'animale e altri oggetti, di cui nemmeno ricordava l'uso.
    Fantastico, aveva un piede nella fossa.
    Affacciandosi di nuovo alla fontana, per di più, la creatura apparentemente fingeva persino di non vederlo, ignorava completamente la sua esistenza anche quando iden iniziò a creare dei cerchi nell'acqua con un dito sperando di attirarla usando lo stesso come esca /si era drogato??? forse./
    Crollò seduto ai piedi della fontana, sapendo di avere troppo poco tempo a propria disposizione – quella creatura non gli avrebbe certamente reso il lavoro facile!, da quello che aveva capito nelle poche righe descrittive era un essere molto... difficile, attento a roba che iden manco capiva. Già, erano una coppia davvero scoppiata... una creatura simile sarebbe potuta andare a genio a charles, lui sì che avrebbe saputo come ammansirla, giocando la carta “je suis français, oui oui, j'aime la mode, V O G U E”; mentre lui era sciatto, vestito con abiti di seconda mano brutti e per di più accoppiati male.
    Ma. Fu proprio durante quella banale imitazione che gli venne in mente un'idea, l'idea, la più geniale di sempre: si levò il berretto, sentendo immediatamente la fresca aria di settembre infilarsi fra le trecce strette, e raccogliendo lo zaino e tutto ciò che aveva lanciato a terra, lo lasciò davanti alla fontana, per poi allontanarsi e nascondersi dietro un muro di un vicolo con la bacchetta in una mano e il guinzaglio nell'altra. Poteva star sbagliando, ma non aveva più abbastanza tempo per pensare: doveva fare qualcosa, e doveva farlo in fretta.
    «alohomora» e il cappello prese a sollevarsi dal suolo, superando il bordo della fontana, per poi sfiorare il livello dell'acqua e vorticare su di esso sempre più vicino al morilytra – questa, inizialmente non parve dare segni di vita interesse, ma quando il cappello fu davvero vicino, iniziò visibilmente ad agitarsi, e a muoversi – a rasoio della superficie dell'acqua – verso di esso. Iden non poteva davvero immaginare quali fossero le sue intenzioni, ma fece giusto in tempo a spostarlo di qualche millimetro che la lontra balzò con le fauci fuori dall'acqua e provò a morderlo, in tutta la sua contrarietà.
    E sebbene fosse piuttosto lontano, iden poté tranquillamente leggere un “ke skif è 'sta roba, poraccyo????” nello sguardo della creatura, che non parve arrendersi – anzi, proseguì, scivolando addirittura fuori dalla fontana con un agile balzo, mentre tramite l'incantesimo iden faceva sì che il cappello -salvo per miracolo- si facesse vicino al suo nascondiglio.
    “Ancora un po', ancora un pochino... ino, ino” e lasciò che il cappello cadesse a terra, a due passi da lui: il morilytra, che ormai l'aveva presa evidentemente come questione privata, fece gli ultimi balzi con vittoriosa ferocia, ignorando qualunque cosa al di fuori di quel cappello appartenuto forse agli anni '80 e raccattato da qualche bancarella di mercato, p f f. A quel punto, con un balzo iden vi fu addosso, cogliendo completamente impreparata la creatura le cui lamentele poterono poco quando rapido il ragazzo agganciò il guinzaglio che subito si strinse attorno al collo del morilytra in modo che non vi scivolasse, ma senza al contempo fare male alla creatura.
    «voilà» avrebbe detto qualcuno di sua conoscenza mentre, strappato il cappello dai denti dell'animale, balzava indietro attento che le mandibole di questo fossero ben lontane – per quanto desiderasse dormire, non pensava che le de thirteenth avrebbero gradito – ma ad una cosa non aveva propriamente pensato. Ovvero che il morilytra potesse non gradire quelle misure, e avanzare minacciosa verso di lui, costringendolo ad arretrare mentre cercava di sfilare le gambe prima che potesse morderle.
    «ehiehiehi, calm- stai bon- AAAH» un gridolino, quando per un attimo temette di essere stato morso alla caviglia. Tirò la gamba indietro, ma il morilytra stringeva fra i denti solo il jeans, e non sembrava intenzionata a mollare la presa «ok, mh, senti, giuro che poi ti libero ma, ora – mi servi, e, ecco... no no, non c'è bisogno di arrabbiarsi» e con uno strattone il jeans si strappò all'altezza della caviglia, permettendo tuttavia ad iden di tornare ad indietreggiare, con la lontra magica a seguirlo con il lembo strappato ancora fra i denti- a mo' di crudele avviso «ok che non era un bel jeans, ma» e si fermò, notando uno strano compiacimento ora nel morilytra, che aveva smesso di mordere ma continuava a seguirlo sospettosamente furiosa «ma tu, TUUU, tu sai quello che vuoi» non che avesse la minima idea di quello che stava dicendo, ma sembrava aver appena catturato l'attenzione dell'animale, mentre non smetteva di indietreggiare lungo high street «sei fier- sei un...una...U N A, ma naturalmente» e il morilytra parve quasi star facendo ad iden gli... occhi civettuoli ??? ma che cazz.
    «tu che sai cosa vuoi, come lo vuoi, e cosa è giusto che gli altri indossino... sei una g u r u, il faro di speranza in mezzo a questi fan della trap, il guccy G U C C I /scus/ della moda... la versace che questa città si merita, ma di cui non ha bisogno...» che la stesse... adulando?, iden onestamente non aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo o dicendo, ma sembrava funzionare, perché all'improvviso l'animale aveva smesso di mordere e tirare, ma lo seguiva civettuola, anzi, lo superava a volte – in slanci di puro egocentrismo e fascino, tornando a fissarlo male ogni volta che iden tentennava.
    Già, qualunque cosa stesse facendo, ora pareva funzionare alla grande.

