[mini q] what we're doing here ain't just scary

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    Ebbene, si potrebbe dire che a quel punto della sua giovane vita, Aidan Gallagher, di cose strane ne avesse viste, e anche parecchie: non necessariamente strane in quanto divergenti da un qualche canone prestabilito perché, insomma, we gotta raise that bar a little – dopotutto Aidan stesso sembrava un personaggio uscito da un film di Baz Luhrmann e Wes Anderson; la normalità la conosceva giusto di nome.
    No, lui era stato testimone di veri e propri eventi appartenenti al teatro del surreale: unicorni emoji improvvisamente vivi e senzienti, vecchi capaci di utilizzare uno smartphone per controllare le sopracitate, persone incapaci di distinguere la realtà puritana e reazionaria del primo Novecento dal fottutissimo Westworld, arrapati in piena disperazione da dipendenza che Nymphomaniac levate, persino, persino!, Jayson Matthews che paccava le chiappe del Santissimo Padre Shaw con un asciugamano a ritmo di Hollaback Girl.
    Ma quello – q u e l l o.
    Strinse le labbra fra i denti, un modo come un altro per soffocare la risata che, sapeva, prima o poi sarebbe arrivata inevitabilmente. Eh, se non era strano in culo vedere la sua copia esatta limonare senza pudore con la sua migliore amica – la stessa migliore amica che in modi tutti particolari era stata presente nei suoi.. momenti di debolezza da quattordicenne. Ma non era mica colpa sua! La scoperta delle tette era stato un momento sacro, che ci vogliamo fare. «Ti stai paccando Maple?» Sorrise sornione, lo sguardo ancora rivolto in direzione dell'allegra coppietta. Forse avrebbe dovuto chiedergli di più, su quella Ophelia – magari in un momento di calma in cui Cillian non avrebbe tentato di sgozzarlo come un pollo per il solo gusto di farlo stare zitto, ma tant'è. Così violenti, quei ragazzini d'altro mondo. «Sfortunatamente no» e stavolta cercò gli occhi del Leroy-Baudelaire, un'alzata di spalle di resa come unica vera risposta a quel quesito. «Lui» e fece cenno col capo in direzione del Lestrange, «è stato più svelto.»
    Tono ironico, il suo, ma non per questo stava necessariamente mentendo. Strinse la presa sulla bacchetta, le iridi smeraldine ora rivolte allo spazio circostante: belle quelle chiacchierate a cuore aperto nel bel mezzo di un massacro. «Anche nella realtà-... voi-...?» Batté le palpebre una, due volte, poi corrugò le sopracciglia: hm. Bella domanda. Noi, cosa?
    «Perché t'interessa?» Domanda lecita, e forse un po' lo era anche quella dell'ex-Serpe: la verità era che non gli sarebbe dispiaciuto affatto, un ipotetico noi tra lui e Maple. E, Dio, era passato così tanto dall'ultima volta in cui l'aveva vista – certo, se non si conta il momento di fronte allo specchio quando aveva voltato le spalle a tutto e tutti, ma a quello preferiva non pensarci. Vederla lì, in carne ed ossa, gli aveva fatto uno strano effetto: non era la Maple Walsh che adorava con ogni fibra del suo essere, ma era già qualcosa dopo mesi di vuoto. Insomma, gli mancavano indubbiamente anche le sue labbra, e quei momenti passati a cazzeggiare quando erano entrambi troppo fatti per fregarsene minimamente di noiose convenzioni.
    Non c'era motivo di rispondere un «no» secco, dunque, ma lo fece lo stesso: qualcosa gli diceva che non era Archibald la persona con cui discutere di certe cose, lui e quei suoi modi da gentil camionista. Per questo stesso motivo preferì ignorare la domanda che ne seguì – l'ennesima: Aidan era un petulante figlio di puttana ma manco il Leroy-Baudelaire scherzava, eh – e persino quella dopo ancora, l'occhiata truce che gli indirizzò come unico segno di riconoscimento. Ma cosa cambiava a lui, di grazia? Non aveva il francese stronzo a cui attaccarsi?
    Gli voltò le spalle senza troppi complimenti, mandibola contratta e sguardo basso; perché Lestrange? E lo chiedeva a lui? Non si diede il tempo di riprendersi da quella crisi esistenziale che gli stava corrodendo il cervello, arrancando alla ricerca di una distrazione che potesse nuovamente tramortire il flusso di riflessioni sconnesse che gli provocava la sola menzione di quel cognome – non che ci fosse qualcosa di veramente strano, dopotutto sapeva di essere un purosangue e aveva solo senso che appartenesse a una famiglia altrettanto sacra; inutile dire, però, che era tutto fuorché pronto a fare i conti con quell'enorme interrogativo che fino a quel momento era riuscito a mettere da parte, la figura (or lack thereof) di suo padre troppo astratta nella sua memoria per poter assumere una rilevanza tale da divenire un pensiero ricorrente. E invece, per colpa di Sadismo Lestrange, ora gli toccava rompersi il cazzo anche dietro a quello. Bella storia!
    In suo soccorso, per fortuna, venne la cara dolce Agatha, in procinto di essere schiacciata da roba – e con il suo miglior sorriso stampato in faccia, Aidan l'avrebbe quindi afferrata per il polso e poi trascinata verso di sé, facendole compiere una favolosa piroetta a ritmo di waltzer come ciliegia sulla torta. «Bellissima! Inquietante, bellissima donzella–» un thumbs up in direzione dello Stilinski confuso dalla vita, bless his soul, prima di tornare alla fanciulla in questione: «ti prego, non farti trinciare, mh?» E con un leggero boop! le avrebbe, dulcis in fundo, sfiorato il naso con la punta dell'indice, prima di lasciarla nuovamente al suo destino. Mistici, quei bodiotti.
    E voleva davvero continuare a ignorare in pace il fottutissimo Archibald Leroy-Baudelaire, davvero, ma era così difficile quando sembrava essere ovunque tranne che dove sarebbe dovuto stare – che, insomma, se tanto ci teneva a occupare la lingua c'erano metodi più efficaci che avrebbe potuto mostrargli. Avrebbe quindi tentato di muoversi in sua direzione, mancina posizionata sullo stomaco e braccio destro portato dietro alla schiena in un principio d'inchino da sipario, se solo la stronzetta di poco prima non avesse tentato nuovamente di nuocere gravemente alla sua salute – con un'imprecazione a fior di labbra si sarebbe quindi slanciato in direzione del francoinglese, sprofondando effettivamente tra le sue braccia come nei peggiori film drammatici.
    Afferrò la stoffa degli abiti di Archibald, tirando appena per potersi rimettere in una posizione un po' meno da Titanic in punto di morte, e lasciando scivolare il braccio attorno ai fianchi di quest'ultimo avrebbe spostato nuovamente le sue attenzioni in direzione della donna per mormorare un «sectum sempra» a denti stretti, la pazienza già al limite umano. E poi, perché no, magari avrebbe pure mollato il Leroy-Baudelaire.
    Eventualmente. Con calma.
    aidan kenneth gallagher
    I'm a phoney, I'm a fake
    A fraud, a snake
    Gimme all your love
    so I can fill you up
    with hate
    I'm a liar, I'm a cheat,
    A leech, a thief
    The outside looks no good
    and there ain't
    nothing underneath
    ravenclaw headboy
    Empathy & pheromone manip
    my heart melted yesterday
    cillian edward lestrange


    difesa:
    aidan + andy per agatha: fa piroettare agatha away da questa bullshit
    aidan + arci per aidan: si lancia in direzione di arci

