[mini q] what we're doing here ain't just scary

Se Regina era una lurida nell’altro universo, in quello si stava dimostrando una baldracca ancora peggiore. Più Sersha la guardava e meno comprendeva come potesse stare ancora in piedi, o di cosa fosse fatta – titanio, forse? Lei, dall’altra parte, era sanguinante e con qualche costola incrinata e «questo è fottutamente rude» neanche se n’era accorta, che la sua bellissima maglia era chiazzata di sangue, e neanche il suo. Non poteva neanche rubare abiti a qualche poraccio e tenerli in condizioni decenti, e come disse un grande poeta “sì beh a 'na certa m'è salita la febbre. Sucate”. «ti piace? è la band satanica di céline dion» stava ancora parlando a Regina? Sempre, doveva sapere dei quattro musicisti del Titanic che avevano poi formato una band che pubblicava cover delle sue grandi hit – erano una delle cose più belle e atroci che il mondo avesse mai ascoltato, non trovava nemmeno parole per descriverli.
Non era una persona gelosa Sersha, e di certo non quando si trattava di CJ – perché avrebbe dovuto, poi? – ma quando vide che lui e il Cooper stavano incominciando a fare di nuovo i grandi amiconi, non poté stare lì ad osservarli come una rincoglionita «invece di provarci continuamente con cj, vai a fare qualcosa di utile barruly» poggiò le mani sulla sua schiena e lo spinse contro Regina, alla quale mancava chiaramente del contatto umano a placare i suoi istinti omicidi. Poi, ci si era messa sua madre a domandare se Barry e il Knowles stessero insieme – fucking rude pt 2, a constant mood – ignorando la Kavinsky neanche fosse uno zerbino. Non le interessava, in fondo, tanto aveva suo padre ad amarla – giusto? O forse stava ancora morendo a terra. Un po’ come Arci, attaccato da quella piaga di Reggie: le stava già sui coglioni. Avrebbe raggiunto la ragazza alle spalle, e torcendo il busto avrebbe portato la mazza dietro di lei per dirigerla verso la sua nuca. Sperava che fosse abbastanza per stordirla, il giusto per non farle uccidere suo zio.
Alla Kavinsky sembrava di star avendo un déjà vu, ma k cosa divertente.
Il coltello di Regina era fin troppo vicino al petto scarno di CJ, e se Sersha avesse chiuso gli occhi, avrebbe già potuto vedere come si sarebbe conclusa quell’azione: in fondo, ci erano state volte in cui era stata lei dalla parte del manico. Agì prima di realizzare di starsi muovendo, avanzando più rapida che le sue gambe corte le consentivano - sarebbe stata abbastanza veloce, si domandava, abbastanza rapida da afferrargli il braccio e tirarlo verso di sé con tutta la forza che aveva. [Facciamo finta che ce l’abbia fatta] Contro ogni sua speranza riuscì a scansarlo dalla traiettoria della ragazza, inciampando nei propri passi per la troppa forza che ci aveva messo, mentre il corpo di CJ si faceva più vicino al proprio di quanto era abituata. Affondò i denti nel labbro inferiore, lo sguardo limpido ad alzarsi lento fino al volto del Knowles e sarebbe stata una menzogna dire che Sersha non stesse ripensando ai respiri al sapore di nicotina sulle sue labbra, o a lo quanto preferisse senza denti col volto un po’ ammaccato.
La Kavinsky sapeva benissimo che avrebbe potuto evitare, ma non lo voleva. Non più, dopo aver resistito a quel prurito per mesi, troppo orgogliosa per compiere il primo passo verso il ragazzo. In quel momento, vedendo il corpo senza vita di suo cugino sul pavimento, si disse che, vaffanculo!, tra pochi minuti ci sarebbe potuta essere lei affianco a lui, e aveva intenzione di godersi ciò che le rimaneva. «questa volta ce l’ho io, voglia di baciarti» la voce più roca e calda di quello che era prima, la sua razionalità e essere messa a tacere per l’ennesima volta. Si sarebbe alzata sulla punta degli anfibi, la bionda, allungando le braccia per allacciarle al collo di CJ - e pregò, che lui tenesse le mani dove si trovavano. Annullò la distanza che la separava dalle labbra del tassorosso, la lingua affamata del sapore di cui si era privata per mesi, le dita a scivolare dietro la sua nuca per stringerlo un po’ più a sé e imprimere il suo calore nella mente. Si allontanò da lui per riprendere fiato, il respiro irregolare e le guance leggermente arrossate «ci si becca, mh?» belle le uscite di scema tattiche, quando non si sapeva affrontare una situazione.
Menomale che c’era Barry a rompere i coglioni e a darle un buon motivo per allontanarsi.
«serscia se non sei troppo occupata a schiaffeggiare sandy con le mani di un morto...riunione di famiglia» eh, se glielo chiedeva così gentilmente. Vedendolo giungere le mani e curvarsi verso il basso, Sersha capì quello che doveva fare, ciò dal quale i Freaks prendevano il loro nome; «te la spacco tutta, barruly» la testa? Regina? Chi lo sa. Prese la rincorsa muovendo le braccia per aumentare la velocità, rallentando di poco quando giunse in prossimità del fratello e poté fare leva sulla sua mano per librarsi in aria. Con una gamba allungata e il piede pronto a colpire il volto di Regina, la Furia del far west avrebbe provato a spaccare il bel naso che si ritrovava.