    Non sapeva come fosse stato possibile, ma giusto allo scoccare dell'ultimo minuto, senza più fiato nei polmoni e con la lingua asciutta, iden arrivò a destinazione. La morilytra non aveva smesso per un solo attimo di gongolare, scivolando affianco a lui in modo amichevole, quasi lezioso – come se iden avesse involontariamente risvegliato il più profondo ego della creatura. Lanciando una veloce occhiata, notò di essere probabilmente uno fra gli ultimi, ma non certo uno dei più stanchi: sebbene le creature non superassero una mediocre pericolosità, i suoi compagni non dovevano aver avuto vita facile. Li osservò, ma non prima di essere crollato seduto per terra col fiato corto: la morilytra, «didi» non se lo fece ripetere, andando a schiantarsi addosso a lui per riprendere a mordere dispettosamente il giaccone del ragazzo – togliendosi il berretto glielo lanciò, ormai esausto, lasciando che la creatura ne facesse ciò che più preferiva /eliminarlo dalla faccia della terra/ e così torno a fissare gli altri. In particolare fu attirato da charles e dal suo compagno, palesemente... diversi, un po' oltre le solite righe.
    Beh. Andava ammesso che charles non se l'era fatto ripetere – come ad averlo letto nel pensiero, rapidamente aveva trovato un altro soggetto su cui riversare le proprie attenzioni... andava bene così, davvero, lo aveva immaginato sin da subito, probabilmente per un po' avrebbe smesso di stargli fra i piedi. «kaufmann» manco a dirlo, «altro che erba. Gli snorton sono il futuro della fattanza!!» cosa non andava nel serpeverde ??? roteò gli occhi senza rispondergli, seguendo solo il caotico flusso dei suoi pensieri che ora come ora credeva di aver appena risolto il proprio problema, “sostituito” dal compagno serpeverde di charles.
    Quando furono tutti, le de thirteenth tornarono alla carica, spiegando che cosa diavolo avrebbero dovuto farne di quelle bestie assassine creature magiche «ibridi. Vi basterà strofinare il guscio contro l'animale che avete trovato, e quello del compagno con cui siete in gruppo, e tadaan, il tamagotchi crea il possibile ibrido» insomma ??? dovevano creare vitaH – o semplicemente riutilizzare un'idea dell'inizio degli anni 2000 per studiare. WHY NOT, a lui andava bene smettere di correre a destra e a manca per cacciare pok- eh, animali fantastici.
    Sospirò quindi, «kaufman, al lavoro con tryhard, mehan» giustamente sottolineò, e iden alzò lo sguardo verso il suo compagno – andava ammesso, aveva ancora t a n t a difficoltà a riconoscere i due fratelli, ma meh (letteralmente), forse prima di uscire da hog ci avrebbe fatto il callo. Non provò nemmeno ad alzarsi, fissandolo cattivo in silenzio come a volergli fare capire che no, nemmeno ci avrebbe provato ad alzare un dito. E difatti, l'uovo che gli fu dato, fu osservato pigramente rigirandolo fra le mani.
    Come ad intuire la cosa, didi-la-morilytra si avvicinò a fissarlo sospetta, per poi squadrare il tryhard e la sua (le sue ????) bestiola «non lo so, tryhard; pensi che il tuo animale sia all'altezza della mia splendente didi che si stesse affezionando come un padre geloso?, «scheeeerzo» si affrettò ad aggiungere, temendo che l'evidente malumore della de thirteenth /probabilmente dovuto al fatto di essere ricorsa alla carta speciale super-pawa della “cattiva prof”/ potesse in qualche modo abbattersi sulla sua evidente ironia. La morilytra non parve convinta, al contrario, ma prima che potesse fare qualcosa, iden molto svogliatamente iniziò a strofinare l'uovo sulla pelliccia ancora umidiccia della creatura, per poi lanciarlo – senza guardare – al tryhard «tutto tuo, spera che i suoi gameti non rovinino l'ibrido, la mia è una purosangue» ma ancora non sapeva, iden ingenuo, che stavano solo per dar vita ad un mostro... il mostro, quanto di più temibile l'uomo dovesse ancora conoscere.
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    ANIMALE TROVATO: Morilytra (ad High Street)
    PSW: Molto
     
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    humans do have a knack for choosing precisely those things that are worst for them
    Alla fine il viaggio lo passò con estrema tranquillità. Il cappuccio grigio tirato su nonostante non facesse ancora così freddo, gli occhi scuri intenti a scrutare ogni cosa gli passasse vicino e che poteva osservare dal finestrino. Per quando Romeo sembrasse sempre uno fin troppo sulle sue e silenzioso, c'erano volte in cui avrebbe voluto essere molto di più. Un'altra persona, forse, un altro tipo di carattere. Invidiava quelle persone, tipo il gruppetto di Losers che riuscivano ad essere così espansivi e vogliosi di divertirsi e fare casino senza motivo valido dietro. Avrebbe voluto essere in grado di non lasciarsi prendere dai propri pensieri più di quanto in realtà volesse, di non lasciarsi influenzare da tutti i pensieri che spesso e volentieri gli ronzavano in testa vorticosamente, senza mai smettere.
    Certe volte gli sarebbe piaciuto essere un Romeo diverso, con una storia diversa da raccontare, con delle cose dentro totalmente diverse da quelle che in effetti aveva. E si era sempre chiesto come sarebbe stato essere un'altra persona, un qualcuno completamente diverso. Anche per colpa di quella sua indole, era semplicemente curioso di scoprire cose che non sapeva, che solamente poteva immaginare.
    I pensieri finirono più o meno di vorticare, o forse semplicemente si ammortizzarono, quando uscirono da quel pullmino ocra sul quale nessuno, e ripeto nessuno aveva smesso di parlare, cantare, urlare e chi più ne ha più ne metta. Romeo s'era sentito quasi come uno di quei vecchietti di turno che rimproverano i ragazzini che urlano per strada. Dio, stava veramente invecchiando.
    Per fortuna ci pensavano le professoresse a farlo sentire un po' più giovane. O no?
    «il vostro compito è, sorpresa!, cercare la creatura magica che vi è capitata, e catturarla»
    Oh Dio no. L'italiano era a tanto così dal fare una grande ed enorme facepalm, ma se ne stette buono, zitto, semplicemente osservando il nome dell'animale che gli era capitato.
    Pole Squirrel?
    Non prometteva niente di buono.