    attacco
    aidan su nadia: sectum sempra
     
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    Quell’affronto era davvero oltraggioso; Jeremy Milkobitch, nel vedere la guerra prendere piede sempre più vicino a lui, non poteva che sentirsi sinceramente offeso e contrariato.
    Naturalmente, non parlo della battaglia ai piedi di Hogwarts - cioè, anche tutto quel sangue, i primi morti in combattimento e le torce umane a delimitare i contorni dell’arena gli procurava un vago senso di nausea e fastidio, acre bile che s’ostinava a rimanere incastrata tra l’esofago e la faringe, ma non era quello il punto. L’inglese, piuttosto che prendere tutta quella situazione alla larga, fossilizzandosi su quanto terribili fossero le esplosioni delle pistole e le vibranti lame a scontrarsi tra loro, preferiva prendere quell’esperienza un pezzo per volta – sfida dopo sfida, senza tenere d’occhio il più grande quadro generale.
    Ragion per cui, ad oltraggiare la vista dell’ex tassorosso, non era stato il liquido cremisi che iniziava ad insozzare le casacche di chiunque capitasse a tiro, le urla di battaglia e di sofferenza, o la borsa rosa shocking di sua cugina che pareva brillare nella penombra di Hogwarts. Assolutamente no.
    Era stato un intervento, un singolo fottuto intervento. «dallaire.» sibilò a denti stretti, la mazza abbandonata lungo il fianco. «non puoi giocare sporco con me». Era parecchio liberatorio poter fingere che il mondo non stesse finendo, e che Roy e Ian non fossero lì con lui per darsi l’ultimo addio in caso di morte in guerra - tragico? Solo quel tanto che bastava. Si avvicinò all’amico, sforzandosi intensamente per non ridergli in faccia: che belli a contendersi un ragazzo che nel mentre era solo confuso dalla vita, mentre tutt’attorno la gente veniva segata in due, infilzata negli occhi o, più banalmente, fucilata. «rispetta i turni, ragazza» gli si avvicinò ancora, pochi centimetri a dividerli. «D I P L O M Å Z I Å» lo urlò? Sì, lo fece – magari quel tanto da stordirla e farle perdere di vista la preda.
    Che tra l’altro faceva il difficile! Maledetto. «non sarebbe né il primo né l’ultimo» fece roteare la mazza, scimmiottando il giocatore di quidditch tra i denti stretti. «fighetta di legno» Chissà com’era a cavallo della scopa; in tutti i sensi, certo, ma in quello specifico il Milkobitch era sinceramente curioso di vederlo sul campo di gioco: aveva smesso, del tutto, di seguire il quidditch quando aveva lasciato la squadra di Hogwarts, ferito nel profondo dal momento in cui nessuna squadra dell’Inghilterra sembrava voler tra i propri giocatori qualcuno che non avesse concluso gli studi. Stronzi; seguiva solo le partite di Billie quando concesso, e solo perché era il suo migliore amico.
    Andy Stilinski era completamente un’incognita.
    Lo seguì, stalker come Adam Levine nel video di Animals, la bacchetta a scivolargli nel pugno pronta ad essere utilizzata; passò distrattamente accanto al vecchio cui si era dovuto necessariamente legare qualche tempo prima, le dita a stringersi sulla mano dell’uomo. «posso prenderlo in prestito?» zio Fry, confuso e too old for his shit, si limitò a guardarlo giustamente in modo truce. Non poteva ovviamente saperlo, il Milkobitch, ma rubare un’arma come quella, ad un Hamilton come quello, era la firma per il proprio certificato di morte – un vero pekkato, che Leo non potesse aizzarsi contro quella gioventù bruciata per via del Voto Infrangibile. Davvero terribile, non c’è che dire. «no?» e Leonard Hamilton non poteva saperlo, che a Jeremy non si diceva mai di no. «grz zio!»
    Si avvicinò alla scena, gli occhi fissi sulla direzione puntata dalla bacchetta del ragazzo; avrebbe così alzato anche il suo catalizzatore magico, un «expelliarmus» sibilato tra i denti per fare in modo che, se giunto a destinazione, il fascio di luce rosso potesse togliere di mano la lancia allo… studente? Non voleva saperlo. «bella mossa» tentò, sorridendo allegro al ragazzo, gli occhi a scivolare dallo scudo d’erba al mago stesso. «non ci siamo ancora presentati» ed il lecito quesito a rispondergli avrebbe potuto essere: perché avremmo dovuto? Quello del Milkobitch, era: perché non avremmo dovuto? «jeremy milkobitch, è un piacere» ed avrebbe alzato la lupara verso il tipo disarmato poco prima, e sapere se fosse uno studente o un insegnante, qualcuno capitato lì per caso o un amico, gli sarebbe servito sempre di meno, dal momento in cui il dito avrebbe premuto il grilletto.
    Fingendo che non fosse successo nulla, si sarebbe poi voltato al soave suono della voce di Carrie - ah!, che gioia di vivere che emanava. «scusami» avrebbe detto velocemente al nuovo amico, sentendosi in dovere di chiedere venia per lasciarlo da solo (in prossima balia di Billie.) prima di precipitarsi dalla Krueger. «CARRIE!» e le avrebbe persino sorriso, la bacchetta puntata verso l’aggressore del più vecchio mentre recitava mentalmente la formula di un oblivion ambulare, ed il fascio di luce viola andava a depositarsi sul nemico. «come sta la mia cuginetta preferita?»
    leonard hamilton
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    And you should be afraid
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    acoustic vibes | ex hufflepuff
    drug trafficker | sergeant
    upside down: jeremy milkobitch


    DIFESA CALLIE (andy + jeremy): expelliarmus
    ATTACCO SU THECAB (jeremy): spara con il fucile di leo
    DIFESA RAYMOND (carrie + jeremy): oblivion ambulare
     
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    DIFESA NICOLE (carrie + ashley): 3 + 9 = 12 pd (+10 pa)
    ATTACCO SU ANNE (ashley): 11 + 10 = 21 pa. DIFESA ANNE: 2 pd (-19 ps)
    Le rompi l'altro braccio!

    DIFESA RAYMOND (carrie + jeremy): 13 + 8 = 21 pd (+3 pa)
    ATTACCO SU DANA (carrie): 3 + 3 = 6 pa. DIFESA DANA: 2 pd (-4 ps)
    Lo sparo le porta via un orecchio - grande!

    DIFESA ASHLEY (dom + ashley): 8 + 4 = 12 pd (+1 pa)
    ATTACCO SU CULLEN (arci): 13 + 1 = 14 pa. DIFESA CULLEN: 5 pd (-9 ps)
    Cullen perde le dita, ma non tutta la mano - meh.

    DIFESA AIDAN (aidan + arci): 10 + 4 = 14 pd (-1 ps)
    Ti sloghi un piede inciampando nella crepa.
    ATTACCO SU NADIA (aidan): 13 pa. DIFESA NADIA: 2 pd (-9 ps)
    Nadia inizia a sanguinare copiosamente.

    DIFESA AGATHA (andy + aidan): 5 + 14 = 19 pd
    ATTACCO SU SAGE (andy): 15 pa. DIFESA SAGE: 2 (-13 ps)
    Un calcio davvero portentoso: gli rompi il naso e mezza arcata dentale.

    DIFESA CALLIE (andy + jeremy): 11 + 6 = 17 pd (+15 pa)
    ATTACCO SU THECAB (jeremy): 15 + 15 = 30 pa. DIFESA THECAB: 3 pd (-27 ps)
    Fucilata mozzafiato - letteralmente: apri in due il petto di Thecab, ma è ancora vivo.

    SHERMAN: Anne ti spara alla gamba.
    ASHLEY: Cullen ti lancia un coltellino mirando ad un occhio.
    CARRIE: Dana ti si scaglia addosso e cerca di spaccarti la testa.
    AIDAN: Nadia cerca di annaffiarti i piedi con dell'acido.
    OPHELIA: Sage si moltiplica alle tue spalle e cerca di trattenerti mentre un altro doppione ti picchia.
    AMALIE: Thecab prova ad infilzarti con la lancia.
     
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    se la tocchi ti sventro, aveva quasi urlato, sputando ogni singola parola in faccia a Victor mentre la freccia penetrava ogni volta più a fondo nell'occhio, finché di quest'ultimo non era rimasto più niente. L'occasione di sventrare il nemico, o che questi osasse nuovamente minacciare sua madre, non si sarebbe mai concretizzata: Barry sollevò per l'ennesima volta il braccio destro, indolenzito dagli innumerevoli colpi inferti all'uomo, ma senza riabbassarlo con ferocia; rimase lì, sospeso a mezz'aria, le dita ad aprirsi con uno schiocco di nocche per liberarsi dell'arma del delitto. Che di delitto, alla fine, si trattava. Vittorio ci aveva lasciato le penne alla terza /pugnalata/, trasformandosi in un manichino vuoto sul quale Barrow si era accanito senza remore, e non solo perchè quello aveva puntato Akelei. Il diciassettenne sentiva l'estremo ed urgente bisogno di sfogarsi su qualcosa, o qualcuno, indipendentemente da chi si trovasse davanti: nel dubbio, un nemico andava meglio di un amico, e già non gli era capitata la fortuna di (incontrarsi ancoraaaaaa sei bella come il sole, AH, EH!) scontrarsi con il suo doppio avendo così modo di prenderlo a sberle, Victor si trovava semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato. «la nostra storia non poteva durare.» chissà se stava cercando di essere simpatico, sussurrando ad un morto, sta di fatto che l'espressione sul viso pallido non cambiò di una virgola, almeno finchè le iridi chiare non scivolarono dal sangue schizzato copiosamente sulla maglietta al pollice sollevato in aria di William Barrow. Lo rivolgeva verso di lui, quel cenno di approvazione. E per questo Barry abbassò subito lo sguardo sul cadavere ai suoi piedi, togliendosi da quell'incastro di sentimenti non del tutto chiari con la maestria di un prestigiatore: se evitava di pensare che William Barrow aveva il suo stesso sangue a scorrere nelle vene - e che per qualche strana ragione inspiegabile sembrasse andarne anche fiero - risultava più facile ignorare il fatto che avere un padre in fondo in fondo gli piaceva. Come avere dei fratelli, avere degli amici, avere Amalie Shepard. Sia mai che lo scoprisse qualcuno, eh.
    Ma ciancio alle bande, che trecento parole di intro sono anche troppe.
    mentre cercava di levarsi il sangue di Tristan dalla faccia - sia mai avesse l'ebola o qualche malattia sessualmente trasmissibile -, riuscendo solamente a spanderlo tipo segni di guerra sulle gote già cadaveriche, vide un tizio con la barbetta intento a fare il tiro al bersaglio pochi metri più in là, dove il bersaglio ovviamente era lui. Se ne stava immobile, a sfidare la sorte e la canna di una pistola pronta ad aprirgli un buco all'altezza dell'arteria femorale, abbastanza vicino a Barry da farlo sentire quasi responsabile della sua sorte. Quasi, eh, non esageriamo. Non aveva idea di chi fosse Sherman e non gli interessava conoscerlo, ma aveva già dei nemici con cui prendersela senza lasciarci scappare un morto anche dalla loro parte. «MA TI SPOSTI?» non attese risposta, Barrow Skylinski, optando da solo per la scelta migliore da effettuarsi in quella brevissima frazione di secondo: lo avrebbe quindi spintonato con forza, tirandogli una spallata contro il fianco destro così da costringerlo a spostarsi di almeno un metro, contando più sull'effetto sorpresa che sull'effettiva forza fisica. Un rusatone.
    Figurarsi se proprio un quel momento a Ozzie Osbourne il masticatore di pipistrelli non doveva venire la fregola di metterli i bastoni tra le ruote. E non solo nel senso figurato del termine, ma letteralmente: lo vide all'ultimo, il corvonero, arrancare verso di lui con il fucile stretto tra le mani, la canna dell'arma rivolta verso il basso anzichè mirare al petto, la schiena di lui chinata in avanti quasi volesse davvero tentare di farlo inciampare con quella. Che lurido. Non si poteva spintonare qualcuno in pace che arrivava la gente a farti gli sgambetti con i fucili, roba dell'altro mondo. «tua mamma!» esclamò Barrow, concentrato al massimo sul da farsi per evitare di cadere faccia a terra, prima di spiccare il volo; un volo breve e rapido, giusto quella trentina di centimetri dal pavimento in pietra, poco alto e poco più in là, il necessario per evitare la canna - giusto da quel tipo di canna poteva scappare, il corvonero -. Dalla parte opposta, trovò una mano ad afferrargli il braccio, quasi fosse scontato che anche solo con quel piccolo saltello fosse destinato a capicollare: Joey lo sostenne stringendogli le mani tirandolo via, moderni Jack e Rose intenti a ballare la quadriglia su una fottuta nave che affonda. Un po' come quella sulla quale si trovavano tutti loro, diretta verso il primo iceberg da prendere direttamente nel culo. «si comunque Bj è una Rose migliore» the north remembers.
    E dato che s'era fatta una certa, Joey giustamente lo lasciò cadere a peso morto sul pavimento, contro il quale Barry impattò ritrovandosi nella posizione ideale per utilizzare una delle sue due balestre (che una non gli bastava, doveva per forza rubarne un'altra a un cadavere): sdraiato a pancia in sù, la schiena leggermente sollevata e l'arma puntata al bassoventre di Oziel, pareva Andy Garcia nella scena più famosa de Gli Intoccabili. Ce l'hai sotto tiro? «ce l'ho.» sussurrò, più a se stesso che ad altri e avrebbe quindi sparato una freccia, mirando a gioielli di famiglia dell'uomo nella speranza di trasformarlo in un soprano.

    barrow obi skylinski
    Broke my bones, tasted blood Burned my wings close to the sun But I'll keep on flying I'm too young for dying
    Scraped my knees, bruised my heart It's where you end, not where you start I see them running Cause they see me coming
    2118 ; au!2018
    ravenclaw vs. former gryffindor
    blondie ; grumpy cat
    au: eugene henry jenkins


    barry + alec per sherman: lo sposta
    barry + joey per barry: salta per evitare lo /sgambetto/
    barry vs ozzie:
    gli spara una freccia nelle palline


    Edited by bitch‚ what? - 10/5/2018, 16:39
     
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    Sono tua figlia
    «cosa?»
    «cosa?»
    Ellis nel dubbio fece un passo indietro per non farsi colpire «So il kung-fu » continuò pronta ad un qualsiasi raptur di follia della madre.
    «eh?» Insomma era un dialogo tra premi nobels.
    «Non vuoi picchiarmi?»
    «Perchè dovrei, scusa. Sei davvero mia figlia? »
    « Si » e poi ci furono pianti, abbracci e baci. Questo è quello che credeva però la più piccola, ma lieti fini esistevano solo nelle favole e nelle commedie che davano di solito alla televisione, la verità era ben altra. Era fatta di errori, di cazzate e lei nella vita ne aveva fatte davvero tante e aveva solo diciotto anni, quindi si preparava un'esistenza, sempre se fosse sopravvissuta in quella guerra, piena di guai e di scelte sbagliate, perchè nonostante tutto era molto testarda o stupida o completamente fumata, scegliete voi quale preferite, comunque non imparava mai dai suoi errori, ma proprio mai. Sapeva che dire in quel momento ad Ashley di essere sua figlia era la scelta più sbagliata che potesse aver mai preso fino a quel momento, ma non aveva resistito e alla fine la bocca aveva parlato senza che il cervello le avesse dato il permesso di farlo, probabilmente era ancora addormentato o fumato, era difficile capirlo. Se avesse avuto il dono del tempo come sua madre, lo avrebbe fermato, lo avrebbe riavvolto e cambiato tutto («Ashley tu sei mia madre» - « cosa?») o niente, come ho già detto la ragazza non imparava mai dai propri errori, quindi la frittata era stata fatta e buona o cattiva che fosse doveva mangiarla. Guardò la mora che perplessa rimase a fissarla per un tempo che le parve infinito, aveva bloccato tutti? Poi fece un passo verso di lei ed Ellis nel dubbio fece un passo indietro per non farsi colpire «So il kung-fu » disse pronta ad un qualsiasi raptur di follia della madre.
    Ashley guardò la ragazzina che tenendo i pugni prunti a colpirla in caso si fosse decisa a picchiarla, non osava parlare. Alla fine però la cronocineta sorrise «E Will lo sa?»
    « che so il kung-fu?»
    « Lascia stare. Ci pensiamo dopo. Ora sopravvivi per favore » disse dolce, aveva appena cambiato espressione o sbagliava? Sembrava più mamma? Era difficile capirlo in tutto quel frastuono, quindi decise di seguire il secondo conisgio di sua madre, cioè provò a sopravvivere. Annuì e lasciò sua madre a Cullen, per il momento, si ritrovò ad affiancare suo fratello Sandy ( e siamo al secondo giocatore della squadra di Will) che sveglio ( ma dove) come una volpe stava provando ad aituare sua madre Akelei. « ehi Bro » se avesse avuto tempo avrebbero anche fatto il saluto da ghetto che ci stava davvero bene, ma prima le cose serie. Si ritrovò a proteggere la sua matrigna. Oh si la super sexy donna era la matrigna, e spesso si domandava come sarebbe stato crescere con lei oltre che con la sua vera madre, intendiamoci, avrebbe fatto la Biancaneve della situazione? Ci si vedeva vestite come lei in effetti. Ok forse doveva smettere di sognare ad occhi aperti, quando era in quelle situazione si distraeva troppo. Così provò a gettarsi sulla bomba e non quella che stava per esplodere o forse, dipende dai punti di vista, comunque avrebbe provato a spostare la donna, anche se aveva trovato la madre, le piaceva l'idea di avere una famiglia allargata, anche se forse stava salvando al vita alla matrigna dell'universo alternativo. Dettagli e poi non ho tempo per guardare.
    E poi vogliamo parlare di come si ritrovò ad affiancare Will? Ovviamente no, vi basti sapere che una volta accanto lo guardò « ciao papà. Ho detto a mamma che esisto» insomma un normale discorso fatto durante la quest il momento più sbagliato era una prassi per lei, perchè smettere. Poi avrebbe provato a salvare il culo a Billie, per il quale vorrei aprire una parantesi ma non c'è tempo. « Andiamo non puoi fargli del male perchè non è capace a sedurre » era quasi offesa, insomma uno ci metteva l'anima per fare le cose e lui non appprezzava. Ingrato. E poi puntare così al suo stomaco, non si meritava tanto odio, quindi provò a fermare il braccio prima che la punta del coltello sfiorasse la pelle del ragazzo.
    Nel mentre la cronocineta stava ancora alle prese con Cullen, che non ne voleva sapere di morire, era tutto spezzato ma continuava a rompere le palle « ma sei un vampiro?» chiese mentre si preparava ad un ennesimo colpo verso il tizio, ma senza che potesse fare un passo verso di lui, vide Ellis correre verso di loro e provare ad assestare un calcio, di quelli potenti sullo stomaco del ragazzo. Sangue, sangue.

    Ellis Drinkwater

    «Better a temporary disappointment
    than an eternal illusion.»
    «Everything goes,
    but nothing goes away completely.»
    18 y.o // 22 y.o
    2018 (2043) // 2118
    Hogwarts
    Ashey Stewart



    Difesa Ake ( Ellis +Sandy) : sposta Ake
    Difes Billie ( Ellis +Will) : blocca il braccio
    Attacco su Cullen con Ellis: calcio nello stomaco.
     
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    sheet • 25 • 2118 • Neal Scamander | Margaret Piper • 2018!au • 22 •
    C’era una differenza sottile, seppur abissale, tra Neal e gli altri Ribelli.
    Si era sempre vantato di avere dei buoni riflessi, di essere un egregio giocatore di Quidditch, di capire le cose al volo; tuttavia, non era abbastanza. Non in quel momento.
    Lui, nel suo mondo, non aveva mai combattuto. Aveva duellato, quello sì, ma non ne era andata mai di mezzo la sua vita. Odiava perdere, per questo, quando sfidava qualcuno, era sempre una questione di orgoglio, fama, rispetto, dignità. Mai sopravvivenza.
    Era stata un’epifania quasi inaspettata, una realizzazione che, in un altro contesto, lo avrebbe sicuramente indispettito: c’era sempre qualcuno migliore di lui. Ora, toccava a Neal settare il livello. Certo, il suo ingresso nel campo di battaglia era stato quasi degno di Lewis ma… ehi, non era certo facile rispolverare la sua vecchia faccia di bronzo e la sua autostima ne stava ampiamente risentendo.
    Era sempre Neal Scamander, in questa dimensione e nell’altra.
    Si bilanciò facilmente, estraendo finalmente la bacchetta. Si voltò verso Lewis per accertarsi stesse bene e che non fosse già stato ridotto in cenere (un pochino ci sarebbe rimasto male, avrebbe almeno potuto usarlo come scudo umano!) e, nel farlo, si rese conto che la bionda che aveva minato alla sua virilità, difendendolo dall’attacco del suo avversario, e provando al contempo notevoli danni, stava ricevendo il suo benservito (brutto quando a suonartele è una donna, eh?).
    Agì d’istinto, finalmente, e puntò alla spada, pronunciando un “Evanesco” che aveva tutta l’aria di voler essere un bombarda. Eppure, se fosse riuscito a far sparire quella dannata arma, cosa avrebbe potuto far loro il nemico, schiaffeggiarli a distanza? Tirargli i capelli? Col cavolo. Piuttosto lo avrebbe arso vivo se avesse avuto la malsana idea di mirare alla sua folta e dorata chioma.
    Meglio prevenire.
    Era circondato dal fumo, dal fuoco delle pire e da quello della battaglia che imperversava attorno a lui. Non sarebbe stato difficile provare a lanciare quella Maledizione o, per lo meno, immaginare il calore, il fuoco, e concentrarsi su quegli elementi. Era anche un movimento rotatorio semplice da seguire. Allora cosa lo tratteneva? Cosa gli impediva di pronunciare quelle tre maledette (in tutti i sensi) sillabe?
    Semplice. Lui era un Guaritore. Lo era ancora, nonostante tutto. Aveva provato a cambiare, a non essere cattivo, a stare dalla parte dei buoni. Ci era quasi riuscito a dimenticare il ragazzino che era stato quasi espulso da Durmstrang per via di una lite che si era trasformata in molto, decisamente troppo, di più.
    Non c’era tempo per pensare, non in quel momento. Se fosse sopravvissuto, avrebbe fatto i conti con le conseguenze delle sue azioni. Non ora.
    “Balsamum.”
    Se il colpo fosse andato a segno, la Maledizione di imbalsamazione avrebbe fatto il resto. Emil era già ferito, non avrebbe perso i liquidi solo attraverso il sudore… la fuoriuscita di sangue sarebbe potuta essere incentivata e…
    Diede le spalle al suo sfidante e si focalizzò su altro.
    Qualcuno avrebbe potuto aver bisogno di lui, di essere curato, bendato o… evitare che fosse preso a sculacciate da un righello.
    Un righello.
    Se non fosse stato nel bel mezzo di un combattimento, probabilmente si sarebbe fatto una risata e avrebbe puntato anche una scommessa a favore della detentrice dell’oggetto. Non era contundente, era troppo banale per quella situazione e questo puzzava. Sarebbe potuto esplodere, trasfigurarsi, attaccarsi alle chiappe (non d’oro come le sue) dell’uomo e sprigionare un liquido velenoso. Poteva essere un righello con un’aura potentissima.
    Estrasse uno dei kunai che la bionda gli aveva consigliato come arma e, confidando nella sua precisione da chirugo, lo scagliò in direzione di quel potenziale oggetto di distruzione di massa. Perché lui non avrebbe mai, MAI, lanciato un Expelliarmus. Non si sarebbe mai abbassato a certi livelli.
    Sperò di non conficcarlo in qualche organo vitale di uno dei buoni e morire per colpa di un atto di altruismo!