    ( . . . )

    « Ma dove cazzo è questa sottospecie di scoiattolo stripper?! » sono le parole che vennero sibilate dalle labbra rosee dell'italiano mentre si aggirava per il locale.
    Insomma, non era possibile che il Fiendfyre potesse nascondere così bene uno scoiattolo che ballava. O era diventato talmente vecchio lui da non riuscire nemmeno più a vedere o qualcosa non andava. Si buttò su un divanetto, osservando la gente in pista che si muoveva al ritmo della musica. Fu allora che notò una cosa stranissima. Un ... un POLE SQUIRREL! Immediatamente cacciò il foglietto su cui s'era scritto ogni dettaglio dell'animale, cominciando a ragionare su cosa potesse fare per avvicinarlo. La musica sembrava scorrergli nelle piccole venuzze per quanto andasse a ritmo. Cazzo, era praticamente più bravo di lui.
    La melodia di quella canzone, una squallida canzone trash dell'estate scorsa, continuava a rimbombargli anche nella cassa toracica. Mosse lentamente qualche passo verso l'animale, notando che non stava nemmeno guardando nella sua direzione, probabilmente troppo preso da quel reggaeton. Una manna dal cielo, in pratica.
    Per quello non fu così complicato catturarlo, e Romeo non potè fare a meno di uscirsene con un sonoro YAS che fece girare metà locale.
    Oh well.

    Una volta riuniti tutti quanti, Romeo e la sua compagna, Nicky, si ritrovarono facilmente. O per meglio dire, lei trovò lui, con un sonoro «Pizza boy!» Gli occhi di Romeo rotearono subito verso il cielo, per poi voltarsi verso l'altra con un finto sorrisino di circostanza.
    « Pronto come non mai. Hai per caso capito come si usa questo coso? » commentò quindi, riferendosi a quel "tamagotchi" che gli era stato dato. Il Pole Squirrell fece un versetto piuttosto strano nella sua gabbietta, come fosse uno squittio, mentre il Corvonero si abbassò di poco per poter sbirciare l'animale della sua compagna. Sembrava sicuramente innocuo, eppure al tempo stesso il musetto suggeriva il suo non voler essere avvicinato nemmeno per sbaglio.
    Non sapeva bene perché o forse sì, ma Romeo quasi si rivide in lui.
    Romeo Ventimiglia, 16 y/o.
    halfblood
    20.09.2018 H. 10AM
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    Le braccia di Nicky gli cinsero la vita, tenere e corte quanto quelle di un tirannosauro, e quella seconda stretta Mehan la avvertì più disperata, carica di una frustrazione non nuova. Non nuova, perché l'aveva già osservata nelle vesti di testimone silenzioso e, a volte, anche come oggetto di quella stessa rabbia sopita: se c'era uno capace di girare il coltello nelle ferite riportate dall'orgoglio di Nicky Winston, questo era sicuramente il sedicenne. Solo quando la ragazzina decise di prendersi la colpa per quel volo non autorizzato attraverso il finestrino, mehan aprì finalmente la bocca formulando una replica; il cervello gli gridava con tutte le sue forze che no, doveva stare zitto, al massimo chiedere scusa e ringraziare merlino con tutti i santi del paradiso per aver evitato punizioni peggiori del tortino incriminato, ma lui lo ignoró. «quello che nicky voleva dire è che siamo stati un po' incoscienti, non vedevamo l'ora di salire.» le tirò una leggera gomitata, mentre la prof fray si chinava su Behan e Halley rincarando la dose, un'occhiata rivolta all'amica che diceva tutto. Nessuno li aveva minacciati di morte, le gemelle de13 si erano limitate a bacchettare loro le mani senza nemmeno togliere punti alle casate, non poteva semplicemente accettare che nicky si scavasse la fossa da sola per niente. Quando fray e wendy si allontanarono raggiungendo la testa del pulmino, mehan ruotó maggiormente il busto, abbarbicandosi maggiormente alla winston invece che scalare per occupare il posto libero; lasciarle un po' di spazio, in quel preciso momento, poteva sembrare la soluzione, ma non per un tryhard.
    Proseguirono così per il resto del viaggio, con qualche muso lungo a farla da padrone e un motivetto fischiettato a fior di labbra dallo stesso mehan, perché far sorridere nicky sembrava un'impresa disperata, ma qualcuno doveva pur tentarla!- finché il pulmino non si fermò sul limitare della foresta proibita. Già solo per il nome, meritava di essere visitata almeno una volta nella vita, possibilmente con la certezza di tornare vivi; poteva non sembrare, ma anche il sedicenne ci teneva alla propria incolumità. Respirare gli piaceva, nonostante tutto. «benvenuti al de zero. è una riserva magica mooolto speciale; è possibile trovare, nei luoghi comuni che conoscete come le vostre tasche, creature di ogni genere – ciascuna, chiaramente, nell’habitat che le sia più conforme» «che FIGATAH!» di nuovo felice nonostante tutto, mehan si aggrappó con eccessivo entusiasmo al braccio del fratello, trattonando beh affinché lui potesse osservare l'incredibile /parco a tema/, perfetto in ogni dettaglio. Si trovavano lì da dieci minuti e già amava quel posto, sebbene uguale in tutto e per tutto a luoghi che di speciale avevano ben poco. O di nuovo, quanto meno. «il vostro compito è, sorpresa!, cercare la creatura magica che vi è capitata, e catturarla. cioè, non catturarla davvero. Dovete convincerla, gentilmente, a venire con voi: avete tutto ciò che vi serve nel vostro zainetto, trattatele bene. vi aspettiamo qui fra…un’ora. buon lavoro!» e, in un momento, si era dimenticato del tortino perduto. Adorava gli animali, il sedicenne, ma ancora di più le cacce al tesoro, soprattutto se alla fine ci poteva guadagnare qualche bel punticino per la sua squadra. Si avvicinò alla boccia pescando un bigliettino random, sul quale vide scritto il nome di una delle creature magiche che avevano studiato l'anno precedente: un tipetto - tre, per l'esattezza - ostico, ma non impossibile da avvicinare. «meercats.. che tipi. se non ricordo male sono quei Timon a cui piace un sacco chiacchierare» parlava tra sé e sé, rigirando il foglietto tra le dita, poi alzò di scatto la testa, rivolgendosi direttamente ai losers ancora nelle vicinanze «bella raga ci vediamo dopo. Nicky ti voglio bene, vedrai che alla fine il dolcetto te lo danno comunque.» erano troppo dolci le de13, per tenere una cucciola come nicky lontana dal tortino, e mehan era pronto a lottare per fargliene avere almeno un assaggio. O sarebbe morto privandoci #wat