    «Hail to the Victor»


    DIFESA PER MITCH (Mitch + Neal): Kunai
    Lancia un Kunai contro il righello.
    DIFESA PER SVETLANA (Neal + Alec): Evanesco
    Fa svanire oggetti e animali, non è escluso che maghi potenti (Leader) possano usarlo anche sulle persone.
    ATTACCO CONTRO EMIL (Neal): Maledizione di Imbalsamazione
    Formula: Balsamum. La persona colpita dalla maledizione inizierà a perdere i propri liquidi in maniera considerevole attraverso il sudore, l'urina e le lacrime, fino a perdere ogni goccia del proprio sangue e svuotare ogni organo di qualsiasi liquido. Il colore del fascio di luce è giallo pallido.
     
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    Joey non sapeva come esprimere il proprio sconforto nei riguardi della bionda che gli era stata assegnata o il fatto che continuasse a dargli buffetti e pacche e altri contatti fisici non richiesti che facevano scattare in Joey piccoli scatti di un gatto irrequieto. Era stato così felice di vedere la Beech andargli incontro, inizialmente, sollevato che avrebbe fatto coppia con qualcuno che non richiedeva costanti attenzioni, e ci era rimasto davvero malissimo a vederla in quella versione - come dirlo senza essere privo di tatto? - stupida; Joey era un grande fan della Jaden "vera" e di come non ci andasse leggera nelle dimostrazioni di corpo a corpo a lezione, e gli piaceva che non fosse di quei professori appiccicosi che quando ti vedono nel corridoio ti chiedono come tu stia, se ti serva una mano a portare i libri, se hai mangiato annonna... quella Beech, invece, era così non Beech. L'unica cosa che aveva apprezzato di lei fino a quel momento era stato quando gli aveva offerto una sigaretta... circa, perchè poi aveva notato la scatoletta. «Winston «AW SI HAI VISTO?»
    Come se non fosse bastato, doveva pure pararle il culo.
    Con uno sbuffo esasperato, il Moon fece scattare il coltellino, la lama ancora pulita a riflettere i falò che illuminavano la zona, e appena il ragazzo spuntato dal nulla avesse cercato di afferrare la Beech per i capelli, Joey mani di forcice si sarebbe avvicinato muovendo il braccio e facendo un taglio fluido degno di Eugene fitzherbert con Rapunzel, tagliandole i capelli e liberandola dalla presa.
    «MA ????????» «A quanto pare, neanche tu piaci ai tuoi studenti» tagatagataaa #thuglife prima che Jaden potesse ribattere ancora, Joey aveva già tappato le orecchie, cercando di piantare il coltello alla gamba dell'uomo e muoverlo per aprirci uno squarcio. Fece per andarsene, ma prima si voltò un'ultima volta verso la Beech «E comunque» sollevò leggermente le sopracciglia, indicando i roghi a bordo strada.«forse Winston c'è» E non l'aveva detta come battuta, ovviamente (cos'è l'umorismo), era serio. Se gli importava del sè in quell'universo? No, non particolarmente, se non per niente. Non era lui, e l'unica cosa che gli sarebbe potuta interessare era il rapporto del proprio alter ego con i Freaks... che a quanto pare non esisteva, visto il disinteresse di CJ!AU per lui. Cazzoglieneva, allora. Meno pensava a cosa sarebbe potuto essere di lui se nella vita fosse stato un Winston invece che un Joseph, meglio stava.
    Vedendo che il suo ossigenato preferito stava per cadere per colpa di uno stronzetto che non sapeva neanche come usare il fucilo, Joey avrebbe allungato il braccio, afferrando Barry prima che sbattesse il muso a terra.
    «si comunque Bj è una Rose migliore»
    si comunque Bj è una Rose migliore
    BJ. Migliore.
    Joey assottigliò gli occhi fissando l'amico che in cinque mesi non aveva fatto altro che diventare più biondo (dentro) (insomma, uno si separa dagli amici per seguire la patata che scotta, e poi abbandona la patata che scotta? Al karma non si sfugge eh). Ricordava perfettamente l'episodio di Titanic della BarryJ, ma questo non voleva dire che era disposto a cedere il posto di miglior Rose al Reynolds (abbandonato nel 1918 a fare Burlesque e a fare da babysitter a Banana e tutti gli altri animaletti adottati dai freaks - bimbi psycho dei paesi vicini compresi) (ovviamente in realtà Joey sapeva che erano Banana e i bimbi i veri babysitter della situazione, ma bisognava dare il contentino a quella bestia di BJ ogni tanto, sennò poi si offendeva). BJ aveva dalla sua i capelli rossi, simili a quelli di Kate Winslet nel famoso film, ma Joey... Joey aveva la volontà di campare duecento anni a costo di abbandonare Jack nel mare artico nonostante ci stessero in due su quella fottuta porta, e per dimostrarlo al suo amiketto, mollò la presa su di lui, lasciando che sbattesse la testa a terra, mormorando subito dopo un bassissimo e deadpan «Come back.» che suonava molto come come un "Vedremo."
    Questa me la lego al dito, Cooper-Skylinski. Joseph era competitivo come le merde, e non importava che la sfida fosse sul chi uccideva più persone, chi vinceva più partite a quidditch, o chi fosse la miglior protagonista femminile di un film strappalacrime.
    E anche a sto giro citiamo il ritorno dello Sunday episodio VI al prossimo giro, sappiate che comunque Joey seguì la scena con la motosega e non potè evitarsi un sopracciglio alzato, leggermente divertito dal ritorno dei bei vecchi tempi. Ovviamente gli era mancato il ragazzo in quei mesi, e altrettanto ovviamente non glielo avrebbe mai fatto sapere.
    1918: pepito joseph w. moonarie
    take a breath spit out the blood
    in your mouth and get back up on your feet. you still got a couple of motherfuckers to prove wrong
    Sorry that most of my
    hilarious jokes are borderline inappropriate. And by Sorry
    I mean you're welcome
    2018 vs 2018 au
    please don't
    wizard / light bending
    upside down: jaden fucking beech





    DIFESA JADE: Joey + Lewis → le taglia i capelli
    Joey attacca DAVOR → taglio alla gamba

    DIFESA BARRY: Barry + Joey
    Se lo prende in braccio (e poi lo fa cadere)
     
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    Sherman Victor Parker
    Che meraviglia furono queste le parole di Sherman nella sala delle armi del Quartier Generale.
    Si era ritrovato lì insieme a un ammasso di gente insignificante che blaterava cose inutili su delle missioni che a lui non importavano.
    Aveva capito poco di quello che avrebbero dovuto fare troppo intento a guardarsi intorno e fantasticare su quanto sangue avrebbe potuto far uscire da quegli ammassi di carne che sarebbero stati molto stupidi a pararsi davanti a lui.
    Sarebbero dovuti andare nella sua vecchia scuola, Hogwarts a evacuare quella zona portando in salvo più gente possibile.
    In salvo, che parolona era per Sherman, a lui non importava davvero niente di quegli studenti troppi stupidi e ignoranti che stavano per morire, ma gli toccava, e con quel pensiero sospiró stremato.
    Era vestito come tutti gli altri lì, ma lui ovviamente era il più figo di tutti, lui si distingueva dalla massa #wat.
    Stava toccando con gita leggere e quasi esperte le varie armi che correvano ovunque, c’era davvero di tutto e avrebbe voluto puntare su una pistola carica, che gli sarebbe bastata per sopravvivere, ma non lo fece.
    Prese una sciabola lunga e affilata, la soppesò notando che l’impugnatura era perfetta per la sua mano e decise, mettendosela nella fodera.
    Amava ogni genere di armi e amava infliggere dolore agli altri, lo aveva già fatto e questa volta non sarebbe stato tanto diverso.
    Si sistemò i capelli un po’ spettinati e uscì insieme agli altri, poi successe tutto troppo in fretta.
    Dovette fare un voto infrangibile con una ragazzina biondina impertinente che già non gli piaceva per niente.
    Cerca di starmi più lontano possibile chiaro? disse verso quest’ultima che si chiamava Nicole, puntandole un dito contro.
    Mi sa che sarà il contrario, tu dovrai stare lontano da me se non vuoi che questa pistola ti si ritrovi in mezzo alla fronte era stata acida la ragazzina, ma a Sherman non faceva importanza, avrebbe spesso di fare la dura.
    Oh oh, mi fai paura, per tua informazione hai appena fatto un voto infrangibile che dice che non puoi uccidermi o morirai anche tu, non so quanto ti convenga poi detto ciò non volle neanche sentire cosa aveva da dirgli e le fece segno di seguirlo perché dovevano stare insieme, altro peso sulle spalle che Sherman ovviamente avrebbe dovuto portare.
    Non conosceva nessuno li e un po’ gli dispiaceva perché avrebbe potuto dare benissimo fastidio a qualcuno.
    Non aveva paura della guerra, del sangue e della paura anzi, tutte queste cose lo accendevano come una torcia spenta e lo faceva diventare spietato.
    Entró dentro il portale seguito a ruota dalla ragazzina e si ritrovarono in una fredda Hogwarts, immobile davanti a loro.
    La cosa più strana era il troppo silenzio intorno a loro quasi innaturale e doloroso alle orecchie.
    Alzò le spalle, se ci fosse stato qualcuno ad attenderli avrebbero assaggiato la sua sciabola.
    Stammi vicino non vorrai farti uccidere disse mettendosi davanti a Nicole che subito protestó rimettendosi di fianco a lui indignata.
    Stammi alla larga, tu fai il tuo e io il mio chiaro? e detto ciò Sherman scoppió a ridere allegramente passandole davanti ignorandola e entrando nel viale che portava alla scuola.
    Riconobbe tra le tante teste davanti a lui una testolina scura e famigliare, strizzó gli occhi e come una coltellata allo stomaco ricordò. Diana.
    Era davvero una ragazza esasperante e proprio non ci voleva che fosse lì in quel momento.
    Tu che ci fai qui? Non è posto per i bambini questo disse affiancandosi a lei facendo un mezzo sorriso.
    Alla fine vestita come una guerriera e con la sua frusta era anche abbastanza sexy, ma questo lo tenne per se.
    Ad un tratto davanti a loro la guerra si infuocó in un istante senza che se ne accorgessero, studenti, professori e assistenti tutti armati si scagliarono contro di loro, privi di espressione.
    Sorrise un sorriso divertito perché non aveva paura, fece un passo e fu dentro di mischia di persone sudate e urlanti, sangue ovunque e armi che cozzavano.
    Sentì uno sparo nell’aria e vide che un proiettile che stava arrivando proprio verso di lui, si buttò dietro uno degli alberi lì attorno e ci si mise dietro sperando che sarebbe bastato per salvarlo dal proiettile sulla gamba.
    Dopo avrebbe visto Diana vicino a lui in pericolo e senza pensarci due volte l’avrebbe spinta lontana sperando di aver mancato la scivolata del mago.
    Se non ci fossi io le avrebbe sorriso per poi estrarre la sua sciabola e avvicinandosi a Anne (la maga nemica), avrebbe alzato quest’ultima a due mani e l’avrebbe calata contro di lei sperando di prenderla in pieno petto.
    Se non ci fossi io avrebbe poi ripetuto.
    Mangiamorte | 26 Y. O.
    Ex Slytherin
    Special | Generazione di acidi e veleni
    Upside Down
    Prendi l’aspetto del fiore innocente
    Ma sii il serpente sotto di esso


    DIFESA COMBO per SHERMAN: (Sherman + Barry) si butta dietro un albero sperando di mancare il proiettile
    DIFESA COMBO per DIANA: (Sherman + Alec) la spinge via
    ATTACCO ANNE: (Sherman) cala la sciabola contro il suo petto


    Edited by #Hope - 10/5/2018, 22:08
     
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    Ritrasse la mano sporca di terra e la strofinò con una smorfia sui pantaloni, prima di indietreggiare d’un passo e lanciare un’occhiata perplessa a Mitchell. «ma sul serio?» lo trovava improbabile, irreale: come aveva fatto a sopravvivere un William senza Mitchell a (scaldargli) preparargli la cena? E con ‘sta Minkia (Barrow, sì) a carico! Non riusciva a credere di essere stato così responsabile – però credeva alla possibilità che, insieme all’adozione di Minkia, avesse stretto un patto con il cinese take away sotto casa: forse l’aveva scovato così, il bambino cinese. Forse era stato il suo fattorino, per questo si capivano perfettamente elencando il menù del ristorante. «avremmo avuto dei figli bellissimi» sospirò afflitto, occhi sollevati al cielo prima di tornare al conflitto poco distante. Poggiò l’ascia sulla spalla e strinse la presa sulla bacchetta. Ovviamente il Barrow aveva scelto un’arma così rude non perché fosse uno psicopatico come la maggior parte dei (ragazzini) presenti, ma perché trovava si abbinasse perfettamente alla camicia da hipster campagnolo che indossava. Ce l’aveva la faccia da taglia legna, ed anche il fisico – era bassino ma spesso, un po’ come un hobbit. E, a proposito di hobbit: con la coda dell’occhio colse una fanciulla armata di corde apparentemente intenzionata a legare come un (mini) salamino beretta quel cucciolo d’uomo giunto dal futuro (forse si chiamava…Levanto? Le…precauno? Le…cciso? Vabbè, in amicizia sarebbe diventato Bertè, nel dubbio ciao Lewis) e certamente non avrebbe potuto lasciare impunita una tale deprecabile azione. Con uno sbuffo infastidito, avrebbe piegato il braccio con l’ascia ed avrebbe cercato di tirare una gomitata in faccia a Kenna, l’osso a premere sul naso sperando di spaccarglielo. «aggiornati, stronza, non siamo quelli del far west» se ne avesse avuto il tempo le avrebbe perfino girato la testa verso quelli che, effettivamente, arrivavano dall’epoca degli sceriffi ed i cowboy (o così aveva capito), magari verso… boh, ma non c’erano dei fottuti adulti? Solamente i suoi (figli) studenti? Neanche William sarebbe caduto così in basso da indirizzare la furia di Kenna la country girl su dei ragazzini.
    Forse. Per ora. Avrebbe deciso strada facendo, dai.
    «ciao papà. Ho detto a mamma che esisto» Si ritrovò spalla contro spalla ad Ellis Drinkwater, su cui riversò la propria completa attenzione con un’occhiata (confusa) di sottecchi. Si guardò intorno, labbra stretta fra i denti e l’abbozzo di un sorriso (l’aveva chiamato papà!!!!!&&&& uau che strano effetto che faceva, non del tutto spiacevole anche se dannatamente assurdo) sulla bocca sottile.
    L’intenzione era quella di domandarle fantastiko. Ma chi è? Nella pratica, però, William Yolo Barrow voleva ancora fingere, almeno con sua figlia, di non essere un troione da battaglia evitando di elencarle le possibili madri che avrebbero potuto ospitare il suo seme. «e come l’ha presa?» domandò con non curanza, cercando con lo sguardo qualsiasi individuo (donna, uomo, perché no anche oggetto inanimato) che mostrasse il principio di una crisi isterica. No? Nessuno a rotolare nel fango con la testa fra le mani e grida inarticolate a far vibrare la spina dorsale? Perché cazzo non mi aiutate, piccoli bastardi? Aveva bisogno di segni tangibili, aiuti concreti: non era stupido, Will, ma per quanto ne sapeva dal futuro della sua Legacy poteva aver figliato con Jade Beech (o peggio…Maeve Winston. La escluse come madre di Ellis solo perché non presente al momento). «glaraneum» braccio sollevato di fronte a sé, William avrebbe scagliato l’incanto Pedica sperando che la rete di ghiaccio intrappolasse il coltellino prima che potesse sventrare Billie Dallaire (at least i can say that i’ve tried). «cosa non si fa per amore» commentò lanciando uno sguardo intenso al profondo nulla, citando il buon vecchio Sin mentre lanciava briciole di panettone ai piccioni e rifletteva sull’esistenza umana. «e flipendo» perché poi nel dubbio, non sapendo né leggere né scrivere come jared ciao jared, avrebbe anche cercato di rigirare l’offensiva su Benjamin – danno e beffa – scagliandogli contro la sua stessa arma. K fiko, William Yolo Barrow.

    william yolo barrow
    And if the devil got somethin'
    to sell, I won't ask for change
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    The ones that don't have the ego
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    We like the best of the best times
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    former / ravenclaw
    1993's | 2000's
    upside down: billie dallaire



    (will) COMBO DIFESA (per lewis, con lewis): una gomitata in faccia a kenna
    (will) COMBO DIFESA (per billie, con ellis): Incanto Pedica [Genera una ragnatela di ghiaccio che intrappola il proiettile (o qualunque genere di oggetto scagliato contro il mago) e lo blocca facendolo cadere inoffensivo al suolo.]
    (will) ATTACCO (benjamin): Flipendo sul coltellino
     
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    Era chiaro come il sole che l'arte del combattimento non scorreva nelle vene dei fratelli Lowell, forse Cain ancora aveva una speranza ma visto i geni dubitava fortemente si sarebbe salvato. Era un dato di fatto. Okay se vuoi farmi ammazzare dillo, me ne occupo benissimo da solo sto cercando di aiutare quindi evita di comportarti come una donna mestruata fu la risposta amara della ragazza, così simile a Diana ma al tempo stesso così diversa. Il caratterino lo avevano entrambe ma questa versione della sorella appariva più dolce sia nei modi di fare, sia nel carattere sia nel vestire. Forse perché aveva avuto una vita meno dura e questa era una cosa che lo confortava.
    Un ragazzo biondo si era avvicinato a loro, ovviamente sembrava conoscere Diana ma Alec non aveva tempo da dedicare a sua sorella ai flirt che la coinvolgevano, non era minimamente interessato. Eppure non mancò di cogliere parte della conversazione che ti risolse con una frase stizzita della stessa neanche per gli anziani, non sia mai che vi venga un attacco di cuore sorrise vedendo la sorella tirare indietro una ciocca di capelli scuri, scoprendo così gli occhi neri come la pece.
    D'accordo potete litigare quando volete, ma forse dopo sarebbe meglio prese arco e frecce e partì alla difesa della sorella perché non avrebbe permesso e nessuno ti fare del male alla sua famiglia, in nessuna dimensione. Non sarebbe più riuscito a guardare la Diana della sua dimensione, nè sè stesso allo specchio, se qualcosa di male fosse successo.
    Hey! Te la stacco quella gamba disse estraendo una freccia dalla faretra ed accostando la freccia al rest per poi tirare indietro la corda. Avrebbe lasciato la presa, così che la freccia si sarebbe mossa a gran velocità in direzione del bersaglio, nell'esatto momento in cui avrebbe espirato, buttando fuori l'aria che non si era accorto di star trattenendo.
    Avrebbe poi scoccato tre freccia in sequenza mirando al bassoventre del nemico vediamo chi ride ora disse trattenendo a stento il fastidio, non poteva proteggersi sempre, non era invulnerabile. Possibile che fosse così sfortunato da non riuscire a scalfirlo? Qualcuno doveva avercela con lui, un po' troppo. E anche con Diana ma lei era un caso patologico, non era così difficile da credere che fallisse un attacco o una difesa.
    Ma non lo avrebbe detto, mai.
    Accortosi di uno degli avversarsi, gli sarebbe arrivato cugino quel tanto che bastava per allungare una gamba e farlo cadere per lo sgambetto, la spada dimenticata poco distante da loro ma incapace di trafiggere la ragazza. Mi sento in dovere di consigliarti un corso di gestione della rabbia avrebbe detto all'avversario che come una furia si era scagliato contro l'altra ragazza.
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    And I know it ain't pretty
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    Le he contado MI tristeza
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    1995 • silver whip
    brother & sister in every universe
    upside down: diana lowell