    Con una piuma estratta dallo zainetto, il tryhard segnò con una riga anche il penultimo nome scritto sul palmo della mano sinistra, lasciando intonso soltanto high streets; aveva fatto una cernita dei luoghi papabili in cui poter trovare i meercats, in base alle loro abitudini e rapporto con l'uomo, ed infine era giunto alla sua ultima possibilità. Oltre a quella, gli sarebbe toccato cambiare strategia ricominciando tutto da capo, e una ventina dei sessanta minuti a disposizione si erano già volatilizzati.«eddai belli, dove siete..» il primo passo nella via con la più alta concentrazione di negozi, la mente a ripassare il piano generale. Non che ne avesse uno preciso, in realtà: per quel poco che si sapeva delle tre piccole creature, sembrava che l'importante fosse dar loro la possibilità di esprimersi liberamente, ancora meglio se in cambio di qualche lucertolina succulenta (bear gryll sei tu?) come pagamento; inoltre, si era premurato di utilizzare un incanto sul trasportino (?), in modo che agli occhi dei meercats apparisse come un altro oggetto. Stava quasi per rinunciare, arrivato di fronte all'ennesima vetrina, quando finalmente li vide seduti - letteralmente- davanti all'ingresso di un negozio, le piccole code annodate tra di loro come Meh le ricordava dalla foto sul libro di testo. Apparivano innocui per via della loro dimensione ridotta, ma bastava uno sguardo più approfondito a quegli occhietti porcini per capire che c'era poco da scherzare. «eeehm, salve.. signori (?)» doveva essere gentile, no? Lo guardarono subito malissimo, come il ragazzino si era aspettato, e per questo mostrò immediatamente le mani in segno di resa; nella destra, bene in vista, teneva un modello per povery di telefono cellulare. Non proprio l'ultima generazione, ma sufficiente per fare una chiamata importante. «non voglio dirturbarvi, ma mi servirebbe davvero il vostro aiuto... c'è mio fratello al telefono e avrebbe bisogno urgente di un consiglio.» sulla vita, in generale, ma soprattutto su quella amorosa. Si trattava di una scusa come un'altra per far avvicinare la creatura al cellulare, ma se nel frattempo poteva ottenere qualche suggerimento utile, tanto meglio.«ha un problema con una ragazza e--» nemmeno gli lasciarono finire la frase, che già stavano ciarlando, tirandosi le code a vicenda nel tentativo ciascuno di avvicinarsi per primo al telefono ora teso nella loro direzione e dare all'inesistente interlocutore la propria opinione. Piccoli, teneri Timons. Fu solo quando sfiorarono l'apparecchio che questo si trasformò nuovamente nella gabbietta preparata dalle professoresse in precedenza per ogni zaino, e i meercats vi rimasero chiusi dentro. E i consigli da guru sulle crackships inventate si trasformarono rapidamente in rimostranze di sdegno e disappunto. «SCUSATE, DAVVERO NON VOLEVO MI SERVE PER UN COMPITO GRAZIE!» ancora una volta i problemi di otp causavano guai.

    «Niente commenti sui miei vestiti Tryhard. Sì mi sono bagnata, no stranamente non è merito di C- -IAO CHOUKO COM'E' ANDATA LA CACCIA BELLA LI' NON STAVO GIUSTO PARLANDO DI TE AH AH AH» si era bloccato con un dito sollevato in aria, le labbra dischiuse su una domanda ovvia, quando nicky gli aveva intimato senza troppi fronzoli di chiudere il becco. Cosa che Meh aveva fatto, evidentemente sollevato nel notare che l'amica sembrava più serena, soprattutto quando nel radar entrava una certa kinogiappocoreofilippina - non un mago nel riconoscere le etnie asiatiche, il tryhard - con il sorriso facile e grandi occhi scuri. «complimenti nicky, assolutamente antisgamo.» le fece persino un piccolo applauso, prima di voltarsi verso le professoresse. Avrebbe preferito potersi scegliere il compagno di lavoro, ma non era così schizzinoso da lamentarsi, il sedicenne; oddio, qualcuno più simpa di iden forse potevano trovarlo, ma tant'è. «non lo so, tryhard; pensi che il tuo animale sia all'altezza della mia splendente didi?» si strinse nelle spalle, poggiando il trasportino con i meercats per terra, mentre il corvonero strofinava l'infame uovo contro il pelo della lontra. O forse si trattava di una nutria come il leggendario Larry Roger, difficile stabilire con esattezza la mescolanza di dna magico. «senti, i miei sono tre. almeno uno riuscirá pure a soddisfare la tua foca (cit. cecilia), no?» meh. infilò la mano nella gabbietta - rischiando di perdere due dita - strofinando poi l'uovo passatogli da iden sul pelo lucido di uno dei suricati, immaginando se stesso e il compagno come nella scena finale di Una Notte da Leoni: vicini nell'attesa di guardare le foto tabù del disastroso week end a las vegas, un ticchettio in sottofondo, il verso strozzato di stu OHMIODIO e, infine
    «MAGIKOOOOHHH»
    You spin my head right round, right round
    When you go down, when you go down down



    meh | 16 yo | baby boy
    gryffindor | VI
    he was looking kind of dumb with his finger and his thumb
    In the shape of an "L" on his forehead
    hello from the other side of the finestrino


    password: belle, luogo: high street

    MEERCATS (meh) + MORILYTRA (iden)


    + NOME: - comunemente noto come Cenzotin
    + CLASSIFICAZIONE: xxx
    + CARATTERISTICHE FISICHE: : il Cenzotin è il perfetto incrocio delle due specie; si mostra con un corpo da lontra (il maschio adulto può arrivare a pesare anche dieci chili) a cui tuttavia non mancano le famose tre code del meecat, e la classica macchia di pelo scura attorno agli occhi - ma attenzione, se ben osservata vi accorgerete della forma chiaramente identica a quella degli occhiali più celebri di sempre, i Gucci. A questo tocco chic e ricercato va a sommarsi il pelo più chiaro attorno al collo, a formare una elegante quanto ricercata "sciarpa" che a toccarla vi sembrerà il più morbido cashmere che voi poraccy potrete mai avere l'onore di toccare.
    + CARATTERISTICHE MAGICHE: caratteristica magica: sa tutto della moda.. E CI TIENE A PARLARNE IN CONTINUAZIONE mentre il malcapitato si veste. peccato che le tre personalità della creatura abbiano anche stili completamente differenti (uno più estroso - enzo -, quello più ligio alle severe regole della moda - carla -, e infine il trash di turno - tina-) il che rende difficile per il padrone capire se i vestiti acquistati siano validi o meno; nel dubbio, il cenzotin lo fa capire polverizzando tali capi se non rientrano nella sua sfera di gradimento. (in casi molto estremi arrivano a sfilare i vestiti di dosso al malcapitato a suon di schiaffi)
    + CIBO: si nutre prevalentemente di aragoste del mar baltico (?) ed escargot, oltre a uova di storione - caviale, povery -. la sua bevanda preferita è lo champagne frizzante. sebbene si tratti di cibi ricercati e costosi, il cenzotin trova sempre un modo di procurarseli senza grandi difficoltà: con la loro parlantina sciolta e la minaccia di quattro sberle ben assestate, convincere i maghi che gli si rivolgono oer qualche consiglio di moda a ripagarli con tali prelibatezze é un gioco da ragazzi. Che i piccoli imparano prestissimo, dopo un breve svezzamento di due settimane.
    + CURIOSITÀ : - il caratteristico pelo di colore scuro intorno agli occhi del cenzotin, che tanto somiglia al famoso paio di occhiali Gucci, tende a scolorirsi rapidamente in caso la creatura si ritrovi davanti ad un outfit davvero improponibile, quasi fosse lei stessa a sfilarsi gli occhiali con espressione di incredulita (#wat). - Quando scelgono un compagno per l'accoppiamento, quel rapporto è destinato a durare tutta la vita, ovvero un tempo relativamente ristretto nel caso dei cenzotin: i due parteners tendono ad attaccarsi tra loro subito dopo la nascita dei piccoli, per via della difficile convivenza tra le sei personalità mai in accordo tra loro.
    + RAPPORTO CON GLI UMANI: : si sentono superiori, E NE HANNO TUTTI I MOTIVI. trattano le persone con malcelato disgusto, ma ci tengono a fare il loro lavoro #wat. se finiscono nelle mani di una persona alla moda riescono persino a dimostrarsi cordiali (ed evitano di prenderla a sberle)
    + COMPORTAMENTO: generalmente schivo, il cenzotin preferisce stare sulle sue, e se proprio viene interpellato per rivoluzionare il guardaroba del mago che lo possiede, non si risparmia dal lanciare commenti sagaci e frecciatine moleste; ha una passione sfrenata per i grandi centri commerciali, che frequenta volentieri quando non vengono richiesti i suoi servigi, con lo scopo di criticare e ammirare gli abiti in vetrina, sempre pronto a dire la sua (per tre) ai vari clienti nei negozi.
     