    DIFESA COMBO Alec/Diana (con Sherman): una freccia sulla gamba
    DIFESA COMBO Svetlana (con Neal): fà lo sgambetto
    ATTACCO Roswell: tre frecce nel bassoventre
     
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    Socchiuse le palpebre, sbadigliando così violentemente da rischiare uno slogamento della mandibola ancora prima di entrare in gioco. Sunday De Thirteenth, in arte Banana («smettila di adularmi, sandra, tanto la droga non te la regalo» «sono banana ora, barry» «ok??? la droga non te la regalo comunque»), aveva sempre detestato, con ogni fibra del proprio essere, il jet lag: tutte le volte che gli toccava viaggiare da Londra al Massachusetts anche soltanto per andare a controllare che nella sua fattoria non ci fosse stata un’altra terribile moria di polli, aveva bisogno di minimo tre giorni di coma per ristabilire il proprio orologio interno.
    Se non fosse stato per il fatto che i Freaks volevano prendere parte a quel suicidio (tranne BJ, il quale probabilmente aveva deciso, come il Cooper prima di lui, di seguire la patata che scotta - ahimè, nel caso di Bernadette si trattava di sicuro di un vero tubero e non della topa: aveva sentito dire che Babette Monteiro, a Bodie, amasse prendersi cura dell’orto dei ricchi californiani), che partecipandovi egli stesso avrebbe potuto stringere quella merdina secca di un fratello, nonché importunare i genitori come se non ci fosse stato un domani, e che nel Sotto-fottuto-sopra c’erano ancora Amalie ed Ellis da recuperare, Sandy se ne sarebbe tranquillamente sbattuto le palle.
    Non gliene poteva fregare di meno, del fatto che l’universo alternativo stesse praticamente collassando su sé stesso: l’unica cosa importante, per il diciassettenne, era tirare fuori dal garbuglio quanta più loro gente possibile; l’attivismo sociale lo lasciava a tanti altri.
    Tante volte non capiva come un lui del futuro, di certo più maturo e coscienzioso (ma neanche troppo), avesse potuto prendere parte alla missione del duemilaquarantatre – ma di certo, Sunday al contrario di Ronan non aveva perso nulla. Di certo, se fosse stato lì quando gli avevano detto che suo padre era morto, che tutti sarebbero partiti, che sarebbe rimasto fottutamente solo, probabilmente anche il grifondoro avrebbe agito come il Beaumont-Barrow - per il bene del nostro mondo, ed alla fine solo perché non voleva morire (nuovamente) da solo.
    Solo il giorno prima, aveva viaggiato indietro nel tempo di cento anni, si era perso cinque mesi della propria vita ed in un battito di ciglia era stato teletrasportato da una grigia e tenebrosa Londra, ancora sporco del sangue del marito di sua madre, in un buco di merda (letteralmente!) nella calda California della Prima Guerra Mondiale: non è proprio così difficile comprendere perché fosse a) assonnato; b) frustrato; c) decisamente turbato, quando catapultato nell’upside down alla stregua di una pallina da pingpong in una partita di campionato si era accorto di essersi perso altri cinque mesi («barry, io ti giuro che fino a ieri amalie era sana di mente e non aveva tutti quei gatti.»).
    Sbadigliò nuovamente, il dorso della sega da falegname – presa direttamente da Bodie, California: era riuscito a convincere suo cugino a farlo lavorare con lui in falegnameria, e quella era oramai per lui un inseparabile compagno di viaggio – a segnare una linea sottile sulla base della nuca, mentre la teneva (erroneamente) sulle spalle come una mazza da baseball. «ehi, cup» il fratellino biondo stava combattendo – ed aveva anche portato a casa il primo morto, grande Barry! -, ma ovviamente non lo avrebbe bloccato dal parlargli comunque. «la vedi quella mamma?» incalzò, indicando con la punta della sega la finta Akelei, la quale sembrava stesse per morire («ehi bro» «un attimo el, ARRIVO» «OK! fai con calma: qui non sta morendo nessuno e non stiamo combattendo!») «ieri gli ho ucciso il marito!» beh, che c’è? Barrow non era nel Far West ma in Futurama, si era perso i mirabolanti racconti di Bogdan Aleksej Nikolaj Avksentiy Nazzareno Avksenslov Rasputina-Simmons. Sorrise persino, Sandy - malato, stanco, istericamente divertito da tutta quella merda: l’avrebbe sinceramente evitato, considerando che di lì ad un giorno sarebbe stato salvato.
    Ma di certo, non poteva permettersi che a morire, oltre a Kairos, fosse anche sua moglie: per questo, in modo completamente irresponsabile – si sentiva già i ??? sandy n o ??? di metà dei Freak -, sarebbe corso verso la donna e, mentre Ellis avrebbe cercato di spostarla, il De Thirteenth come il bravissimo giocatore di baseball che non era, si sarebbe messo in posizione di ricezione. «M I A A A A A!» avrebbe gridato, cercando di spedire la granata il più lontano possibile con uno swing (non il kinese) da paura.

    «ma sul serio? avremmo avuto dei figli bellissimi» Mitch sospirò affranto e divertito, abbassando la revolver davanti a sé. «lo so, will» sorrise appena, senza perdere di vista la battaglia dinnanzi a loro. «invece hai lasciato che una stronza qualunque» a quel punto portò gli occhi azzurri sul non migliore amico – ma chi prendiamo in giro: poteva essere di un altro mondo, ma era comunque Will; era comunque il suo migliore amico -, arcuando allusivo le sopracciglia. «parole tue, non mie – mi convincesse a sposarla ed ingravidarla» eh vabbè dai, capita. «di là è diverso?» domandò, una morsa al petto nel domandarglielo con tanta semplicità. Il Winston, onestamente, non voleva davvero saperlo: non avrebbe cambiato nulla, in fin dei conti.
    Fortunatamente, ancor prima che Will potesse rispondere, accadde l’inenarrabile.
    Una cosa deplorevole ed irriverente, al limite dell’umanamente concesso.
    Stavano attentando al suo fondoschiena, , ma non era questo il peggio: lo stavano facendo con un righello.
    Offensivo, spregiudicato, disgustoso.
    «questo non è» si sarebbe scansato di lato, facendo scivolare la bacchetta tra le dita pronto per un attacco, cercando di evitare la sculacciata: non lo permetteva nemmeno a sua moglie, da diverso tempo. Come poteva, quella ragazzina dal caschetto corvino e la divisa rosa e arancio, permettersi così tanto??? «l’uso corretto di un righello.»
    Era sinceramente arrabbiato, Mitchell. Non lo insegnavano più, ad Hogwarts, l’abc dell’uso degli strumenti goniometrici? «qualcuno dovrebbe rimetterti in riga.» non lui, ovviamente: l’ex corvonero si sarebbe infatti semplicemente limitato a lanciarle un Expelliarmus, sperando di non farle troppo male ma di disarmarla slash stordirla abbastanza da non essere più un problema.
    sunday de thirteenth
    Make no mistake, I live in a prison
    That I built myself, it is my religion
    And they say that I am the sick boy
    Easy to say, when you don't take the risk, boy
    He'd trade his guns for love
    But he's caught in the crossfire
    And he keeps wakin' up
    But it's not to the sound of birds
    1991's | 2000's
    ex raveclaw | gryffindor
    teacher | freak
    upside down: mitchell winston


    DIFESA AKELEI (ellis + sandy): homerun
    DIFESA MITCH (mitch + neal): si scansa
    ATTACCO SU DORA (mitch): expelliarmus
     