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    IF YOU SEE A FRIEND WITHOUT A SMILE; GIVE HIM ONE OF YOURS
    In un primo momento Hazel non sembrava troppo contenta di vederla. Si attaccò al braccio del fratello con aria... minacciosa? Probabilmente non l'aveva riconosciuta, tant'è che quando la osservo bene cambiò espressione in una un po' più amichevole.
    Rose rise per il cambio repentino e rispose alla concasata -Benone, tu come te la passi?- fece un accenno al braccio del povero Gideon che si vedeva stretto dalla morsa protettiva della sorellina.
    Si era seduta da pochi minuti e aveva iniziato ad osservare dal finestrino dell'autobus gli ultimi compagni salire sulla vettura quando improvvisamente sentì un rumore accanto a se. Be di rumore ce n'era parecchio, un brusio di fondo generato dal vociare indistinto di tutti i presenti.
    Un rumore più forte, un tonfo che fece voltare di scatto Rose. Fece giusto in tempo a vedere uno zaino e poi una ragazza sedersi accanto a lei.
    Non la riconobbe se non quando la vide voltarsi e alzare goffamente una mano in segno di saluto a cui rispose con lo stesso gesto e un sorriso divertito.
    -Bene Chouko e tu?-
    La compagna sembrava voler riposare così anche Rose, incastrata tra lei e il finestrino, decise di stare tranquilla e attendere che arrivassero a destinazione. Poggiò la testa sul vetro e osservò il pullman partire e la strada scorrere veloce davanti ai suoi occhi mentre cercando di non fare troppo rumore, apriva una confezione di api frizzole regalatele dal fratello.
    Tra l'altro dove si è cacciato Noah?
    Nella fretta di non arrivare in ritardo non aveva fatto caso al fatto che il fratello non fosse presente.
    Possibile che quel testone si sia dimenticato della lezione? Magari gli è successo qualcosa... Come ritorniamo al castello devo andare a cercarlo
    Non sarebbe stata la prima volta che il ragazzo si fosse fatto ritrovare in infermeria in seguito a qualche scherzo andato a finire male o qualche idiozia fatta in compagnia dei suoi amici.

    Dopo un po' di tempo la vettura si fermò, indicando ai presenti che erano giunti a destinazione. Rose non aveva mai visto quel posto. Le insegnanti spiegarono dove si trovavano, ovvero al DeZero, una strana riserva magica e, dopo aver fatto apparire una boccia di vetro chiarirono quale sarebbe stato il loro primo compito.
    Rose attese il suo turno impaziente di scoprire quale creatura avrebbe dovuto cercare in quello strano posto.
    Rovistò appena nella boccia e ne estrasse un piccolo foglietto con su scritto Vehoat.
    Le ci volle un attimo per associare a quel nome la creatura studiata l'anno precedente durante una lezione di cura delle creature magiche. Mentre osservava il foglietto si allontanò a passo lento dalla folla cercando di fare mente locale.
    -Ma certo un Vehoat!-
    Come aveva fatto a dimenticarlo? Era rimasta particolarmente colpita da quella creatura e dalla sua dolcezza. Ricordava bene la sua descrizione e soprattutto cosa le piaceva. Non sarebbe stato troppo difficile trovarla.
    Le ci vollero diversi minuti prima di arrivare nella zona che simulava il Luna Park situato ad Hogsmeade.
    Era una riproduzione molto fedele all'originale tanto che, se non avesse saputo che si trattava di una copia, avrebbe pensato di essere finita nel vero e proprio Wicked Park.
    Rimase per qualche istante ad osservare il luogo e poi iniziò la ricerca della creatura.
    Non c'era da confondersi, i Vehoat avevano l'aspetto di piccole caprette, animali che non si trovavano spesso in giro per i luna park.
    La ricerca non durò a lungo infatti e un piccolo esemplare, alla sua vista, spuntò fuori da una giostra.
    Ma quanto è carinoo Stava per allungare una mano per accarezzarlo quando si ricordò che il morso di quelle creature era in grado di trasformare gli umani in capretti.
    Rose resisti non potrai tornare dalle De Thirteenth senza il Vehoat...e soprattutto con l'aspetto di una capra.
    A circa un metro di distanza la rossa iniziò dunque a parlare alla creatura in modo dolce e affettuoso cercando con la coda dell'occhio un rametto.
    Lo trovò poco più in là e, una volta preso, lo agitò appena davanti agli occhi della creatura, continuando a parlare in modo lento e amichevole. Erano molto dolci e socievoli e amavano giocare quindi perché non sfruttare questo per farsi seguire sino alle professoresse?
    Fu così che Rose, continuando a dire qualche parola carina, fece tutta la strada del ritorno lanciando il rametto sempre un po' più lontano in modo che il Vehoat lo riportasse e la seguisse sinché non si ritrovò davanti alle De Thirteenth.

    Quando tutti furono ritornati con le carature assegnate al loro fianco vennero divisi in coppie in modo da poter svolgere il secondo compito della giornata.
    Rose era finita in coppia con Behan Tryhard, un tassorosso del sesto anno con cui la grifondoro non aveva mai avuto molto a che fare ma che aveva comunque incontrato in qualche occasione.
    -Sembra proprio che dovremo lavorare insieme- disse avvicinandosi con un sorriso al ragazzo.
    Una volta che ottennero il proprio Tamagotchi tamache? strofinarono il piccolo aggeggio ovoidale sul manto del Vehoat e dell'adorabile Chamb, un piccolo agnellino dagli occhi brillanti e intensi.
    Osservando il Tamagotchi videro apparire l'ibrido che avrebbero dovuto studiare. Rose non riuscì a trattenersi ed esclamò a voce abbastanza alta
    -Ma è adorabile!!- poi si guardò intorno e sussurrò un -scusate- facendo un cenno della mano non si sa verso chi di preciso.
    Estratto un foglio di pergamena iniziò ad appuntare, insieme al suo compagno di lavoro, le caratteristiche della creatura appena creata, cercando di fare un lavoro il quanto più possibile pulito e ordinato.
    Rose Anderson | 15 y.o.
    Ribelle | Animagus
    31 - 07 - 2003
    Prefetto Grifondoro