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    LEWIS NORWOOD
    ELWYN HUXLEY
    2118 / 24 ANNI / MAGIZOOLOGO
    2018!au / 27 ANNI / QUIDDITCH
    Nei secondi che intercorsero tra la paura di essere trasformato in un tacchino arrosto e la sorpresa nello scoprire di essere ancora vivo – seppur per un lasso di tempo indeterminato e nel bel mezzo di una battaglia potenzialmente mortale –, una serie di immagini si susseguirono nella mente di Lewis. Si dice che negli istanti prima di tirare le cuoia si ripercorrano tutte le tappe più significative della propria vita; nel caso dell’ex-Corvonero non fu così. Vide lo stadio di Quidditch in cui si era giocata l’ultima Coppa del Mondo, ma non solo non aveva idea del nome delle squadre che avevano partecipato alla competizione, non aveva la minima intenzione di metterci piede. Si chiese se si trattasse di una sorta di messaggio del suo subconscio e non riuscendo a – né avendo tempo per – trovare una risposta, si limitò a considerare del tutto senza senso il fatto che la sua mente gli mostrasse qualcosa di così fuori luogo a pochi secondi dalla sua dipartita. Poi vide un delizioso cappellino peruviano, lo stesso che aveva adocchiato in una vetrina per le strade di Parigi, e si disse che quello sì che era un rimpianto! Insignificante, certo, ma si ripromise di andare a comprarlo se fosse uscito vivo da quell’incubo. Vide Hope, e avrebbe preferito non farlo; avrebbe preferito rimanere su immagini inspiegabili o futili ed avere la certezza di aver eliminato ogni tipo di scoria lasciata da quel rapporto. Vide il suo viso squadrato e con la barbetta a chiazze sorridere dalla copertina di un grosso volume e gli sembrò l’unica cosa sensata che gli fosse passata per la mente: il suo sogno, quello di essere ricordato per le sue ricerche e di pubblicare un libro di testo che, come per Newt Scamander, sarebbe stato preso da tutti gli studenti come riferimento, era qualcosa cui non avrebbe rinunciato per combattere la guerra di qualcun altro.
    Non vide molto altro, non venne riavvolto nessun nastro. Forse perché la sua esistenza, almeno fino a quel momento, non era stata particolarmente degna di nota. Cosa ci si poteva aspettare, dopotutto, da una persona che viveva in un periodo di pace – lontano anni luce dall’inferno in cui si trovava in quel momento –, che considerava le parole pericolo, avventura e rischio come alcuni tra i vocaboli che non avrebbe mai utilizzato in un racconto su se stesso, che preferiva lasciare la forma del suo didietro sul divano piuttosto che andarsene in giro per locali e che teneva attivo il suo corpo in modo inversamente proporzionale rispetto al suo cervello? Non molto, esatto. Eppure, rischiava la vita ogni giorno. Non come quella notte e non sempre consapevolmente, ma era stato vicino a rimetterci le penne più di una volta. Da magizoologo, infatti, non si occupava soltanto di creature dalla classificazione innocua e dalla dubbia utilità – come i Vermicoli, comunissimi lombrichi privi di denti per difendersi e che, se lasciati in pace, si limitavano a mangiare lattuga e riprodursi in completa autonomia –, ma si ritrovava ad affrontare volatili il cui canto portava alla follia, serpenti che prendevano fuoco dopo aver deposto le uova, uccelli capaci di provocare vertigini, levitazione e allergie permanenti, tartarughe che sputavano fiamme dal posteriore, rinoceronti il cui corno produceva un liquido esplosivo. Fu allora che ebbe un’illuminazione. Tastò le tasche di quegli indumenti che era stato costretto ad indossare, trovandoci all’interno le fiale che aveva riempito quel pomeriggio nel suo studio, e attraversò una serie di stati d’animo contrastanti, dalla gioia per aver capito di avere con sé un’arma da sfruttare all’angoscia nel sapere che, per farlo, avrebbe dovuto sprecare una sostanza preziosa e su cui aveva investito gli ultimi mesi di lavoro. Si ripromise di usarle se fosse stato strettamente necessario.
    Quando riaprì gli occhi ed ebbe il coraggio di guardare davanti a sé, si accorse che la doppia difesa nei suoi confronti era stata efficace e che le ragazze che lo avevano aiutato erano illese. «G-grazie.» si limitò a dire; avrebbe voluto aggiungere il suo nome, ma persino a lui, che non aveva filtri tra pensieri e parole, sembrò fuori luogo perdere tempo con le presentazioni. Osservò una serie di bolle dirigersi verso il loro avversario con l’intento di confonderlo e rallentarlo, ma ebbe l’impressione che quella fattura non aveva fatto altro che infastidire la donna. Non esitò, infatti, a scattare verso di loro con delle corde che lo avrebbero intrappolato e lasciato a terra senza possibilità di reagire. Cercò di riportare alla mente tutti gli incantesimi difensivi che aveva imparato – ma usato ben poche volte – nel corso della sua vita e dopo aver scartato quelli che credeva sarebbero stati penalizzati dalla presenza dei roghi – quindi da una temperatura troppo elevata – o dalla vicinanza del nemico, optò per una tra le risposte più classiche. «Diffindo! Immobilus!» e mentre pronunciò quelle formule a breve distanza l’una dall’altra – la prima per tranciare le corde, la seconda per immobilizzare Kenna –, si accorse della presenza di un ragazzo – un uomo in miniatura, come lui; avrebbero potuto essere lontani parenti, entrambi con il dna Norwood, parte di una famiglia che non sempre sfornava modelli da copertina, ma che vantava ogni tanto maghi dalle indubbie qualità nascoste – che aveva tutta l’aria di voler assestare una gomitata contro il viso del loro avversario. Brutale, ma sperava potesse almeno stordirla.
    Si voltò alla sua destra giusto in tempo per accorgersi che un altro dei loro avversari si era inserito tra le loro fila e, a metà tra un principe che sfrutta la treccia della sua amata per scalare la torre in cui è rinchiusa ed un pazzo che tenta di fare lo scalpo al nemico, sembrava volersi attaccare alla chioma della ragazza. «Impedimenta!» avrebbe voluto schiantarlo, ma temeva che Davor sarebbe volato via assieme ai capelli della malcapitata o, peggio, che il colpo avrebbe potuto portare il colettino del ragazzo ad infilzarsi dove non avrebbe dovuto.
    "argh, sono già in ritardo per la quest, non ho tempo per la citazione!"
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    Combo difesa #1: Lewis + Will per Lewis - Diffindo, genera un fascio dalla bacchetta che recide con un taglio netto oggetti di ogni genere. In questo caso, spera di tagliare le corde.

    Attacco: Lewis contro Kenna - Immobilus, prova ad immobilizzarla.

    Combo difesa #2: Lewis + Joey per Jade - Impedimenta, rallenta i movimenti di chi è colpito.
     
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    DIFESA LEWIS (Lewis + Will): 8 + 4 = 12 pd (+6 pa)
    ATTACCO SU KENNA (Lewis): 1 + 6 = 7 pa. DIFESA KENNA: 8 pd.

    DIFESA AKE (Ellis + Sandy): 6 + 2 = 8 pd (-9 ps)
    Non una combo efficace. Ebbene, Ellis sposta widow!Ake e Sandy reindirizza la traiettoria della granata, ma questa cade comunque nelle prossimità della donna, scaraventandola contro un macigno.
    ATTACCO SU CULLEN (Ashley): 11 pa. DIFESA CULLEN: 9 pd (-2 ps)
    Il calcio colpisce al fianco Cullen, che indietreggia.

    DIFESA SVETLANA (Neal + Alec): 14 + 5 = 19 pd (+11 pa)
    ATTACCO SU EMIL (Neal): 4 + 11 = 15 pa. DIFESA EMIL: 1 pd (-14 ps)
    Emil inizia a perdere davvero tanti, troppi, liquidi corporei; ciononostante, non demorde.

    DIFESA BARRY (Barry + Joey): 7 + 6 = 13 pd (+10 pa)
    ATTACCO SU OZIEL (Barry): 15 + 10 = 25 pa. DIFESA OZIEL: 1 pd (-24 ps)
    Il fato non vuole descrivere questo attacco alla regione intima di Oziel, perché sarebbe davvero cruenta.
    Ma resiste.

    DIFESA JADE (Joey + Lewis): 12 + 13 = 25 pa (+10 pa)
    ATTACCO SU DAVOR (Joey): 2 + 10 = 12 pa. DIFESA DAVOR: 6 pd (-6 ps)
    Gli tagli la gamba, una lacerazione che percorre tutta la coscia.

    DIFESA MITCH (Mitch + Neal): 9 + 12 = 21 pd (+2 pa)
    ATTACCO SU DORA (Mitch): 10 + 2 = 12 pa. DIFESA DORA: 2 pd (-10 ps)
    Oltre a disarmarla, l'Expelliarmus scaglia l'Esploratrice lontano pronta ad una nuova avventura!.

    DIFESA DIANA (Alec + Sherman): 3 + 6 = 9 pd (-8 ps)
    L'entrata in scivolata di Roswell probabilmente ti ha fratturato qualche osso della gamba.
    ATTACCO SU ROSWELL (Alec): 8 pa. DIFESA ROSWELL: 5 pd (-3 ps)
    Una freccia si conficca nell'inguine di Roswell.

    DIFESA BILLIE (Will + Ellis): 9 + 13 = 22 pd (+3 pa)
    ATTACCO SU BENJAMIN (Will): 12 + 3 = 15 pa. DIFESA BENJAMIN: 10 pd (-5 ps)
    Cerca di ripararsi dal Flipendo alla bell'e meglio, ma il coltellino gli sfugge di mano comunque e gli lascia un taglio sull'avambraccio.

    DIFESA SHERMAN (Sherman + Barry): 6 + 11 = 17 pd (+6 pa)
    ATTACCO SU ANNE (Sherman): 2 + 6 = 8 pa. DIFESA ANNE: 1 pd (-7 ps)
    La sciabolata apre uno squarcio nel petto di Anne.

    WILL: prendendoti il braccio, Benjamin cerca di persuaderti ad infilzarti da solo con la scure.
    LEWIS: Kenna cerca di strangolarti con le corde.
    SERSHA: Jemima tenta di dare fuoco ai tuoi vestiti.
    BARRY: recidivo, Oziel cerca di colpirti in testa con il calcio del fucile.
    JOEY: Davor pensa bene di toccarti ed infonderti qualche malattia venerea.
    NEAL: Emil ti si scaglia addosso cercando di staccarti un braccio con la spada.
    MITCH: con la telecinesi, Dora raccoglie il proprio righello e lo indirizza verso il tuo occhio.
    ALEC: Roswell ti si teletrasporta alle spalle e cerca di spezzarti l'osso del collo.
    SHERMAN: Anne mira alla tua coscia destra e fa fuoco con la doppietta.
     