    Luogo: Wicked Park Password: e

    Vehoat (Rose) + Chamb (Behan)

    + NOME: Chat
    + CLASSIFICAZIONE: XXX (Un mago capace dovrebbe cavarsela)
    + CARATTERISTICHE FISICHE: il Chat ha l'aspetto di una piccola capretta dal pelo lanuginoso e morbido. Il colore del manto può variare da esemplare a esemplare: può apparire di color caffellatte, di un marroncino scuro, avere strisce nere o macchie più chiare oppure ancora essere totalmente candido, facendo assomigliare la creatura a un piccolo agnellino, se non fosse per le due piccole corna che, appena accennate, spuntano fuori dalla parte superiore della sua testa. La particolarità del Chat sono gli occhi, anche questi diversi nei vari esemplari, ma tutti particolarmente accesi e lucenti.
    + CARATTERISTICHE MAGICHE: la magia del Chat sta tutta nel suo nome... chat, chat, chat. L'animale ha infatti sempre un enorme bisogno di parlare, e per farlo sceglie meticolosamente gli interlocutori più adatti. Infatti, grazie alla sua capacità di percepire empaticamente le emozioni delle persone intorno a sé, è in grado di percepire quando una persona è ben disposta nei suoi confronti, e riesce ad avvicinarla grazie al suo adorabile aspetto e l'aiutino extra che riceve dalla polvere dorata che è in grado di secernere dal suo soffice manto: per un qualunque umano intorno all'animale è impossibile resistere al suo richiamo e non chinarsi ad accarezzarlo. Ed è proprio in questo particolare momento che la creatura coglie l'occasione di mordere l'umano caduto nella sua trappola e mutarlo a sua volta in un Chat, così da avere un suo simile con cui scambiare due chiacchiere.
    L'effetto del morso di solito non supera la durata di 48h, ma in alcuni casi (come per bambini o anziani) può protrarsi fino alle 72h.
    + CIBO: generalmente si nutre di foraggio e di erba, elementi facilmente reperibili in natura e apprezzati. Quando possibile si nutre volentieri anche di piccoli frutti, soprattutto quelli che crescono in bassi cespugli da cui può prelevarli senza troppe difficoltà. Si può notare però che, almeno per quegli esemplari che vivono a stretto contatto con gli uomini, o che vivono proprio in loro compagnia, i Chat nutrono un particolare amore per i marshmallow e per i Big Mac.
    + CURIOSITÀ : nelle stagioni invernali ama rintanarsi in luoghi caldi e confortevoli tanto meglio se sono presenti profumi dolci e avvolgenti. D'estate invece preferise i luoghi aperti, verdi e ricchi di aria fresca dove poter scorrazzare in libertà. Una caratteristica che accomuna però ognuno dei luoghi che queste creature eleggono a loro dimora è l'affollamento. Vive meglio in compagnia così evita il più possibile di rifugiarsi in luoghi isolati.
    Inoltre è molto comune trovarlo al McDonald e può facilmente venir convinto a fare qualunque cosa solamente offrendogli un Big Mac.
    Adora essere spazzolato e ama quando qualcuno gli lava il manto usando il balsamo al mango.
    + RAPPORTO CON GLI UMANI: è una creatura molto socievole e affettuosa che ama circondarsi di persone. Adora le coccole, soprattutto quelle dei bambini, che vengono sempre ripagati dalla polverina dorata che le creature secernono. In alcuni casi, quando particolarmente felice, se gli si lancia qualcosa gioca al riporto, pretendendo però come ricompensa altre coccole.
    + COMPORTAMENTO: non è una creature pericolosa anzi, ama la pace e la tranquillità. Preferisce non vivere da solo anche se sono in grado di farlo. Soffre un po' di solitudine quindi preferisce stare in compagnia di altri simili e vivere in piccoli gruppi.
     