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    Lo sapeva di avere amici coglioni. Se lo ripeteva come un mantra la notte prima di andare a dormire, roteava gli occhi ormai così velocemente appena aprivano la bocca da vincere il premio "Speedster: III", e cercava di convincersi giornalmente che non ci fosse motivo, dopo ben un anno (aw, anniversario freaks!!! anche se metà del tempo l'hanno passato divisi, meh) di intensa amicizia, di sorprendersi ancora delle loro cazzate o dei bro boccheggiati con gli occhi a forma di cuore come negli anime.
    Ma quella volta, doveva proprio dirlo: «Sun, sei un coglione.» AH, QUANTO GLI ERA MANCATA QUELLA FRASE. Certo, nel periodo passato a Bodie ogni tanto l'aveva detta a sentimento guardando negli occhi una mucca, incrociando nell'ingresso Floyd («¿Qué te hizo el sol?» «es un cabrón» «¿¿¿¿¿¿¿ ok ???????»), notando i tatuaggi di Shia e Aidan, o qualsiasi altra volta che vedeva qualcosa che gli ricordava il De13 sapendo, nel proprio cuore, che il ragazzo quell'insulto se lo meritava anche in un'altra dimensione a distanza di cento anni... ma insomma, non era davvero la stessa cosa che dirlo a Sundey De thirteenth in carne ed ossa, non era altrettanto gratificante. Se lo cercava proprio, l'insulto, capite? Stava cercando di fare homecoming usando come mazza una sega e come pallina una bomba; lo vedete il problema? Cristo (non c- anzi sì, proprio cj), non lo sapeva che le bombe funzionavano così??? Esplodevano se le toccavi.
    Joey era pronto a fare qualcosa (uno schiantesimo, uno scudo, boh???) per salvare il suo amico testa di minkia, ma misticamente, e noi non ci chiediamo come, non servì. La bomba non esplose al contatto con l'arma di Sunday, facendogli saltare in aria il braccio, bensì poco distante, ferendo soltanto la donna inizialmente puntata (al che idealmente Joey avrebbe anche deciso di sbattersene le palle, ma Barry e Sunday sembravano così uniti a Akelei, anche versione Au ???? Boh, forse è così che ci provano i maschi etero sessualmente attivi, Joey non era intenzionato a indagare).
    «Sun, sei un coglione.» ripetè, nel caso non l'avesse sentito la prima volta... ma sorrideva. Poco eh, NON ESAGERIAMO. «Come hai fatto a sopravvivere da solo per-»
    si interruppe di colpo, la testa improvvisamente girata verso la propria spalla dove un creepy aveva ben pensato di posare le sue dita. Come
    si
    permetteva
    .
    Era già difficile sopportare che le persone a cui teneva lo toccassero, e lo faceva pure male e solo perchè sapeva che le convenzioni sociali richiedevano che non tirasse un pugno in faccia a chi gli dava amichevoli pacche... ma quello stramboide dell'universo alternativo di sta minchia doveva proprio solo tenere le mani a posto, qualsiasi cosa avesse intenzione di fare, passargli la malaria o accarezzarlo perchè era un pedofilo.
    «OOOOOOOOOH cazzo tocchi?» profondamente offeso per l'affronto (ma come si permetteva???? ma non vedeva che era una macchina da guerra? MICA L'AVEVA TOCCATO PENSANDO DI PASSARE IMPUNITO SOLO PERCHE' ERA PIU' ALTO, eH????), allungò la mano per afferrare il polso dell'uomo, pronto a storcerglielo... ma prima che potesse fare alcunchè, ecco lì sandy con la sega in mano. E vuoi non tirare il braccio del pedofilo per aiutare il tuo amico a segarglielo? Vuoi non tenere fermo il maniaco?? «E ora il grande magoh Tredici segherà il braccio del fortunato volontario!» Freak show mica per niente. alzò gli occhi sull'amico, l'ombra di un sorriso ancora sulle labbra «E' un trucco sempre di grande effetto. Insomma, pe fare un bel numero una mano da parte del pubblico non guasta mai» Ah-ah, l'avete capita? una mano da parte del pubblico. Ogni tanto anche a Joey uscivano... o semplicemente l'aveva sentita così tante volte a Salem, che ormai la sapeva a memoria e rideva sulla fiducia.
    Poi è ora di difendere Mitch quindi SWITCH! Idealmente sarebbe belliximo usare il braccio come boomerang ma non so se riesce a tagliarlo, quindi facciamo che tira fuori la bacchetta e fa un foramen contro la baldracca puttanella che vuole sculacciare il bel prof (HELLO SPANK!). Strani fetish, la gente, e Joey li giudicava tutti dall'alto (basso) della sua sessualità confusa e repressa (ma solo perchè, a quel giorno, non sapeva come farsi a scopare un concetto) (ovviamente parlo del quidditch)
    1918: pepito joseph w. moonarie
    take a breath spit out the blood
    in your mouth and get back up on your feet. you still got a couple of motherfuckers to prove wrong
    Sorry that most of my
    hilarious jokes are borderline inappropriate. And by Sorry
    I mean you're welcome
    2018 vs 2018 au
    please don't
    wizard / light bending
    upside down: jaden fucking beech



    DIFESA JOEY → tiene per il polso e lo allontana
    ATTACCO A DAVOR → lo tiene fermo in modo che sunday possa segarlo

    DIFESA MITCH → foramen verso la tizia
     
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    Avrebbe di certo dovuto prestare ascolto alla voce dei Freaks nel suo cervello, Sunday De Thirteenth. Ancora una volta, nonostante non li avesse sentiti parlare – ma andiamo, non ne aveva bisogno: per dieci giorni o di più aveva dialogato con lampade, sassi, occhialini, boomerang e creme solari distinguendo nitidamente il soave vociare dei cinque maledetti che l’avevano lasciato a marcire in quell’universo storto -, avevano ragione.
    Cercare di mandare una granata in homerun con una sega da falegname, non era stata la migliore delle idee del grifondoro. Sicuramente nemmeno la peggiore: vi ho mai raccontato di quando aveva provato a dare da mangiare un piatto intero di carbonara ai propri pesci rossi? No? Beh, per farla breve, sono esplosi. Letteralmente: sangue ovunque nell’acquario di villa De Thirteenth, cento metri cubi che fino a quindici minuti prima erano stati un idilliaco paradiso per creature marine trasformato in un accurata rievocazione storica delle peggiori battaglie delle Guerre Puniche.
    Poteva davvero quasi sentire gli insulti. «ops.» commentò soltanto, stringendosi tra le spalle e dipingendosi il più bello dei sorrisi sul viso. Fortunatamente, Akelei non era morta: era soltanto stata scaraventata a qualche decina di metri di distanza addosso ad un grande macigno ai piedi del castello di Hogwarts. Niente di che, no? Certo, avrebbe sempre potuto evitarlo.
    Forse.
    «sun, sei un coglione» si voltò alla ricerca del suono, troppo vivido per essere soltanto nella sua mente. Troppo sentito - nella voce, e nel petto – per essere il blando farneticare del De Thirteenth. «sun, sei un coglione» aw, ma infatti era proprio Joey! Si morse il labbro inferiore, alzando poco vittorioso la sega sopra la propria testa e sventolandola, a mo’ di saluto verso Pepito. «anche io ti voglio bene, pepa!» biascicò sincero, avvicinandosi al freak.
    Cristo, quanto gli erano mancati quegli insulti così coloriti ed inespressivi al contempo, un dono di cui soltanto il Moonarie sulla faccia della terra sembrava essere il portatore - , di completamente inespressivo c’era anche Barry, ma lui aveva altri modi di esprimere il proprio amore e disappunto che non fossero scurrilità come quelle del biondo.
    Eppure.
    C’era qualcosa di strano. «ma… j o e y» si portò una mano alla bocca per nascondere stupore e meraviglia, gli occhi turchesi a brillare di gioia. «non starai mica sorridendo?» ne era capace? Non ne era certo, Sandy; con lui, non l’aveva mai fatto. «come hai fatto a sopravvivere da solo per-»
    E glielo voleva dire, che non l’aveva fatto. Che ogni giorno da solo, semplicemente, moriva un po’ di più - che gli fottutamente mancavano, come quel poco d’ossigeno che l’aria inquinata di Londra gli aveva offerto per due settimane. E non lo voleva assolutamente fare, perché non era così che funzionava; funzionava che la domanda si stravolgeva, rigirava a proprio piacimento. Che diventava un po’ più un piuttosto, come avete fatto voi per cinque mesi senza di me, ben meno invasivo.
    Non ne ebbe il tempo. «quello ti sta toccando.» commentò atono, il dito puntato contro il tipo del Sottosopra. «OOOOOOOOOH cazzo tocchi?» «ah ok te ne sei accorto.» se n’era accorto.
    Fischiò per attirare l’attenzione del corvonero, un sorriso sadico e colpevole ad enfatizzare il lento movimento della sega che s’innalzava tra loro. «E ora il grande magoh Tredici taglierà il braccio del fortunato volontario!» fece un inchino ad un pubblico che lo snobbava, rimanendone sinceramente offeso, labbro sporto all’infuori e sopracciglia arcuate: ma loro lo sapevano che aveva inflitto 40 pa di crucio al fucking Vasilov?!?!?!? Evidentemente no, perché sennò avrebbero prestato più attenzione. «E' un trucco sempre di grande effetto. Insomma, pe fare un bel numero una mano da parte del pubblico non guasta mai» «oh. mio. dio.» avrebbe sussurrato, sotto voce ed ancora più stupito, mentre seghettava con cura e meticolosità la carne del malcapitato bastardo. «hai appena fatto una battuta, joey?» santo cielo, cosa si era perso in quei mesi? SORRIDEVA ANCORA? Si sentiva morire.
    Si sentiva male sul serio, per quei cinque mesi buttati a fanculo, ma questa è un’altra storia.
    Rimase incantato, letteralmente, sul viso sorridente - voi forse non vi rendete conto, ma è una cosa davvero destabilizzante – di Joey, fino a quando il foramen della sua bacchetta non gli passò davanti agli occhi. Ah, sì certo.
    Non poteva continuare a godersi l’amico perché la gente moriva.
    Che
    Palle.
    «protego!» avrebbe esclamato, perché Lele non ha fantasia, sperando che lo scudo bastasse a proteggere il Winston; subito dopo, avrebbe puntato il catalizzatore magico contro la ragazza, canticchiando tra sé e sé Le mille bolle blu di Mina mentre scagliava un geopum sulla suddetta.
    sunday de thirteenth
    Make no mistake, I live in a prison
    That I built myself, it is my religion
    And they say that I am the sick boy
    Easy to say, when you don't take the risk, boy
    He'd trade his guns for love
    But he's caught in the crossfire
    And he keeps wakin' up
    But it's not to the sound of birds
    1991's | 2000's
    ex raveclaw | gryffindor
    teacher | freak
    upside down: mitchell winston


    DIFESA JOEY (joey + sandy): taglia la mano del tipo
    DIFESA MITCH (joey + sandy): protego
    ATTACCO SU DORA: incantesimo millebolle
     
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