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    Si guardava intorno come un bambino in un negozio di giocattoli, con gli occhi a cuoricino e la bocca aperta, mentre girava su sé stessa incredula del panorama. Pizzicò l’avambraccio sinistro un paio di volte, come per verificare si fosse realmente svegliata e non fosse ancora comodamente spaparanzata sul sedile del pulmino. Poi però inciampò in una qualche sasso e cadde faccia in avanti sul pavimento, come un pesante sacco di patate. Trattenne un urlo e cercò di sollevarsi il più rapidamente possibile, avvertendo il viso scottare e tingersi di rosso: era solo un’altra figuraccia che andava ad aggiungersi alla lista. Di certo, pensò Maple, quello non poteva essere un sogno. Non era certa qualcuno l’avesse notata, sperava fossero tutti troppo meravigliati dal complesso parco per accorgersi della sua goffaggine, ma in cuor suo sapeva di avere gravi problemi di baricentro, e sapeva anche che sarebbe ricapitato. Strofinò i palmi l’uno contro l’altro per liberarsi dalla terra che vi si era posata, massaggiandosi poi le ginocchia che avevano sbattuto contro il pavimento. Neanche un’ora fuori casa e già si era fatta male. ”Vedi perché me ne devo restare a casa.” Aprì il foglietto datole da una delle de13, leggendo quelle poche parole più e più volte nella sua testa. Sembrava rincoglionita, Maple. Rallentata in ogni suo movimento, il pisolino durante il tragitto l’aveva messa letteralmente al tappeto. Furnic. Furnic? FURNIC!! Maple Walsh conosceva poche cose, ma – fortunatamente – le creature magiche erano una di queste. Ad osservarla dall’esterno, sembrava una pazza. Lo sguardo chino sul suo foglio, i capelli disordinati e la fronte corrugata per la troppa concentrazione; il criceto nel suo cervello era partito in quarta su quella rotella, attivando tutto il complesso sistema di marchingegni intorno ad esso. Cercava la cartella adatta, il file dettagliato che le spiegasse le caratteristiche del suo animale e che le permettesse di non girare a vuoto per le vie di quell’assurdo luogo. Poi si ricordò di avere il libro di CDCM con sé, si sentì stupida ed aprì l’indice della lettera F. Erano dei veri e propri patati, quei Furnic.
    Non dovette impegnarsi molto per capire quale fosse il luogo più adatto dove cercarli. Erano dei timidi pigroni, l’unico posto dove potevano nascondersi era in casa. Maple si chiedeva se le De13 avessero casualmente assegnato la creatura a ciascuno studente, o se avessero eseguito un’accurata ricerca sulle loro personalità per trovare l’accoppiata vincente. Più rimuginava sulle caratteristiche di quel Furnic, più ritrovava sé stessa. Camminava senza guardare dove mettesse i piedi, come se la lezione di poco prima non fosse stata per nulla assimilata, mentre degnava tutte le sue attenzioni alle parole impresse nella pagina del manuale. Non sa stare da solo, cerca sempre il contatto con il suo padrone. Un po’ dolorante, con ancora le ginocchia arrossate per l’impatto precedente, si dirigeva verso New Hovel, l’unico posto dove sembrava avesse un senso trovare un animale/casalinga. Ad essere sinceri, Maple non vi aveva ragionato poi più di tanto, non aveva neanche una vera e propria strategia per capire dove quel Furnic potesse essersi nascosto. Aveva letto le parole ‘crocchette’ e ‘casa’ e le gambe avevano cominciato a muoversi da sole verso il quartiere residenziale. Arrivata a destinazione, Maple afferrò il suo mokassino balbettando un ”Accio mcnuggets”, pregando che qualcosa ne saltasse fuori. Ricordava vagamente di aver ordinato un MagicDeliveroo qualche giorno prima e di averlo infilato lì dentro (giusto in caso le fosse davvero servito). Afferrò la confezione quadrata al volo, piacevolmente stupita nel vedere che i nove polletti erano ancora tutti intatti. Essendo sprovvista di crocchette, avrebbe dovuto attirare il suo bel Furnic in qualche altro modo, e chi è il folle a cui non piacciono i mcnuggets? (sul serio, chi?????11!?) Fiancheggiava le villette a schiera, sbirciando in ogni vicolo ed oltre ogni finestra, dubbiosa del fatto se potesse o meno entrare nelle abitazioni, il tutto mentre resisteva alla tentazione di divorare quel fritto nettare degli dei che stringeva in mano. ”Heyyyy” cominciò a canticchiare nel tentativo di attirare l’attenzione di qualcosa (sul serio, qualunque cosa, non c’era un cane in giro) ”Ho dei buonissimi chicken nuggets quiiii” rallentò, salendo la breve scalinata di una delle case ed affacciandosi al finestrone sulla sinistra. Vi spiaccicò – letteralmente- la faccia contro, ispezionando il salone nel minimo dettaglio. Fece per andarsene quando notò un paio di orecchie, estremamente grandi, spuntare da dietro un divano color crema. BINGO. Dispose, uno dietro l’altro, otto polletti (il nono lo aveva divorato), preoccupandosi fossero ben distanziati e che arrivassero fin giù in strada. Poi trasformò la gabbietta che si era portata dietro in un simil-nugget, sfregandola nel contenitore cartaceo così che si impregnasse di unto e morte. Se le cose andavano fatte, andavano fatte bene. ”Alohomora” sussurrò dopo essersi accuratamente nascosta dietro un cespuglio. Aspettò qualche istante, poi notò quell’adorabile esserino peloso e a tre code uscire insicuro alla luce del sole, annusando – ed ingurgitando – uno ad uno i primi otto polletti. “Ancora uno!!!!” E ZAC! Ecco che il nono farlocco si era trasformato nuovamente nella gabbia, Maple era saltata fuori dal cespuglio e aveva rinchiuso quel povero Furlac. “Scusami se ti ho spaventato” Era sdraiata in terra, con il volto contro la piccola grata, terribilmente dispiaciuta “Giuro che non ti succederà niente”
    Con il tamacoso in una mano ed una tortina nell’altra, Maple osservava nel modo più discreto possibile l’accoppiata Behan-Rose, a qualche metro da lei e Scott. Le piaceva Scott, ma da un lato aveva sperato che il destino l’avesse messa in squadra con il Tryhard. Addentò distrattamente il dolce, masticando a rallentatore nel mentre osservava i movimenti della rossa. Non fraintendete, non aveva nessuno sguardo omicida in volto, solo… concentrato? “Ehm scusa, mi sono distratta” disse poi in direzione di Scott, trovando abbastanza forza per distogliere lo sguardo. Infilò la mano all’interno della gabbia, strofinando con delicatezza l’uovo sul pelo morbido del Furlac. Si sentiva tremendamente in colpa per averlo catturato con l’inganno, se lo avessero fatto a lei si sarebbe sentita tradita; tradita da un chicken nugget. “Et voila! Vediamo cosa esce!” passò l’uovo nelle mani di Scott, aspettando che facesse lo stesso movimento con il suo animale.

    huffleproud - 2001's - vii year
    w la senape
    you van't make everyone happy.
    so focus on making yourself happy so
    that maybe one day your happiness will
    evolve and eat everyone
    how can i communicate wild bunnies that i'm their ally


    psw: de | luogo: new hovel

    Furlac (Maple) + Whug (Scott)
     
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59 replies since 16/9/2018, 23:47   2765 views
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